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Foto di Saeed Kahn/Getty Images
Fondamentali Emiliano Battazzi 29 luglio 2016 2'

Come Allegri ha iniziato a integrare i nuovi acquisti

Le possibilità tattiche che Benatia e Pjanic possono apportare alla Juve.

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Questo pezzo è un adattamento di quello pubblicato originariamente (in inglese) sul blog di Wyscout, che vi consigliamo vivamente di seguire (ci sono anche i nostri autori). 

 

La Juventus è una delle grandi protagoniste del calciomercato in Europa: nell’attesa di vedere in campo l’ultimo grande colpo Higuain, insieme a Dani Alves e Pjaca, per la prima volta Allegri ha potuto schierare due nuovi acquisti, Benatia e Pjanic, nell’amichevole australiana contro il Tottenham.

 

La curiosità era legata soprattutto all’utilizzo del centrocampista bosniaco: per utilizzare al meglio le risorse a disposizione, Allegri ha deciso di schierare la sua squadra con un 4-3-2-1, con Pjanic in posizione di trequartista destro, almeno in linea teorica.

 

In realtà, Pjanic occupava una porzione di campo diversa a seconda della fase di gioco.

 

Quando era il Tottenham a iniziare l’azione, Pereyra si alzava sul campo, allo stesso livello di Dybala, per coprire così i due difensori centrali inglesi; Pjanic invece si posizionava in posizione di trequartista, per coprire la ricezione del centrocampista centrale (spesso Wanyama).

 

foto1

 

La volontà della Juventus, nel primo tempo, era di bloccare immediatamente la costruzione bassa del Tottenham, approfittando anche delle difficoltà dei due giovani difensori centrali degli Spurs. Per mantenersi verticalmente compatta, la linea a 4 della Juve accompagnava il movimento in avanti, posizionandosi quasi a ridosso del centrocampo. Alla Juve non è mai piaciuto concedere profondità all’avversario, ma in questo caso non costitutiva un problema, grazie alle capacità atletiche di Benatia: un difensore che al tempo stesso preferisce difendere in avanti, cercando sempre l’anticipo sulla ricezione dell’avversario, o attaccando il portatore. Nonostante il centravanti Janssen provasse ad allungare la difesa juventina con continui movimenti ad attaccare la profondità, la linea a 4 ha saputo mantenersi sufficientemente alta per garantire compattezza alla squadra.

 

foto2

 

In fase di inizio azione, la Juve ha invece scelto di usare spesso Hernanes come riferimento basso, a volte in difficoltà nel far salire la palla. Per questo, Pjanic si è spesso abbassato fino davanti alla propria area (a volte quasi sovrapponendosi al compagno brasiliano) con un meccanismo già utilizzato spesso nel suo periodo alla Roma e che può tornare molto utile ad Allegri per pulire la costruzione bassa.

 

foto3

 

In transizione offensiva, Pjanic tende ad allargarsi sulla fascia per svuotare il centro del campo e permettere l’inserimento di Pereyra o anche di Dybala: uno strumento di gioco che consente al centrocampista bosniaco di risaltare nel third pass e di mascherare la ridotta velocità nel breve.

 

I principi di gioco sono importanti, ma per Allegri si devono adattare alle capacità interpretative dei giocatori: l’innesto di Benatia e Pjanic, al di là delle singole qualità, permette alla Juve di trovare nuovi meccanismi di gioco, riducendone la prevedibilità.

 

 

Tags : juventusmehdi benatiamiralem pjanicTottenham

Emiliano Battazzi: nato nel 1984, cresciuto in periferia a Roma. Economista, prova a coniugare la razionalità della tattica all’imprevedibilità del talento. È il caporedattore della sezione calcio de L’Ultimo Uomo.

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