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Come giocava Clarence Seedorf quando era ispirato
06 apr 2020
06 apr 2020
La partita contro il Bayern del 2007 è stato uno suo show personale.
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L’undici aprile 2007 il Milan vola all’Allianz Arena per affrontare il Bayern Monaco nel ritorno dei quarti di finale di Champions League. È un anno strano per i rossoneri, iniziato col preliminare e la penalizzazione causa Calciopoli e chiuso con la vittoria della settima Champions. Dopo aver faticato agli ottavi col Celtic, la squadra di Ancelotti pesca ai quarti un avversario blasonato come il Bayern Monaco.

Neanche i tedeschi, a dire il vero, vivono la loro miglior stagione. Un anno prima di acquistare Ribery hanno ceduto Ballack al Chelsea e a maggio avrebbero consegnato il Meisterschale allo Stoccarda di Khedira e Mario Gomez. Restano comunque tra gli avversari più temibili: nella fase a gironi sconfiggono in casa e poi fermano sul pari a Milano l’Inter (contro cui il Milan perde sempre in campionato, ma la Champions, si sa, ha regole tutte sue). Agli ottavi eliminano il Real Madrid di Capello, poi campione in Liga.

Insomma, l’impresa è ardua, specie dopo il risultato dell’andata a Milano. È una squalifica, quella di Kahn, a mettere per paradosso i tedeschi in posizione di forza: Rensing, il suo sostituto, tiene a galla il Bayern nel 2-2 di San Siro con un paio di miracoli su Ambrosini e Gilardino. Decide il match la doppietta di van Buyten, che firma il pari negli ultimi secondi del recupero. Il Milan ha le spalle al muro, ma può sempre contare sull’intangibile DNA Champions, l’abitudine dei suoi giocatori migliori a interpretare le esigenze della competizione più schizofrenica in assoluto. Su tutti Pippo Inzaghi e Clarence Seedorf, autori dello 0-2 con cui i rossoneri guadagnano le semifinali.

Un centrocampista in ciabatte, nel bene o nel male

L’olandese è il giocatore piùcontroverso dell’ultimo grande Milan. Uno dei centrocampisti tecnicamente più forti della storia, spesso però fischiato dai suoi tifosi. C’entra l’inclinazione a condensare l’impegno negli incontri più decisivi, magari a scapito di qualche partita di Serie A. Soprattutto, è “colpa” del suo modo di stare in campo, del suo rapporto col pallone, a cui non negava alcun lirismo. L’insofferenza di una parte del pubblico nei suoi confronti sarebbe esplosa a settembre 2009, dopo il derby perso 4-0. Sul 2-0 avrebbe dovuto sostituire Gattuso infortunato, ma Seedorf secondo la vulgata era impreparato, ancora in ciabatte (versione smentita dell’olandese). Il cambio tarda ad arrivare, Gattuso si fa espellere e il Milan frana: le ciabatte ancora ai piedi come immagine della calma con cui stava in mezzo al campo, nel bene e nel male.

E in effetti nelle migliori serate di Champions del Milan di Ancelotti Seedorf si trova così a suo agio, così comodo nel contesto della partita che è come se davvero fosse in pantofole nel salotto di casa sua. Nel caso del quarto di finale col Bayern, un capolavoro, un continuo tributo al suo gusta da esteta, indossa anche una di quelle vestaglie da nobile con le iniziali ricamate sul petto.

Ma sotto la superficie delle giocate più appariscenti c’è anche altro: la perfetta gestione di tempi e spazi e la capacità di condizionare alla radice il calcio della squadra di Ancelotti. Per rendere giustizia all’immenso talento di Seedorf ho ricostruito, attraverso le azioni più importanti, la sua partita all’Allianz Arena. Una prestazione sublime, manifesto di un giocatore che, per qualità nello stretto e sotto pressione, sarebbe indispensabile anche in un quarto di finale della Champions League 2020.


I primi minuti

Bayern-Milan non è la classica partita di rimessa delle squadre italiane in trasferta ma non è neanche una prestazione da padroni del campo e del giuoco. Iniziano meglio i tedeschi, schierati con un burocratico 4-4-2. Salihamidzic sostituisce Sagnol, infortunato, da terzino destro. Lell prende il posto di Schweinsteiger, anche lui in infermeria, da esterno sinistro di centrocampo. In mezzo recupera van Bommel, squalificato all’andata per aver fatto il gesto dell’ombrello ai tifosi del Real Madrid. In avanti Makaay fa coppia con Podolski.

Nei primi minuti il centrocampo a tre di Ancelotti (con Gattuso e Ambrosini ai fianchi di Pirlo) fatica a coprire l’ampiezza. Il Bayern schiaccia il Milan con un giro palla veloce da un lato all’altro che attiva le coppie terzino-esterno e genera cross pericolosi verso il secondo palo. Seedorf parte da mezzapunta sinistra dell’albero di Natale, libero di esplorare tutta la trequarti se Kakà si abbassa o agisce da punta. L’olandese però fatica a ricevere. L’avvio dei tedeschi ha intimorito i suoi compagni che non riescono a gestire con serenità il pallone. Pirlo non trova l’imbucata, Ambrosini e Gattuso sono imprecisi e regalano possessi al centrocampo bavarese. Anche i contropiedi, nel tentativo di alleggerire le offensive avversarie, sono frettolosi.


8:06 Protezione palla e scambi corti: il modo in cui Seedorf condiziona i compagni

Seedorf, giocatore del Milan con più imperium, capisce che c’è bisogno di farsi dare palla per tranquillizzare la squadra e mettere in fila una serie di passaggi che costringano il Bayern ad abbassare il baricentro. Solo così il Milan può entrare in partita e creare quei momenti di possesso a ritmi bassi che caratterizzavano il ciclo di Ancelotti.

Oddo batte una rimessa laterale a destra, all’altezza del centrocampo. I compagni più vicini sono marcati e allora Seedorf viene incontro. Quando la palla gli arriva Lahm è appiccicato alla sua schiena; un paio di metri più avanti, alla sua destra, c’è van Bommel, all’inizio piazzato tra Gattuso e Pirlo. Seedorf è il miglior giocatore del Milan nello stretto, un prodigio di fisico e tecnica, in grado di conservare la palla anche in mezzo a tre uomini. Van Bommel fiuta il sangue, ignora Gattuso e Pirlo e scatta verso Seedorf.

Il dieci rossonero non si scompone. La palla gli arriva a mezz’aria e uno stop leggermente orientato in avanti o alla sua destra finirebbe tra i piedi di van Bommel. Così indirizza il primo controllo verso sinistra, per tenere la palla sotto il corpo. Lahm da dietro lo spinge, ma Seedorf trova comunque stabilità grazie al baricentro basso e alla forza erculea delle gambe (e al volume del sedere, tratto distintivo dei migliori giocatori spalle alla porta). Appena dopo il primo controllo tocca un’altra volta di sinistro, in modo da allontanare la palla da Lahm e mettersi in ritmo per il passaggio. Per raddoppiarlo van Bommel si è dimenticato di Gattuso, che riceve da Seedorf un raffinato appoggio d’esterno destro: la tecnica può nobilitare anche le esecuzioni più banali. Grazie al talento di Seedorf sotto pressione, Gattuso ha spazio a sufficienza per trasmettere a Pirlo.

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Il regista allarga a sinistra per Jankulovski e il Bayern è costretto a ritirarsi nella propria metà campo. I rossoneri alzano il baricentro e anche Oddo a destra sale sulla trequarti bavarese. Il giro palla libera l’ex terzino della Lazio per il cross. Il traversone è impreciso, ma per la prima volta il Milan porta tutti gli uomini (tranne Dida e i due centrali) nella metà campo offensiva.

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Dopo l’apertura di Pirlo per Jankulovski il Bayern rientra nella sua metà campo. Entrambi i terzini del Milan si alzano.




14:13 Isco prima di Isco

Alla prima stagione con Ancelotti in panchina il Real Madrid acquista Isco dal Malaga. Lo spagnolo non è un titolare fisso, ma il tecnico di Reggiolo spende belle parole per lui: «In passato ho avuto un giocatore dalle caratteristiche simili a Isco che era Seedorf, centrocampista offensivo che si è sacrificato per giocare tra le linee e in quel momento fu decisivo per il gioco del Milan. Isco può fare altrettanto».

Ricorderemo il malagueño come la chiave di volta del Real Madrid di Zidane, un giocatore capace nella stessa azione di scaricare palla all’altezza del terzino per poi farsela ridare alle spalle del centrocampo avversario. Compiti in effetti simili a quelli di Seedorf nel Milan: rifinitore o mezzala con facoltà di abbassarsi per dare sicurezza al possesso insieme a Pirlo per poi occupare la trequarti e compensare la libertà di movimento di Kakà. È quello che accade al quarto d’ora, in un’azione che dimostra quanto fosse sensato il paragone di Ancelotti.

Jankulovski conduce fino a centrocampo. Ottl, esterno destro del 4-4-2, si stacca per aggredirlo. Seedorf, all’inizio alle spalle del centrocampo bavarese, ne approfitta e si abbassa nella zona liberata dall’uscita del tedesco, sul fianco del mediano Hergreaves, per partecipare al possesso basso. Jankulovski lo raggiunge ma l’olandese non può girarsi perché Hergreaves scivola su di lui, seguito dal terzino Salihamidzic in raddoppio. Allora orienta il controllo all’indietro e restituisce a Jankulovski. Il ceco torna al centro da Maldini e Seedorf allora si alza di nuovo dietro il centrocampo, nel mezzo spazio sinistro, in attesa di ricevere per occuparsi della rifinitura.

Il Milan riprende a girare palla e porta fuori posizione van Bommel. Gattuso imbuca per Kakà nel mezzo spazio destro, ma il brasiliano va troppo incontro al passaggio ed è costretto ad abbassarsi palla al piede: il Bayern ritorna compatto nel suo 4-4-2. Inzaghi però con la minaccia della profondità tiene bassa la difesa che, distante dal centrocampo, lascia un buco nel corridoio centrale. Seedorf individua la crepa e la occupa, compensando la posizione arretrata di Kakà. Il numero dieci offre la linea di passaggio alle spalle dei due mediani. Kakà può giocare a palla scoperta e con un filtrante lo trova tra le linee. L’olandese lascia scorrere e si gira fronte alla porta.

Intanto Oddo sale sulla destra, perché il Bayern sta collassando al centro. Seedorf lo ha visto e quando Lucio si stacca per affrontarlo, col terzo tocco d’esterno in neanche quindici minuti di partita disegna l’apertura per il terzino. La sua intenzione è chiara: allargare per Oddo che ha tanto campo e attaccare l’area in corsa insieme a Inzaghi e Ambrosini. Seedorf ipotizza in anticipo di un paio di tempi di gioco lo sviluppo dell’attacco. Peccato che Inzaghi non abbia la sua visione ad ampio raggio e intercetti l’apertura, agevolando la spazzata di Lucio. L’olandese, irritato, gli indica col braccio che il servizio era per Oddo e non per lui.

Seedorf condizionava il Milan con la tecnica ma anche con le letture dello spazio senza palla. La possibilità di abbassarsi in supporto ai terzini e non stazionare solo sulla trequarti toglieva parecchi problemi a Jankulovski e Oddo, due buchi neri di palle perse in quella partita.




20:10 Lancio millimetrico in profondità per Jankulovski

Dopo una rimessa van Bommel alza un campanile verso la fascia opposta, nella zona di Seedorf , che pressato da Salihamidzic appoggia ad Ambrosini in mezzo. Seedorf non si alza, resta sulla stessa linea dei centrocampisti sia perché dopo la rimessa da trequartista c’è già Gattuso, sia perché, fornendo un appoggio sicuro, vuole invitare i compagni a lasciargli la palla per sviluppare l’azione in prima persona. Gattuso infatti, che raccoglie il passaggio di Ambrosini, scarica al numero dieci.

Salihamidzic intanto non è ancora tornato in posizione: prima che la palla arrivi a Seedorf, Jankulosvki si fionda nello spazio dietro il bosniaco. Seedorf si sistema la palla di sinistro e col collo interno del destro pennella uno swing di quaranta metri che scende perfetto sulla corsa di Jankulovski, alle spalle di Salihamidzic. Il lancio è così preciso che cade sul sinistro del ceco, il suo piede forte, e gli permette senza sforzo di crossare di prima al volo. Purtroppo Inzaghi invece di colpire di testa la prende con la spalla. Dopo i lussuosi appoggi corti, Seedorf inizia a esercitare le sue straordinarie qualità balistiche.


23:18 Affrontare la pressione

Minuto dopo minuto Seedorf si impossessa della partita. Il Milan non domina con continuità ma ci sono sempre più fasi del match in cui controlla il pallone e occupa la metà campo tedesca. L’olandese sta raggiungendo il picco della propria prestazione e inizia a sbattere in faccia agli avversari una superiorità tecnica a tratti imbarazzante.

A metà primo tempo c’è una rimessa laterale per il Milan sulla destra, all’altezza della metà campo. Il Bayern rientra dopo un angolo a favore. Per non perdere tempo batte Kakà, che va da Seedorf vicino al cerchio di centrocampo. L’olandese fa sfilare la palla e controlla d’interno sinistro per girarsi verso il centro. Dalla sua destra però, dalla fascia, arriva a tutta velocità van Bommel, pronto ad affondare il tackle. Seedorf non si scompone, lo ignora, non lo degna neanche di uno sguardo: quando gli arriva addosso ritrae verso di sé il pallone con la suola del destro, così da tagliare fuori il suo intervento. Poi, senza staccare il piede dalla sfera, la tocca ancora con l’interno per indirizzarla in avanti, leggermente verso la fascia, e allontanarsi definitivamente da van Bommel.

È un trick che abbiamo visto fare centinaia di volte a Sergio Busquets, un altro centrocampista cerebrale che, proprio come l’olandese, ama attirare la pressione per batterla con un dribbling. Poi, senza fretta di verticalizzare e ritenendo troppo volgare il passaggio d’interno, appoggia a Gattuso con l’ennesimo tocco d’esterno della serata.


26:43 Il gol: un capolavoro di interpretazione di spazi e tempi

La superbia tecnica di Seedorf in campo e la mano di Ancelotti dalla panchina inclinano la gara dalla parte del Milan. Il tecnico passa al 4-4-1-1 in fase di non possesso, con l’olandese che si abbassa da esterno sinistro di centrocampo; il cambio di modulo impedisce al Bayern di sfruttare l’ampiezza.Al 27’ finalmente arriva il vantaggio.

Nasce tutto da un intercetto di Nesta sulla destra, all’altezza del centrocampo. La palla rotola sui piedi di Kakà. Seedorf inizialmente è a sinistra, sul lato debole tra Salihamidzic e il centrale. Appena Kakà salta Hargreaves e conduce verso il centro Seedorf si stacca dalla linea difensiva e si abbassa al centro della lunetta sul limite dell’area. Kakà lo serve e lui con un perfetto controllo orientato d’interno destro ruota verso la porta.

In un millesimo di secondo Seedorf studia tutti i movimenti degli avversari intorno a sé: il centrale sinistro, van Buyten, gli nega il filtrante su Inzaghi; il centrale destro, Lucio, si stacca per aggredirlo, mentre alle sue spalle da destra sta rientrando di corsa van Bommel. Si ritrova insomma in mezzo a tre avversari, con pochissimo margine di manovra. Seedorf però si è costruito una carriera cercando con razionalità soluzioni dove non sembrava che ce ne fossero. Qui, per esempio il rientro da destra di van Bommel gli toglie la possibilità di spostare palla in orizzontale. Resta però uno spiraglio sul lato di van Buyten: la presenza minacciosa di Inzaghi costringe il difensore ad arretrare e a stringere. Il belga si abbassa rispetto a Lucio e genera un varco in diagonale sulla destra in cui Seedorf può condurre.

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La linea tratteggiata rappresenta il corridoio diagonale individuato da Seedorf grazie ad Inzaghi che trascina verso il basso van Buyten.

Individuato il corridoio libero, resta da scegliere solo il momento giusto in cui sfruttarlo prima che si chiuda. Se lo percorresse subito, van Bommel, che sta tornando proprio da destra, cambierebbe facilmente direzione alla corsa per ingaggiare il contrasto. Seedorf perciò non esegue subito la virata. Resta con la gamba sospesa in aria. La rilascia e sposta la palla verso destra solo quando van Bommel gli arriva alle spalle, quando cioè non può più modificare la corsa per recuperare. In questo modo sterza sul versante opposto rispetto al suo rientro e lo manda fuori strada.

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Il momento esatto in cui van Bommel gli passa alle spalle e allora Seedorf sterza dalla parte opposta, per non dargli più possibilità di recupero.

Portata palla a destra, calcia fortissimo e trafigge Kahn all’angolino basso del secondo palo. I suoi tiri erano potenti anche senza essere caricati. Come nota anche Massimo Mauro in telecronaca, la gamba indietreggia davvero poco prima di colpire il pallone. Con quel passetto laterale Seedorf toglie la sicura e preme sul grilletto. È lo stesso cambio di direzione eseguito due anni prima contro il Manchester Unitedad Old Trafford con cui aveva lasciato sul posto Scholes, in occasione del tiro da cui era nato il gol di Crespo.


30:48 L’assist di tacco per Inzaghi

Il Bayern è alle corde, l’inerzia della gara è tutta dalla parte di Kakà e compagni. Il Milan capisce che è arrivato il momento di chiudere la partita. Jankulovski è in possesso sulla sinistra all’altezza del centrocampo.

La squadra di Hitzfield non è molto ordinata: van Bommel si è alzato su Ambrosini e così in mediana rimane il solo Hargreaves. Per il Milan Kakà si è allargato a sinistra, chiuso da Ottl e Salihamidzic. Seedorf per compensare il suo movimento si posiziona al centro alle spalle di Hergreaves. Inzaghi al solito staziona sulla linea del fuorigioco, tra Lucio e van Buyten. Jankulovski non ha sbocchi sulla fascia e va verso il centro da Gattuso. Hergreaves allora si alza sul numero otto. Appena l’inglese si stacca, Seedorf si sposta nel mezzo spazio destro per dare una linea di passaggio chiara e limpida al centrocampista calabrese. Con una bella intuizione Gattuso di prima gira col piatto su Seedorf.

Van Buyten lo aggredisce alle spalle per non farlo girare. L’olandese però con la coda dell’occhio vede il movimento di Inzaghi. Col difensore dietro che gli impedisce di voltarsi, invece di controllare si sfila verso sinistra per far passare il pallone e di contro balzo, col tacco, innesca lo scatto in profondità di Inzaghi, che per la sesta volta in carriera buca Oliver Kahn. Il portiere tedesco prima della partita lo aveva bollato come uno dei tanti.

Al momento del passaggio Inzaghi è in fuorigioco di pochi centimetri, irrilevanti per la velocità e la precisione con cui arriva al tiro.


57:01 Per una volta, un dribbling minimale

Quello di Seedorf insomma è un calcio voluttuoso, che nell’utilità per la squadra prova sempre a infilare la giocata ad effetto. Non sempre però c’è bisogno di inventarsi numeri da prestigiatore per saltare l’uomo. Delle volte, come abbiamo visto in occasione del primo gol, basta saper attendere il momento giusto e lo spazio per il dribbling si genera da solo.

Da un contrasto aereo a tra Ambrosini e Santa Cruz la palla arriva nel cerchio centrale sui piedi di Inzaghi che, a disagio in quelle zone di campo, consegna subito il possesso a Seedorf. L’olandese si ritrova perpendicolare alla linea di fondo, con le spalle rivolte alla linea laterale. Hargreaves percorre il campo in orizzontale per affrontarlo faccia a faccia. Troppo facile per Seedorf liberarsi di un avversario aggressivo e dalla postura piatta. Orientato in quel modo l’inglese copre solo lo spazio alle sue spalle. Il trequartista del Milan deve giusto aspettare che gli vada addosso. Si intuisce dal linguaggio del corpo: ha il braccio sinistro teso e la gamba destra quasi rigida, pronti a sciogliersi per sterzare sul tackle di Hergreaves. Quando l’avversario è vicino a sufficienza a Seedorf basta un semplice tocco verso la porta per saltarlo senza appello. Il mediano bavarese prova a trattenerlo dalla maglia, ma non può più rimediare alla sua impulsività. Lucio si stacca per impedirgli di avanzare e allora lui scarica in diagonale per Kakà alle sue spalle. Mai sfidare Seedorf con la semplice pressione individuale.


75:17 L’ultimo pallone: filtrante in profondità per Serginho

Nel secondo tempo il Milan abbassa il baricentro e protegge il risultato grazie a un Nesta perfetto nella difesa dell’area. Seedorf intanto cosparge di qualità anche i semplici appoggi con cui partecipa alle transizioni. Dal contributo difensivo dell’Olandese nasce una delle ripartenze più pericolose del Milan.

Lahm porta palla sulla sinistra fino alla trequarti rossonera poi, bloccato da Gattuso, torna al centro da Hergreaves. Il primo controllo del mediano non è felice e la palla schizza dal suo destro in direzione di Ambrosini, che riesce a sporcarla. Seedorf intuisce la possibilità di recuperare il possesso, si lancia in raddoppio e ruba palla al povero Hergreaves che, fuori equilibrio, finisce a terra. Il Milan riparte in campo aperto, situazione in cui il Bayern farebbe meglio a lasciar correre Seedorf e non il pallone. Lucio non lo capisce, stringe sull’olandese e libera lo spazio alle sue spalle dove può sprintare Serginho, entrato nel secondo tempo al posto di Inzaghi. Seedorf non fatica a tracciare un filtrante che affetta la pressione di Lucio e serve il compagno sulla corsa. Il brasiliano prova a raggiungere Kakà di prima ma van Buyten copre bene la linea di passaggio e intercetta. È l’ultima palla della partita di Seedorf, sostituito qualche minuto dopo da Gourcuff. L’ultimo lampo di un’esibizione di talento fuori dal comune.

Sono pochi nella storia della Champions League i centrocampisti col peso specifico dell’olandese. I suoi ascendenti sul Milan erano la tecnica e il carisma di certe giocate. I ricami nello stretto, i numeri fini a sé stessi, ma anche i semplici appoggi corti, erano dei messaggi che trasmetteva ai compagni: un invito a prendere confidenza con la partita, ad affrontare con tranquillità e senza paura gli avversari e il contesto. Seedorf infondeva calma a chi aveva meno talento di lui, lo stesso senso di fiducia che offriva al pubblico da casa quando appariva in TV nei talk show.


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