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Giorgio Barbareschi
Cosa aspettarsi dagli Europei di pallavolo
24 ago 2017
24 ago 2017
La nazionale italiana è testa di serie ed è arrivata seconda alle Olimpiadi di Rio, ma senza alcuni dei suoi migliori giocatori sarà difficile ripetersi.
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Giorgio Barbareschi
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A partire dal prossimo 24 Agosto, la Polonia ospiterà gli Europei di Pallavolo Maschile 2017 nelle città di Danzica, Stettino, Cracovia e Katowice, con la capitale Varsavia che ospiterà la partita inaugurale tra i padroni di casa e la Serbia. Questa gara non sarà disputata in un normale palazzetto ma nello stadio di calcio PGE Narodowy, con una capienza di oltre 60.000 spettatori: quello, per intenderci, dove Mario Balotelli segnò una doppietta alla Germania nella semifinale degli Europei di calcio del 2012.

 

In Polonia, in realtà, non è la prima volta che una partita di pallavolo viene giocata in uno stadio da calcio. Il PGE Narodowy ospitò infatti anche la gara inaugurale dei Mondiali del 2014, che videro poi i polacchi trionfare in finale contro il Brasile, tornando a vincere la massima competizione dopo 40 anni.

 


L’inno nazionale polacco cantato da oltre 62.000 persone ad una partita di volley? Non scherziamo.


 

D’altra parte, in Polonia il volley è preso molto sul serio e rivaleggia in popolarità addirittura con il calcio. I palazzetti sono spesso impianti ultramoderni da 12-15 mila posti, ed è usuale vedere i giocatori più importanti in televisione o sui cartelloni pubblicitari come testimonial dei grandi marchi commerciali. L’atmosfera, quindi, sarà da brividi e l’attesa per l’inizio della competizione è già molto alta. Ma l’Italia, testa di serie ma in un momento storico particolare per la sua pallavolo, cosa deve aspettarsi da questo Europeo?

 



Una squadra che giunge all’Europeo da vicecampione olimpica in carica dovrebbe essere automaticamente da considerare tra le favorite per la vittoria di un trofeo continentale, purtroppo non può essere il caso di questa Italia. Come detto, la nostra Nazionale arriva in Polonia da testa di serie, ed è inserita in un girone abbastanza abbordabile, ma la formazione che si presenterà in campo sarà in realtà molto diversa da quella che ha conquistato il secondo gradino del podio a Rio 2016. Mancheranno tre tra i giocatori più importanti del sestetto titolare: l’ex capitano Emanuele Birarelli, lo schiacciatore italo-cubano Osmany Juantorena e, com’è noto, Ivan Zaytsev.

 

Zaytsev è stato definitivamente escluso dal gruppo azzurro il 20 Luglio

dell’allenatore, Gianlorenzo Blengini, dopo che per due settimane la questione della marca delle sue scarpe è stata talmente di attualità da approdare sulle pagine di tutti i quotidiani nazionali, fino a costringere lo stesso giocatore a concedere

per chiarire i dettagli della vicenda. La Federazione italiana è stata la prima a rendere pubblica la questione, sperando forse di poter far leva sul supporto dell’opinione pubblica: così non è stato e la decisione della Federazione ha di fatto reso impraticabile una marcia indietro, portando quindi a una inevitabile esclusione del nostro giocatore più forte.

 

Quella di Zaytsev è una perdita enorme per la Nazionale, e non solo perché non si intravedono al momento sostituti tecnici all’altezza, ma anche per l’interesse che generava intorno alla pallavolo, che pochi altri possono garantire in Italia. La sua assenza non è solo una brutta notizia solo per la Nazionale in sé ma anche per l’intero movimento pallavolistico italiano.

 


Meno di dodici mesi fa con questa incredibile partita gli azzurri conquistavano il pass per la finale olimpica.


 

Alla base della sua esclusione, com’è noto, c’è il nodo dello sponsor delle sue scarpe. Zaytsev si è rifiutato di calzare le scarpe della Mizuno, sponsor tecnico ufficiale della nazionale italiana di pallavolo e la FIPAV ha invitato il giocatore, testimonial dell’Adidas, ad adeguarsi al regolamento che prevede l’utilizzo esclusivo di calzature fornite dallo sponsor azzurro. Lo “Zar” ha risposto parlando di problemi fisici legati all’utilizzo delle Mizuno e, indirettamente, lamentandosi per l’incapacità della Federazione di trovare una soluzione ad un problema che, per un pubblico abituato alla grande libertà lasciata ai calciatori nel sottoscrivere sponsorizzazioni, fa quasi sorridere. In ogni caso, comunque, gli azzurri affronteranno l’Europeo senza il loro giocatore di maggior valore.

 

La recente World League, conclusa con un desolante ultimo posto nel girone - con 7 sconfitte su 9 partite - ha confermato che gli elementi persi dopo Rio sono difficilmente sostituibili. Il probabile sestetto titolare in Polonia dovrebbe essere composto dalla diagonale Giannelli-Vettori, dagli schiacciatori Lanza-Antonov e dai centrali Mazzone-Piano, con i liberi Colaci-Balaso ad alternarsi nelle fasi di ricezione e difesa. Nonostante Simone Giannelli sia uno dei giovani più promettenti dell’intero panorama internazionale e Filippo Lanza un grande interprete del difficile ruolo di schiacciatore/ricevitore, il resto non sembra poter far parlare dell’Italia come una delle favorite della manifestazione. Soprattutto perché la concorrenza non manca.

 



Il corteo dei pretendenti al trono è sicuramente capitanato dalla Francia, fresca vincitrice della World League ai danni del Brasile e campione europea in carica. I transalpini potranno contare, nonostante qualche recente acciacco, su quello che al momento è il più forte giocatore del mondo: Earvin Ngapeth, uno dei pochi che vale da solo il prezzo del biglietto.

 


Mesdames et Messieurs, je vous présente Earvin Ngapeth.


 

Intorno a lui una formazione di assoluta qualità: Grebennikov è probabilmente il miglior libero disponibile sulla piazza e il palleggiatore Toniutti ha a disposizione, oltre al sopracitato Ngapeth, una batteria di attaccanti (Clevenot-Boyer-Le Roux-Le Goff) senza apparenti punti deboli. I favoriti assoluti sono sicuramente loro.

 

Tra i pretendenti alla vittoria finale c’è anche la Polonia, che oltre al valore tecnico della squadra avrà dalla sua parte il calore del pubblico che, come detto, da queste parti può essere considerato un grosso vantaggio. La formazione biancorossa, decisamente rinnovata rispetto a quella campione del mondo nel 2014, è allenata da Ferdinando De Giorgi, mostro sacro della pallavolo italiana che ha recentemente vinto due campionati polacchi consecutivi alla guida dello Zaksa. I leader della Nazionale polacca saranno i veterani Kurek e Kubiak, che proveranno a riscattare una World League non proprio scintillante (4 vinte e 5 perse).

 


Dopo un primo set promettente, nella seconda giornata di World League l’Italia si arrende in casa alla Polonia.


 

Potrebbe avere qualche chance anche la Russia, che dopo l’alloro olimpico di Londra 2012 sembrava aver superato la sua idiosincrasia verso le grandi manifestazioni, ma che negli ultimi anni è tornata a fallire tutti gli appuntamenti che contano (nessuna medaglia dal 2014 ad oggi). Per questi Europei, la Russia porta un gruppo di giocatori dall’altissimo livello tecnico. Grankin, Butko, Mikhaylov, Volvich e Ostapenko guidano un gruppo che proverà a riconquistare un titolo che manca dal 2013.

 

Dietro queste tre squadre ci potrebbero essere delle sorprese, come Serbia e Bulgaria, che sono le prime avversarie dell’Italia nella corsa alla conquista di un posto sul podio.

 



L’Italia, rispetto alle dirette concorrenti, è di certo avvantaggiata da un girone piuttosto agevole: una vittoria nel match inaugurale contro la Germania, avversaria più ostica rispetto a Slovacchia e Repubblica Ceca, potrebbe infatti portare ad un abbordabile quarto di finale contro il Belgio (o l’Olanda). Una volta entrati nelle prime quattro, si potrebbe puntare ad un risultato davvero sorprendente. E la Nazionale italiana ha già dimostrato in passato di sapersi esaltare quando non rientrava nel novero delle favorite, come è appunto successo alle ultime Olimpiadi.

 

Non è escluso, quindi, che la Nazionale riesca a dimostrare che la forza del gruppo può compensare l’assenza dei singoli. Un successo che, tra l’altro, darebbe forza all’intero movimento, che l’anno prossimo dovrà confrontarsi con l’organizzazione dei Mondiali, che saranno ospitati da Italia e Bulgaria (la finale è prevista il 7 Ottobre 2018 a Torino).

 

Il rischio molto alto al momento è che invece un risultato al di sotto delle aspettative getti ulteriore benzina sul fuoco della questione Zaytsev, mettendo ancora più in discussione i nuovi vertici federali: il presidente federale, Bruno Cattaneo, è stato eletto lo scorso febbraio dopo 22 anni di egemonia Magri. Una crisi in Federazione non sarebbe un gran modo per prepararsi ai mondiali, ma il ricongiungimento con Zaytsev è necessario al di là di come andranno questi Europei.

 

In questo scenario, l’unica certezza sarà la guida tecnica. Blengini è in carica dalla World League del 2015 e da allora ha raggiunto risultati importanti: argento alla World Cup 2015, bronzo agli Europei 2015, argento alle Olimpiadi 2016. Recentemente è stato confermato dalla Federazione per altri due anni e ha anche rinunciato alla guida tecnica di Civitanova, squadra con cui ha vinto l’ultimo Scudetto, per concentrarsi solo sulla Nazionale.

 

Una guida tecnica salda è la base per ogni progetto sportivo di successo, e sarebbe impensabile un cambiamento anche nel caso in cui l’Europeo si trasformasse in una brutta delusione, ma per guardare al futuro con più fiducia bisognerebbe anche abbinare delle scelte più lungimiranti. In futuro non solo di dovrà cercare un rafforzamento tecnico della Nazionale, ma si dovrà anche cercare di aumentare dell’attrattiva dello sport all’interno dei confini nazionali. Il primo passo, in ogni caso, sono proprio gli Europei di Polonia.

 

Per uno sport che fatica ad entrare nelle prime pagine dei quotidiani sportivi è un momento estremamente delicato e se la spedizione in Polonia se rivelasse un fallimento, se l’Italia non arrivasse una medaglia, o peggio se venisse eliminata ancor prima delle semifinali, ci saranno presumibilmente molte polemiche e in molti punterebbero il dito sull’assenza dello “Zar” e Bruno Cattaneo si ritroverebbe costretto già all’inizio del proprio mandato a correggere il tiro. In fin dei conti il “caso Zaytsev” non è stato gestito nel migliore dei modi e questi Europei rischiano di essere ricordati più per un paio di scarpe

, invece che per i valori tecnici e agonistici che gli atleti italiani saranno in grado di esprimere in campo. Oltre al danno, per gli appassionati, arriverebbe anche la beffa.

 

 

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