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Foto di Paolo Bruno/Getty Images
Fondamentali Dario Saltari 5 ottobre 2016 2'

Come è cambiato Strootman

Dopo gli infortuni è un giocatore nuovo.

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Questo pezzo è un adattamento di quello pubblicato originariamente (in inglese) sul blog di Wyscout, che vi consigliamo vivamente di seguire (ci sono anche i nostri autori). 

 

 

Fa strano pensare che questa, per Kevin Strootman, sia la prima stagione da titolare dal 2013/2014. Due anni fa l’olandese era un giocatore molto diverso. I due infortuni ai legamenti crociati del ginocchio gli hanno tolto l’esplosività e la forza fisica del primo anno, lasciando sulla superficie le sue caratteristiche meno evidenti, prima nascoste sotto la sua aggressività innata.

 

Essendo meno dominante nel corpo a corpo sugli avversari (vince 2,33 contrasti ogni 90 minuti, che è una cifra relativamente alta se non fossero solo il 40% di quelli che tenta), Strootman, come le persone che perdono uno dei sensi, sta sviluppando il resto del suo enorme bagaglio tecnico.

 

L’olandese sta diventando ancora più abile nel prevedere le linee di passaggio avversarie. Questo gli permette di staccarsi dalla marcatura a uomo in tempo per intercettare il pallone in avanti, riducendo al minimo le sfide in velocità, e permettendo alla Roma di andare in transizione offensiva.

 

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La previsione delle linee di passaggio, una qualità che manca sia a De Rossi, per dinamismo atletico, che a Nainggolan, per intelligenza tattica, è un’arma fondamentale per la Roma anche qualche metro più indietro. Un centrocampista come Strootman che sa prevedere l’andamento del gioco, infatti, permette alla difesa di accorciare sugli avversari in avanti con la garanzia di avere le spalle coperte da eventuali inserimenti avversari.

 

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Ma soprattutto troppe volte si dimentica che Strootman non intuisce in anticipo solo i movimenti degli avversari ma anche quello dei compagni, rompendo le linee avversarie in verticale per andare, come vuole Spalletti, alle spalle della difesa avversaria. L’olandese in questa stagione effettua 1,89 passaggi chiave ogni 90 minuti, un dato quasi equivalente a quello di Perotti (1,91).

 

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Un esempio particolarmente luminoso della capacità dell’olandese di vedere e creare il gioco ci viene anche dall’ultima partita contro l’Inter. In questo caso, Strootman di esterno sinistro serve sulla corsa Bruno Peres, che sta attaccando lo spazio liberato dal movimento incontro di Perotti.

 

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Lo Strootman che c’è stato restituito quest’anno, dopo due anni di purgatorio, è un giocatore meno fisico ma più completo, funzionale al gioco di Spalletti come nessuno degli altri centrocampisti a disposizione.

 

 

Tags : Kevin Strootmanromaserie a 2016/17

Dario Saltari è uno degli scrittori che curano L'Ultimo Uomo e Fenomeno. Sulla carta, ha scritto di sport per Einaudi e Baldini+Castoldi.

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