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Michele Serra
Com'è andato il mercato in NFL
14 apr 2022
14 apr 2022
Le migliori scelte e le strategie che hanno cambiato la lega di football.
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Michele Serra
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Prima una edizione di playoff decisamente divertente - con l’assurdo weekend del Divisional Round in testa - adesso il mercato. Non stiamo parlando tanto della free agency, il momento dell’anno in cui i giocatori senza contratto possono accordarsi con il miglior offerente, quanto del vortice di trade avvenute nell’ultimo mese. Il giorno della trade deadline NFL non ha mai avuto, storicamente, la mistica che ha, per esempio, in NBA, dove tutti si aspettano il grande colpo. Quello che è successo in quest’ultimo periodo, però, ha dell’incredibile: la NFL 2022 sarà molto, molto diversa da quella che si è conclusa quasi due mesi fa e la squadra campione potrebbe avere qualche responsabilità a riguardo.


 

Sulla scia dei Rams


F**k them picks è diventato il mantra dei tifosi Rams, immortalato anche su tante t-shirt viste alla parata per il titolo. Si tratta di una falsa citazione attribuita al GM Les Snead e mutuata da una, vera, di Michael Jordan (F**k them kids, di cui non mi dilungo a spiegare le origini perché c’è già chi l’ha fatto per me). Il perché è presto detto; negli anni di McVay, Los Angeles non ha mai lesinato quando c’era da spendere scelte al draft in cambio di giocatori pronti per vincere: Jalen Ramsey, Marcus Peters, Matthew Stafford e Von Miller sono i nomi più famosi, ma non certo gli unici. Le scommesse fatte nell’ultima stagione - in particolare quella su Stafford - hanno pagato dividendi. Ecco quindi che Denver, Cleveland e Indianapolis, tre squadre borderline playoff, hanno deciso anch’esse di premere il pulsante rosso e modificare i propri attacchi con un solo giocatore, in grado però di stravolgere tutto l’ecosistema offensivo: il quarterback.


 

La trade per Russell Wilson ha colto tutti di sorpresa, ma non si può dire che sia arrivata dal nulla. Erano anni che i Broncos cercavano risposte concrete in questo ruolo del campo, che non ha avuto qualità - e, di conseguenza, nemmeno stabilità - dalla stagione 2015, l’ultima di Manning.


 

Dopo anni di scelte sbagliate al draft e di toppe peggio dei buchi, Denver è andata all-in su uno dei migliori quarterback della Lega, pagandolo due prime scelte (al draft 2022 e 2023), due seconde (’22 e ’23) e una quinta (’22), più tre giocatori: il tight end Noah Fant, il defensive tackle Shelby Harris e il QB Drew Lock. Wilson era forse il più raggiungibile tra i grandi quarterback, poiché incastrato in una situazione, quella di Seattle, ormai immobile da anni. Dopo essere stati la squadra più costante della NFC per anni proprio grazie a Wilson e a una difesa storicamente valida, la squadra di Pete Carroll stava vivendo da tempo un'aurea mediocritas inquietante, acuita dalla mancanza di scelte al primo giro come conseguenza della trade (ormai fallita) per la safety Jamal Adams.


 

Lo stesso Wilson era imbrigliato in un sistema offensivo che dava eccessiva priorità alle corse, nonostante il carosello di running back passati in questi anni per l’estremo ovest degli Stati Uniti e una linea offensiva inadeguata; tra il 2021 e il 2018 (ad eccezione della stagione 2020), Seattle è finita rispettivamente 12esima, sesta e prima nella Lega per numero di corse effettuate. Lo scambio per Wilson ha certificato la fine di un’era, e lo stesso si può dire (seppur in maniera simbolica) del taglio del linebacker sei volte All-Pro Bobby Wagner.


 

Dall’altro lato della barricata, a Denver sono convinti che un grande quarterback fosse il pezzo mancante per competere ad alti livelli. L’attacco non manca di playmaker, in primo luogo il duo di ricevitori Courtland Sutton-Jerry Jeudy: il primo dovrebbe ricoprire il ruolo di DK Metcalf per la prestanza fisica, la capacità di allargare il campo e vincere palloni contestati grazie al fisico, mentre il secondo dovrebbe fare le veci di Tyler Lockett per la sua abilità nel correre le tracce.


 

La capacità di improvvisazione e quella di lanciare in corsa aggiungono sicuramente una pericolosità che l’attacco aereo di Denver non ha da anni, come testimoniano le 9.9 yard di media per passaggio tentato fatte registrare da Russ nella scorsa stagione, miglior dato in NFL.


 

A Javonte Williams, invece, andranno le chiavi del backfield dopo un’ottima stagione passata a condividere il ruolo con Melvin Gordon, ora free agent: Williams ha terminato l’annata 2021 come il secondo running back più elusivo della Lega (63 placcaggi rotti) dietro Jonathan Taylor dei Colts. La o-line ha fatto un passo indietro rispetto alla stagione 2020 e ripartirà da Garrett Bolles - sperando che ritrovi la forma che lo ha portato ad entrare nella seconda squadra All-Pro due stagioni fa - i flash mostrati dal rookie Quinn Meinerz.


 

L’ex numero 3 di Seattle ha 33 anni e una durabilità fisica invidiabile, avendo saltato due sole gare in carriera per infortunio, tutte lo scorso anno. L’all-in dei Broncos è più che comprensibile, vista la loro storia recente: di lì a poco, altre due squadre li hanno imitati. Stiamo parlando di Cleveland e Indianapolis.


 

Molto inaspettatamente, i Browns si sono rivelati la destinazione prediletta di Deshaun Watson, in uscita dagli Houston Texans. La situazione di Watson, uno dei migliori quarterback della Lega per rendimento ed età (ha solo 26 anni), è estremamente delicata. L’ex giocatore di Houston ha saltato l’intera stagione 2021 per via delle indagini che lo coinvolgono attorno ad una pessima storia (anzi, 22 pessime storie) di molestie sessuali. Il grand jury di Brazoria County, Houston, lo ha giudicato innocente, ma Watson dovrà affrontare ancora 22 cause civili ed è a rischio sospensione da parte della NFL. Questo, però non ha fermato Cleveland, che ha seguito per mesi l’evolversi della situazione da molto vicino, arrivando addirittura ad assoldare un investigatore privato: da qui, la firma di Watson per 5 anni a 230 milioni, tutti garantiti.


 

La situazione di Matt Ryan, invece, è più convenzionale. Dopo la trade di Carson Wentz ai Washington Commanders, la squadra era alla ricerca di un quarterback; dopo aver vagliato i nomi di Baker Mayfield e Jimmy Garoppolo, si è aperta la possibilità di portare a Indianapolis Matt Ryan, alla ricerca di una nuova avventura fuori da Atlanta. Per la modica (e irreale) cifra di una terza scelta, Ryan si è così accasato in AFC. L’aspetto più assurdo di questa trade riguarda l’aspetto monetario dal punto di vista dei Falcons; la squadra della Georgia, infatti, sarà costretta a pagare ben 40.5 milioni, precedentemente garantiti, a Matt Ryan. Tra i dead money di Ryan, quelli di Julio Jones e Dante Fowler, Atlanta sarà costretta a pagare oltre 61 milioni a giocatori che non sono più a roster. Tutto ciò, unito alla squalifica di un anno comminata al wide receiver Calvin Ridley per scommesse illegali, getta un’ombra sulla stagione 2022 della franchigia che appare ormai segnata.


 

Da un punto di vista tecnico, Watson e Ryan si sono accasati in due delle squadre col miglior running game della Lega. Deshaun Watson arriva nella squadra con la linea offensiva migliore della NFL, a testimonianza di quanto appena detto, e con la miglior coppia di running back in Nick Chubb e Kareem Hunt. Con Kevin Stefanski, i Browns sono tornati ai playoff con ampie dosi di play action e un attacco West Coast prettamente orizzontale. Lo scorso anno, invece, la play action è stata progressivamente abbandonata, ma in Watson i Browns potrebbero trovare un’arma estremamente pericolosa in situazioni di RPO (Run-Pass Option) grazie al suo grande atletismo. Costringere le difese a scegliere tra una corsa di uno qualunque dei due running back e un freak atletico come Watson - che non ha mai lontanamente giocato con corridori del genere - sarà un compito sulla carta estremamente probante.


 

Per quanto riguarda Matt Ryan, l’MVP della stagione 2016 non avrà il braccio di qualche anno fa, ma arriverà in un sistema, quello dei Colts, che prevede un’ampia dose di corse e di play action, aspetto di cui Ryan è già cintura nera dagli anni con Shanahan. Jonathan Taylor è probabilmente il miglior running back con cui Matty Ice abbia mai giocato, e Indianapolis ha finito la scorsa stagione con la terza percentuale più alta (48%) di corse in proporzione agli snap offensivi.


 

Questo ha permesso a coach Frank Reich di installare un gioco di base piuttosto orizzontale ma con la licenza di sparare a fondo campo, aiutandosi, per l’appunto con la play action: nella scorsa stagione, Carson Wentz ha tentato 144 passaggi in questo modo (quarto dato più alto), mentre Ryan 131 (sesto).


 


 

 

Nella prima clip, Indianapolis usa lo Yankee concept, una combinazione di deep post (quella corsa da Pascal, che riceve) e una deep cross: si tratta di uno schema che Ryan conosce bene, avendolo usato tante volte con profitto con Julio Jones come destinatario. Il secondo, invece, è il dagger concept, combo di dig e post, estremamente indicato contro un’unica safety alta che viene costretta a fare una scelta: chi riceve meno attenzioni, sarà il destinatario del bersaglio.


 

Ryan non avrà il braccio dei tempi d’oro, ma ha pur sempre aiutato Kyle Pitts a guadagnare oltre 1000 yard nella sua stagione da rookie, primo tight end a riuscirci dai tempi del leggendario Mike Ditka (1961).


 

Non i soliti Chargers


Vi ricordate quando, nel video di presentazione sui social, Antonio Conte disse a Steven Zhang “no more pazza Inter”? Ecco, questo è più o meno quello che Brandon Staley, head coach dei Chargers, sta provando a fare. La sua prima stagione alla guida di L.A. è stata di luci e ombre; sul lato difensivo della palla più ombre che luci per la verità, a causa di una pessima difesa su corsa (terzultima in NFL per DVOA) e di una secondaria con ottimi titolari ma totalmente scarna di alternative. Se la prima tessera del domino a cadere è stata l’arrivo di Russell Wilson, quelli di Khalil Mack - via trade - e di JC Jackson - via free agency - sono state la diretta conseguenza.


 

Mack è una vecchia conoscenza di Staley, che lo ha allenato nel 2018 quando l’attuale allenatore dei Chargers era linebacker coach ai Bears. Quello fu il primo anno di Mack ai Bears e forse il migliore della carriera, culminato anche con la selezione nella prima squadra All-Pro. In uno dei video creati ad hoc dalla (eccellente) pagina social dei Chargers, si vede Staley citare ben 16 volte Khalil Mack nelle conferenze stampa relative alla scorsa stagione: un numero enorme per un giocatore di un’altra squadra che, tra l’altro, non si è mai scontrata con i Chargers. L’ex giocatore dei Raiders è reduce da una stagione complicata, conclusa anzitempo per un infortunio, ma estremamente produttiva in rapporto alle partite giocate (6 sack e 7 QB hits in sole 7 gare); quello che gli si chiede non è prendere per mano la difesa come fece nel 2018, ma fare quello che sa fare meglio - creare scompiglio nei backfield avversari - sul lato opposto a Joey Bosa, agilmente un top 3 edge rusher in NFL. Per assicurarselo, i Chargers hanno sborsato solo una seconda scelta al draft di aprile e una sesta del 2023. Come se non bastasse, i Bears hanno già dovuto a Mack tutto il denaro garantito previsto dal contratto: ciò significa che, nella peggiore delle ipotesi, i Chargers potrebbero tagliarlo tra un anno, risparmiando quasi 17 milioni. Mack giocherà come outside linebacker nella difesa 3-4 dei Chargers, ma anche come defensive end da 4-3, come peraltro ha già fatto a più riprese lo scorso anno.


 

L’arrivo di JC Jackson, invece, nasce dall’esigenza di tutelarsi in una posizione estremamente delicata come quella di cornerback. Michael Davis è forse più adatto a marcare i ricevitori #2, mentre Asante Samuel Jr è solo al secondo anno tra i pro (ma ha già dimostrato maturità e aggressività fuori dal normale per un giocatore così inesperto). Jackson consegna ai Chargers un vero primo cornerback in una division che ha sì perso Tyreek Hill, ci cui parleremo tra poco, ma in cui i giocatori offensivi di qualità abbondano. L’ex giocatore dei Patriots diventa automaticamente il primo cornerback della squadra, con Michael Davis “scalato” di una posizione e Samuel che occuperà il ruolo di slot cornerback; era assolutamente necessario un upgrade in questa posizione per una squadra che ha concesso il 49.5% di conversione sui terzi down - generalmente chiamati, appunto, passing downs - agli avversari, peggior dato in NFL nel 2021.


 

In quest’ottica sono da vedere gli arrivi di due defensive tackle come Austin Jackson, dai Giants, e Sebastian Joseph-Day, altra conoscenza di Staley, dai Rams. A questo punto, i Chargers potrebbero benissimo pensare di affrontare il primo giorno del draft scegliendo il miglior giocatore disponibile in quel momento, indipendentemente dal ruolo. C’è da massimizzare la finestra di opportunità fino a che Justin Herbert sarà nel suo contratto da rookie, estremamente vantaggioso da un punto di vista economico.


 

Pesi massimi


Ci sono state altre due trade che hanno sconvolto la comunità NFL pur senza coinvolgere quarterback, e hanno riguardato due dei migliori ricevitori della Lega: Davante Adams e Tyreek Hill, con il primo finito - neanche a dirlo - nella AFC West, ai Raiders, e il secondo a fare il percorso opposto, dai Chiefs ai Dolphins.


 

Le vicende dei due si assomigliano da più punti di vista. Entrambi, infatti, lasciano due grandi quarterback per fare un passo indietro, andando a lavorare con Derek Carr e Tua Tagovailoa.


 

Adams e Hill sono due giocatori in grado di trasformare un attacco e condizionare le difese avversarie con la loro sola presenza. Ed entrambi sono in cima alla classifica dei ricevitori più pagati della Lega: Adams primo con i suoi 140 milioni in 5 anni (ma “solo” 65 garantiti) e Hill secondo con 120 (di cui 72 garantiti).


 

Adams è probabilmente il miglior route runner in NFL, capace di vincere i duelli individuali sia per la sua abilità nel correre le tracce che con le sue mani eccellenti, ma può anche essere usato semplicemente negli screen. Il suo impatto sul gioco dei Raiders, almeno a livello di cifre, dovrebbe risentire di due fattori; in primo luogo, il semplice passaggio da Rodgers, uno dei migliori passatori della storia, con un braccio, un’intelligenza sul campo e una capacità di improvvisazione con pochi eguali nella storia, a Derek Carr, buon QB che comunque, nelle ultime due stagioni, ha migliorato il proprio rendimento. In secondo luogo, la presenza di due compagni di reparto come Hunter Renfrow, altro incredibile corridore di tracce, e il tight end Darren Waller, specimen atletico e fisico: Adams non ha mai avuto una concorrenza del genere a Green Bay, e chiedergli di replicare quei numeri vuol dire vederlo cannibalizzare tutto l’attacco.


 

Sicuramente più intrigante, e non scevro di rischi, è il fit di Tyreek Hill nell’attacco dei Dolphins. Hill è un velocista come pochi, ma gioca anche con una grandissima aggressività e fisicità, decisamente fuori scala per le sue dimensioni. Già dallo scorso anno, l’attacco di Miami si sviluppava prevalentemente in orizzontale: non a caso, Tua ha terminato l’anno con 7 yard per passaggio tentato, quarto peggior dato di Lega davanti a Goff, Roethlisberger e Dalton, anche per la mancanza di un giocatore che potesse aprire il campo. Dalla free agency è arrivato Cedrick Wilson, che doveva servire da deep threat primaria della squadra, prima dell’arrivo di Hill.


 

C’è un dato molto interessante che riguarda tua, e si riferisce alla aggressiveness, cioè la percentuale di lanci verso giocatori marcati stretti (entro e non oltre a una yard di distanza) dal difensore: nel caso di Tua, la percentuale è di 19.3, dato più alto della NFL. È un dato altissimo per lo stile di gioco di Miami e anche di Tua, che raramente cerca il pallone profondo (ha mostrato qualche flash a riguardo nel finale di stagione). Le motivazioni si possono ricercare nella scarsa capacità di separazione da parte dei ricevitorie o, più probabilmente, nell’eccessiva ricerca da parte dell’ex QB di Alabama del ricevitore designato anche se questo è ben marcato dal difensore. Il numero 1 dei Dolphins, inoltre, non ha una meccanica rapidissima; questo, unito ad un senso dell’anticipo nel lancio ancora da affinare, sicuramente rende il tutto più difficoltoso. Chissà se la presenza di Wilson, e soprattutto di Hill, daranno a Tua ulteriore pretesto per tentare lanci proibitivi, con conseguenze negative per sé e l’attacco.


 

Sicuramente vedremo Hill sfruttato palla a terra, ovverosia attraverso jet sweep o come running back, alla Deebo Samuel. I due hanno caratteristiche tecniche diverse, ma in comune l’abilità after the catch.


 

Il nome di Deebo non è casuale. Il nuovo coach dei Dolphins, infatti, è Mike McDaniel, ex offensive coordinator dei San Francisco 49ers per 5 stagioni. L’attacco dei 49ers ruota attorno ad un gioco di corsa estremamente efficiente basato sull’outside zone, così come sulla capacità di guadagnare yard extra dopo la ricezione, liberando i ricevitori attraverso la combinazione delle tracce e guadagnando yard extra: non è un caso che Jimmy Garoppolo abbia finito la stagione 2021 come il nono passatore per numero di yard guadagnate after the catch dai propri ricevitori (1966). In questo sistema, Deebo Samuel è il trait d’union tra gioco di corsa e yard post-ricezione, grazie alle sue eccellenti abilità con il pallone in mano e la sua rapidità. Sicuramente, Tyreek Hill è uno dei pochissimi ricevitori nella Lega a saper unire queste due doti.


 

Una delle motivazioni che hanno zavorrato l’attacco dei Dolphins nella scorsa stagione, inoltre, risiede nella pessima linea offensiva, che però Miami ha già iniziato a ricostruire grazie agli arrivi di Connor Williams, guardia sinistra e, soprattutto, Terron Armstead, arrivato dai Dolphins come pezzo pregiato della free agency. Il valore di Armstead è indiscutibile, essendo stato un perenne titolare ai Saints, per giunta nella posizione più importante in una delle migliori linee offensive dell’ultimo lustro. Proteggere il lato debole di Tua, e magari sfruttare Armstead nel running game esattamente come McDaniel e Shanahan facevano con Trent Williams, può aprire scenari interessanti per Miami. Il vero problema con l’ex giocatore di New Orleans è la salute: Armstead non ha mai giocato per intero una stagione in NFL ed è reduce da un infortunio al ginocchio che lo ha costretto a saltare 9 partite nel 2021.


 


 

 

Nella gara contro i Packers dello scorso Divisional Round, abbiamo visto anche un left tackle trasformarsi in fullback e aprire la strada a Elijah Mitchell per la conversione facile su un terzo down. Positionless football.


 

Per il fit tecnico e i possibili risvolti - sia positivi che negativi - sul rendimento di Tua e dell’attacco dei Dolphins, quella di Tyreek Hill è una firma estremamente interessante.


 


Allen Robinson ai Rams: Sempre parlando di wide receiver, ottimo colpo dei Rams, che si assicurano Allen Robinson con un contratto da 3 anni a 46 milioni (di cui 30 garantiti). Almeno a livello numerico, il confronto con i nomi menzionati nel paragrafo precedente fa impallidire; eppure Robinson è una presa forse ancora migliore, a queste cifre, per via del suo stile di gioco, che collima alla perfezione con quello dei Rams e, soprattutto, di Stafford. L’ex giocatore dei Bears è un giocatore estremamente verticale, fisico e capace di ricevere palloni contestati, proprio quello che ama fare Matthew Stafford. Lenire la perdita di Robert Woods, scambiato ai Titans, con Allen Robinson sembra proprio un’ulteriore tacca da aggiungere al curriculum di Les Snead.


 

Von Miller ai Bills: Anche grazie a coach Sean McDermott, i Bills sono riusciti a costruire una difesa temibile pur senza un edge rusher di primo livello. Con Von Miller, rinato dopo la positiva esperienza ai Rams, Buffalo prova a colmare questa lacuna. Non fatevi però ingannare dalle cifre del suo contratto (120 milioni per 6 anni) in relazione all’età (32 anni); senza addentrarci troppo nei meandri del salary cap, di quei 120 milioni, solo 51 sono garantiti. Per di più, Miller ne ha ricevuti subito 45 alla firma. Ciò significa che Miller potrà essere scambiato entro tre stagioni, se qualche squadra vorrà sobbarcarsi la parte di contratto che gli spetta perché già garantita, o tagliarlo nella primavera del 2025 con un peso minimo (circa 6 milioni) di dead cap sul monte salari di Buffalo (cioè denaro che spetta a un giocatore non più in squadra perché scambiato o tagliato).


 

Jayron Kearse ai Cowboys: Con buona pace di Trevon Diggs, il miglior giocatore nella secondaria dei Cowboys nella scorsa stagione è stato Jayron Kearse, e proprio a Dallas tornerà per due stagioni a 10 milioni totali. Che sia stata solo il più classico prodotto di un contract year o meno, Kearse e Dallas avevano interesse comune nel ritrovarsi, e così è stato. L’ex giocatore di Minnesota ha giocato in tutti i ruoli della difesa, contando snap sia sulla d-line che come cornerback esterno, oltre alla sua più classica posizione all’interno della box, riempiendo il tabellino delle statistiche e mostrando ottime doti sia contro le corse che in coverage. Conferma meritata.


 

La'el Collins ai Bengals: Perché l’attacco di Cincinnati possa davvero decollare, era necessario un abbondante restyling alla linea offensiva. Ecco che, in questo mercato, la dirigenza dei Bengals ha messo più di una toppa (Ted Karras, centro, e Alex Cappa, guardia destra) che dovrebbe poter tenere. La migliore di queste, però, è la firma di La’El Collins, a cui Cincy corrisponderà 21 milioni per 3 anni. Anche in questo caso, il contratto complessivo racconta solo metà della storia, visto che all’ex right tackle dei Cowboys verranno corrisposti solo 5 milioni garantiti, oltre a bonus per un totale di 7 milioni che scatteranno solo ad un determinato numero di presenze. In attesa di capire se arriveranno via draft ulteriori giocatori a rafforzare il tallone d’Achille dell’attacco, bravi Bengals.


 

Russell Gage ai Buccaneers: Per via del vuoto di talento generato dalla trade di Julio Jones e i problemi di salute di Calvin Ridley, Russell Gage si è ritagliato un posto importante nell’attacco dei Falcons. La scorsa stagione, terminata con 66 ricezioni, 770 yard e 4 TD, gli ha portato la chiamata di Tampa Bay, con un contratto di 3 anni a 30 milioni, di cui 20 garantiti. Gage sostituirà idealmente Antonio Brown nello scacchiere tattico dei Bucs come arma da sfruttare sul medio lungo e, nonostante la concorrenza nel ruolo non manchi, potrebbe rivelarsi una firma molto sottovalutata. A far sì che questo diventi realtà ci penserà Tom Brady.


 

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