Per qualche istante della partita tra il Chelsea e il Crystal Palace è sembrato davvero di rivedere Eden Hazard in una giocata di Christian Pulisic, allo scoccare del minuto 79, quando lo statunitense ha controllato con la coscia sinistra un lancio di Kovacic, ricevendo di fianco al terzino destro avversario. Col secondo tocco, col piede destro, si è preparato a sfidare il terzino accentrandosi verso la porta e poi ha piantato un piccolo scatto con la palla attaccata al piede che gli ha fatto ricavare lo spazio per un passaggio in area verso Batshuayi, posizionato sul secondo palo dietro il difensore centrale.
Pulisic vs Hazard
Hazard ha orientato per anni il gioco del Chelsea con quei cambi di ritmo palla al piede sulla trequarti, da sinistra verso il centro, Pulisic ha però aggiunto all’azione un tocco personale. Dopo il passaggio ha infatti proseguito la sua corsa fino in area e sul rimpallo originato dalla conclusione deviata di Batshuayi si è ritrovato al posto giusto per segnare il suo quinto gol in tre giornate di Premier League, con un colpo di testa che ha superato il portiere in uscita.
Christian Pulisic è stato messo subito di fronte al confronto con Hazard. Per il blocco del mercato in entrata imposto dalla FIFA, è stato l’unico acquisto del Chelsea nella stagione in cui Hazard ha lasciato Londra per andare al Real Madrid (Pulisic aveva firmato a gennaio ma era stato lasciato in prestito al Borussia Dortmund per la seconda parte della scorsa stagione) e in campo è andato a occupare la zona sulla trequarti a sinistra lasciata libera dal belga. Non esistono due giocatori identici, e in certi casi i paragoni sono anche dannosi, ma insomma è stato abbastanza facile accostare Hazard a Pulisic, anche se quest’ultimo ha sempre allontanato il confronto: «Sono arrivato per essere me stesso, mettermi alla prova e fare il massimo per aiutare la squadra».
Gestire le pressioni è da tempo una parte essenziale della sua vita. Pulisic è il primo statunitense col potenziale per essere una stella in Europa ma ha ancora solo 21 anni e sta cercando il suo spazio in una nuova squadra.
A settembre ha giocato una sola partita, in Coppa di Lega contro il Grimsby Town, un club della quarta divisione inglese, e a inizio ottobre è stato addirittura tenuto fuori dai convocati per la sfida in Champions League contro il Lille. In quelle settimane Pulisic definiva "frustranti" le esclusioni e Lampard dichiarava che lo statunitense aveva bisogno di tempo per adattarsi: «Dimentichiamo che ha 21 anni, perché è costato molto. È normale avere un periodo di adattamento, (...) il suo momento arriverà».
Poco dopo Lampard lo ha reinserito concedendogli tre ingressi dalla panchina contro Southampton, Newcastle e Ajax, e Pulisic ha colto l’occasione realizzando due assist che definiscono bene le diverse sfumature del suo talento.
Contro il Southampton è entrato per Hudson-Odoi sul 3-1 per il Chelsea e a un minuto dal novantesimo è andato a formare un triangolo sulla trequarti con Jorginho e Batshuayi, posizionandosi nel mezzo spazio a sinistra. Prima ha tentato di smarcarsi per ricevere da Jorginho, spostando il mediano del Southampton e aprendo la linea di passaggio verso Batshuayi, poi ha ricevuto il passaggio del belga trovandosi spalle alla porta. Ha controllato la palla con la suola e con due tocchi velocissimi si è spostato verso destra saltando il difensore, quindi girandosi ha messo Batshuayi davanti al portiere senza neanche vedere il suo movimento dietro la linea difensiva.
Contro l’Ajax, a poco meno di cinque minuti dal novantesimo e con il risultato ancora fermo sullo 0-0, è andato a chiudere un triangolo a sinistra con Mount e Alonso restando largo sulla fascia. Con la sua posizione ha aperto lo spazio per la sovrapposizione interna di Alonso, quindi ha ricevuto il passaggio di Mount sul vertice dell’area ed è andato a sfidare il terzino destro dell’Ajax (Sergiño Dest). Si è spostato la palla con la suola, ha provato a disorientare l’avversario con un primo doppio passo e con il secondo si è ricavato lo spazio per crossare rasoterra col sinistro, all’indietro per sorprendere il movimento della linea difensiva verso la porta. Il cross ha raggiunto Batshuayi, che calciando di prima col sinistro ha segnato l’unico gol della partita.
I lati meno appariscenti del talento di Pulisic
Pulisic sa insomma rifinire l’azione sia in zone interne e in spazi stretti, da numero 10, come ha mostrato contro il Southampton, sia partendo dall’esterno e andando a sfidare il terzino avversario, come in occasione dell’assist contro l’Ajax. In Premier League è il giocatore del Chelsea che cerca con maggiore frequenza il dribbling (4,9 per 90 minuti), il secondo dopo Kovacic per dribbling riusciti (3,2 p90). Inquadrarlo come un esterno dribblatore, abile in isolamento con i terzini avversari e a guadagnare metri palla al piede, farebbe però perdere di vista lati meno appariscenti ma fondamentali del suo talento.
Oltre a quello che gli riesce con la palla, a dare la misura della sua comprensione del gioco sono soprattutto i suoi movimenti senza palla. Forse è qui che sta la differenza più grande con Hazard, un accentratore abituato a ricevere sui piedi e capace di creare con la palla come pochissimi altri giocatori al mondo. Pulisic non è altrettanto creativo ma può condizionare la manovra senza toccare la palla, spostando gli avversari con i suoi movimenti e aprendo linee di passaggio per i compagni. Può chiudere i triangoli sia largo sulla fascia che in zone interne e intervenire a diverse altezze del campo, anche solo con un tocco di prima che fa scorrere l’azione e muovendosi subito dopo per creare una nuova linea di passaggio.
Ultimamente sembra si stia specializzando nei movimenti in area, per aggiungere al suo gioco anche la capacità di finalizzare l’azione. Contro il Burnley, partita in cui ha realizzato tre gol, i primi con la maglia del Chelsea, ha segnato con un colpo di testa spalle alla porta su un cross di Mount. Contro il Watford ha girato in porta un cross da destra di Abraham disorientando il difensore con un movimento tipico dei grandi finalizzatori, prima inserendosi alle sue spalle e poi tagliando davanti a lui per arrivare in anticipo sul cross del compagno, libero di appoggiare il pallone in porta.
È un gol che Lampard ha apprezzato in modo particolare: «Mi è piaciuto molto perché avrebbe potuto decidere di non andare su quella palla, e allora sarebbe passata senza che nessuno la toccasse. Se continuerà a fare questo tipo di cose allora segnerà molti gol, ce ne sono molti da prendersi nell’area piccola».
Da giocatore Lampard era un centrocampista con una sensibilità speciale per i movimenti senza palla, una qualità che gli ha permesso di diventare il miglior marcatore della storia del Chelsea con 211 gol. Ora che è diventato un allenatore sembra stia trasferendo questa sensibilità ad alcuni giocatori, e lo si vede nel modo in cui sta sviluppando il talento di Mount, il giocatore più utilizzato in Premier League dopo Kepa, fondamentale soprattutto per l’intelligenza con cui si muove in campo, e di Pulisic, capace, con cinque gol in tre partite, di battere il suo primato personale di gol stagionali in campionato (non aveva mai segnato più di 4 reti in un campionato).
La cessione di Hazard e il blocco del mercato in entrata hanno spinto il Chelsea a riposizionarsi, puntando su un allenatore emergente e sullo sviluppo dei suoi giovani più talentuosi. C’erano molti dubbi sulla riuscita di questa trasformazione - il Chelsea è una società abituata a risolvere i problemi della sua rosa investendo molti soldi sul mercato - ma la squadra di Lampard ha fatto grandi progressi in poco tempo e si sta dimostrando competitiva come negli anni passati.
Pulisic non arriva dall’Academy ed è costato molto ma ha 21 anni e un grande potenziale che può essere sviluppato in diverse direzioni, per la sua abilità a giocare sia largo che dentro il campo, di muoversi senza palla, di partecipare all’azione in diversi modi. A tutto questa sta aggiungendo una finalizzazione efficace che non sembrava tra le sue migliori qualità. È arrivato al Chelsea in un momento di transizione e ha dovuto gestire un confronto ingiusto con Hazard, il suo talento però, in una squadra così rinnovata e con una chiara identità, poco legata alle qualità di qualche giocatore che spicca nettamente sugli altri, può essere tra i più decisivi per la stagione dei “Blues”.