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Alfredo Giacobbe
Cosa serve alla Juventus nel calciomercato di gennaio
02 gen 2024
02 gen 2024
Si fanno tanti nomi, soprattutto a centrocampo.
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Alfredo Giacobbe
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IMAGO / Gonzales Photo
(foto) IMAGO / Gonzales Photo
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Siamo arrivati alla sessione di mercato invernale, o se volete mercato di riparazione. Le intenzioni di questa sessione sono già tutte nel nome: un’occasione per recuperare gli errori della sessione estiva o per trovare un modo di dare sollievo agli allenatori alle prese con troppi infortuni. I movimenti in questo periodo sono pochi e attenti, in inverno si deve stare con i piedi ben piantati in terra. A parte le squadre che lottano per non retrocedere - loro sì disposte a giocarsi il tutto per tutto - le altre devono consolidare le rose ma quasi sempre con un budget vicino allo zero.Del mercato invernale della Juventus si parla già da molto. Le sentenze che hanno messo ai margini del progetto tecnico Paul Pogba e Nicolò Fagioli, sospesi rispettivamente per doping e calcioscommesse, hanno avuto un impatto anche solo semplicemente numerico sul centrocampo bianconero. Se c’è qualcosa che Cristiano Giuntoli deve fare subito per Massimiliano Allegri è aggiungere un centrocampista. Il Sacro Graal del centrocampoDove trovare un centrocampista bravo di questi tempi? Non è semplice, perché da un lato quelli buoni le altre squadre se li tengono ben stretti; dall’altro i direttori sportivi, proprio in questo periodo, aprono i canali verso quei giocatori che vanno a scadenza di contratto a luglio, e si sa che le trattative per un top player sono lunghe e complesse. Bisogna capire, quindi, quanto la Juventus è disposta a spendere già a gennaio: se non ci sarà un’iniezione di liquidità, non resterà che affidarsi alle occasioni, ai giocatori in esubero, giocatori che devono muoversi per recuperare minutaggio, magari in vista dell'impellente Europeo in Germania. I nomi che circolano sono già diversi. Kalvin Phillips, 28 anni appena compiuti, grazie a Marcelo Bielsa era emerso in Premier League con la maglia del Leeds. Acquistato un anno e mezzo fa dal Manchester City per quasi 50 milioni di euro, il centrocampista inglese ha visto pochissimo il campo: per lui, con la maglia dei "citizens", solo 911 minuti in tutto. La situazione per lui si è complicato ulteriormente dopo il recente infortunio alla spalla, ma insomma, se si dice che Guardiola lo vede poco non si sbaglia. Rodri è il titolare indiscusso nella casella del metodista, ma anche quando lo spagnolo non è stato della partita, a Phillips sono stati preferiti Ilkay Gundogan (la scorsa stagione), Rico Lewis, persino John Stones che non è proprio un centrocampista di ruolo. C’è un altro candidato per il centrocampo della Juventus, ancora dalla Premier League: Pierre-Emile Hojbjerg. Il danese, dopo essere stato il perno del Tottenham fin dalla stagione del suo arrivo a Londra, nel 20/21, quest’anno è stato accantonato da Ange Postecoglou: per Hojbjerg ad oggi meno di 700 minuti di calcio giocato. Hojbjerg e Phillips non potrebbero essere giocatori più differenti, però: condividono l’età e il ruolo ma, a parte questo, praticamente niente altro. Il danese del Tottenham è un giocatore di quelli che possono piacere ad Allegri: forte fisicamente, vivace nei duelli corpo a corpo, che siano a terra o per aria; capace di letture di gioco, e di insinuarsi nelle maglie avversarie per trovare uno spazio dove ricevere il pallone. Ha anche un buon tiro da fuori area. Phillips al contrario è più un giocatore di sistema, ha bisogno di appoggiarsi al gioco dei compagni per creare il proprio. Sa tessere le trame del gioco in maniera paziente, ma può risultare persino troppo compassato. Con le dovute proporzioni, un giocatore con caratteristiche del genere la Juventus ce l’ha in organico, ed è Hans Nicolussi Caviglia, al quale si potrebbe dare più spazio. Hojbjerg è un giocatore meno prezioso nel palleggio (nonostante emerse al Bayern Monaco come uno dei preferiti proprio di Pep Guardiola), ma è più dinamico, e può essere impiegato in posizioni differenti a centrocampo, interpretando più registri.

In Serie A l’unico candidato papabile sembrerebbe Lazar Samardzic. Il ventunenne serbo in forza all’Udinese la scorsa estate sembrava a un passo dall’Inter, ed è seguito con sempre maggiore insistenza dal Napoli, che ha già fatto cassa, cedendo Eljif Elmas al RB Lipsia, e che perderà anche Piotr Zielinski a parametro zero da qui a sei mesi. È un’operazione complessa, quella da imbastire per arrivare a Samardzic, per la quale la Juventus dovrebbe infilarsi in un’asta, che potrebbe essere sanguinosa (l’Udinese lo valuta tra i 20 e i 25 milioni di euro). Un'alternativa più economica di cui si parla soprattutto oggi è quella che porta al nome di Georgiy Sudakov, trequartista 21enne dello Shakhtar Donetsk. Numero 10, ambidestro, creativo, Sudakov sta avendo tra luci (soprattutto il gol al Camp Nou in Champions League) e ombre, nel contesto difficile della squadra ucraina. Ha dalla sua aspettative che sembrano luminose, di fronte a un tempo che però andrebbe inevitabilmente aspettato in vista della sua crescita. Il suo eventuale acquisto sarebbe il segno di una Juve che ha il coraggio di guardare oltre questa singola stagione. Ci sarebbe anche una terza via, che a molti tifosi juventini non piacerà. Quando è stato interrogato sulle possibilità che Leonardo Bonucci potesse vestire la maglia della Roma, il direttore sportivo dei giallorossi Tiago Pinto è stato piuttosto chiaro: ci sono operazioni che in questo periodo non si possono fare, per ragioni finanziarie; altre, come l’arrivo di un trentaseienne dalla Bundesliga praticamente gratis, sono possibili, quindi necessarie. La Juventus, per queste stesse ragioni, potrebbe accontentarsi di reintegrare Federico Bernardeschi in organico, con un’operazione di prestito gratuito dal Toronto FC. Gli indizi di mercato ci sono eccome: Bernardeschi è a Torino da settimane; ha parlato con nostalgia della Juventus e con rispetto di Allegri; ha incontrato Dusan Vlahovic in centro, era alla festa di Capodanno della squadra. E poi può essere impiegato sia da mezzala che da esterno a tutta fascia nel 3-5-2, che non è un fatto banale.

Come finanziare il mercatoRimane il problema al centro di ogni sessione di mercato: dove trovare le risorse per realizzare queste idee? Non è semplice trovare delle risorse extra adesso, soprattutto in questa stagione in cui l’esclusione dalle coppe ha fatto venire meno una delle fonti di finanziamento primarie. L’unico modo per portare nuovi calciatori in rosa è con le uscite: scambi alla pari tra giocatori del medesimo rango; oppure cessioni sanguinose verso squadre di altri campionati, a squadre dotate di liquidità immediatamente disponibile. Sono mesi, per esempio, che si parla della cessione in Premier League di Samuel Iling-Junior. Il calciatore si era messo in evidenza nello scorso campionato, ma quest’anno sembra essere finito un po’ ai margini del progetto, complice l’esplosione di Andrea Cambiaso, che ha finito per oscurare persino il titolare indiscusso della fascia sinistra, Filip Kostic, prima di trovare spazio a destra. Kostic, quindi, ha recuperato terreno sull’altra fascia e anche Iling-Junior è risalito nelle gerarchie. Che fare quindi? Cedere Iling-Junior come era nei piani o muovere qualche altra pedina? Il laterale inglese andrebbe sostituito in rosa, ed ecco che la duttilità di Bernardeschi, che il ruolo di laterale a tutta fascia in emergenza nella Juventus lo ha già ricoperto in passato, verrebbe buona. Con un solo ingresso si coprirebbero due caselle.Ma se invece non si volesse cedere Iling-Junior, come si potrebbe fare? La Juventus non può scegliere liberamente, le regole le fa il mercato stesso. Se arrivano offerte importanti per giocatori inizialmente tenuti fuori da queste valutazioni, saranno tenute in conto. Si parla molto di due giovani, che stanno facendo bene e che stanno attirando attenzioni. Matias Soulé, 20 anni, al Frosinone si è rilanciato, sta dimostrando tutta la classe di cui è in possesso. Poi c'è Kenan Yildiz che proprio nella recente sfida al Frosinone ha segnato il suo primo gol in Serie A.

Ha senso interrompere la crescita di Soulé a metà stagione per far cassa? È il caso di vendere Yildiz ora, a 18 anni appena, quando ancora non conosciamo che una piccolissima parte della sua traiettoria da calciatore? Operazioni del genere non hanno solo un impatto nell’immediato sulle finanze, aprono anche a considerazioni sul futuro della Juventus. Chi guiderà il prossimo progetto tecnico? Intorno a quali principi e a quali uomini crescerà? Sembrano banali questioni di buon senso, ma non è così semplice. Se la Juventus giudica necessario puntellare la rosa di questa stagione, e avere una ragionevole certezza di arrivare nelle prime quattro per riottenere l’accesso ai fondi che la Champions League garantisce, un’operazione del genere potrebbe farsi anche se potrebbe rivelarsi dolorosa in futuro. Altre operazioni possibiliNon c'è solo il centrocampo da aggiustare, però. In autunno, infatti, la Juventus si è ritrovata corta anche nel reparto difensivo. Il trio Gatti-Bremer-Rugani ha ben figurato, ma è stata praticamente una scelta obbligata per Allegri, con Danilo e Alex Sandro alle prese con infortuni. Ora i brasiliani sono tornati, ma non è detto che la Juventus si senta tranquilla. La quest per un difensore centrale non è semplice. Solo in Serie A si deve battere la concorrenza di Milan, Napoli, Roma, Fiorentina, Torino e Udinese, tutte in cerca di un centrale di livello. Un nome che è stato fatto è quello di Marc Cucurella, che però tecnicamente è un esterno. Lo spagnolo in forza al Chelsea viene da un paio di stagioni da incubo ma è vero che nel 3-5-2 di Allegri potrebbe ricoprire due ruoli, braccetto di sinistra nella difesa a tre ed esterno a tutta fascia. È un’operazione, però, che difficilmente si farà adesso. Il Chelsea lo ha prelevato dal Brighton nel 2022 staccando un assegno da 66 milioni di euro. Venderlo ora significa andare incontro a una pericolosa minusvalenza. Inoltre Cucurella ha un contratto da quasi 12 milioni di euro annui. Liberare subito Alex Sandro, che guadagna la metà, potrebbe non bastare alla Juve per arrivare allo spagnolo. Tra gli svincolati, invece, è uscito il nome di una vecchia conoscenza del calcio italiano, Shkodran Mustafi, passato ormai tanti anni fa dalla Sampdoria. L’ex nazionale tedesco è in cerca di una squadra dallo scorso giugno, da quando ha lasciato il Levante, club della Serie B spagnola. Non sarebbe un modo per aggiungere qualità alla rosa della Juventus, ma solo un modo di assicurarsi contro gli infortuni fino alla fine di giugno. Siamo solo agli inizi di una sessione che dura solo un mese. Il tempo sembra essere molto adesso, ma presto diventerà un bene ancora più raro delle risorse necessarie per finanziare il mercato. Usciranno altri nomi, opportunità che nasceranno o idee nuove, che fioriranno improvvisamente nella testa dei direttori sportivi. I tifosi che sognano lo Scudetto chiedono di essere stupiti.

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