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Emanuele Mongiardo
Cosa serve al Milan nel calciomercato di gennaio
02 gen 2024
02 gen 2024
Gli infortuni potrebbero non essere l'unico fattore a costringere il Milan a intervenire sul mercato.
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Emanuele Mongiardo
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IMAGO / Pro Sports Images
(foto) IMAGO / Pro Sports Images
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Arrivati al 2024 e alla fine del girone d’andata, nessuna big di Serie A sembra avere la stessa urgenza del Milan di aggiungere nuovi giocatori alla sua rosa. I rossoneri hanno bisogno di ricorrere al mercato di riparazione non tanto per dei deficit di qualità nell’organico, ma per una semplice questione numerica: in difesa, per via dei numerosi infortuni, le scelte sono ridotte all’osso; a centrocampo, a causa di una serie di contingenze, l’emergenza sembra sempre dietro l’angolo; in attacco, per la terza stagione di fila, non esiste un vero sostituto di Giroud. È difficile definire il momento attuale del Milan. La brillantezza nel gioco delle prime giornate è svanita dopo il derby perso 5-1. Il primo obiettivo stagionale, la qualificazione agli ottavi di Champions League, è sfumato. In campionato, se l’Inter appare imprendibile e anche la Juve ha accumulato un vantaggio di sette punti, la permanenza tra le prime quattro non sembra ancora in discussione e forse è questa la certezza che interessa di più alla società in questo momento. Di solito, a gennaio si interviene per porre riparo agli errori compiuti tra luglio e agosto. Il mercato estivo del Milan, però, fino ad ora ha dato risposte tutto sommato positive, nonostante gli infortuni e lo scarso minutaggio concesso ad alcuni elementi. Loftus-Cheek non ha rivali per impatto fisico in Serie A, senza considerare le qualità tecniche che abbina al suo corpo; Pulisic, per somma di gol (6) e assist (4), è l’ottavo miglior giocatore del campionato; Musah si è riscoperto spesso titolare grazie alla sua duttilità; Jović, in maniera insperata, è ritornato ad essere un attaccante affidabile, anche se solo nei momenti finali delle partite. Discorso più complicato per Okafor e Chukwueze, che non hanno ancora avuto modo di rispettare le attese, tra scarso minutaggio, acciacchi e questioni tattiche. Lo svizzero ha segnato solo tre gol, ma in Serie A ha collezionato appena 379’. L’eccellente ingresso contro il Newcastle e il gol contro il Monza lasciavano prefigurare una crescita del suo impiego, ma l’ultimo problema muscolare, rimediato proprio dopo aver segnato ai brianzoli, lo ha costretto a saltare lo scorcio finale del 2023. Chukwueze, forse, è l’unica vera delusione fino ad oggi. Detto che i gol segnati a Borussia Dortmund e Newcastle lasciano immaginare un talento non ancora sfruttato a dovere dal Milan, è vero anche che troppo spesso si è dimostrato poco efficace nel dribbling, il fondamentale con cui avrebbe dovuto apportare freschezza alla fascia destra del Milan. Resta, comunque, la curiosità di testarne lo spunto in un contesto meno statico in fase offensiva. I prossimi giorni, allora, serviranno alla società per tamponare l’emorragia di infortuni, senza il bisogno di sconfessare quanto fatto in estate. Emergenza in difesa Il reparto più colpito dalle assenze è la difesa. Kalulu si è infortunato contro il Napoli, ha dovuto operarsi e non tornerà prima di marzo. Per lo stesso periodo dovrebbe rientrare Thiaw, uscito a fine novembre contro il Borussia Dortmund per un problema alla coscia sinistra. L’ultimo in ordine di tempo ad infortunarsi è stato Tomori contro la Salernitana: quello che fino ad oggi era stato uno dei migliori calciatori di questa stagione per il Milan ne avrà per un paio di mesi. Allo stato attuale, allora, l’unico centrale di ruolo a disposizione di Pioli è Simon Kjaer, anche lui reduce da un inizio di stagione problematico a livello muscolare: a 34 anni, dopo l’ultima stagione trascorsa da seconda scelta, riuscirà ad essere ancora un elemento affidabile? Decidere chi schierare nella linea arretrata è stato il problema più grande per Pioli nelle ultime giornate. Jan-Carlo Simić aveva dato risposte positive contro il Monza, ma l’allenatore aveva preferito partire con Pobega terzo centrale di sinistra e nelle partite successive ha continuato ad adattare Theo da centrale. Come soluzione immediata, la società ha pensato di richiamare Gabbia dal prestito al Villarreal, ma potrebbe servire qualcos’altro. Per il modo in cui si comporta il Milan in fase di non possesso, servirebbe un centrale aggressivo e che non abbia paura di giocare con tanto campo alle spalle. Non tutti i nomi circolati in questi giorni sembrano rispondere a questo profilo. Clement Lenglet, ad esempio, sembra un centrale lontano dall’idea di calcio di Pioli. I difensori del Milan si trovano spesso a dover gestire degli uno contro uno a campo aperto, ma il francese non ha il passo per sostenere quel tipo di situazione. Dopo aver passato l’inizio di stagione in panchina, ha giocato da titolare le ultime tre gare dell’Aston Villa. Emery mantiene alta la sua linea difensiva e se può permettersi di farlo con difensori tutt’altro che veloci come Diego Carlos e Lenglet è per via della compattezza della squadra, sempre cortissima. Qualcosa che al Milan, a dire la verità, riesce raramente. L’ex Barcellona avrebbe quindi bisogno di protezione, ma rimane un centrale incline all’errore. D’altra parte, col suo mancino aggiungerebbe qualità palla al piede di livello superiore agli attuali difensori del Milan, soprattutto nei cambi gioco. Più coerenti con le idee di Pioli sembrano Mukiele e Brassier, gli altri nomi circolati in questi giorni. Mukiele sarebbe adatto per giocare non solo da centrale, ma anche da terzino bloccato a destra, come gli è capitato di fare già al RB Lipsia. Calabria non ha vissuto un inizio di stagione brillante. Ha avuto dei picchi contro avversari impegnativi come Napoli e Paris Saint-Germain, ma non ha garantito la costanza che aveva trovato nei momenti migliori della gestione Pioli. Mukiele, allora, potrebbe rappresentare un’alternativa anche al capitano rossonero. Lilian Brassier, invece, sembra la classica operazione a cui ci ha abituato il Milan in questi anni. Non è più giovanissimo, ma a ventiquattro anni deve ancora esprimere il meglio del proprio potenziale. Come Lenglet, anche lui è mancino e quindi andrebbe a sostituire Tomori. Gioca nel Brest, insieme al Nizza la grande sorpresa del calcio francese, capace di issarsi fino al quarto posto dopo diciassette giornate.

Per lui è la terza stagione da titolare in Ligue 1. Si tratta di un difensore che cerca attivamente di rubare palla. È abituato a rompere la linea per aggredire l’uomo in avanti e in uno contro uno gli piace scommettere sul tackle vista l’elasticità con cui riesce ad andare a contrasto. Uno stile rischioso, vicino al modo di difendere del Milan, ma che può diventare un’arma a doppio taglio contro attaccanti abili nei duelli individuali. Brassier andrà in scadenza a giugno 2025, condizione che potrebbe rendere interessante la trattativa per il Milan. Il sostituto di Giroud Mentre la difesa è stata martoriata dagli inforuni, in attacco, nonostante gli acquisti estivi, continua a non esserci un vero sostituto di Giroud, che a 37 anni è ancora l’unico centravanti del Milan. Okafor non si è rivelato adatto a quel ruolo per come lo intende Pioli. Jović sta rendendo al di là delle aspettative, ma fuori dall’area il suo contributo è troppo limitato e il suo impatto si riduce ai minuti conclusivi dei secondi tempi. Pioli, poi, ultimamente lo ha fatto giocare proprio al fianco di Giroud per facilitargli la vita, evitando di sostituire il francese. In questi mesi i nomi sul taccuino dei rossoneri sembravano essere quelli di Jonathan David e di Serhou Guirassy. Si tratta senz’altro di due giocatori interessanti, ma il rischio è quello di non aggiungere un vero sostituto di Giroud. Nessuno di loro, infatti, sembra rispondere al profilo che servirebbe a Pioli. Il tecnico emiliano ha già bocciato una punta mobile come Okafor. Guirassy e David sono due attaccanti abili soprattutto ad attaccare lo spazio. Nel Milan di Pioli, però, non è il centravanti ad andare in profondità: il più delle volte la punta duella o gioca spalle alla porta affinché in profondità possa andarci qualcuno dalla seconda linea. Guirassy e David, però, non sono quel tipo di giocatore. Il francese, oltretutto, si ritrova spesso a giocare in un attacco a due. Il fatto che sia alto quasi un metro e novanta non implica che abbia l’abitudine di Giroud a giocare spalle alla porta. Per rendere, così come David, avrebbe bisogno di muoversi in un contesto più dinamico rispetto a quello dell’attuale Milan.

In ogni caso, per il valore che rivestono nelle loro squadre, sarebbe strano se David o Guirassy raggiungessero San Siro a gennaio. Non è detto, allora, che un interesse nei loro confronti non possa essere l’inizio di un nuovo progetto per il Milan, vista la fase in cui è giunto il ciclo di Pioli. Il reparto più lungo: il centrocampo Una considerazione finale la merita il centrocampo. Nonostante si tratti del reparto più folto, anche qui, forse, si potrebbe aggiungere qualcosa. Pioli all’improvviso potrebbe trovarsi a corto di scelte e non solo per il problema infortuni che affligge il Milan. Con Krunić sicuro partente in direzione Fenerbahçe, la squadra perderà comunque un elemento. Bennacer partirà per la Coppa d’Africa e non si sa quando e come rientrerà. Pobega in questi mesi ha tradito troppi limiti, Adli sembra poter tornare utile solo in contesti atleticamente poco impegnativi e Loftus-Cheek è un giocatore molto incline agli infortuni. Gli unici centrocampisti su cui Pioli sembra poter far affidamento a occhi chiusi di fatto sono Musah (anche lui però afflitto al momento da un infortunio) e Reijnders. In questo contesto, basterà inserire solo un giovane promettente come Zeroli? Contro il Sassuolo, per la prima volta Pioli ha potuto schierare contemporaneamente i suoi tre centrocampisti migliori, Bennacer, Reijnders e Loftus-Cheek. A differenza di quanto ci si sarebbe potuti attendere, ad agire da vertice basso è stato l’olandese, con Bennacer spostato più avanti quasi sulla linea degli attaccanti. Una scelta controintuitiva che porterebbe al sacrificio delle qualità offensive di un giocatore come Reijnders. Senza contare Bennacer, quindi, al Milan mancherebbe un vero regista davanti alla difesa e se proprio si deve inserire un nome nuovo a centrocampo sarebbe interessante valutare un profilo di quel tipo.

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