Una lunghissima fila di uomini e donne decrepiti pigiano ossessivamente sull’unico tasto della luminosa slot machine che si trovano davanti: sono un’orda di zombie seduti. È un video che molto probabilmente avete visto nelle scorse settimane ma anche una rappresentazione abbastanza esatta dello stato del calcio europeo d’élite al momento. Dirigenze di uomini bianchi pieni di soldi, che continuano a pigiare il tasto in attesa che esca la combinazione giusta. Cliccano per esonerare l’allenatore che non ha fatto abbastanza punti nelle ultime quattordici partite, per mandare in prestito il numero nove per cui avevano speso più di 100 milioni di euro nemmeno sei mesi fa, per spenderne altri 100 per la new sensation del calcio portoghese, questo ventenne argentino che proprio non possono farsi scappare, sembra accarezzare un gatto quando passa la suola sulla palla. Possono continuare a cliccare potenzialmente all’infinito perché i soldi non saranno mai un problema. Le lucine continuano a lampeggiare, le icone dei regali, o delle bombe, o delle mele continuano a roteare per lo schermo. Giocatori, allenatori, dirigenti girano senza sosta, passando da una squadra a un’altra, da un Paese a un altro, a volte anche da un continente all’altro.
Il Bayern Monaco si è fatto convincere dai mal di pancia dei propri giocatori e non può farsi scappare Thomas Tuchel? Click. Julian Nagelsmann, allenatore con cui aveva firmato un contratto da cinque anni e con cui aveva spergiurato di voler costruire un progetto di lungo periodo, viene risucchiato dalla parte bassa dello schermo, mentre da sopra la faccina sorridente di Tuchel finalmente ricompare. Sarà la combinazione giusta per vincere la Champions, per rimettere a posto un campionato inaspettatamente difficile? Click. Le slot machine continuano ad andare a tutta birra. Tutti i grandi club continuano a pigiare. Il Tottenham che ha mandato in burnout Antonio Conte. Il Liverpool che deve pensionare Jurgen Klopp. Il PSG che non può fare altro che deludere le aspettative. Il Real Madrid che ogni anno sente la fine del suo ciclo più vicino. Click, click, click, click.
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