Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Fabio Barcellona
Come cambia la Juventus con Douglas Costa
12 lug 2017
12 lug 2017
La scelta del brasiliano si spiega anche con l'evoluzione tattica di Allegri.
(di)
Fabio Barcellona
(foto)
Dark mode
(ON)

Douglas Costa è a Torino per le visite mediche, prima di firmare il contratto che lo legherà alla Juventus per le prossime stagioni. Si parla di un prestito pagato 6 milioni di euro e di un diritto di riscatto fissato a 40 milioni, e anche a fronte di un esborso economico così grande è giusto chiedersi: perché la Juve ha scelto

? La ragione d’essere potrebbe risiedere nella natura del 4-2-3-1 adottato da Massimiliano Allegri nella seconda parte della passata stagione, la cui identità dipende in buona parte dalle caratteristiche dei tre uomini alle spalle della prima punta.

 

Semplificando il più possibile, si può dire che il modulo può essere interpretato con tre trequartisti che giocano tra le linee e negli half-spaces avversari; oppure, in alternativa, con due calciatori abili a giocare esternamente, in aggiunta a un altro che, partendo da dietro il centravanti, è in grado di affiancarlo occupando dinamicamente il fronte d’attacco. Tra i due estremi, ovviamente, ci sono molte soluzioni intermedie.
Il 4-2-3-1 con cui la Juventus ha affrontato con successo la seconda metà della scorsa stagione, tuttavia, nascondeva peculiarità e contraddizioni che la dirigenza bianconera pare voler affrontare in sede di calciomercato.

 


La principale contraddizione del 4-2-3-1 bianconero è stata l’adozione del modulo a dispetto dello scarso numero di giocatori in rosa in grado di occupare i 4 ruoli offensivi. Allegri aveva a disposizione 5 giocatori in tutto - Higuain, Dybala, Pjaca, Cuadrado e Mandzukic – e l’infortunio di marzo di Pjaca ha ulteriormente ridotto la sua possibilità di scelta. Per questo oltre a Dani Alves come esterni offensivi sono stati impiegati anche Sturaro e persino Lichtsteiner.
La peculiarità del 4-2-3-1 di Allegri si è concentrata principalmente nella caratteristiche dei 2 esterni titolari. A destra, fino all’avanzamento di Dani Alves, il titolare è stato Juan Cuadrado, un purissimo giocatore di fascia in grado di dare il meglio di sé con i piedi sulla linea laterale e poco abile, invece, nelle ricezioni tra le linee.

 

Sulla fascia opposta, la conversione in esterno sinistro di Mandzukic ha di fatto specializzato la corsia sinistra dell’attacco bianconero in determinate fasi di gioco. Il croato ha garantito un costante predominio fisico sugli esterni difensivi avversari, da sfruttare per le finalizzazioni all’interno dell’area di rigore e per risalire il campo in maniera rapida e diretta per mezzo di palle alte.

 

La mancanza di brillantezza e velocità con la palla tra i piedi di Mandzukic, però, ha sbilanciato il contributo delle due fasce alla costruzione della manovra. Di fatto, con due esterni dalle caratteristiche così peculiari, l’onere del gioco bianconero tra le linee è ricaduto quasi integralmente su Paulo Dybala, che ha potuto assecondare la propria tendenza a ricevere nella zona di centro-destra per le maggiori possibilità di dialogo tecnico con i compagni su quel lato, Dani Alves e Cuadrado.
L’evoluzione del 4-2-3-1 bianconero richiedeva quindi, oltre a un incremento numerico dei giocatori offensivi, un arricchimento della capacità di giocare tra le linee e delle possibilità, anche sulla fascia sinistra, di giocare con rapidità e tecnica, dando un’alternativa tattica alla dimensione fisica fornita da Mandzukic. L’acquisto di Douglas Costa sembra arrivare proprio per rispondere a questo tipo di esigenze.

 


Nato come trequartista nel Gremio, per le sue straordinarie doti atletiche è stato trasformato in giocatore esterno da Mircea Lucescu nel suo lungo periodo in Ucraina allo Shakhtar Donetsk. Douglas Costa è un calciatore dal fisico compatto, dotato in eguale misura di esplosività ed elasticità. L’atletismo, coniugato alle doti tecniche, gli consentono di esprimere potenza sul breve, partendo da fermo, e di cambiare con decisione ritmo e direzione di corsa quando sviluppa la sua velocità in spazi più ampi.

 

È un mancino naturale ed esprime il meglio delle sue qualità nella conduzione palla e nel dribbling: in questi fondamentali riesce a mettere assieme in maniera estremamente efficiente la sensibilità tecnica del suo piede e le qualità atletiche delle sue gambe. L’anno scorso è stato il giocatore del Bayern Monaco con più dribbling tentati (6.3 ogni 90 minuti), più di due specialisti come Robben e Ribery, con percentuale di successo del 60%, pari a quella dell’olandese e superiore a quella del francese.

 



 

Pur esprimendo più potenza che estro, talvolta i dribbling di Douglas Costa non mancano di trick ricercati.


 

Douglas Costa riesce a giocare su entrambe la fasce e, sia a destra che a sinistra, può dribblare potenzialmente in ogni direzione, sia verso l’esterno che entrando dentro il campo.

 

A sinistra preferisce dribblare sull’esterno e disegnare giocate da ala pura, saltando il terzino e

, mentre a destra sono più frequenti dribbling verso l’interno portano alla conclusione o al passaggio filtrante.

 


La mappa dei suoi dribbling (elaborata da Wyscout) è equamente divisa tra le due fasce. A sinistra tende ad andare verso il fondo, a destra ad entrare dentro il campo.


 

Nonostante sia un calciatore che per caratteristiche può essere considerato un esterno offensivo di stampo classico, Douglas Costa è capace anche di giocare dentro il campo, trovando lo spazio per la ricezione e utilizzando la sua esplosività per trasmettere in avanti la superiorità posizionale generata dalla ricezione tra le linee.

 



 

Qui Douglas Costa riceve tra le linee e, superando il difensore che lo affronta, sposta più avanti la superiorità posizionale della sua squadra. Il contributo di Guardiola allo sviluppo del gioco interno di Douglas Costa è stato fondamentale.


 

La sua abilità nel dribbling e nella conduzione della palla mostra un lato oscuro nella scarsa capacità di giocare velocemente il pallone. Douglas Costa ferma quasi sempre la palla e tende a mettersi in movimento in prima persona prima di pensare a fare progredire l’azione tramite un passaggio.

 

I suoi numeri restituiscono un calciatore più abile negli assist che nella finalizzazione: sia allo Shakhtar Donetsk che al Bayern Monaco ha effettuato più assist che gol. Nell’anno in cui è stato allenato da Guardiola, Douglas Costa è stato il giocatore del Bayern Monaco che ha realizzato più assist in Bundesliga.

 



La mappa della zona di partenza dei passaggi chiave di Douglas Costa evidenzia come i suoi cross dal fondo dal lato sinistro del campo siano molto efficaci.


 

I gol non sono troppi e generalmente provenienti da tiri da fuori area, grazie a un tiro particolarmente potente e in grado di assumere traiettorie imprevedibili, calciando sia da fermo che in corsa. Circa il 70% delle sue conclusioni sono da fuori area, il che mostra una scarsa tendenza a chiudere le azioni accompagnando dentro l’area la manovra dei compagni di squadra.

 

I movimenti senza palla sono piuttosto vari: può ricevere la palla da fermo sulla linea laterale, sia sul lato forte che, in isolamento, sul lato debole, ma è in grado anche di ricevere dinamicamente tagliando in mezzo o attaccando la profondità dall'esterno. Può giocare con efficacia sia in spazi più chiusi, dove sfrutta la sua esplosività sul breve, che in spazi più ampi, in cui può esprimere la sua velocità su medie distanze e il suo controllo di palla in corsa.

 



 

I gol di Douglas Costa somigliano un po’ tutti a questo.


 


La presenza di Douglas Costa regalerà nuove dimensioni al 4-2-3-1, ammesso che resti il modulo di riferimento della Juventus anche nella prossima stagione. A differenza di Mandzukic, il brasiliano è in grado di giocare sull’esterno e di rendersi pericoloso palla al piede puntando i terzini avversari. L’ipotetica catena di sinistra con Alex Sandro è un concentrato di tecnica e potenza difficilmente riscontrabile anche tra le migliori squadre di Europa. La velocità palla al piede di Douglas Costa sarà funzionale sì negli spazi stretti, ma aumenterà anche l’efficacia della Juventus nel risalire in velocità nelle ripartenze.

 

La qualità del gioco interno del brasiliano è di certo superiore a quella di Mandzukic e Cuadrado e aiuterà la Juventus a sviluppare il gioco tra le linee, oltre che la pericolosità nelle conclusioni dalla distanza. Non bisogna poi dimenticare che Costa può essere impiegato su entrambe le fasce regalando ulteriore flessibilità numerica e tattica ai bianconeri.

 

Forse, pensando alla qualità dei suoi assist dall’esterno, si potrebbe pensare anche a un nuovo impiego di Mandzukic al centro dell’area di rigore, sia partendo da posizione defilata che come attaccante di ruolo.

 

Se all’acquisto di Douglas Costa si aggiunge la ricerca, che pare certa, di Federico Bernardeschi, sembra chiaro che la Juventus voglia aggiungere alla rosa giocatori offensivi che, pur con caratteristiche diverse, possano giocare nella linea offensiva alle spalle del centravanti, esprimendo sia un gioco esterno che uno tra le linee. Insomma, la Juventus vuole aumentare la qualità tecnica alle spalle di Higuain, ampliare lo spettro delle soluzioni di gioco offensive e incrementare la presenza tra le linee.

 

Se davvero i bianconeri riusciranno nell’intento, a beneficiarne potrebbe essere non solo la qualità e l’imprevedibilità del gioco offensivo, ma anche direttamente Paulo Dybala, che sgravato parzialmente del lavoro di raccordo e negli half-spaces potrebbe essere avvicinato ad Higuain e all’area avversaria, traendone vantaggi in prima persona e per il compagno di reparto.

 

Il progetto tecnico che la dirigenza juventina sembra portare avanti in questo calciomercato, iniziando dall’acquisto di Douglas Costa, costituisce in un certo senso un’ulteriore evoluzione del passaggio tattico effettuato da Allegri 6 mesi fa: quando l’adozione del 4-2-3-1 sancì, più che un cambio di modulo, la transizione a un calcio che senza rinunciare all’attenzione nel controllo degli spazi pone maggiormente l’attenzione al possesso palla e alle qualità tecniche dei calciatori.

 

 

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura