Juventus
Siviglia
Lione
Dinamo Zagabria
In molti hanno considerato molto positivo questo sorteggio per la Juventus. Siete d’accordo o si tratta di un girone più equilibrato di quanto si sia detto?
Alfredo Giacobbe
Basta confrontare questo girone con quello dello scorso anno per dire che il sorteggio è stato benevolo: c’è ancora il Siviglia, che ha subito una forte ristrutturazione tecnica e che sta cercando le sue certezze; c’è il Lione, una buona squadra ma che non vale gli allora campioni d’Inghilterra del Manchester City; e c’è la Dinamo Zagabria al posto del Borussia Mönchengladbach, che l’anno scorso pagò un pessimo avvio di stagione ma che nella seconda parte del girone iniziò a fare punti. Un anno fa la Juventus gettò al vento il primo posto nel gruppo, e con quello un sorteggio migliore agli ottavi che l’avrebbe portata molto, molto avanti nel torneo, un primo posto che sul campo aveva meritato.
Francesco Lisanti
È un girone molto equilibrato, certamente, ma questo non è un discorso che riguarda la Juve (anche perché obiettivamente non ci sono molte squadre del livello della Juve, c’erano Atlético e Manchester City in seconda fascia, in terza fascia non ce n’era nessuna). Dalla seconda urna, la più temibile, è arrivato il Siviglia di Sampaoli, ancora lontano dal trovare una quadra in cui far coesistere tutto quel talento tendenzialmente individualista. Probabilmente avrà bisogno di tempo, oppure non la troverà mai e quel giorno certificheremo che Monchi e Sampaoli si sono spinti un po’ troppo oltre con le loro fantasie calcistiche. Ma quel giorno sarà un giorno triste.
Fabio Barcellona
Oggettivamente la Juventus è di gran lunga superiore al resto delle squadre del girone. Secondo me è fondamentale che i bianconeri vincano la prima partita, in casa contro il Siviglia. A quel punto la Juventus imporrebbe subito la sua supremazia nel girone e incontrare presto il Siviglia quando ancora è in costruzione e l’equilibrio in campo ancora lontano, sarà un vantaggio. Quest’anno un risultato diverso dal primo posto per la Juventus sarebbe davvero un mezzo fallimento.
Ma il Siviglia non gioca così male.
Marco D’Ottavi
In questo momento il Siviglia è un’incognita anche per il Siviglia, per cui non è neanche facile capire quanto possa contendere il primo posto nel girone alla Juventus. Dopo l’esperienza dello scorso anno i bianconeri non dovrebbero neanche chiedersi se il girone è equilibrato o meno, diciamo che non lo è, devono solo non sottovalutare nessuna sfida e fermarsi solo dopo il matematico primo posto.
Pensate che la Juventus sia più competitiva sul piano europeo rispetto allo scorso anno? Tatticamente Allegri prenderà delle misure speciali per la Champions League secondo voi?
Alfredo
Non credo che Allegri possa usare le prime partite di Champions League per sperimentare qualcosa di diverso, quest’anno sembra avere le idee molto più chiare e il buon avvio con tre vittorie in campionato lo ha rassicurato. Lo scorso anno, in un momento critico per la Juventus, espugnò il City of Manchester inventandosi un 4-5-1 coperto e reattivo, con Morata e Cuadrado sulle corsie esterne, mai sperimentato prima. La qualità che è richiesta sulle ali in ambito europeo può essere surrogata da Alex Sandro e Dani Alves. Poi la rosa che ha a disposizione può permettergli delle variazioni caso per caso, ma non è cambiato molto rispetto a quanto poteva fare lo scorso anno, ricordiamoci la partita di Monaco di Baviera.
Francesco
Al di là dell’impressionante cambiamento di rotta in campionato, dove la squadra è andata avanti in folle una volta perfezionata l’intesa tra i giocatori, Allegri si è guadagnato gran parte del credito come allenatore d’élite proprio in Champions League. Sarà una questione di feeling particolare, o semplicemente di tempo dedicato allo studio dell’avversario, ma Allegri ha saputo proporre una Juventus sempre diversa negli uomini, nei moduli e nelle marcature a seconda dell’avversario, eppure sempre fedele agli stessi principi e alle stesse combinazioni. Una duttilità tipica della scuola italiana che conserverà quest’anno, in cui secondo me non vedremo “uno schema da Champions”, ma tante Juventus leggermente diverse ogni mercoledì. Poi è chiaro che il mercato abbia contribuito ad aumentare la varietà di soluzioni e la qualità complessiva della squadra, ora Dybala potrà dialogare a sinistra con Alex Sandro, a destra con Dani Alves o al centro con Pjanic, a seconda della zona del campo in cui Allegri identificherà una catena debole degli avversari.
La “nuova” Juventus. Non malissimo.
Fabio
La “nuova” Juventus si è vista solamente sabato scorso contro il Sassuolo, con l’ingresso nell’undici titolare di Pjanic e Higuain. Senza più Pogba, con il bosniaco in mezzo, Dani Alves a destra e Higuain al centro dell’attacco, è una Juve meno fisica e più tecnica. In questo senso l’acquisto in extremis di Cuadrado e l’esclusione dalla lista UEFA di Lichtsteiner appare come un manifesto programmatico. È ipotizzabile una squadra più brillante e forse un po’ meno capace di difendere posizionalmente. Per il resto credo che il 3-5-2 sia ancora il modulo che meglio si attaglia alle caratteristiche dei giocatori in rosa. L’acquisto di Benatia, ottimo come marcatore in una difesa a 3, aumenta il numero di centrali di qualità a disposizione e le possibilità di schierarne tre contemporaneamente; l’assenza di Marchisio e di un vero trequartista di ruolo limita il ricorso di un centrocampo a rombo. L’idea poi che possa esistere un “modulo” europeo e che il 3-5-2 possa andare bene in Italia, ma non nel resto del Continente è piuttosto bizzarra. Al di là dei numeri, i cambiamenti nella rosa suggeriscono una squadra che sembra avere spostato l’asse della propria identità verso un calcio basato maggiormente sulla tecnica dei suoi calciatori e un po’ meno dominante fisicamente.
Marco
Mi viene da pensare che Marotta e Paratici abbiano organizzato il mercato estivo dopo aver rivisto la doppia sfida con il ‘Gladbach. Furono due partite in cui la Juventus non riuscì a mostrare il proprio gioco: creò una discreta quantità di occasioni, senza però riuscire a concretizzare, correndo anche qualche pericolo in difesa. All’andata rimase in dieci per l’espulsione da fesso di Hernanes, finendo per accontentarsi di due pareggi, segnando un solo gol (scelto poi come il migliore della Champions, per dire) in 180 minuti ad una squadra sicuramente ordinata, ma non di certo una corazzata. Quella doppia sfida arrivò in concomitanza del massimo sforzo della squadra per rientrare nella lotta scudetto e credo che più di varianti tattiche Allegri abbia chiesto uomini di cui si fida. Ora la possibilità di schierare due squadre competitive dovrebbe consentirgli di gestire l’organico al massimo senza arrivare a spremere i giocatori nei momenti chiave della stagione ed è questa profondità a rendere più competitiva la Juventus. In più i 90 milioni spesi per Higuain credo siano dovuto anche a prestazioni come quella del ‘Gladbach, alla necessità di vincerle quelle partite facendo gol, concretizzando la superiorità in campo che la Juventus ha dimostrato di poter avere anche in Europa.
La partita di ritorno dello scorso anno.
Il Siviglia è nel bel mezzo della rivoluzione di Sampaoli e le potenzialità della squadra sono ancora indecifrabili. Cosa dobbiamo aspettarci?
Fabio
Dopo le buone e tutto sommato sfortunate prove contro Real Madrid e Barcellona in Supercoppa Europea e Supercoppa di Spagna, il Siviglia ha fatto 7 punti in 3 partite in Liga. La partita d’esordio contro l’Espanyol ha mostrato tutto il bello e il brutto del progetto Siviglia: 6 gol fatti e 4 subiti, occasioni create in serie e vulnerabilità patologica alle ripartenze. Le due partite successive, concluse con uno 0-0 in trasferta contro il Villareal e una soffertissima vittoria in casa contro il Las Palmas, rimontando lo svantaggio negli ultimi 5 minuti, sono state meno pirotecniche e hanno evidenziato un gioco offensivo che alterna momenti di brillantezza a fasi di ingolfamento, mentre la costante è la mancanza di equilibrio in fase di transizione difensiva.
Ad oggi possiamo aspettarci una imperterrita volontà di costruzione dal basso, tanti uomini sopra la linea del pallone, pressione sul portatore di palla, ma anche distanze e tempi sballati in pressing e transizione difensiva.
Emiliano Battazzi
Temo che il Siviglia sia ancora all’inizio del processo di apprendimento con Sampaoli, perché in campo si vedono ancora grandi spaziature tra i giocatori, e la struttura posizionale della squadra è ancora troppo approssimativa. Il problema sottolineato da Fabio, quello delle transizioni difensive, è davvero evidente: certe volte il Siviglia arriva ad attaccare con 7-8 giocatori, e con solo tre giocatori dietro la linea della palla: a quel punto si deve per forza arrivare a un tiro in porta. Persino il Barça contro il Siviglia ha deciso di chiudere tutti gli spazi per forzare gli errori della prima linea avversaria. Il problema del Siviglia è che Sampaoli vuole dominare il possesso palla ma tende anche spesso alla verticalizzazione (come il suo maestro Bielsa), e questo significa esporsi spesso a fisiologici errori: ma senza una struttura posizionale adeguata, a ogni errore può corrispondere una devastante transizione avversaria. L’altro lato di questa medaglia è che il Siviglia può attaccare a dei ritmi forsennati, creando molte occasioni da gol: ma il sistema di Sampaoli è ancora in fase di rodaggio, meglio affrontarlo adesso.
Ok diteci il vostro giocatore feticcio nel Siviglia.
Alfredo
Ne ha così tanti… ma come faccio a non nominare il Mudo Vazquez, schierato da regista offensivo come un nuovo Valdivia? Visto che siamo in vena di confessioni, vi dico che provo un sentimento irrazionale per Gabriel Mercado, difensore argentino arrivato in Europa solo a 29 anni.
Francesco
Si può non volere bene a Nasri? Purtroppo la risposta è sì, considerando l’ironia un po’ sadica con cui la stampa britannica ha esasperato ogni suo eccesso, ma io non mi iscrivo al partito e di sicuro neanche Sampaoli, che ha fatto della sua prima panchina europea una sorta di missione apostolica per ossessionati dal fùtbol. Se non ora quando, Samir.
Fabio
Anch’io, come Alfredo, non posso non sognare di vedere in Vazquez un vecchio enganche sudamericano deputato a fissare il tempo nel gioco cinetico di Sampaoli: mentre tutti intorno a lui corrono, Vazquez bonariamente comanda.
Marco
Considero feticcio come qualcosa di irrazionale, che non deve avere delle radici necessariamente reali, quindi dico Hiroshi Kiyotake. Principalmente perché mi fa molto ridere immaginare cosa debba pensare Sampaoli per infilare un giocatore giapponese all’interno di un nugolo di trequartisti di stampo latino. Mi piacerebbe tantissimo un programma di approfondimento settimanale in cui Hiroshi racconta a modo suo cosa vuol dire stare in quella squadra.
Hiroshi!
Il Lione ha cominciato la stagione tutto sommato in positivo ma ha subito due brutte sconfitte con PSG e Djion… che squadra ci dobbiamo aspettare?
Fabio
Il Lione è pieno di calciatori di talento non pienamente sbocciati, spesso a causa di infortuni che ne hanno rallentato il cammino. Mi riferisco a Nabil Fekir, talentuosissima seconda punta mancina, fermato per sette mesi dalla rottura del legamento crociato. Due anni fa, prima dell’infortunio che lo ha tenuto fuori per un’intera stagione, Clement Grenier era considerato uno dei più promettenti centrocampisti offensivi europei. Ci sono poi Lacazette, Tolisso, mezzala al centro dei desideri estivi del Napoli, Cornet veloce esterno offensivo lanciato dall’allenatore Genesio. Il tecnico dell’Olympique ha preso lo scorso dicembre il posto di Fournier e, abbandonando il 4-3-1-2 a favore del 4-3-3, ha condotto il Lione al secondo posto in Ligue 1. Se in attacco ci sono tanti giocatori ancora giovani e talentuosi, i ruoli difensivi sono coperti da calciatori piuttosto solidi: il mediano Gonanols, i centrali N’Koulou preso a zero dal Marsiglia e Yanga-Mbiwa e l’ottimo portiere franco-portoghese Anthony Lopez. Sono curioso di vedere all’opera a livello europeo i vari Fekir, Lacazette, Tolisso e mi aspetto che l’Olympique possa competere con il Siviglia per un posto agli ottavi.
La Dinamo Zagabria è stata spolpata di tutti i suoi talenti. Ci sarà carne fresca su cui puntare gli occhi?
Alfredo
Credo che varrà la pena di seguire la Dinamo solo per vedere scampoli del talento del predestinato Coric, ormai più famoso per l’investitura ricevuta da Guardiola ormai un anno fa (“Coric ha un grande talento e una grande carriera davanti a sé”) che per le sue gesta in campo. Coric pensa gioco in verticale, sempre a testa alta. Grazie al baricentro basso e alla forza che ha nelle gambe, può sterzare continuamente disorientando il marcatore e supplendo ad una velocità di base non eccezionale. Se riuscisse a regalare meno possessi, a causa dell’amore che ha per l’ultimo passaggio, potrebbe considerarsi un giocatore maturo e pronto per il salto in una grande realtà.
Francesco
Nei preliminari erano rimasti solamente Rog e Coric, e adesso Rog si è ufficialmente trasferito al Napoli. Piuttosto vale la pena attendere l’esplosione di qualche late bloomer come il cileno di passaporto brasiliano Junior Fernandes, ormai a Zagabria da diversi anni, che ha decisamente influenzato il doppio confronto con il Red Bull Salisburgo, oppure l’eternamente in rampa di lancio Angelo Henriquez, cui il Manchester United ha rinunciato l’anno scorso.
Quando Zdravko Mamic decide di investire su un calciatore, preferisce che sia schierato ossessivamente per anni piuttosto che rassegnarsi a una minusvalenza. È una strategia che può funzionare con Henriquez (che comunque non ha mai spento del tutto la vena realizzativa).