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Marco D'Ottavi
Cosa aggiunge Marcus Thuram
26 giu 2023
26 giu 2023
Come gioca l'attaccante francese e come può ambientarsi nell'Inter.
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Marco D'Ottavi
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IMAGO / osnapix
(foto) IMAGO / osnapix
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Pochi giorni dopo aver lasciato andare Edin Dzeko al Fenerbahce, l’Inter ha scelto il suo nuovo attaccante. I nerazzurri avevano già provato a prendere Marcus Thuram nell’estate del 2021, prima che un infortunio al legamento crociato fermasse la trattativa, e ora finalmente ci riescono, senza neanche il bisogno di passare per il Borussia Mönchengladbach. Il suo arrivo, quindi, sembra più di uno sgarbo ai “cugini” del Milan, che nelle ultime settimane sembravano i più vicini a trovare un accordo col calciatore. Thuram, in ogni caso, aveva la fila, avendo ricevuto offerte anche da PSG, Lipsia, Arsenal e Manchester United. Non è strano che diverse squadre di alto livello fossero interessate a un attaccante di 25 anni, reduce dalla miglior stagione della carriera e nel giro della Nazionale francese disponibile a parametro zero. E, indubbiamente, dal punto di vista del bilancio l’Inter fa un affare, sostituendo un calciatore di 37 anni per uno 12 anni più giovane che pur guadagnando leggermente di più (si dice 6 milioni) peserà meno sulle casse per via della tassazione agevolata con il decreto crescita.C’è però anche un aspetto tecnico da valutare. Sbagliare un attaccante, per una grande squadra, può essere la differenza tra vincere un trofeo e non vincerlo. In Inghilterra in maniera sciovinista si parla di "Bundesliga Tax" per i giocatori che arrivano dal campionato tedesco e che spesso vedono peggiorare le loro statistiche. Toccherà anche a Thuram? Il francese sembra un giocatore in crescita costante e anche la conoscenza dell’italiano - Thuram è nato a Parma e parla la nostra lingua molto bene - potrà aiutarlo a inserirsi più rapidamente nei meccanismi di gioco di Inzaghi e a capire le dinamiche della Serie A. È interessante però andare a vedere che tipo di attaccante sia e quanto sia adatto al 3-5-2 dell'allenatore dell'Inter. Che giocatore èMarcus Thuram ha una fama che lo precede in Italia per via del cognome, ma di come gioca sappiamo relativamente poco, avendo giocato in squadre con scarsa visibilità internazionale (Sochaux, Guingamp, Borussia Mönchengladbach). In totale in Europa, tra Champions ed Europa League, ha giocato 14 partite, segnando una doppietta al Real Madrid e un gol alla Roma. Anche con la Francia finora non ha avuto particolari occasioni di mettersi in mostra: 10 presenze, appena una da titolare e 79’ giocati nella finale del Mondiale, entrando a sorpresa alla fine del primo tempo.La prima cosa che salta all’occhio, vedendolo giocare, è la sua potenza fisica. Thuram è alto un metro e novantadue, dotato di una corsa esplosiva che lo rende difficile da fermare sui primi passi e di un fisico strutturato per reggere i contatti. In un campionato come la Serie A, dove i ritmi non sono altissimi e in generale non c’è un grande atletismo, è lecito aspettarsi che la sua velocità possa diventare un fattore fin da subito.

Per quanto riguarda l’uso del corpo nei duelli con i difensori, invece, la sensazione è che Thuram possa fare meglio. Ogni tanto è impreciso nei controlli spalle alla porta o non si mette nella giusta posizione per difendere palla da un anticipo o avere la meglio in un contrasto. Con l’Inter, al contrario della sua esperienza in Germania, troverà spesso davanti difese chiuse, non disposte a concedergli metri da attaccare in velocità con o senza palla, e dovrà lavorare di più e meglio in spazi stretti. In questo sarà importante il lavoro di Inzaghi e dello staff dell’Inter, nel dare a Thuram le indicazioni giuste per migliorare su un aspetto in cui ha tutto per fare bene. Il suo limite, dicono tutti, è invece quello di segnare poco. Guardando i freddi numeri non si può dire che non sia vero: 44 gol in 134 partite con il Borussia non sono certo un bottino da grande centravanti, ma sono numeri sensibilmente falsati dal fatto che, prima di questa stagione, Thuram ha fatto la spola tra la fascia sinistra e il centro dell’attacco (secondo Transfermarkt nelle prime tre stagioni in Germania ha giocato 50 partite da ala sinistra e 41 da punta centrale). Solo la scorsa estate, con l’arrivo sulla panchina del Borussia di Daniel Farke, Thuram è diventato stabilmente il terminale offensivo centrale di un 4-2-3-1 molto verticale, in cui gli era richiesto proprio di essere l’uomo che attacca l’area di rigore.

Non è un caso, allora, che questa sia stata la miglior stagione realizzativa della sua carriera con 16 gol totali. In Bundesliga Thuram è stato il miglior marcatore del campionato togliendo i rigori (13 reti). Certo, non sono numeri eccezionali in una stagione difficile per gli attaccanti in Germania, ma dimostrano una capacità di adattarsi a questo ruolo non banale. Inoltre Thuram li ha segnati quasi tutti nella prima parte della stagione, addirittura 10 nelle prime 15 partite, rallentando in maniera netta dopo il Mondiale a causa di qualche guaio fisico ma anche, forse, proprio per la consapevolezza di essere in scadenza di contratto. Thuram, comunque, è stato il calciatore ad aver creato più xG totali (16,5) e per 90’ (0,59) della Bundesliga. In carriera non ha mai tirato e segnato tanto come in questa stagione, ma allo stesso modo non ha mai sbagliato tanto. Nelle precedenti stagioni la sua capacità di finalizzare le occasioni avute era praticamente in linea con la media, mentre in questa Bundesliga ha avuto un underperformance di -3,5 xG, la seconda peggiore del campionato. Ovviamente ci può stare: è il primo anno in carriera in cui Thuram ha dovuto gestire questo volume di occasioni, ma è indubbio che la precisione sotto porta a oggi è uno degli aspetti da monitorare.Thuram si è dimostrato naturalmente molto abile nel crearsi lo spazio per ricevere e calciare da dentro l'area di rigore (quasi tutti i suoi tiri sono arrivati negli ultimi 16 metri e con 0.18 xG per qualità del tiro è stato secondo solo ad Haller tra gli attaccanti della Bundesliga), ma quando deve concludere, specialmente di prima, non ha sempre la giusta coordinazione o il punto d’impatto migliore sulla palla.

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In questa occasione, ad esempio, pur essendo col piede debole, Thuram poteva fare molto meglio di così. Ogni tanto sembra peccare di sufficienza o pensare troppo quando deve calciare, soprattutto di prima. Va meglio quando può controllare e aggiustarsi il pallone prima del tiro, oppure ricevendo fronte alla porta in velocità. Forse neanche lui si fida tantissimo della sua precisione sotto porta e in diverse occasioni solo davanti al portiere ha preferito scartarlo prima di segnare.In ogni caso Thuram non è un classico numero 9, un centravanti d’area di rigore che vive per il gol, quanto piuttosto uno di quegli attaccanti stile-Bundesliga abili negli attaccare gli spazi e nel giocare un calcio verticale e di transizioni. Interpreta il ruolo in maniera estremamente dinamica, correndo di continuo, allargandosi per ricevere sulla fascia, oppure scattando alle spalle dei difensori per offrire linee di passaggio o allungare le difese avversarie. Questo è sicuramente l’aspetto migliore del suo gioco, una grande intelligenza e varietà nei movimenti senza palla.Col pallone tra i piedi, invece, non ha grande inventiva - l’assist finora più bello della sua carriera è stato quello per Mbappé nella finale del Mondiale - ma non è neanche di quei giocatori che abbassa la testa e parte verso la porta ignorando i compagni. Quando non è dentro l’area di rigore, il suo primo pensiero è sempre quello di cercare il passaggio più utile possibile alla squadra. Come si inserisce nell'InterNel gioco di Inzaghi alle due punte è chiesto di essere un punto di riferimento nella risalita del pallone. Da questo punto di vista Thuram non ha le stesse qualità di Dzeko, che con il suo fisico e la sua tecnica spalle alla porta era una specie di ibrido tra un 9 e un 10, ma il francese può rendersi utile in maniera differente. Il suo passato da ala lo spinge ad allargarsi spesso e, una volta ricevuto, può anche creare superiorità con il dribbling. I suoi numeri non sono da funambolo - 1.5 dribbling riusciti ogni ‘90 su poco più di 3 tentati - ma in una squadra in cui praticamente nessuno riesce a saltare l’uomo, Thuram può aggiungere una dimensione interessante per Inzaghi, una figura più simile a quello che sarebbe dovuto essere Correa e che invece non è stato.

Questo è un tipo di giocata che al momento all’Inter manca e che Thuram può aggiungere.

La scorsa stagione, soprattutto nella prima parte della stagione, l’Inter ha avuto grandi problemi nel convertire in gol le tantissime occasioni che riusciva a creare. Come visto Thuram non è forse il giocatore ideale per risolvere questo problema, ma comunque può fare meglio di Dzeko, se non nella capacità estemporanea di segnare grandi gol, nell’essere una presenza più continua in area di rigore. Inoltre, dividere il fronte d’attacco con un altra punta, anche se una atipica come Lautaro Martinez, può togliergli un po’ di quella pressione che deriva dal dover essere il principale realizzatore della squadra. L’Inter, comunque, sembra voglia aggiungere in rosa anche un centravanti più orientato a occupare stabilmente l’area di rigore. Dovesse tornare Lukaku, come si dice, c’è da aspettarsi che Thuram possa diventare il primo cambio della coppia composta dal belga e Lautaro Martinez. La sua doppia dimensione, infatti, gli permette di accoppiarsi bene con entrambi e di portare qualcosa di nuovo all’attacco, anche nel pressing. Certo, forse è strano pensare a una riserva che guadagna quanto i migliori giocatori in rosa, ma nella scorsa stagione Lautaro è stato il secondo giocatore più impiegato in rosa e Lukaku non sarebbe totalmente affidabile dal punto di vista fisico. Una squadra che punta a vincere in Italia e in Europa deve avere giocatori in grado di cambiare le partite anche partendo dalla panchina e Thuram può essere uno di questi. In ogni caso il mercato è molto lontano dall’essere concluso e non è chiaro che tipo di responsabilità l’Inter vorrà affidargli. Come detto il suo arrivo è un affare anche per le modalità in cui è avvenuto, un'opportunità che può ripagare molto più del suo prezzo.

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