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Alfredo Giacobbe
Con il minimo sforzo
18 feb 2015
18 feb 2015
Una partita bloccata fino all'episodio del vantaggio inglese. Al Chelsea basterà questo pareggio per stare tranquillo nella gara di ritorno?
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Alfredo Giacobbe
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è il motto orgoglioso dei tifosi francesi, che non riesco a leggere senza un pizzico di rassegnazione nella voce. Questa è Parigi, e in campo c’è il PSG: una non-squadra formata da formidabili solisti, attirati nella

dal denaro qatariota. Ad un anno di distanza dal loro ultimo doppio confronto, PSG e Chelsea si ritrovano in momenti completamente diversi del loro percorso di crescita. Il progetto di Blanc sembra in una fase involutiva, la squadra è solo terza in campionato, e non ha che una sola idea di gioco: palla ad Ibrahimovic, se è in giornata si inventerà qualcosa. Il Chelsea di Mourinho invece ha ingranato le marce alte: ha sette punti di vantaggio sul City in campionato e un record positivo di 9 vittorie, 6 pareggi e 2 sconfitte nelle gare in trasferta. Soprattutto i londinesi hanno saputo pescare dal mercato estivo i giocatori che servivano - Diego Costa e Fabregas - per consolidare la loro identità e portare il loro gioco al livello successivo.

 

I match dei turni ad eliminazione diretta sono sempre piuttosto bloccati, la posta in palio è molto alta e le due squadre non sono disposte a prendersi dei rischi. E il confronto su 180 minuti per certi versi acuisce i tatticismi rispetto alla partita secca. Per questo è importante soffermarsi sulle pedine scelte dai due allenatori in avvio di gara. Blanc recupera solo Matuidi tra gli infortunati e decide di avanzare David Luiz a centrocampo, piazzandolo davanti alla difesa. Avrebbe potuto affidare le chiavi del gioco a Verratti, scegliendo il giovane Rabiot nel ruolo di mezzala, e questo ci fa capire il modo in cui il PSG andrà ad affrontare la partita: di rottura e di ripartenza. Anche Mourinho però decide di coprirsi rispetto al suo undici base, forse memore della partita d’andata

: Matuidi, Verratti e Motta dominarono nel possesso palla su Ramires, Oscar e lo stesso Luiz. Quindi, rispetto alle ultime uscite, Fabregas viene portato sulla linea dei trequartisti, mentre Ramires e Matić formano la cerniera davanti alla difesa nel classico 4-2-3-1 dell’allenatore portoghese.

 

La partita a scacchi tra i due allenatori è continuata in campo e alcune mosse sono state subito chiare: il PSG ha mostrato di temere il Chelsea, ha preferito lasciargli l’iniziativa e restare compatto sotto la linea di metà campo. Con Cavani e Lavezzi che si portavano sulla linea dei centrocampisti, il PSG in fase di non possesso si è schierato con un 4-1-4-1; Thiago Silva portava in alto la linea difensiva, in modo da sottrarre spazio tra le linee, che è linfa vitale per i trequartisti avversari. La circolazione di palla del Chelsea è risultata estremamente lenta, è sembrato quasi che fossero sorpresi dall’atteggiamento attendista dei loro avversari, o che preferissero mantenere i ritmi bassi per spingere il PSG ad uscire. Presto Fabregas scendeva dalla sua posizione per aiutare Matić a portare su il pallone, Ramires non riusciva a compiere la rotazione coi tempi giusti e centralmente Diego Costa veniva lasciato solo tra tre uomini. L’ex Atletico Madrid è sembrato in scarsa forma dopo l’avvio di stagione scintillante e non è riuscito a fare nessuna delle cose a cui ci ha abituato: spingere la difesa verso il basso ricercando la profondità; oppure dominare sulle palle alte. Il suo unico impatto sulla partita è negativo, con ben nove palle perse. Sulle fasce Hazard e Willian sono rimasti piuttosto fermi e non hanno impensierito van der Wiel e Maxwell, con Cavani e Lavezzi peraltro sempre disponibili al raddoppio di marcatura. Inoltre Hazard, con Fabregas, è sembrato essere l’uomo più temuto, visto il trattamento rude al quale è stato sottoposto dall’inizio (a fine partita il belga è risultato l’uomo che ha subito più falli, nove in tutto).

 

Quando è stato costretto a far gioco, il PSG non ha brillato: nella fase iniziale, David Luiz ha provato a sovrintendere alla manovra abbassandosi tra i due difensori avversari; poco dopo Verratti è stato costretto a muoversi per farsi dare il pallone e togliere l’imbarazzo al compagno. Il pressing dei quattro giocatori offensivi

risultava efficace e costringeva i terzini a non alzarsi più di tanto per poter ricevere il pallone. Quando Ibrahimovic sta bene, lo capisci da come si muove in campo, dalla sua onnipresenza. Il PSG lo scorso anno ha dominato la battaglia di centrocampo anche perché lo svedese si abbassava di continuo, agendo da vero e proprio vertice alto di un centrocampo a rombo, offrendo così una linea di passaggio sicura per lo scarico dei centrocampisti e creando spazi da attaccare alle sue spalle. L’Ibra di ieri era un giocatore poco mobile e questo ha comportato una serie di conseguenze sul gioco francese: poche volte la palla ha viaggiato centralmente; Cavani e Lavezzi sono stati costretti a venire all’interno del campo per cercare di ricevere palloni, spalle alla porta e lontani dall’area di rigore; Matuidi, già controllato dal mastino di Mourinho (Ramires), non ha trovato spazi in cui lanciarsi. Quest’anno i difensori del Chelsea sono andati in difficoltà quando sono stati costretti a uscire dalle proprie posizioni: contro il Southampton un attaccante (Pellè) andava incontro, attirando Cahill fuori posizione; un altro (Mané) attaccava lo spazio costringendo Terry ad inseguirlo. La situazione di gioco affrontata ieri dai

era piuttosto statica, quindi per loro inoffensiva.

 


Ivanovic scopre la fascia destra, Cavani e Matuidi vanno ripetutamente ad attaccare quella zona correndo senza palla.



 

Il piano del PSG, d’altronde, era un altro: riconquistare palla in alto e ripartire in contropiede. È apparso chiaro al decimo, quando Matić ha forzato la giocata in verticale su Hazard venuto centralmente. Il belga, braccato da Matuidi e Marquinhos, ha perso il pallone che è poi passato dai piedi di Ibra e Cavani, rapidamente e in verticale. L’uruguaiano ha attaccato il lato destro della difesa del Chelsea, quello sguarnito da Ivanovic, che in fase di possesso attaccava lo spazio davanti a sé. Sul cross di Cavani, il colpo di testa di Matuidi, arrivato in corsa in area, è stato salvato da Courtois.

 

L’azione, pur non concludendosi con il gol, ha scoperto una vulnerabilità del Chelsea che nel primo tempo i parigini hanno provato ad attaccare altre due volte. L’esecuzione non è stata però perfetta: grazie ai dati di SICS sappiamo che il PSG ha recuperato palla troppo in basso per rendersi pericoloso (altezza media 35 metri, appena più alta di quella del Chelsea, 32) e che il giocatore ad averne recuperate di più è stato un difensore, Thiago Silva, che ha confermato di essere tornato in buona forma da inizio 2015.

 

Anche quando il PSG aveva il pallone tra i piedi ha attaccato preferibilmente a sinistra ed è confermato dalla distribuzione dei passaggi chiave dei francesi, concentrata attorno al vertice destro dell’area inglese. Questo è accaduto perché solo da quella parte il PSG aveva superiorità numerica grazie al lavoro di Matuidi: per quanto ne possa pensare Blanc, Verratti non è un interno di centrocampo e non ha né gamba né tempi di inserimento per rendersi pericoloso in quella zona di campo. L’italiano è stato comunque bravo a trovare la posizione ed è risultato il più efficace dei suoi con la maggior parte dei duelli vinti (15 su 25), il maggior numero di passaggi chiave (6), il numero più alto di falli subiti (5).

 

Quando la partita è chiusa tatticamente, un episodio da calcio piazzato può sbloccarla. Il PSG ci è andato vicino per primo, quando Cavani ha anticipato tutti sul primo palo, girando verso la porta un angolo di Lavezzi e trovando pronto un Courtois come al solito in serata di grazia. Quattro minuti dopo, ancora sugli sviluppi di un calcio piazzato, il Chelsea ha confezionato il gol del vantaggio momentaneo. L’errore in marcatura di David Luiz su Ivanovic è palese, ma forse è più importante la leggerezza di Cavani che si è mosso per tornare in attacco quando l’azione degli avversari non si era conclusa: così facendo ha liberato la linea di passaggio per il cross di Terry su Cahill. I

sono andati in vantaggio in un’azione nella quale sono stati coinvolti tre dei loro difensori, scagliando verso la porta il loro unico tiro di tutta la partita. Questo è il Chelsea.

 


Il trio d’attacco parigino costringe i terzini del Chelsea a restare stretti, liberando lo spazio in fascia per Maxwell e van der Wiel: è il PSG iper-offensivo della ripresa.



 

Con la qualificazione compromessa da un gol segnato in trasferta, il PSG è costretto a rompere gli indugi. Nel secondo tempo i parigini diventano subito più aggressivi: Thiago Silva e Marquinhos mettono i piedi nella metà campo avversaria, con Luiz che effettua di nuovo la

; Cavani, Ibrahimovic e Lavezzi provano a surclassare numericamente i centrali del Chelsea; i terzini Maxwell e van der Wiel sono in costante proiezione offensiva. La linea a cinque d’attacco ha costretto il Chelsea ad arretrare, creando finalmente spazio davanti alla difesa per le giocate di Matuidi e Verratti. Da una sovrapposizione intelligente di Matuidi, probabilmente il migliore in campo insieme all’italiano, è arrivato il gol del pareggio parigino. È raro vedere il Chelsea subire gol da un cross, ma nell’occasione Terry era troppo lontano da Cavani che ha trovato spazio alle spalle dell’altro centrale Cahill. Forse il capitano degli inglesi era più preoccupato dal

in altezza tra Ibrahimovic e Azpilicueta alle proprie spalle, ma ciò non lo giustifica.

 

Gli inglesi hanno prima provato a congelare il possesso del pallone, risultato sterile ancora una volta per lo scarso movimento senza palla dei quattro davanti. Nel secondo tempo il Chelsea esegue due passaggi chiave e un cross, contro i 14 eventi del primo tempo: davvero troppo poco. È vero anche che il Chelsea ha faticato ad uscire dalla propria metà campo a causa dell’aggressività dei giocatori parigini, sempre in anticipo su chi riceveva il pallone. La parte centrale del secondo tempo è stata ad appannaggio esclusivo del PSG, finché hanno retto fisicamente, i parigini hanno messo in assedio l’area avversaria. Lo conferma anche SICS: nel secondo tempo i francesi triplicano il loro Indice di Pericolosità; su 123 duelli se ne aggiudicano 70. Le sostituzioni, tutte arrivate molto tardi, non hanno cambiato gli equilibri della partita. Come invece accadde lo scorso anno, quando Mourinho fece due cambi disastrosi che diedero il via libera ai padroni di casa.

 

In conclusione, il Chelsea ha ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo: non ha perso ed ha fatto un gol che potrebbe pesare negli equilibri della qualificazione. La partita è stata a senso unico, l’Indice di Pericolosità di SICS segna un impietoso 58 a 9 per il PSG, col Chelsea praticamente inoffensivo anche dopo il gol subito.

 

L’anno scorso gli inglesi riuscirono a ribaltare l’1-3 subito a Parigi, con Mourinho che si riscattò su Blanc. Il portoghese ammise di aver preparato differenti soluzioni a seconda dell’andamento del punteggio. Blanc sembrò non avere neanche il piano A e i suoi giocatori furono in balia degli eventi. Quest’anno il Chelsea parte da un risultato di gran lunga migliore e sembra ancora più solido dello scorso anno.

 
 



 
 

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