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Come Pogba ha distrutto le speranze del Milan
19 mar 2021
19 mar 2021
Il francese ha rotto l'equilibrio della sfida di San Siro.
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Foto di Fabrizio Carabelli / PA Wire
(foto) Foto di Fabrizio Carabelli / PA Wire
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Quaranta secondi dopo il suo ingresso in campo a inizio secondo tempo al posto di Rashford era già chiaro che Paul Pogba aveva cambiato la struttura del Manchester United. Lo aveva fatto non tanto con la sua posizione, simile a quella di Rashford sulla trequarti sinistra, ma con la sola presenza, che con la sua forza di gravità tecnica aveva cambiato magneticamente le posizioni dei compagni sul lato sinistro.

Shaw, che nel primo tempo teneva una posizione avanzata e liberava uno spazio che andava a occupare Fred, aprendosi a sinistra per allontanarsi dalla marcatura di Meité e giocare la palla con più tranquillità, è rimasto nella sua zona. Fred si è smarcato oltre il centrocampo, alle spalle di Calhanoglu e Castillejo, e Pogba si è tenuto largo a sinistra, mentre lo United costruiva sul lato opposto.

Pogba è a sinistra fuori inquadratura.

Anche senza toccare la palla - McTominay sbaglia il passaggio verso Bruno Fernandes e il Milan recupera il possesso con Donnarumma - Pogba aveva insomma già cambiato lo United, che per far avanzare la palla a sinistra non puntava più sulle rotazioni e i movimenti combinati tra Fred, Shaw e Rashford, ma in modo più semplice si limitava a cercare l’appoggio sul centrocampista francese, fidandosi delle sue qualità per conservare il possesso e far continuare l’azione. Pogba doveva cioè mostrarsi nella sua versione ideale, quella di un giocatore capace di farsi carico da solo della risalita della palla a qualsiasi altezza del campo, sia che riceva a inizio azione sia che intervenga invece in un secondo momento, in zone più avanzate per definire o rifinire la manovra.

Da quando è tornato allo United va detto però che questa versione non si è vista quasi mai, innanzitutto perché Pogba ha giocato poco, è stato spesso infortunato e ha avuto rapporti complicati con gli allenatori. Il brutto rapporto con José Mourinho è stata una delle cause che hanno portato all’esonero del portoghese nel dicembre del 2018, con Solskjaer invece, almeno nei primi mesi, Pogba era tornato al centro della squadra e a giocare in modo molto brillante, un periodo che comunque non è durato molto. I problemi alla caviglia gli hanno fatto perdere quasi tutta la scorsa stagione, e le continue speculazioni sul suo futuro, alimentate dal suo agente, Mino Raiola, lo hanno messo in una brutta posizione con i compagni e l’allenatore.

Lo scorso dicembre, senza giri di parole, Raiola ha dichiarato che il ciclo di Pogba allo United si è chiuso, sollevando un caso in un momento molto delicato per la squadra, poco prima della sfida decisiva con il RB Lipsia per la qualificazione agli ottavi di Champions League. «Paul al Manchester United è infelice, non riesce più a esprimersi come vorrebbe e come ci si attende da lui. Lui deve cambiare squadra, deve cambiare aria», ha detto Raiola. «Ha un contratto che scadrà fra un anno e mezzo, nell’estate del 2022, ma la soluzione credo migliore per le parti è quella della cessione nel prossimo mercato. Altrimenti il club di Old Trafford, con cui i rapporti sono ottimi, sa bene che rischierebbe di perderlo a parametro zero, dato che per il momento non è intenzione del giocatore prolungare il contratto. Se qualcuno non lo capisce, ergo capisce poco o niente di calcio. In ogni caso addossino pure tutta la colpa a me se la prossima estate Paul se ne andrà».

Della partita con il RB Lipsia Pogba ha giocato solo l’ultima mezz’ora, senza riuscire a evitare la sconfitta e l’eliminazione, e a inizio febbraio, dopo due mesi giocati stabilmente da titolare, alternandosi tra una posizione più esterna sulla trequarti e quella più abituale a centrocampo, si è fatto di nuovo male, rientrando giusto in tempo per la gara di ritorno contro il Milan.

Non sono stati comunque solo gli infortuni, o il rapporto con Mourinho e le tensioni causate dalle speculazioni sul suo futuro, ad aver reso meno felice del previsto la seconda esperienza di Pogba con lo United. A tenerlo un po’ più ai margini nell’ultimo anno è stato l’arrivo di Bruno Fernandes, che si è subito imposto come il centro di gravità della manovra dello United. Si è quindi aggiunto un problema tattico: oltre a dover trovare la posizione tra quella di centrocampista centrale e una più esterna sulla trequarti (perché Solskjaer non cambia quasi mai il 4-2-3-1 per tenere Fernandes al centro da trequartista), Pogba adesso deve anche capire come essere rilevante muovendosi meno liberamente. Il giocatore francese, insomma, è il secondo violino in una squadra che cerca innanzitutto Fernandes e si affida alle sue verticalizzazioni per far avanzare la palla e creare pericoli.

Anche in occasione del gol segnato al Milan, ad alzare la pericolosità dell’azione, dopo che lo United ha manovrato a sinistra in seguito a una rimessa laterale battuta da Shaw, è una giocata di Bruno Fernandes, un cambio di gioco per Wan-Bissaka sul lato corto dell’area a destra. Theo Hernández segue il movimento di James e così il terzino dello United riceve libero e può passare la palla al centro dell’area.

Analizzando l’azione dopo la partita, Pioli si è lamentato della mancata pressione di Meité su Fernandes, il primo dettaglio che avrebbe forse potuto evitare il gol. Pogba in quel momento è fuori area a sinistra, controllato da Kalulu, che poco prima lo aveva pressato. Dopo il cambio di gioco però entra in area e si ferma nella zona sul secondo palo alle spalle di Kalulu, che dopo il tiro di James, deviato da Tomori, stringe verso il centro per chiudere su Fred e lascia quindi Pogba solo dietro di lui.

La palla schizza nella zona del francese, che di prima con il sinistro la rimette al centro verso Fred, il cui colpo di tacco viene respinto da Calhanoglu, che aveva seguito l’inserimento in area del brasiliano. L’azione potrebbe terminare lì, se Meité riuscisse ad allontanare il pallone, pericolosamente vicino alla porta. L’ex Torino avrebbe un po’ di spazio per girarsi sulla sua destra ma sarebbe comunque una giocata rischiosa, vista la sua postura e la presenza di Fred alle spalle. Meité prova a far passare il pallone oltre il brasiliano, ma non ci riesce e in scivolata lo fa rotolare verso Pogba, solo sul lato sinistro dell’area piccola.

Dopo la partita Pioli è sembrato accettare il mancato rinvio di Meité, che comunque era in una situazione difficile e ha perso il contrasto con Fred, e ha sottolineato invece un altro dettaglio, la libertà concessa a Pogba, la cui marcatura spettava a Kalulu, che invece dopo il controllo di Meité fa qualche passo in avanti pensando forse di dare un’opzione al compagno in possesso. Kalulu è quindi lontano quando la palla arriva a Pogba, che deve però fare una grande giocata per segnare. Con una finta sbilancia verso sinistra Donnarumma e poi lo sorprende alzando la palla alla sua destra, mettendola al centro della porta.

Si è ripetuto insomma lo scenario della gara di andata. Il Milan aveva giocato meglio nel primo tempo, ma non era riuscito a tradurre in chiare occasioni le diverse situazioni promettenti create negli ultimi venti metri, e alla prima opportunità dello United dopo l’intervallo è passato in svantaggio, per una serie di errori facilmente evitabili.

A cambiare rispetto alla partita di una settimana fa è stata la reazione del Milan, che ha perso un po’ di fluidità nella circolazione rispetto al primo tempo, e quindi faceva più fatica a portare stabilmente la palla nella metà campo dello United. Dopo l’ingresso di Ibrahimovic il Milan è sembrato cercare con più insistenza la risalita veloce del campo, ma i lanci lunghi non hanno mai sorpreso la linea difensiva dello United. E specie nei minuti finali a spezzare il ritmo, a impedire ai rossoneri tenere la palla in avanti per cercare il pareggio, è intervenuto Pogba.

Facendosi semplicemente dare la palla, e proteggendola senza perderla, conquistando falli e innervosendo gli avversari, Pogba ha complicato i tentativi del Milan di alzare le linee e schiacciare lo United per gli ultimi, disperati tentativi di portare la partita ai tempi supplementari.

Qui sotto manca ancora una mezz’ora alla fine, e Pogba riceve la palla nella trequarti difensiva dopo un anticipo di Maguire su Meité, cercato da un passaggio di Kalulu. Pogba mette il corpo davanti al terzino del Milan, non gli fa mai toccare la palla e se lo trascina dietro fino a oltre il centrocampo. Alla fine si ferma per la trattenuta di Kalulu, l’arbitro ovviamente fischia il fallo e ammonisce il terzino, che subito dopo viene sostituito da Dalot.

Anche a Dalot, che all’inizio sembrava poter gestire con più successo i duelli con Pogba, è comunque toccata la stessa sorte di Kalulu. Qui sotto Pogba si abbassa sul cerchio di centrocampo per ricevere il passaggio di Maguire, si gira con il primo tocco lasciandosi alle spalle Dalot, resiste alle prime trattenute arrivando fino al limite dell’area, si sposta la palla con la suola, prova ancora a difenderla dall’intervento di Dalot ma perde l’equilibrio e cade. A quel punto l’arbitro fischia il fallo per la prima trattenuta del terzino portoghese e lo ammonisce.

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Alla fine la conduzione di Pogba non ha creato pericoli - le due occasioni create dal francese sono racchiuse nei primi sei minuti del secondo tempo, il passaggio per Fred prima del gol e un altro passaggio da sinistra per Greenwood dopo aver ricevuto largo in isolamento con Kalulu - ma grazie a lui la prestazione dello United è comunque salita di livello. I compagni sapevano di poter contare sempre su un appoggio sicuro, e Pogba, anche solo conservando il possesso e tenendo la palla e lontana dall’area, ha cambiato la partita spezzando i ritmi, togliendo fiducia agli avversari, che riuscivano a fermarlo solo con un fallo.

Pogba non ha insomma solo migliorato il possesso dello United, alzato da subito la pericolosità della sua squadra e cambiato gli equilibri del confronto con il gol che ha portato lo United ai quarti di Europa League. Si è reso utile anche in modi meno appariscenti, che non hanno portato nulla a livello offensivo ma hanno impedito al Milan di tenere a lungo la palla, di trovare il suo ritmo e di mettere in difficoltà la difesa dello United.

Collettivamente il Milan ha mostrato di essere la miglior squadra nelle due partite, ma alla fine ovviamente anche il talento ha il suo peso e a fare la differenza è stata la qualità dello United. Forse è banale da dire, e magari le cose sarebbero andate diversamente se la squadra di Pioli avesse avuto un po’ più di precisione negli ultimi metri, un po’ più di presenza in area, o anche solo la possibilità di cambiare il finale della partita di ieri sera con i cambi. Però capita spesso che confronti così equilibrati vengano decisi dalla qualità superiore di alcuni giocatori, e in questo caso a fare la differenza è stato Pogba.

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