
Il punto di non ritorno nell’esperienza di Santiago Giménez al Milan, probabilmente, è stato quella palla persa nel secondo tempo da cui è scaturita l’azione del gol di Bonazzoli, che ha decretato la sconfitta contro la Cremonese nella prima partita del nuovo campionato.
Per Giménez si trattava forse dell’ultima occasione di dimostrare di poter essere la punta del Milan, anche se il messicano era già da mesi un dead man walking. Massimiliano Allegri e la nuova dirigenza lo hanno da subito esautorato e la ricerca di un nuovo centravanti da parte dei rossoneri è un tormentone che ci accompagna da tutta l’estate.
Alla fine, pare che a prendersi il posto al centro dell’attacco sarà Conrad Harder. Falliti i tentativi di avvicinare Vlahović, saltata la trattativa per Boniface dopo le visite mediche, il Milan sceglie così un profilo ancora tutto da esplorare. In un certo senso, Harder è anche un acquisto più suggestivo rispetto sia al serbo che al nigeriano, due giocatori di cui conosciamo già vizi e virtù. Il danese, invece, ha mostrato ancora così poco che i tifosi rossoneri, nella migliore delle ipotesi, sono liberi di fantasticare.
Nella peggiore, possono consolarsi pensando che un attaccante del 2005 difficilmente potrà svalutarsi in maniera drastica, e che alla fine dei conti i 24 milioni di euro più 3 di bonus di cui si parla potrebbero non essere un cattivo investimento – per quanto possa essere consolatorio un pensiero del genere, vista l’insofferenza del tifo rossonero nei confronti di una società tacciata di non avere la stessa ambizione della gente che dovrebbe rappresentare.
Ma oltre alle ragioni economiche e di mercato, quali sono le motivazioni tecniche dietro l’acquisto di Harder? Cosa potrà dare al Milan? In che modo potrà utilizzarlo Allegri?
A osservare il danese per la prima volta, l’aspetto più evidente del suo gioco è che si tratta di un attaccante che scoppia di vitalità. Alto un metro e ottantacinque e dotato di un fisico robusto, Harder non sta mai fermo, è esplosivo, cerca di infastidire i difensori con i suoi movimenti e non ha paura di ingaggiare duelli. Sicuramente si tratta di un giocatore ottimista, qualità fondamentale per un attaccante, che non risparmia nemmeno una corsa se vede la possibilità di poter andare al tiro. Lo spirito così propositivo e le doti atletiche ben sopra la media devono aver convinto il Milan a puntare su di lui, così come all’epoca devono aver spinto lo Sporting a prelevarlo dal Nordsjælland, il club in cui è cresciuto (pagandolo, oltretutto, una cifra vicina ai venti milioni: non poco per un giocatore che un anno fa aveva ancora diciannove anni).
La materia prima c’è ed è di buon livello. In più, sappiamo che i giocatori scandinavi difficilmente deludono in Serie A. Tuttavia Harder è un attaccante ancora tutto da costruire e vedremo in che modo lo plasmerà il nostro calcio.
Dal punto di vista tecnico, la sua qualità migliore è il modo in cui attacca la profondità. Mancino naturale, tende ad aprirsi verso il suo lato forte – che quindi è anche quello di Leão, il sinistro – e ad attaccare lo spazio tra difensore e terzino per dettare la verticalizzazione. I tagli di Harder rappresentano un pericolo concreto per le difese avversarie, perché è veloce, resiste ai contrasti e ha un buon controllo in corsa.
Il Milan, dal centrocampo in su, è pieno di giocatori che vogliono ricevere palla sui piedi. Aggiungere una punta che minacci in maniera costante e credibile lo spazio non può che far bene ai rossoneri, per diversi motivi. Innanzitutto perché si offre uno sbocco in verticale alla manovra: troppe volte la qualità tecnica dei rossoneri è sembrata ristagnare, senza nessun movimento che riuscisse a valorizzarla. Harder, in questo senso, potrebbe rappresentare uno sbocco immediato, l’uomo da mandare in porta non appena alzata la testa.
Anche qualora non gli arrivasse direttamente la palla, comunque, il danese potrebbe tornare utile in altri modi. Il fatto che gli piaccia tagliare verso sinistra, ad esempio, potrebbe favorire Leão: il danese gli porterebbe via un uomo e il portoghese potrebbe convergere palla al piede più facilmente. I movimenti profondi, poi, potrebbero allungare gli avversari e creare quegli spazi sulla trequarti fondamentali per lasciar esprimere i compagni più abili palla al piede.
Su questa sua attitudine ad attaccare lo spazio, comunque, va fatta una considerazione, relativa alle caratteristiche dei difensori della Serie A. I centrali del nostro campionato sono abituati ad utilizzare in maniera piuttosto marcata l’uomo come riferimento, per cui la maggior parte di loro dà il meglio staccandosi in avanti e impedendo all’avversario di spalle di girarsi. Ma contro avversari che li attaccano sui fianchi? In quel tipo di situazione potrebbero emergere i problemi di mobilità di molti difensori della Serie A.
Difendere lateralmente è più difficile per molti dei centrali del calcio italiano. Attaccando lo spazio sul fianco del difensore per chiamare la verticalizzazione, Harder potrebbe essere un cliente particolarmente scomodo, in grado di sorprendere certi centrali abituati a difendere in avanti ed esporne i limiti. Anche perché poi, come detto, per fisico e velocità non è facile da contrastare.
Lanciato in avanti, il danese non si fa pregare, e il suo controllo è quasi sempre finalizzato al tiro. Harder possiede discrete doti balistiche, ma a volte sembra un po’ abusarne. I numeri suggeriscono che i tifosi del Milan dovranno abituarsi ad un attaccante che, per usare un eufemismo, non è timido se si tratta di tentare la conclusione.
Nonostante lo scarso impiego (769’ in totale) e nonostante fosse partito da titolare in sole 6 occasioni, nello scorso campionato portoghese rientrava comunque tra i 30 giocatori ad aver effettuato più tiri in totale: era 27° con 45 tiri e, come potete immaginare, tra i 30 era anche quello col minutaggio nettamente più basso. La sua media era di 5,17 tiri ogni 90’, un dato che faceva si che la qualità dei suoi tiri fosse piuttosto bassa (0,07 xG/tiro, la stessa di Krstović, che abbiamo imparato a conoscere come il tiratore più compulsivo della Serie A).
Harder sembra essere consapevole di questa sua tendenza a volte eccessiva, ma la sua filosofia è un po’ quella di Michael Scott: non provarci, per lui, è sbagliato in partenza. Alla domanda se intendesse moderare il volume dei suoi tiri, la risposta è stata categorica: «Se tirassi di meno segnerei di meno, pertanto no. Non toglierò mai questo aspetto al mio modo di giocare. È parte di me».
Insomma, nonostante non abbia giocato molto, il tipo di attaccante scelto dal Milan è chiaro. Un giocatore diretto, intraprendente, che potrebbe avere un buon impatto atletico sulla Serie A. I rossoneri dovranno aiutarlo, migliorandolo nelle scelte e aiutandolo a sgrezzarsi tecnicamente.
Detto che in area di rigore ha un buon istinto, fuori dai sedici metri non è di certo un attaccante che si nasconde, ma ha ancora molto da imparare. Non disdegna l’uso del destro, ma da mancino si gira solo verso il suo lato sinistro. Di spalle, non va oltre qualche semplice appoggio, non è molto bravo a orientare la giocata. Quanto meno non teme il contatto col difensore, e infatti lo Sporting lo usava anche per recapitargli direttamente i rinvii dal fondo: una caratteristica che potrebbe tornare utile con i lanci di Maignan.
Harder ha 20 anni e un potenziale senza dubbio interessante. Certo, rimane la domanda sul perché lo Sporting non ci abbia puntato dopo essere passato all’incasso per Gyökeres, acquistando dall'Almeria l'attaccante ventisettenne Luis Suárez (con una lunga carriera di prestiti in Spagna alle spalle e una stagione fallimentare a Marsiglia, giusto prima di segnare 31 gol nella passata stagione in Segunda), partito titolare nelle prime tre giornate di campionato portoghese. Non hanno provato a valorizzarlo e adesso preferiscono monetizzare, forse qualcosa di Harder non li aveva convinti?
Ovviamente da fuori non possiamo dare risposte.
Sulla carta i giocatori con caratteristiche simili ad Harder possono rivelarsi molto utili in Serie A, ma di quanto tempo avrò bisogno il danese? Anche questo è difficile dirlo. Il Milan, però, ha bisogno di risposte immediate, Harder farà bene a farsi trovare pronto.