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Flavio Fusi
Cosa c'è dietro la grande stagione del Verona
19 feb 2020
19 feb 2020
Innanzitutto le idee di Ivan Juric, ma non solo.
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Flavio Fusi
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Il Verona è sesto in campionato ed è ancora imbattuto nel 2020. Nelle otto partite disputate dall'inizio dell'anno gli uomini di Ivan Juric hanno subito solo 4 gol, una striscia che ha visto i veronesi uscire imbattuti sia da San Siro (Milan 1-1 Verona) che dall'Olimpico (Lazio 0-0 Verona), e rifilare alla Juventus la terza sconfitta in campionato della stagione. Un risultato sorprendente per una società che la scorsa stagione era in Serie B e che in estate aveva speso solo 11,2 milioni di euro, la terza somma più bassa di tutto il campionato.

 



Uno dei principali artefici del successo della squadra è sicuramente Ivan Jurić. Dopo l'exploit col Crotone in Serie B, e dopo essere stato esonerato dal Genoa per tre volte di fila, il tecnico croato ha accettato l'offerta del presidente Maurizio Setti in estate e alla guida degli "Scaligeri" è riuscito a rilanciare una carriera che sembrava già compromessa. Prima di allenare Jurić è stato uno dei giocatori simbolo del Genoa di Gian Piero Gasperini e il suo ex allenatore è stato per lui un vero e proprio mentore anche quando è passato dal campo alla panchina. Anche se ha intrapreso la sua strada, il suo gioco presenta infatti diverse similitudini con quello dell'attuale allenatore dell'Atalanta, con il quale condivide l'uso della marcatura a uomo e la difesa a tre, oltre a una notevole intensità di gioco con e senza palla.

 



 

Il PPDA (

che misura l'aggressività e l'altezza del pressing) del Verona è il quarto miglior del campionato a 8,38 (87esimo percentile), mentre la percentuale di passaggi riusciti dagli avversari è la quarta più bassa in Serie A (78%), due metriche che evidenziano la sua intensità difensiva. La fase difensiva si svolge particolarmente lontano dalla propria porta (46,54 di distanza media, 5° in campionato), la stessa media dell'Atalanta (46,60) per l'appunto.

 

Il sistema di gioco preferito da Jurić è il 3-4-2-1: i due centrocampisti offensivi (Mattia Zaccagni, Matteo Pessina o Valerio Verre) occupano gli spazi di mezzo e cercano di ostacolare la costruzione della squadra avversaria fin dalle prime battute, creando un’elevata densità centrale con la collaborazione dei due centrocampisti centrali, sempre molto aggressivi. Miguel Veloso (22.13 p90) e Sofyian Amrabat (18.90 p90) sono i due giocatori della squadra che in media fanno più azioni di pressing di tutta la squadra. Veloso, che Jurić aveva già allenato a Genova e che era considerato più per le sue doti da regista che per quelle dinamiche, finora ha stupito per l’applicazione e la continuità del suo contributo in fase difensiva. Oltre ad essere il migliore per

(cioè il numero di volte che un giocatore pressa un avversario), ha una media di 4,97

(93esimo percentile per i centrocampisti nei top-5 campionati europei), dato che misura il numero di palle recuperate dalla squadra entro 5 secondi dalle sue azioni di pressing.

 

Il pressing del Verona mira a indirizzare la manovra avversaria verso le linee laterali, dove è più facile cercare di recuperare la palla. Anche se i terzini fluidificanti non di rado si portano in posizione più avanzata per pressare il giocatore in possesso, quando l'avversario si allarga, sono soprattutto i centrocampisti che si spostano verso la posizione della palla. Si tratta di una differenza importante rispetto all'Atalanta: negli schemi di Gasperini i laterali sono più aggressivi e più orientati all'uomo. Rimane comunque comune la tendenza dei difensori centrali a lasciare la propria posizione per seguire i diretti avversari anche fino alla metà campo avversaria. E in questo tipo di compiti Marash Kumbulla, Amir Rrahmani e Koray Günter brillano per intuito, fisicità e abilità nell’anticipo.

 



 



E la strategia difensiva di Juric per adesso ha funzionato. La difesa del Verona è la quarta migliore del campionato, tanto che la squadra di Jurić ha subito un solo gol in più della Juventus (24 contro 23). Con la squadra di Sarri quella di Juric condivide anche il valore medio più basso del campionato in xG/tiro (0,07, 98° percentile nei primi 5 campionati europei) che indica la sua capacità di concedere azioni offensive difficili agli avversari.

 



 

Quando non riesce a recuperare la palla più in alto sul campo, il Verona tende a riorganizzarsi negli ultimi 16 metri mantenendo un atteggiamento tutt'altro che passivo e continuando a difendere con intensità, come mostra la mappa dell'attività difensiva. Nonostante non riesca a limitare efficacemente il volume dei tiri dell'avversario, fin qui la formazione di Jurić è stata particolarmente efficace nell’evitare la penetrazione in area di rigore. Gli avversari effettuano in media 6 tiri a partita da fuori area, completano appena 15.50 dribbling a partita (terzo miglior dato in Serie A) e un numero di passaggi all'interno dell'area di rigore inferiore alla media (2.26). Nel complesso, la difesa del Verona è stata formidabile e aiutata anche dalla grande stagione di Silvestri, oltre che forse fortunata, considerato che ha subito circa 10 gol in meno rispetto agli Expected Goals concessi.

 



Anche se la fase difensiva rimane la principale risorsa della squadra, le prestazioni offensive sono gradualmente migliorate e ora sostengono i risultati della squadra tanto quanto la difesa. In questo senso, è interessante notare che la produzione offensiva è migliorata nelle ultime partite quando Jurić ha deciso di non schierare un attaccante puro, passando a un sistema di gioco senza attaccanti di ruolo.

 



 

Da un punto di vista offensivo, il Verona sembra preferire la qualità delle proprie azioni d'attacco invece della loro quantità, dato che è solo 18esima per tiri a partita (11,54) ma terza per xG/tiro (0,10). Una caratteristica praticamente unica, soprattutto se si considera che il Verona è una neopromossa, è il fatto che non ha una punta di riferimento, tanto che Samuel Di Carmine (756 minuti giocati) è l'unico attaccante a figurare nella classifica di xG tra i giocatori della squadra con almeno 600 minuti giocati, con un bottino di appena 2,41 xG.

 



 

Di Carmine e Verre sono inoltre gli unici giocatori del Verona con almeno 600 minuti di gioco con una media di almeno 2 tiri per 90 minuti. D'altro canto, però, il Verona è anche l'unica squadra della Serie A che può contare su almeno 4 giocatori con una media di xG/tiro di 0,15.

 

Jurić ha dimostrato ancora una volta che nel calcio moderno il concetto di ruolo è superato, schierando spesso Verre, che sulla carta è un trequartista, al centro dell'attacco. Il Verona compensa la mancanza di un centravanti attaccando con molti uomini: anche nella partita vinta contro la Juventus una settimana fa, non sono mancate situazioni in cui la squadra si è organizzata con un 3-2-5 in fase offensiva. In questo senso, il Verona deve molto alle rotazioni e alle corse dei tre giocatori più avanzati, chiunque essi siano, oltre che alla capacità dei due fluidificanti, Davide Faraoni e Darko Lazovic, di creare opportunità dalle fasce.

 

Così come non c'è un finalizzatore di riferimento, le responsabilità di progressione del gioco sono equamente distribuite tra i centrocampisti centrali, offrendo al Verona diverse opzioni per guadagnare campo. Ad esempio, Veloso ha uno stile di passaggio verticale e aggressivo, mentre Amrabat preferisce far avanzare il pallone tra le varie zone col dribbling o la conduzione palla al piede. Verre, Matteo Pessina, Mattia Zaccagni e Veloso, hanno tutti una media di circa 11 passaggi riusciti su azione nell’ultimo terzo di campo.

 

Certo, c'è da dire che l’attacco del Verona ha segnato solo un gol in più (28) compresi i rigori rispetto all'attuale capocannoniere della Serie A, Ciro Immobile. Eppure, pur non essendo una squadra prolifica, la forza del Verona risiede nella possibilità di non doversi affidare a uno o due giocatori chiave a livello offensivo, ma di creare opportunità e finalizzarle con giocatori diversi. Escludendo i portieri, ci sono 15 giocatori che hanno giocato almeno 350 minuti in questa stagione e ben 13 hanno segnato almeno un gol. E nel complesso le prestazioni davanti alla porta avrebbero comunque potuto essere migliori, come suggerito dagli Expected Goals generati fin qui.

 



 

Con una differenza media di xG (cioè la differenza tra xG fatti e subiti) di appena 0,21, il Verona è solo 11esimo in Serie A in questa statistica, che potremmo prendere come indice assoluto (e quindi per forza di cose approssimativo) della qualità del suo gioco ma il suo miglioramento è stato graduale e costante: nelle ultime 9 partite ha chiuso 7 volte con una differenza xG positiva, mentre nelle trasferte contro Milan e Lazio la differenza xG è stata solo leggermente negativa (-0,51 e -0,10). Un indicatore importante per le loro speranze di qualificarsi per l'Europa League, un'impresa che la squadra otterrebbe se mantenesse l'attuale sesto posto.

 

Alla dirigenza del Verona, però, probabilmente staranno già guardando alla prossima stagione. La squadra veneta, infatti, sa che dovrà fare a meno a molti giocatori chiave già dalla prossima estate. Amrabat, acquistato in estate dal Club Brugge per soli 3,5 milioni di euro, è già stato venduto alla Fiorentina per una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 milioni di euro. Il marocchino di 23 anni è un centrocampista fisicamente dominante ed efficace nei contrasti, in grado di offrire un contributo prezioso al pressing della squadra. Ma è anche capace di rendersi prezioso in fase offensiva, grazie alla sua capacità di portare la palla e di superare il suo diretto avversario a centrocampo.

 



 

Un altro giocatore fondamentale a cui il Verona è già sicuro di rinunciare è il centrale difensivo Rrahmani: Il Napoli lo ha già acquistato per 14 milioni di euro dopo che il club veneto lo aveva acquistato dalla Dinamo Zagabria per soli 2,1 milioni di euro. È alto e forte nei duelli aerei, ma anche molto veloce e ha dimostrato un ottimo decision-making in questa stagione, sia con che senza la palla. In prospettiva, il Napoli potrebbe persino averlo prelevato per sostituire Kalidou Koulibaly, che in questa stagione ha avuto una serie infinita di infortuni ma potrebbe avere diversi estimatori in fase di mercato.

 



 

Anche il suo compagno in difesa, Marash Kumbulla, cresciuto nel vivaio del club, sembra destinato a partire questa estate, data la quantità di rumor che lo riguardano già oggi. A 20 anni è già molto forte fisicamente e giocando in mezzo alla difesa a tre è il più aggressivo tra i centrali del Verona, con un grande feeling per i duelli individuali che vince tre volte su quattro. Il suo cartellino è già valutato oltre i 20 milioni di euro ed è probabile che anche per lui questi siano gli ultimi mesi con indosso la maglia del club che lo ha cresciuto. Non è molto veloce e deve ancora mostrare cosa sa fare con la palla tra i piedi, considerando che il suo contributo alla fase di costruzione non è decisivo, ma è sicuro e coraggioso. Alla sua età, insomma, ha ampi margini di miglioramento.

 



 

Il Verona ha intrapreso una strada diversa da quelle delle neopromosse delle ultime stagioni. La distribuzione delle responsabilità difensive ed offensive tra i giocatori, l'adozione di uno stile di gioco coraggioso e l'applicazione di concetti tattici e strategici che massimizzano l'efficienza dovrebbero essere principi fondamentali per qualsiasi squadra che voglia centrare la salvezza in campionato o che voglia ottenere risultati al di sopra delle aspettative.

 

La rosa della prossima stagione potrebbe essere radicalmente diversa, ma questa prima stagione dal ritorno nella massima serie è stata un successo anche per le finanze del club. Non sarà facile ottenere risultati di questo livello per due stagioni consecutive, ma mantenendo gli stessi principi che hanno guidato il club finora, sia in campo che sul mercato, il club può consolidare la sua posizione nella prima metà della classifica.

 

 

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