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Le migliori scene di Sogno Azzurro
19 lug 2021
18 scene da un bel documentario.
(articolo)
9 min
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È da domenica che pensiamo alla Nazionale. Riguardiamo la sequenza di rigori contro l’Inghilterra, cerchiamo foto di Barella su Twitter e o ci rimettiamo a studiare il discorso di Mattarella alla squadra. Non vogliamo abbandonare del tutto il senso di festa e gioia, ed è stata quindi una salvezza l’uscita di Sogno Azzurro, il documentario prodotto dalla RAI da un’idea di Pierluigi Colantoni. Erano uscite quattro puntate precedenti all’Europeo ma è la puntata di un’ora dopo la vittoria a essere entrata nei cuori. Il documentario racconta per intero il ritiro della squadra precedente alle partite e, diciamolo subito, è bello, e lo è in modo sorprendente, viste le basse aspettative che tradizionalmente circondano i prodotti della tv pubblica. Più che altro questo tipo di prodotti: documentari sportivi con una cifra contemporanea. Sogno Azzurro si è rivelato quasi all’altezza dei titoli Amazon o Netflix (Sunderland til’ i die) o persino superiore (tutti gli altri).

Il valore di questo tipo di documentario in genere è proporzionale al tipo e alla quantità di accesso che viene data allo spettatore. Sogno Azzurro ci dà l’illusione di essere davvero accanto alla squadra, a mensa, agli allenamenti, nelle riunioni tecniche e di rivivere passo passo le tappe del percorso. Qualcosa di brutto sarà stato certamente tagliato, ma non vale nemmeno la pena chiederselo. Se non avessimo vinto non sarebbe stato così bello: è chiaro. Provate a immaginare questo documentario con l’Italia che viene eliminata agli ottavi di finale dall’Austria con il gol di Arnautovic. Sarebbe diventato un documentario per sadici, forse nemmeno sarebbe uscito. La vittoria ha permesso anche di calcare molto sulla dimensione emotiva, senza timore di scadere nella retorica. Avendo vinto, non c’era niente di esagerato. Ha permesso di essere positivi e riconcilianti e motivazionali - l’unico timbro che le squadre vogliono comunicare all’esterno - senza suonare falsi. Rispetto agli altri prodotti ci ha anche mostrato come funziona una Nazionale, un ritiro di una squadra che si forma per un periodo molto ristretto e limitato di tempo. Certo, l’Italia ha mostrato un tipo di amore e piacere a stare insieme che sarebbe forzato considerare uno standard. Ma nel modo in cui scherzavano e passavano il tempo tra loro, è venuto fuori forse il vero segreto di questa Nazionale, fuori da ogni retorica (lo dice anche De Rossi a un certo punto: «Questa squadra ha un dono»).

Abbiamo raccolto le scene migliori, quelle che ci hanno fatto capire qualcosa in più sul percorso dell’Italia, o solo quelle che ci hanno fatto ridere e che porteremo nel cuore.

Roberto Mancini e il divertimento

È stato raccontato fino alla nausea, finché la storia non ha iniziato a suonare esagerata: l’Italia è arrivata all’Europeo cercando di cambiare il proprio DNA storico. Non più una squadra capace di affrontare il calcio solo con pesantezza, fatica, sofferenza, senso del sacrificio; ma una persino in grado divertirsi, di prendere il calcio come un divertimento. Di giocare bene. Un conto, però, è quando queste cose si dicono da fuori, attraverso analisi e interpretazioni, un altro è quando a dirle è Roberto Mancini nel modo più semplice e diretto possibile. La tranquillità di Mancini nei suoi discorsi pre-partita a volte confina con l’arroganza, ma è un carattere che la squadra aveva bisogno di assorbire per provare a giocare in un certo modo. E anche per ricostruire il senso di fiducia e confidenza persa dopo il catastrofico spareggio contro la Svezia.

La notizia di Eriksen

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È stato il momento per noi più drammatico dell’Europeo, ma non riusciamo neanche a immaginare come possa essere stato per dei calciatori professionisti, che guardando quelle immagini possono anche pensare che possa succedere a loro. Ci sono poi i compagni di Eriksen, che lo conoscono direttamente, come Niccolò Barella, che viene consolato e portato via da Leonardo Bonucci.

Immobile sbaglia un gol e Chiellini lo riprende

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Non è stato l’Europeo di Ciro Immobile, generoso negli scatti in pressing ma impreciso tecnicamente. In allenamento sbaglia un gol e Chiellini lo rimprovera - «Che stiamo facendo?»- , anche se poi capisce di aver esagerato e lo rincuora «L’importante è che sai che questa è tua». Immobile dice che già è tanto se quel giorno cammina.

Mancini, due o tre tocchi

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Non si sentono molte indicazioni tattiche in Sogno Azzurro, e immagino che molte siano state tagliate. Qui però Mancini spiega la differenza di libertà di interpretazione del gioco tra i primi e gli ultimi metri. Nella costruzione dal basso si gioca a due, massimo tre tocchi, più avanti i giocatori sono liberi di seguire il loro istinto e la loro creatività: «Fantasia, che ne avete tanta. Fate quello che vi pare», dice dopo.

Locatelli e i what if

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Manuel Locatelli, dopo la doppietta alla Svizzera, prende coscienza del fatto che se Euro 2020 si fosse giocato davvero nel 2020, allora lui non ci sarebbe stato. Avremmo vinto lo stesso? Forse no. Fa ridere Jorginho che non si ricordava che Locatelli non veniva convocato l’anno prima, poi capisce e commenta con un semplice «Che bello». Nella scena successiva spiega quello che avevamo già capito, che nel suo secondo gol ha attaccato l’area con un inserimento solo perché il primo lancio al volo gli era venuto così bene che era gasato.

Sirigu predice il futuro

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Salvatore Sirigu sembra davvero simpatico, oltre che davvero una bella persona, anche se durante il documentario a volte pare crederci troppo. In questo passaggio racconta enfaticamente di aver predetto modi e minuto esatto della parata di Donnarumma su Zuber contro la Svizzera. Questa dimensione a metà tra predizione d’esperienza e scaramanzia sembra molto importante nel calcio professionistico. (Fa ridere che mentre Sirigu parla sotto ci sia una musica stile X-Files, come se davvero si fosse verificato un fenomeno paranormale).




Mancini dà indicazioni a Immobile

Ciro Immobile ha vinto la Scarpa d’oro europea, è stato quindi il miglior essere umano in Europa per reti segnate nella stagione 2019/20. Non pare aver bisogno di consigli su come si segnano dei gol. Da fuori quindi può averci stupito questa scena in cui Mancini gli spiega il movimento che deve fare: non partire dal centro e finire sull’esterno, ma partire dall’esterno per finire al centro. Immobile poi dice che questo tipo di cose «Ti aiuta, ti fa piacere».

Ma quale dieta

Ormai conosciamo tutti la canzone di Luca il sole di notte. Ecco le mie strofe preferite, tradotte in italiano per evitare errori di trascrizione del napoletano:

  • «Ste polpette me le mangio come fossero fruit joy»

  • «Questa pizze fritte sono caramelle per me»

  • «Crodino portami una pizza / Va bene»

  • «Da bere un bel panino / Io il panino mica me lo mangio, me lo bevo»

Non mi viene in mente una cosa più postmoderna del fatto che questa canzone sia diventata il nostro inno dell’Europeo. Ma se negli scorsi giorni sembrava giusto una piccola curiosità scovata da giornali, guardando Sogno Azzurro ci si accorge che Ma quale dieta ha una centralità tale che comincio a pensare che non avremmo vinto senza. Pessina la definisce «un rito». Dice che la mettono «ovunque». Chiellini confessa di aver dovuto imparare le parole a memoria per far parte del gruppo. Ogni volta che la canzone parte Lorenzo Insigne alza le braccia e chiama il coro, sorridente e felicissimo mentre si gode la sua egemonia culturale.

Lorenzo Insigne, persona incredibile

C’è tutta la sequenza di Insigne che fa scherzi da scuola media e Immobile che dice «Non posso più camminare guardando il telefono» e aggiunge «Poi io so uno che si spaventa facilmente. Mi fa veni i brividi dalla paura».

Mancini prevede le partite

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La sensazione che Mancini prevedesse l’andamento delle partite, anche nei loro più insignificanti dettagli, è accentuato dal montaggio. Quando però dice che il Belgio ci concederà diversi tiri da fuori e poi Insigne segna col tiro a giro, è impossibile non pensare a un potere profetico del CT. Quando chiedono a Insigne del suo bellissimo gol, quello ne parla mal volentieri, si concentra invece - piuttosto indispettito - sul fatto che nessun centrale del Belgio è uscito a prenderlo: «Là il centrale deve uscire!». Anche il nostro giocatore più tecnico ha bisogno di sottolineare il nostro amore per l’arte difensiva.

Insigne, Verratti, Salsano e il fuorigioco

Si parla a lungo e in modo confuso di un possibile schema da calcio d’angolo. Su calcio d’angolo, in effetti, non c’è mai fuorigioco, ma Salsano si concentra molto sul fatto che passando la palla indietro non è mai fuorigioco (intendendo che la posizione della palla, su calcio d’angolo, è automaticamente indietro al passaggio) e forse finisce per confondere i due giocatori italiani. Da come parlano, Verratti e Insigne non sembrano conoscere del tutto la regola del fuorigioco. Del resto a un certo punto del documentario Verratti chiede letteralmente «Oggi che giorno è?».

Daniele De Rossi ribatte il rigore di Italia-Francia

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De Rossi felicissimo in ogni immagine, in ogni parola, mentre monta le porticine, porta i conetti in campo, prova i lanci lunghi insieme a Verratti, dà le casacche, e qui batte il rigore nello stesso identico modo della finale contro la Francia nel 2006 a Berlino. Tiro forte a incrociare sotto al sette. Gli dicono «Questa scena l’ho già vista in Germania» e lui risponde «Io ho visto uno che s’è stirato».




Italiani che si lamentano del freddo a Londra

Jorginho dice che in un anno a Londra fanno «un paio di giorni belli». Li definisce «un miracolo».

Mancini rispetta molto la Spagna

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Dice che il Mondiale ce lo giocheremo noi e loro, la pronostica come la partita più difficile, dà indicazioni tattiche che per una volta suonano più remissive e meno spavalde. Facciamoli giocare, manteniamo la calma, difendiamo, dice.

Pessina ha sognato Busquets

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La semifinale con la Spagna è stata di gran lunga la partita più dura dell’Europea, l’unica in cui l’avversario ci è stato nettamente superiore. Chiellini dice che «Non abbiamo avuto un attimo di tregua, di pausa». Ma niente racconta meglio lo stress psico-fisico dei giocatori di Pessina che dice di aver sognato Busquets che gli sta addosso. Pessina, da centrocampista, aveva già mostrato grande rispetto per altri centrocampisti. Contro il Real Madrid ha detto di essere andato da Toni Kroos a confessargli che era un suo modello.

Immobile a Donnarumma

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Ciro Immobile, con una pizza davanti agli occhi, vede il gol di Damsgaard all’Inghilterra. Allora chiama Donnarumma, “Bufalo’”, e gli fa notare che lui quella punizione l’avrebbe parata con la “capa”. Noi ci sentivamo molto sicuri ad avere Donnarumma in porta, ma anche i giocatori.

Il flusso di coscienza di Gravina sulla bellezza

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Uno dei momenti più strani e incomprensibili del documentario.

Tutte le scene di Gianluca Vialli

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Quasi tutte le scene in cui è presente Gianluca Vialli fanno schizzare il romanticismo del documentario. Vialli che non riesce a guardare i rigori, e raccoglie informazioni dalle vibrazioni di Wembley; Vialli che nella prima scena che vediamo dice ai giocatori che in campo non saranno mai soli, Vialli che fa un discorso epico alla squadra, che poi lo acclama, e lui infila gli occhi bagnati sotto il braccio. Viene voglia di abbracciarlo a ogni scena.




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