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Daniele Manusia
Cosa sta succedendo nel calcio francese
11 gen 2023
11 gen 2023
Una vicenda scoperchiata dai commenti della federazione su Zinedine Zidane.
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Daniele Manusia
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IMAGO / Xinhua
(foto) IMAGO / Xinhua
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Si può mettere in discussione l’allenatore finalista del Mondiale, che anzi è andato vicino a vincerlo due volte di seguito? Il discorso riguardo Didier Deschamps e la nazionale francese sembrerebbe ridursi a questo. Alla riconoscenza che si deve, o meno, all’allenatore che ha preso in mano nel 2012 una squadra piena di spigoli, in un contesto culturale infuocato, ed è riuscito a farne un gruppo unito e vincente, raggiungendo tre finali in cinque grandi tornei giocati - e le due che ha perso, le ha perse una ai rigori e una ai supplementari. “Bisogna aver smarrito la ragione per considerarli dei risultati mediocri”, ha scritto a inizio gennaio Jérôme Latta su Le Monde, in un articolo in cui sostiene che i detrattori di Deschamps, “esteti e tattici”, sono mossi più che altro da una “volontà di rendersi infelici”. Il dibattito, se esisteva, è stato chiuso pochi giorni dopo, sabato 7 gennaio, quando davanti all’assemblea federale è stato lo stesso Deschamps ad annunciare di aver trovato un accordo per rinnovare il proprio contratto fino al 2026. Smentendo il presidente della Federazione (FFF), Noël Le Graët, la persona con cui ha firmato l’accordo cioè, che pochi giorni prima aveva detto che la decisione era rimandata a dopo quella stessa assemblea perché “non c’è nessuna fretta”. Forse, però, un po’ di fretta c’era. Sullo sfondo si faceva sempre più grande col passare delle ore lo spettro di Zinedine Zidane. La scorsa estate, intervistato dall’Equipe in occasione del suo cinquantesimo compleanno, Zidane aveva parlato della possibilità di allenare la nazionale per “chiudere il cerchio”. Senza specificare quando: “Un giorno”, aveva detto. A settembre si diceva che la Direttrice Generale della federazione, l’ex schermitrice (tre volte campione del mondo) Florence Hardouin, in rotta con Le Graët e parte della Federazione da tempo, si fosse mossa indipendentemente per prendere contatto con Zidane, che però ha rifiutato di parlarne se non con Le Graët in persona (Hardouin ha smentito).Il giorno dopo l’annuncio di Deschamps, domenica, Le Graët ha rilasciato un’intervista alla radio RMC in cui non solo ha detto di non aver parlato con Zidane ma che “se avesse chiamato non avrei risposto”. Per dirgli cosa, ha aggiunto in sintesi Le Graët, che avevo scelto di continuare con Didier? Infastidito dalle domande del presentatore, che gli chiedeva se non gli sarebbe dispiaciuto vedere, in caso, Zidane sulla panchina del Brasile, Le Graët ha parlato con un’arroganza che difficilmente corrisponde al ritratto di furbo stratega che se ne faceva fino a qualche tempo fa in Francia: “Non me ne potrebbe fregar di meno”; e ancora: “Se volete organizzate una trasmissione speciale per trovargli una squadra”.

È bastato questo a mostrare che dietro il rinnovo di Deschamps c’era molto più della semplice riconoscenza e che, come al solito, il calcio in Francia è una questione tanto sportiva quanto politica. E per piccola che possa sembrare la gaffe di Le Graët, ha avuto grandi conseguenze.Kylian Mbappé - a cui il Presidente della Repubblica in persona qualche mese prima aveva chiesto di non lasciare il campionato francese - ha twittato che “Zidane è la Francia, non si può mancare di rispetto in questo modo a una leggenda”. La ministra dello sport Amélie Oudéa-Castéra ha detto che “sul piano della rappresentanza, la missione della federazione è fallita”. Le Graët si è scusato ma non è riuscito a fermare la palla di neve che si faceva sempre più grande. Il Ministero dello Sport aveva già chiesto un’inchiesta in seguito alle rivelazioni riportate lo scorso settembre da So Foot, su degli SMS con cui Le Graët avrebbe molestato alcune collaboratrici. L’inchiesta riguarda anche possibili conflitti di interesse nei rapporti tra alcuni clienti delle aziende che Le Graët ha lasciato ai figli e la FFF, eventuali manomissioni di conti e altre infrazioni finanziarie e il rapporto è previsto per la fine di gennaio. Tuttavia, dopo le dichiarazioni su Zidane, Oudéa-Castéra ha accelerato le cose, facendo pressione sul comitato esecutivo che ha convocato oggi una riunione straordinaria per oggi, mercoledì 11. Al termine della riunione si è deciso per una “mise en retrait” di Noël Le Graët, un pensionamento volontario e temporaneo, che arriva fino alla pubblicazione del rapporto d’inchiesta. Fino a fine mese, quindi, sarà il vicepresidente della federazione Philippe Diallo a prendere il suo posto, ma è difficile immaginare un eventuale ritorno di Le Graët, che lo scorso dicembre ha compiuto 81 anni. La direttrice generale Hardouin è stata sospesa, mentre il contratto di Deschamps è stato approvato all’unanimità dall’assemblea.

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