
Dalla prossima stagione cambierà la ripartizione del montepremi destinato alle 32 squadre partecipanti alla Champions League. Le novità - alcune già comunicate ufficialmente dalla UEFA, altre riportate in via ufficiosa da organi di informazione affidabili – sono in parte già note, ma rimangono divergenti le opinioni di appassionati e addetti ai lavori sull’impatto che queste variazioni avranno sui ricavi dei club italiani. Proveremo a sciogliere questo dubbio a partire dai dati conosciuti e calcolando una prima stima dei premi destinati alle nostre quattro rappresentanti.
I cambiamenti rispetto alla scorsa stagione sono stati perfettamente sintetizzati in un recente articolo di Calcio & Finanza che prende come riferimento un approfondimento pubblicato sull’edizione cartacea della Gazzetta dello Sport. Le voci importanti per i nostri calcoli sono cinque: il montepremi, i premi di partecipazione, il market pool, i premi da risultati stagionali e i premi da ranking storico.
I cambiamenti nei premi esistenti
Il montepremi deve ancora essere confermato ufficialmente dalla UEFA, ma le fonti di informazione ipotizzano un aumento rispetto alla scorsa stagione di circa mezzo miliardo di euro. Si dovrebbe passare dagli 1,4 miliardi del 2017/18 agli 1,9 del 2018/19, grazie all’aumento del valore dei diritti televisivi della competizione. Il tutto è generato dalla nuova ripartizione dei posti per nazioni che prevede un maggior numero di club provenienti dei campionati più seguiti. I primi quattro del ranking, cioè quello spagnolo, inglese, tedesco e italiano, avranno quattro squadre direttamente nella fase a gironi, senza quindi dover passare per i preliminari. Contemporaneamente, scendono da cinque a due i club dei campionati minori che avranno accesso alla competizione tramite i preliminari.
Con la nuova distribuzione, la percentuale destinata al premio di partecipazione scenderà dal 32% al 25%, ma, in conseguenza della crescita del montepremi totale, la cifra nominale in realtà aumenterà, passando da 12,7 a 15 milioni per ciascuno dei 32 club qualificati alla fase a gironi.
L’impatto del market pool, invece, sarà molto meno rilevante che in passato. La percentuale destinata a questa voce calerà dal 40% al 15%. Non è del tutto vero, però, che l’aumento del numero delle squadre italiane ai gironi (passate da un massimo di tre a quattro certe) penalizza le prime tre del campionato, che fino all’anno scorso non dovevano dividere l’introito proveniente da questa voce con la quarta, perché quanto perso in questa voce viene recuperato nelle altre.
Se manteniamo per ipotesi fissa la percentuale di market pool destinata alle squadre italiane nel loro complesso, il totale di ricavi da market pool per l’Italia dovrebbe scendere da 110 a 65 milioni. Come nel triennio precedente, metà di questa cifra verrà distribuita in ragione del piazzamento in campionato: quest’anno, con tre squadre qualificate ai gironi, la ripartizione percentuale di questa metà è stata del 50% per la prima classificata, del 35% per la seconda e del 15% per la terza; nella prossima stagione, invece, con quattro squadre qualificate, la ripartizione sarà 40-30-20-10 anche nel caso di eventuale vittoria della Champions League da parte della Roma e di quinto posto in campionato dei giallorossi. Questa parte del market pool viene divisa esclusivamente fra le squadre piazzate nei primi quattro posti in campionato e non viene spartita con le eventuali altre qualificate grazie al successo in una delle due coppe europee.
Confermato il criterio di ripartizione dell’altra metà, con il totale a disposizione delle squadre suddiviso fra i club in proporzione al numero di partite disputate (quest’anno, fotografando la situazione al momento e quindi ipotizzando per la Roma uno stop in semifinale, i giallorossi avrebbero disputato 12 partite e avrà 12/28 del totale, la Juventus ha disputato 10 partite e avrebbe il 10/28 del totale; il Napoli, che invece ne ha disputate 6, avrebbe 6/28 del totale). L’introito minimo garantito per le italiane (definendo come “minimo garantito” della seconda metà la cifra che incasserebbe una squadra se venisse eliminata nella fase a gironi e contemporaneamente le altre tre italiane riuscissero ad andare più avanti possibile nella competizione) passa quindi da 38,2 a 17,4 milioni per la prima del campionato 2017/18, da 29,8 a 14,2 per la seconda, da 18,7 a 10,9 per la terza e da 0 a 7,7 per la quarta.
I premi da risultati, invece, aumentano sia in percentuale, dal 28 al 30%, sia in termini assoluti. Vincendo tutte le partite della fase a gironi e aggiudicandosi la Champions League sarà possibile incassare per questa voce un totale di 67,2 milioni contro i 44,5 di quest’anno.

Foto di Matthias Hangst / Getty Images.
I nuovi premi
Ma la vera novità sono i premi da ranking storico, che incideranno pesantemente sul conteggio finale, visto che la loro incidenza percentuale passa da 0 a 30%. Il ranking storico è un nuovo valore, creato appositamente per essere utilizzato nella distribuzione del montepremi dalla prossima stagione. Non parliamo quindi del ranking UEFA, che continuerà ad essere utilizzato per la costruzione delle fasce di sorteggio.
Non abbiamo ancora comunicazione ufficiali riguardo questa novità ma nella stima di questa voce ci vengono in aiuto due fonti. La prima è la Gazzetta dello Sport che indica in 528 i milioni destinati al ranking storico, con una suddivisione che premierà con 32 milioni la squadra prima nel ranking, e poi a scalare di un milione per ogni posizione, fino ad arrivare alla cifra di 1 milione, per l’ultima squadra in classifica. La seconda è l’ottimo sito web curato da Bert Kassies, che ha applicato i criteri presentati dalla UEFA per calcolare questo ranking e presentarne la classifica completa, aggiornata a ogni serata di coppe. Come indica quest’ultima fonte, le prime dieci colonne contengono i punteggi conquistati con i risultati sul campo nelle ultime dieci stagioni europee dalle varie squadre, mentre l’undicesima (i cosiddetti “Title points”) è dedicata al modificatore ideato dalla UEFA per premiare i club che hanno vinto le coppe europee, con un peso crescente per i successi ottenuti più di recente.
Nonostante ciò, la suddivisione della UEFA tende comunque a privilegiare i club più di successo in Europa nelle ultime stagioni. L’esempio più evidente è il confronto fra Milan e Manchester City: i rossoneri sono la terza squadra nella graduatoria dei “Title Points” dietro a Real Madrid e Barcellona, ma si ritrovano comunque dietro ai “Citizens”, che negli ultimi dieci anni hanno conquistato molti più vittorie europee dei rossoneri.
Se si qualificassero tutte le migliori squadre possibili in base a questo ranking, ed escludendo quelle sotto il quarto posto nella classifica del proprio campionato (è il caso del Liverpool, attualmente preceduto da Manchester United, Chelsea, Arsenal e Manchester City), oggi la Juventus occuperebbe il settimo posto (equivalente ad un premio di 26 milioni), il Milan il quindicesimo (18 milioni), l’Inter il ventunesimo (12 milioni), il Napoli il venticinquesimo (8 milioni), la Roma in caso di qualificazione e quindi con una delle quattro connazionali citate in precedenza fuori dalla Champions il ventisettesimo (6 milioni), la Fiorentina il trentesimo (3 milioni) e la Lazio l’ultimo (1 milione). In caso di vittoria nella Champions League 2017/18 la Roma potrebbe migliorare la sua posizione in classifica fino a sorpassare il Napoli.
Costruendo il gruppo delle 32 partecipanti alla prossima edizione in maniera più realistica, sulla base delle classifiche attuali dei vari campionati, però, le cose cambierebbero molto. La Juventus, grazie alla mancata qualificazione del Chelsea, si troverebbe al momento al sesto posto (27 milioni), il Napoli al ventunesimo (12 milioni), la Roma al ventitreesimo (10 milioni) e la Lazio al ventiseiesimo (7 milioni). Nel caso in cui si dovesse qualificare una delle due milanesi, invece, l’Inter si inserirebbe al diciassettesimo posto (16 milioni) e il Milan al dodicesimo (21 milioni).

La somma fa il totale
Sommando le singole voci è ora possibile confrontare il minimo garantito che era a disposizione delle italiane nell’edizione 2017/18 con quello che verrà elargito nella prossima stagione. Questi valori rappresentano già una base sicura per i club italiani, perché sono indipendenti dai risultati che le squadre otterranno poi sul campo e rappresentano quindi una sicura entrata di bilancio.
La vincitrice del campionato di Serie A passa quindi da un minimo garantito di 50,9 milioni (12,7 di premio partecipazione e 38,2 di market pool) a uno di 32,4 milioni (15 di premio di partecipazione e 17,4 di market pool) al quale aggiungere il premio del ranking storico che, come abbiamo visto, varia da squadra a squadra. La seconda classificata passerebbe invece da 42,5 milioni a 29,2 milioni (sempre al netto del premio per il ranking storico). La terza l’anno scorso era certa di incassare di base 31,4 milioni, con la nuova distribuzione otterrà 25,9 milioni più il premio del ranking storico. La quarta ha ovviamente il guadagno maggiore passando dalla mancata qualificazione del 2017/18 ai 22,7 milioni più il premio del ranking storico nella prossima stagione.
Se dovesse vincere lo Scudetto, quindi, la Juventus avrebbe un notevole guadagno, quantificabile in circa 10 milioni di euro (il club torinese aggiungerebbe i 27 milioni di euro provenienti del ranking storico ai 32,4 milioni di base, arrivando a sfiorare i 60 milioni di minimo garantito), e in futuro la vittoria del campionato favorirebbe in linea teorica anche il Milan mentre comporterebbe una diminuzione dei soldi certi incassabili per le altre squadre.
Il minimo garantito, con inclusi i premi derivanti dal ranking storico per il secondo posto, sarebbe invece più favorevole rispetto a quest’anno per la Juventus e le due milanesi, quasi equivalente per il Napoli e sfavorevole (in misura però inferiore rispetto a quanto visto per il primo posto) per le altre, mentre il terzo posto a meno di casi limite avrebbe un montepremi migliorativo rispetto al passato per tutte le italiane.
Per valutare l’incidenza dei premi stagionali, invece, sarebbe troppo lungo e complicato contemplare tutti i casi possibili, mentre potrebbe essere utile proiettare nella prossima stagione per Juventus, Roma e Napoli lo stesso cammino europeo del 2017/18 per capire cosa cambierebbe in termini di montepremi incassato. Per forza di cose, però, dobbiamo mantenere fissa l’ipotesi di base relativa ai piazzamenti al termine della stagione 2016/17 (Juventus prima, Roma seconda e Napoli terzo, inserendo un’ipotetica quarta squadra nella prossima stagione per il calcolo del market pool, prevedendo per essa una precoce eliminazione nella fase a gironi (cioè lo scenario più vicino possibile alla “non partecipazione” di quest’anno). Per il ranking storico della prossima edizione, infine, manteniamo l’ipotesi precedente, relativa alla situazione attuale nei vari campionati europei.
In questa stagione, ipotizzando sempre per semplicità la Roma fermata in semifinale, la Juventus conquisterebbe 79,1 milioni (12,7 di premio di partecipazione, 48,4 di market pool e 18 di premi stagionali), la Roma 81,2 milioni (12,7 di premio di partecipazione, 43 di market pool, 25,5 di premi stagionali) e il Napoli 35,8 milioni (12,7 di premio di partecipazione, 20,1 di market pool, 3 di premi stagionali). Con la nuova distribuzione gli stessi risultati porterebbero alla Juventus 94,5 milioni (15 di premio di partecipazione, 22,6 di market pool, 29,9 di premi stagionali e 27 di ranking storico), alla Roma 88,2 milioni (15 di premio di partecipazione, 21,3 di market pool, 41,9 di premi stagionali, 10 di ranking storico) e al Napoli 44,6 milioni (15 di premio di partecipazione, 12,2 di market pool, 5,4 di premi stagionali, 12 di ranking storico). Per tutte e tre le squadre ci sarebbe quindi un miglioramento, favorito principalmente per la Juventus dal ranking storico, per la Roma dai premi stagionali e per il Napoli dalla migliore distribuzione per chi si piazza al terzo posto oltre che dai milioni in più incassati come premio di partecipazione e premi stagionali.
La nuova distribuzione dei premi della Champions League, quindi, sembra portare molti più vantaggi che svantaggi alle squadre italiane. La Juventus e le due milanesi sono aiutate soprattutto dal ranking storico: il Milan, nell’ipotesi teorica di quarto posto, avrebbe un minimo garantito di 42,7 milioni contro i 42,5 milioni a disposizione della seconda classificata fino a quest’anno; mentre l’Inter conquisterebbe con lo stesso piazzamento poco meno di 40 milioni, mentre fino a oggi il terzo posto ne garantiva poco più di 30 e solo in caso di superamento dei playoff. Le altre, invece, potranno sfruttare l’aumento del montepremi totale, che nella maggior parte dei casi compenserà la diminuzione dei premi derivanti dal piazzamento nei primi due posti della Serie A. In ogni caso, quindi, le probabilità per le italiane di guadagnarci rispetto alla vecchia distribuzione sono molto elevate.