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Chloe Kelly just wanna have fun
20 ago 2025
Brat Queen, Cringe Queen, migliore giocatrice dell'Europeo.
(articolo)
9 min
(copertina)
Foto IMAGO / HMB-Media
(copertina) Foto IMAGO / HMB-Media
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(ON)

La notte della vittoria agli Europei femminili, Chloe Kelly ha dato una festa nel quartiere dove è nata e cresciuta, ad Hanwell, nella zona ovest di Londra. Qualche ora prima aveva portato a casa il secondo Europeo della sua carriera, segnando il rigore decisivo contro la favorita nazionale spagnola. Kelly è riuscita a essere protagonista in tutti i momenti chiave dell’Inghilterra. Durante i novanta minuti aveva servito il cross per il colpo di testa di Russo per il pareggio. Nella semifinale il suo ingresso in campo contro l’Italia aveva cambiato la partita, e lei ci aveva messo la firma con un altro rigore pesante, segnato col suo caratteristico saltello. Ai quarti, contro la Germania, il gol vittoria al minuto 110.

Kelly non è mai stata considerata tra le migliori giocatrici inglesi. Eppure, come era già successo in passato, anche agli ultimi Europei si è rivelata decisiva per la sua squadra. Non passa molto tempo in campo, ma si prende responsabilità nei momenti che contano. Le compagne guardano lei quando c’è da prendersi la responsabilità. Dove altri comprensibilmente si fanno prendere dal panico, lei resta calma e sicura di sé. In pochi minuti, da fredda finalizzatrice conclude l’opera.

Il ‘block pardy’ è stato ripreso e postato sui social da amici e vicini. Nei video, l’attaccante inglese canta e balla in mezzo a centinaia di persone, drink nei bicchieri di carta vengono passati di mano in mano, bandierine triangolari rosse decorano la strada appese tra una villetta e l’altra; è ripresa mentre fa partire Shabba Madda Pot, una hit dancehall, da delle casse giganti sull’asfalto. She’s vibing; In un altro video esulta seduta sulle spalle del marito, intonando Sweet Caroline di Neil Diamond insieme alla folla. Indossa una maglia di Corteiz, il brand fondato dall’amico e vicino West Londoner Clint Ogbenna – perché “le persone di West London si supportano a vicenda.” Non sembra infastidita dai tanti telefoni che la filmano. Anzi, la fomentano.

In Gran Bretagna, negli ultimi anni la crescita del calcio femminile è stata esponenziale. In una specie di circolo virtuoso, gli investimenti sono aumentati, il pubblico è cresciuto, gli stadi si sono riempiti sempre di più, tanto che alcune squadre di WSL sono state trasferite in strutture più grandi (L’Arsenal giocherà la prossima stagione all’Emirates Stadium). Anche la copertura mediatica — e, di conseguenza, l’interesse commerciale – è aumentata, rendendo difficile ignorare l’eccezionale talento della Women’s League. Sempre più bambine e ragazze hanno iniziato a giocare a calcio, ispirate dai successi della nazionale ma anche dalle singole storie delle calciatrici. Ogni rivoluzione ha bisogno dei suoi eroi, e Chloe Kelly aveva tutta l’energia necessaria per farsi carico di questo ruolo.

Oggi è una delle figure più iconiche del calcio femminile internazionale. Non solo per il suo modo brat di stare in campo – quel modo sfacciato di non sentire la pressione – e per le qualità tecniche – l’agilità palla al piede, l’abilità nei calci da fermo, che sono il suo forte. Kelly è una personalità in grado di influenzare la cultura e lo stile che la circonda. È apparsa nello spot di Nike x Corteiz insieme a Edgar Davids, Eduardo Camavinga e Phil Foden; è stata scelta insieme a Ian Wright come manager della Baller League – un campionato-reality di calcio a sei dal successo virale; ha posato per Calvin Klein e sfoggia continuamente brand di streetwear indipendenti fondati da amici e conoscenti di West London. “Marchi come Clints, TNS, Corteiz: li ho visti crescere da zero. Quindi, quando indosso quei capi, non è solo moda. È rappresentare la mia gente. È cultura,” ha detto in un’intervista a Versus.

Il suo carisma e la sua genuinità sono contagiosi. Le bambine vogliono essere come lei, e si esercitano nei calci di punizione nei backyard delle proprie case. Recentemente l’attore inglese Isaac Jason (protagonista dell’ultima stagione di White Lotus e ‘padre’ di Draco Malfoy in Harry Potter) ha postato un selfie con l’attaccante, accompagnato dalla caption: “Never meet your heroes, they say. Idiots.”

Kelly a vederla non è elegante, ha un pesante accento ‘street posh’ e fuori dal campo cammina in modo goffo, molleggiato. Alle serate indossa ciglia finte. La sua manicure è sempre perfetta, usa smalti color pastello, meglio se ogni unghia di un colore diverso. In campo lega i lunghi capelli biondi in una coda alta, e li ferma con fasce per capelli improvvisate ricavate da strisce di pre-wrap colorato – un tipo di bendaggio normalmente usato dai fisioterapisti per proteggere la pelle degli atleti dalle irritazioni e dagli urti: un trick stiloso ed economico copiato da altre calciatrici.

Nelle semifinali contro l’Italia, qualcuno ha notato un dettaglio tenero: sotto i calzettoni si intravedevano parastinchi personalizzati, da una parte la foto del suo matrimonio, dall’altra i suoi due cani.

Chloe Kelly aveva esordito a 18 anni nelle giovanili dell’Arsenal, per poi passare all’Everton, e firmare, nel 2020, col Manchester City. Dopo una buona stagione (30 presenze, sei gol e 14 assist), in quella successiva era partita male. Poche presenze in campionato, sei in totale, e zero gol. Il rapporto col club si era eroso fino a un punto di non ritorno. Kelly aveva detto di volersene andare, ma di non essere stata lasciata libera di scegliere dove, accusando il City di stare “assassinando il suo personaggio” e di aver diffuso cattiva stampa sul suo conto. Sì: Kelly parla di sé stessa come di un personaggio con la sua storyline. Sembra un carattere finzionale e in parte forse sente di esserlo. Al City non giocava, la cessione tardava ad arrivare. Per due mesi non ha proprio giocato — cosa che ha messo a repentaglio la sua partecipazione agli Europei perché, secondo la CT Sarina Wiegman, non aveva accumulato abbastanza minuti in campo.

Il 29 gennaio scorso Kelly è scoppiata. In un drammatico post su Instagram ha spiegato di stare soffrendo molto, non solo dal punto di vista professionale ma soprattutto mentale. “Ero allo stremo,” ha detto sempre a Versus, dichiarando di aver preso in considerazione l’idea di lasciare il calcio per sempre. “Quel post che ho pubblicato è stata l'ultima risorsa. Continuavo a scriverlo e cancellarlo, ma alla fine ho pensato: ‘Non può andare peggio di così’. Avevo bisogno di essere onesta con me stessa e con gli altri. [...] Quando l'ho pubblicato, mi sono sentita sollevata. Come a dire ‘ora la mia storia mi appartiene. Nessun altro la racconterà per me’. Ho pianto. Scott (mio marito) ha pianto seduto accanto a me. È stato emozionante, ma era la prima volta dopo tanto tempo che mi sentivo di nuovo in controllo.”

Ovviamente, Chloe Kelly non ha lasciato il calcio. Al contrario, col passaggio in prestito all’Arsenal a fine gennaio – reso definitivo a luglio — è “tornata a casa”. È rinata, ed è tornata a dominare la scena.

Eppure, tutte e sei le partite degli ultimi Europei, Chloe Kelly le ha iniziate in panchina. Come ai quarti contro la Svezia, anche in semifinale con l’Italia è entrata al 77esimo minuto, sostituendo Lauren Hemp e segnando il rigore della vittoria al 119’.

Era già successo nella finale europea del 2022. Ai supplementari, Germania e Inghilterra sono ancora 1 a 1. Kelly è entrata circa mezz’ora prima. Quando l’Inghilterra guadagna un corner al 109’, si smarca per ricevere l’assist. Si infila tra le gambe delle avversarie, fitte fitte davanti alla porta. Riesce a calciare, la palla entra. Mentre lo stadio crolla Kelly si sfila la maglia e la fa roteare sopra la testa, correndo e saltando – una scena iconica che a molti ha ricordato il momento in cui, 23 anni prima, Brandi Chastain fece la stessa cosa.

Kelly riesce sempre a essere il volto del successo, l’istantanea da incollare sui libri di storia: lei che agita la maglia è il simbolo della vittoria a Euro 2022, stampata in gigantografie sulle pareti del St. George’s Park, il centro sportivo della Nazionale inglese: Kelly in primo piano, che esulta come una bambina incredula.

Non c’è dubbio che Chloe Kelly abbia l’energia del main character. È questo che la rende una fonte d’ispirazione così rilevante fuori e dentro al campo, ma anche una delle giocatrici più odiate, un popolare bersaglio di shitstorm.

Subito dopo il rigore calciato all’Italia, ha esultato con un gesto che sembrava dire “state calme”, i palmi rivolti verso il basso e le mani che fanno su e giù — un’espressione sicura di sé che diceva “non ho poi fatto niente di che”, e allo stesso tempo “cosa vi aspettavate, è stato facile”. Poi si è appoggiata alla bandierina rivolta verso gli spalti, mano sul fianco, mento in su e un sorriso soddisfatto. In molti l’hanno giudicata arrogante. In un video intitolato “Getting Mad over Chloe Kelly’s celebration in Women’s Euro” un tizio americano passa otto minuti ad analizzare la mimica facciale della ventisettenne – “Questa esultanza dice: Guardami, sono imponente”, commenta il tizio. “Non avremmo bisogno di più umiltà?” Nel frattempo, pare che il suo Calma Calma finirà in FC26. Come tutte le grandi icone dello sport, Kelly divide il pubblico in adoratori del culto e haters.

Quasi tutte le sue esultanze finiscono ad alimentare un filone di video compilation molto popolare sui social: classifiche dei suoi momenti ‘più cringe’. Tra questi, l’aura farming sul bus durante la parata post-vittoria, o il commento Pressure? What pressure? durante le celebrazioni Euro 2025 a Londra. (In realtà la sua uscita – diventata virale – riprendeva un commento del cronista ed ex calciatore Alan Shearer durante i quarti di finale degli Europei maschili 2024 contro la Svizzera, questo.)

Altre polemiche che l’hanno additata come antisportiva sono circolate sulla stampa spagnola dopo la recente vittoria europea, che l’ha definita ‘presuntuosa’ (cocky) per aver corso davanti alla portiera Cata Coll, lanciandole uno sguardo di sfida subito dopo averla battuta. In queste playlist, a dire il vero, le sue esultanze sembrano più che altro intense, genuine (a volte goffe) manifestazioni di gioia di chi non si fa troppi problemi a esprimere sé stessa e festeggia come lo farebbe in privato con gli amici.

Chloe Kelly è cresciuta a West London giocando con i fratelli maggiori in quello che lì chiamano cage football – il calcio giocato nei campi di cemento recintati da grate metalliche (le ‘gabbie’) che popolano i quartieri working class di Londra. Il cage football ha formato diversi talenti del calcio inglese, e Kelly è tra questi.

“[Il cage football] significa ancora tantissimo per me. L’aggressività, il carattere, l’atteggiamento spavaldo – viene tutto dalle cage. Lì non puoi nasconderti. Giocavo sempre con ragazzi più grandi, finivo sbattuta contro i muri, ma continuavo a rialzarmi. I miei fratelli non mi permettevano di andare a piangere dalla mamma: se lo avessi fatto, non mi avrebbero più lasciata tornare. Questo mi ha resa forte. Mi ha reso creativa. Oggi, quando scendo in campo, porto con me gran parte di quell'energia.”

Dopo il periodo buio col City Kelly aveva detto di voler “solo essere felice”. Per il momento, ce l’ha fatta. Di recente, BBC ha scritto che a fare la differenza in campo e salvare l’Inghilterra agli Europei è stata proprio la sua 'felicità'. “È stato così bello che dovevamo rifarlo!” ha gridato alle telecamere con una vocetta acuta, mostrando la medaglia mentre usciva dal campo dopo l’ultima vittoria.

Ha l’aria di qualcuno che si sta divertendo molto, e l’entusiasmo di chi sa che la festa è appena iniziata.

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