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Calciomercato Marco D'Ottavi 19 agosto 2020 9'

Cosa serve alla Juventus sul mercato

Consigli per gli acquisti a una squadra sull’orlo di una rivoluzione.

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Mai come in questo momento il futuro prossimo della Juventus appare come un’incognita, anche in sede di mercato. La dirigenza ha deciso di scaricare Maurizio Sarri subito dopo l’eliminazione in Champions League per mano del Lione, per affidarsi soltanto poche ore dopo ad Andrea Pirlo, alla prima esperienza in assoluto da allenatore. Il tutto con un mercato insolito che inizierà ufficialmente il primo settembre e una nuova stagione che dovrebbe partire tra un mese esatto, con un cuscinetto per il ritiro e le amichevoli estive molto ridotto.

 

Negli ultimi anni la Juventus ha adottato una precisa strategia di mercato basata sulla ricerca di occasioni e soprattutto sulla chiusura delle trattative ancora prima dell’inizio del calciomercato vero e proprio. Questa stagione non ha fatto eccezioni: Paratici si è mosso in anticipo, acquistando Kulusevski dall’Atalanta a gennaio e definendo lo scambio tra Pjanic e Arthur con il Barcellona poche settimane fa. 

 

Due operazioni che offrono già una prima risposta alla necessità della Juventus di abbassare l’età della rosa, ma che al tempo stesso sembravano anche due acquisti per Sarri, se così si può dire. Il brasiliano sarebbe stata la mezzala di possesso che così tanto è mancata quest’anno all’allenatore toscano, mentre lo svedese avrebbe preso il posto di Bernardeschi sulla destra dell’attacco, offrendo la stessa garanzia a livello di quantità ma migliorando la squadra in fase di rifinitura e creatività. Anche se sappiamo ancora pochissimo sui suoi principi, sembra che Pirlo voglia muoversi nel solco del suo predecessore, e in questo senso Arthur e Kulusevski non dovrebbero diventare di troppo ancor prima di cominciare la stagione.

 

Prima di cercare altri profili adatti al gioco del nuovo allenatore, però, la Juventus ha una disperata necessità di vendere, sia per abbassare un monte ingaggi ormai pantagruelico (a cui si aggiungeranno le ultime mensilità della scorsa stagione) sia per realizzare le plusvalenze necessarie per tenere a freno il bilancio rispetto ai vincoli del Financial Fair Play.

 

La necessità di sfoltire

La prima mossa di Pirlo come allenatore della Juventus sembra sia stata chiamare personalmente tutti i giocatori che non rientrano nel suo progetto tecnico. Una decisione drastica che mostra l’urgenza della Juventus di sfoltire e svecchiare la rosa. «Abbiamo una delle rose più vecchie d’Europa, può essere un elemento di riflessione», ha detto Agnelli subito dopo la partita con il Lione. Un processo difficile da compiere vista anche la situazione contrattuale di molti giocatori, legati alla Juventus da ingaggi importanti.

 

Il primo ad andarsene è stato Blaise Matuidi, con una rescissione consensuale che gli ha permesso di firmare con l’Inter Miami in MLS (con una piccola minusvalenza per i bianconeri). La volontà è quella di liberarsi in qualche modo anche di Khedira, che ha un contratto fino al 30 giugno prossimo da 6 milioni netti, e di Higuain, che di milioni netti ne guadagna 7,5 e che è ancora a bilancio per 18 milioni. Due operazioni non facili ma che la Juventus sembra fortemente intenzionata a portare a termine per liberarsi di due ingaggi particolarmente onerosi.

 


Ma le scorie dell’ultima stagione hanno lasciato ben pochi giocatori incedibili. Tra i nomi più chiacchierati in uscita ci sono quello di Bernardeschi, la cui esperienza alla Juventus sembra arrivata a un punto morto dopo l’ennesima stagione sotto le aspettative; ma anche quelli di Ramsey e Douglas Costa, cronicamente vittime di infortuni in carriera, più altri giocatori meno impiegati in questa stagione come De Sciglio, Rugani e Danilo. È difficile immaginare che il primo ottobre, alla chiusura del mercato, tutti questi nomi saranno ancora a Torino, anche se al momento nessuno di loro sembra smuovere così tanto gli interessi delle altre squadre.

 

Anche per questo, come spesso capita con la Juventus, in questi giorni si sta parlando di cessioni che avrebbero del clamoroso: Cristiano Ronaldo è scontento, Dybala di nuovo sul mercato, Alex Sandro in Premier. Se per il portoghese è difficile ipotizzare squadre pronte a investire cifre davvero importanti tra cartellino e ingaggio, su una possibile partenza dell’argentino si insiste molto: con un contratto in scadenza nel 2022 (e richieste di rinnovo a quanto pare molto esose), questa sessione di mercato potrebbe essere l’ultima per massimizzare la sua vendita e ottenere una plusvalenza molto ricca. 

 

Chi comprare? 

Se le cessioni saranno dettate anche dalle opportunità, per la Juventus sembra arrivato il momento di fare acquisti mirati. Ma chi e in quale ruoli? In una conversazione informale su Instagram con Cannavaro durante il lockdown, Pirlo aveva espresso la sua preferenza per il 4-3-3, sottolineando però come il modulo «dipende dai giocatori». Per qualcuno invece il nuovo allenatore della Juventus sposerà invece il 3-5-2 di contiana memoria, proprio per venire incontro alle esigenze della rosa (tanti centrali, terzini offensivi, la necessità di integrare Dybala e Cristiano Ronaldo). Più che ruoli, quindi, la Juventus deve provare a trovare giocatori funzionali alle richieste di gioco di Pirlo.

 

Ad ogni modo ci sono delle caselle che i bianconeri sembrano dover riempire a prescindere, prima fra tutte quella del centravanti. Per settimane l’arrivo di Milik era apparso una formalità, ma le richieste del Napoli rimangono molto alte nonostante il giocatore sia in scadenza. Altri nomi fatti sono quelli di Zapata, Raul Jimenez e Morata. Giocatori per certi versi simili: dinamici, che sanno  giocare spalle alla porta oltre ad attaccare l’area di rigore, ma anche muoversi in profondità o allargarsi sulla fascia. 

 

Per il ruolo di centravanti la Juventus dovrà necessariamente valutare un profilo in grado di integrarsi con Cristiano Ronaldo, che partendo da sinistra tende ad accentrarsi. Forse per questo un giocatore come Lacazette, di cui anche si sta parlando, potrebbe essere più utile alla Juventus, soprattutto qualora Pirlo voglia avere un giocatore da inserire al centro in un tridente con Ronaldo e Dybala (o Kulusevski). 

 

Il francese è un attaccante essenziale, con un ottimo primo controllo e la capacità di associarsi con i compagni nello stretto che gli permette di essere influente anche quando si abbassa sulla trequarti per cucire il gioco. Come è stato funzionale per Aubameyang, Lacazette potrebbe esserlo per Ronaldo, anche più di Dybala. Se la Juventus dovesse puntare forte su un centravanti come il francese – il cui cartellino si aggira intorno ai 60 milioni – potrebbe essere anche attraverso il sacrificio del suo numero 10 sul mercato.

 

Sa anche segnare comunque.

 

A centrocampo il nuovo allenatore della Juventus dovrebbe – ma il condizionale è sempre d’obbligo – mantenere la disposizione regista e due mezzali. Con la cessione di Pjanic era ipotizzabile l’arrivo di un regista come Jorginho, scudiero preferito di Sarri. In stagione quel ruolo è stato occupato, oltre che dal bosniaco, anche da Bentancur con buoni risultati. La Juventus potrebbe quindi optare per una soluzione interna affidando le chiavi del centrocampo all’uruguagio o magari ad Arthur, che in Brasile ha anche giocato davanti alla difesa.

 

Questo permetterebbe ai bianconeri di puntare su un profilo come Locatelli, più giovane ed economico rispetto a giocatori già pronti a questo livello, che in questa stagione ha avuto una crescita esponenziale grazie a De Zerbi. Un giovane regista italiano nelle mani di Pirlo è inevitabilmente una suggestione interessante, un investimento che potrebbe pagare nel giro di poco tempo e che è in linea con la tradizione della Juventus di puntare sui migliori giocatori italiani.

 

Soprattutto se Pirlo dovesse scegliere di spostare in regia uno tra Bentancur e Arthur, la necessità più grande per la Juventus diventerebbe quella di aumentare la qualità del proprio pacchetto di mezzali. Dalla partenza di Pogba i bianconeri non hanno più avuto un centrocampista in grado di spezzare le linee avversarie in conduzione e di andare in doppia cifra come gol (quest’anno la Juventus ha avuto più gol dai difensori che dai centrocampisti).

 

Ma anche di servire l’ultimo passaggio.

 

Prima della pausa per il coronavirus il francese sembrava voler essere ceduto dal Manchester United a qualunque costo, tanto che Raiola si era spinto a dire «Spero che non sia prigioniero», lasciando intendere una volontà del suo assistito di cambiare aria. Pogba ovviamente risolverebbe molti problemi nel centrocampo della Juventus (in questa che è stata la sua peggior stagione a causa di un infortunio, ha comunque servito 2.2 passaggi chiave ogni 90 minuti, meglio di tutti i centrocampisti della Juventus). Inoltre il suo ritorno richiamerebbe ricordi felici nella memoria dei tifosi, sia per la connessione con il nuovo allenatore che per quella in campo con Dybala, che ha rappresentato se non il momento di massimo splendore della Juventus negli ultimi anni, sicuramente quello più spettacolare. 

 

Tuttavia l’arrivo del francese è nell’ordine dell’utopia, legato eventualmente a una cessione importante. Durante la pausa Paratici aveva ipotizzato un mercato stile NBA, con scambi e prestiti più che acquisti in denaro, vista la mancanza di fondi delle squadre e proprio qualche giorno fa Tuttosport titolava “Volete Pogba? Dateci Dybala”, ipotizzando proprio uno scambio tra il francese e il 10 argentino. 

 

Oltre il sogno ricorrente Pogba, un altro nome avvicinato ai bianconeri è quello di Thomas Partey. Nel sistema di Simeone il ghanese gioca da centrocampista centrale in un 4-4-2, ma ha le caratteristiche fisiche per essere una mezzala intensa in grado di coprire il lato di Cristiano Ronaldo. Con il pallone è un passatore ordinato, ma non ha certo la creatività di cui avrebbe bisogno la formazione bianconera (0 assist in Liga e 0.5 passaggi chiave a partita). 

 

Più adatto alle necessità della Juventus, e probabilmente più abbordabile, è invece Rodrigo De Paul, reduce da una eccellente stagione con l’Udinese, dove si è messo in luce come una mezzala completa. L’argentino si è dimostrato capace di gestire il possesso e far avanzare la propria squadra portando palla (solo Gomez dell’Atalanta ha fatto guadagnare più metri palla la piede di De Paul alla propria squadra in Serie A), senza però far mancare il suo apporto in fase di rifinitura (2.5 passaggi chiave ogni 90 minuti).  

 

Trovare la mezzala creativa e in grado di fare gol sembra il compito più difficile per la Juventus, che potrebbe decidere di investire in qualche giovane – si parla di Tonali, anche solo perché è ritenuto il cosplayer del nuovo allenatore della Juventus – e puntare per un altro anno su Ramsey. Al gallese è stato dato un ingaggio molto importante proprio per la sua unicità nella rosa della Juventus: doveva essere lui l’elemento in grado di inserirsi da dietro e servire l’ultimo passaggio.

 

Per la difesa, se per i centrali potrebbe esserci al massimo un cambio tra Rugani e Romero, sui lati la Juventus deve decidere cosa vuole fare. In questi giorni si sta parlando di un interessamento per Gosens – che lascerebbe intendere una volontà di schierare una difesa a tre. Cuadrado e Alex Sandro non sono terzini molto creativi, ovvero non sono in grado di accentrare il gioco su di loro come un trequartista, ma garantiscono comunque grande sensibilità tecnica e applicazione. Soprattutto con tre difensori alle spalle potrebbero far valere al meglio le loro doti di corsa (Cuadrado) e fisiche (Alex Sandro, che le migliori cose le ha fatte vedere proprio da esterno a tutta fascia).



Alle loro spalle però sembra esserci il vuoto. Né Danilo né De Sciglio, tra infortuni e brutte prestazioni, hanno offerto garanzie, costringendo i due titolari a giocare praticamente tutte le partite. Bisognerà capire se la Juventus vorrà puntare su un terzino di altissimo profilo, magari dopo aver capito le intenzioni del suo allenatore, o se deciderà di affidarsi a Cuadrado e Alex Sandro a cui aggiungere dei ricambi di livello. A sinistra la Juventus potrebbe usare come terzino di riserva Luca Pellegrini, dopo una buona stagione a Cagliari, anche se l’ipotesi Sergino Dest che si sta facendo strada negli ultimi giorni è affascinante: classe ‘00, interpreta il ruolo in maniera estremamente offensiva, grazie a una rapidità eccezionale e una tecnica nel dribbling che gli permette di saltare l’uomo e rendersi pericoloso. 

 

A destra Cuadrado ha mostrato di poter essere il titolare nel ruolo, almeno nel gioco di Sarri, ma non dovrebbe avere problemi neanche con Pirlo che sembra comunque intenzionato a proporre un gioco offensivo che non prevede lunghe fasi di difesa posizionale poco adatta alle qualità del colombiano. Alle sue spalle rimarrebbe Danilo, reduce da una stagione piuttosto anonima. Preso per fare il titolare dopo uno scambio con Cancelo (per mettere a bilancio una plusvalenza), la sua condizione di riserva di un giocatore adattato rappresenta in maniera lampante gli errori commessi dalla Juventus in fase di mercato nelle ultime stagioni.

 

Tra pochi giorni i giocatori si ritroveranno alla Continassa per iniziare la nuova stagione. Con il passare degli allenamenti saranno più chiare le intenzioni di Pirlo e quindi contestualmente le mosse della dirigenza. Tuttavia a Torino sembra arrivato il momento di un rinnovamento profondo della rosa e se, per evidenti motivi, non è possibile rivoltarla come un calzino in una stagione, soprattutto senza perdere competitività, l’idea è che chi ben comincia è a metà dell’opera. Vedremo se la Juventus sarà in grado di farlo rimanendo ancora la squadra più forte d’Italia e, sperano i tifosi, una delle più forti d’Europa.

 

  

Tags : andrea agnelliAndrea Pirlocalciomercatojuventus

Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.

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