Cosa tenere d’occhio nel 2017
Le 40 questioni che sono già sul menù del nuovo anno.
- Unai Emery resterà sulla panchina del PSG?
Nonostante in campionato la squadra parigina continui ad essere discontinua, in realtà molto dipenderà da come andrà in Champions League. Sappiamo bene quanto Emery sia forte negli scontri diretti e questo potrebbe permettergli di salvare la panchina, nel caso catastrofico in cui il PSG riuscisse davvero a non vincere la Ligue1 (attualmente è addirittura terzo, a cinque punti dal Nizza capolista). Certo, il passaggio è più stretto che mai, perché agli ottavi il PSG incontrerà il Barcellona, ma forse è l’unico disponibile per l’allenatore spagnolo. Salvare il campionato in extremis, infatti, probabilmente non sarebbe sufficiente per la dirigenza qatariota in caso di uscita dalla Champions League agli ottavi o ai quarti, visto che Emery è stato assunto esattamente per il suo curriculum di Europa League vinte. Una Champions sorprendente, non per forza condita da una vittoria, potrebbe invece convincere il PSG a continuare a puntare su di lui, anche se l’incandescente attacco del Monaco alla fine dovesse portare via da Parigi il titolo nazionale.
- Come andrà la Confederations Cup in Russia?
Il 17 giugno si aprirà a San Pietroburgo la Confederations Cup, il primo evento sportivo di rilevanza internazionale a tenersi in Russia dopo l’esplosione dello scandalo legato ai risultati delle indagini della WADA (la World Anti-Doping Agency). Sarà la prima occasione disponibile per la Russia per rimettersi in gioco dopo tutto ciò che è successo nel 2016, e non sarà facile per una serie di motivi.
Innanzitutto perché non è ancora del tutto sicuro che lo stadio dove si dovrebbe tenere la partita d’inaugurazione e la finale, cioè il Kretovsky Stadium, quello che doveva essere lo stadio cartolina dei Mondiali del 2018, sarà pronto in tempo. Il Kretovsky Stadium è stato infatti completato solo poche settimane fa, con un ritardo di circa nove anni ed un costo che si è quasi triplicato. A novembre la FIFA, che in estate aveva denunciato i ritardi nella sua costruzione, è intervenuta di nuovo sulla questione esprimendo la sua preoccupazione per la stabilità del campo da gioco. La prima partita ufficiale, Zenit San Pietroburgo – Ekaterinburg, si terrà solo ad aprile e chissà che non escano fuori nuovi contrattempi.
In secondo luogo, la Russia dovrà cercare di non avere nuovi problemi con i suoi tifosi più violenti, soprattutto dopo gli scontri durante Euro 2016, che l’hanno portata ad un passo da una clamorosa eliminazione. In una Confederations Cup si mettono soprattutto alla prova la capacità organizzative di un paese, e degli eventuali nuovi scontri minerebbero la già compromessa credibilità internazionale russa nonché la retorica politica semifascista di Putin.
Infine, anche sportivamente, sarà interessante vedere se la nazionale russa riuscirà finalmente a riprendersi, dopo il tracollo del progetto Capello e la figuraccia rimediata agli Europei dalla squadra di Slutsky. La Russia è qualificata automaticamente ai Mondiali del 2018 e la Confederations Cup sarà quindi il primo e unico modo per testare veramente la squadra prima dell’inizio del torneo. Delle cinque amichevoli giocate dopo Euro 2016, per quanto possono valere, la nazionale guidata da Cherchesov per adesso ne ha vinte solo due, contro Ghana e Romania.
- Quante possibilità ci sono che il Mondiale del 2018 venga tolto alla Russia?
Nessuna, stando alle parole del nuovo presidente della Fifa Gianni Infantino, che ancora pochi giorni fa ha ribadito alla CNN che nessuna delle questioni problematiche legate alla federazione russa, al doping e agli hooligans fermerà la macchina messa in moto ben prima della sua elezione. “Non sta al calcio risolvere i problemi del mondo”, ha detto. Intanto nel mondo di Football Manager il Mondiale del 2022 è stato spostato dal Qatar alla Cina.
- Simeone riuscirà a vincere la Champions League? O perderà di nuovo in finale con il Real Madrid di Zidane?
L’era Simeone sulla panchina dell’Atletico Madrid si avvicina alla fine e il derby perso in finale della passata stagione toglierebbe l’idea stessa di speranza dalle teste dei tifosi più ottimisti. Proprio per questo, però, perché la vita non segue i percorsi narrativi che vorremmo, non possiamo escludere la possibilità che l’Atletico faccia un grande percorso in Europa anche quest’anno. La rivincità ormai è stata persa, ma con una bella Champions League Simeone uscirebbe comunque in grande stile. Dovrà cominciare vincendo il derby dell’intensità con il Bayer Leverkusen negli ottavi di finale, da lì in poi sarà una sola lunghissima battaglia di Game of Thrones.
Quanto al Real Madrid, la vera domanda è se Zinedine Zidane continuerà a vincere trofei come se fossero premi all’onore del giocatore che fu, diventando magari il primo allenatore della storia moderna a vincerne due Champions League consecutive mentre noi ci chiederemo ancora come ha fatto a vincere la prima.
- Sarà l’anno buono per l’Arsenal?
Al momento i bookmakers si attengono alla classifica e l’Arsenal ha ovviamente più chance di arrivare quarta che altro. Ma non ci stupiremmo se uscisse fuori alla distanza, sfruttando magari una crisi prolungata del City, un calo del Chelsea e uno del Liverpool. Non è l’Arsenal più bello degli ultimi anni ma il gioco verticale è ormai collaudato e magari si sta preparando un altro finale di stagione in cui sembra che – e invece no. Ma se dovessimo sbilanciarci, quest’anno anche arrivare secondi o terzi sarà dura.
- Il Parma riuscirà a raggiungere la promozione in B?
Inserito in un girone di Lega Pro che sembra una Woodstock della nostalgia, il Parma Calcio è attualmente, dopo l’ultima giornata che è coincisa con l’ultimo giorno dell’anno passato, terzo in classifica, a pari merito con il Padova e a tre punti dalla vetta, sulla quale si erge il nuovo Venezia FC di Tacopina e Inzaghi.
Dopo una marcia trionfale in Serie D, l’ascesa favolistica del Parma Calcio 1913 ha subito una lieve battuta d’arresto lo scorso novembre, quando dopo una serie di risultati incostanti (tra i quali due sconfitte con le dirette concorrenti Padova e Venezia) sono stati esonerati Lorenzo Minotti e Luigi Apolloni, già solido pacchetto difensivo del Parma dei Sogni e al momento direttore responsabile dell’area tecnica e allenatore. In un effetto domino, anche il presidente Nevio Scala ha rassegnato le dimissioni.
È ovvio che i sostituti, D’Aversa sulla panchina e Faggiano (al terzo incarico in un anno) come ds, non possano fare miracoli: ma la squadra nell’ultimo mese del 2016 è sembrata in ripresa, ha vinto un derby – quello dell’Enza – che mancava da troppo tempo e sembra lanciata. L’accesso alla B diretto è un onore che solo i vincitori del girone possono permettersi: la sfida col Venezia è prevista per fine Gennaio, e conterrà, in nuce, molte delle risposte sul futuro parmense.
- La FIFA riuscirà a trovare una formula credibile e più democratica per la sua Club World Cup?
In una chat di whatsapp prima della finale tra Real e Kashima di quest’anno, abbiamo steso un piano di ridefinizione che vorremmo sottoporre a Sua Eccellenza Gianni Infantino:
- Al Mondiale per Club partecipa di diritto il campione dell’edizione precedente;
- Al Mondiale per Club vanno i campioni della Supercoppa Europea anziché quelli della semplice Champions, i campioni della Recopa Sudamericana (vincitore Libertadores vs vincitore Sudamericana), i campioni d’Africa, i campioni d’Asia, i campioni d’Oceania e, quindi, la squadra detentrice;
- Il campione CONMEBOL sfida il campione CONCACAF per definire la partecipante «Americana», in gara di playoff andata e ritorno;
- Il campione uscente sfida la contendente Europea in gara di playoff, andata e ritorno, definendo la sfera che andrà nelle urne sotto il nome di «Quella Forte»;
- I campioni d’Asia e d’Oceania si sfidano in gara unica, possibilmente in Oceania, possibilmente sotto un sole cocente, per determinare la quarta semifinalista (le condizioni meteorologiche estreme sono l’unico appiglio dei campioni oceanici);
- semifinali tra Africa, Asia o Oceania, America e «Quella Forte»
- Finale da svolgersi ogni anno in un continente diverso.
- La Ferrari tornerà a vincere qualcosa?
Si è passati attraverso una stagione in cui si proclamavano grandi possibilità di titolo mondiale ma nella quale effettivamente non è stata vinta neanche una gara, come solo nel 2014 negli ultimi 23 anni. Le aspettative verso la Ferrari sembrano basse anche da parte degli stessi uomini Ferrari, la struttura tecnico-dirigenziale improntata sulla gioventù e su un piano più “orizzontale” è stata bocciata un po’ da più parti estranee, tra cui l’ex Luca Baldisserri che ha invocato invece una struttura para-militare.
Ma c’è un però. Nel 2017 ci sarà una totale rivoluzione aerodinamica nei regolamenti. Quindi le nuove macchine non saranno evoluzioni del modello precedente ma piuttosto dei progetti partiti da foglio completamente bianco. Questo è un rischio e una possibilità contemporaneamente un po’ per tutti (mi riferisco anche a McLaren, Renault, ma anche alla Force India che Sergio Perez si aspetta molto competitiva).
La Ferrari sul finale di 2016 ha fatto delle gare molto consistenti, pagando però le difficoltà a scaldare le gomme in qualifica. La grande speranza è che la Ferrari possa ripetere alcuni Gran Premi, come ad esempio a Suzuka, in cui si è dimostrata molto rapida anche sui curvoni veloci: l’anno prossimo la velocità in curva aumenterà vertiginosamente e sarà più determinante la velocità di percorrenza.
Sarà però necessario che la Pirelli ammorbidisca molto le gomme, visto che l’aumento di stabilità e di deportanza chiederà meno stress alle nuove gomme extra-large. La Ferrari ha dimostrato di contenere mediamente meglio il degrado anche della Mercedes e meno soltanto della Red Bull.
In ogni caso da molte campane viene data la Red Bull come principale favorita al titolo 2017, con Sebastian Vettel vicinissimo alla Mercedes nel 2018. Tutto sembra suggerire un nuovo anno in sofferenza, con possibilità di vittoria di singole gare esclusivamente grazie a episodi particolarmente favorevoli che nel 2016 non si sono mai verificati. Ma forse è proprio la poca pressione – visto quanto è sembrata subirne tutto l’establishment dopo le pretese di Marchionne – che potrebbe suggerire finalmente qualche rischio più ambizioso e più fruttuoso per la Ferrari.
- E se il Leicester vincesse la Champions League, diventando la più grande storia di calcio di tutti i tempi?
Ok, è praticamente impossibile, ma era praticamente impossibile anche che vincesse la Premier League. Quindi.
- Il Kosovo riuscirà a qualificarsi per Russia 2018?
È molto improbabile ed è un peccato, perché potrebbe essere una delle più incredibili storie sportive di sempre. Il Kosovo è formalmente indipendente da nemmeno nove anni ed è entrato a far parte della FIFA solo l’anno scorso: in tutti e due i casi il suo più grande avversario politico è stato proprio la Russia. Ci pensate a che tipo di rivincita potrebbe essere presentarsi a Mosca per i Mondiali del 2018?
Il problema è che il Kosovo, per adesso, è riuscito a raggranellare solo un punto in quattro partite, pareggiando la prima partita contro la Finlandia e perdendo le successive tre con Croazia, Turchia e Ucraina. In totale ha segnato un gol e ne ha subiti undici. Probabilmente saremo costretti a tenere questa bella storia nel cassetto.
- Nibali riuscirà a vincere il Giro d’Italia anche quest’anno?
La maledizione di chiamarsi Vincenzo Nibali è che ogni anno devi sempre dimostrare qualcosa in più, per zittire il coro che sistematicamente si alza a ogni passo falso: “lo dicevo io che Nibali è un sopravvalutato”. Un coro che ha già ripreso a cantare sommessamente dopo la brutta caduta alle Olimpiadi di Rio che gli ha sfilato via dal collo una medaglia ormai sicura.
Ogni anno Nibali deve dimostrare di essere un campione. Non bastano il Tour de France vinto nel 2014, i due trionfi al Giro d’Italia, o ancora la Vuelta, il Lombardia.
Quest’anno Nibali ha la possibilità di (ri-)entrare dalla porta principale nella storia del ciclismo vincendo il suo terzo Giro d’Italia. Come Gino Bartali, per dirne uno, o Gimondi, Hinault, Magni. Leggende di questo sport.
Sì, Nibali ce la farà. E non perché ha una squadra più forte (anzi, il nuovo Team Bahrain-Merida non sembra proprio all’altezza dell’Astana dell’anno scorso), né perché “gli altri non ci sono” (Chaves, Kruijswijk, Valverde, Landa, e poi Pinot e Fabio Aru, sono solo alcuni nomi di una startlist che avrà poco da invidiare al Tour de France). Vincerà perché è il più forte ciclista italiano del nuovo millennio (dopo Bettini. Ma Bettini non era semplicemente un ciclista).
E se non vincerà non sarà un fallimento, non sarà perché “è un sopravvalutato”. Se non vincerà avremo trovato un nuovo campione, e ben venga. Ma Nibali resterà comunque e per sempre una leggenda del ciclismo italiano.