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Nicola Santolini
Chi vince la Premier League?
19 apr 2024
19 apr 2024
Proviamo a capirlo con l'aiuto delle statistiche avanzate.
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Nicola Santolini
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IMAGO / Sportimage
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La Premier League è il campionato di calcio più ricco e seguito al mondo, ma non sempre il più equilibrato. Di certo è raro, come anche in tutti gli altri campionati, una corsa al titolo avvincente fino all'ultima giornata. Nell’ultimo decennio ci sono state solo una manciata di stagioni in cui la lotta è stata realmente aperta fino alla fine, soprattutto grazie al duello tra Manchester City e Liverpool. La squadra di Guardiola è riuscita a battere i "Reds" di un solo punto, nel 2018/19 e 2021/22, in due campionati davvero combattuti.D'altra parte rimanere a questi livelli per così tanto tempo è difficilissimo, e questo dovrebbe dirci già molto dell'incredibile lavoro di Guardiola in queste stagioni. Il Liverpool, in particolare, ha alternato stagioni da quasi 100 punti ad altre in tono molto minore. Ne è un esempio la scorsa stagione, in cui la squadra di Klopp è arrivata addirittura quinta - mancando anche la qualificazione in Champions League - lasciando il ruolo di antagonista principale all’Arsenal di Arteta, che lo ha interpretato bene per buona parte del campionato. In questa stagione il Liverpool ha però ripreso ad esprimersi ad alti livelli, e in Premier League si è venuta a creare una situazione inedita, con tre squadre in lotta per la vittoria finale. Una lotta che è ancora aperta e in cui non sono mancati colpi di scena anche nell’ultimo turno. Alla 31esima giornata la classifica vedeva al primo posto Arsenal e Liverpool con 71 punti seguiti dal Manchester City a 70, ma con le sconfitte casalinghe dei "Reds" contro il Crystal Palace e dei "Gunners" con l’Aston Villa nell’ultimo turno, i "Citizens" si sono ritrovati in testa con due punti di vantaggio. Un distacco risicatissimo, che a sei giornate dal termine, lascia tutti gli scenari ancora aperti.La Premier League è anche il campionato in Europa dove più vengono utilizzate le statistiche, sia dai club - dall’analisi delle partite allo scouting - che dai media, che già da diverse stagioni hanno introdotto indicatori come gli Expected Goals nella loro comunicazione. Opta, ad esempio, dopo ogni turno di campionato pubblica sul suo blog le probabilità di vittoria finale calcolate dai suoi modelli matematici, con tanto variazioni rispetto alle previsioni prima dell’ultima partita. Già prima dello scorso weekend il loro algoritmo indicava come favorito il City - nonostante il punto in meno in classifica - e a seguito dei risultati dell’ultimo turno le probabilità di successo attribuite ai "Citizens" sono salite addirittura al 70%.

Naturalmente per quanto i modelli previsionali siano raffinati e tengano in considerazione moltissime variabili - tra cui i diversi calendari - è chiaro che proiezioni di questo tipo siano di natura speculativa, soprattutto in una stagione che potrebbe vedere tre squadre lottare punto a punto fino alla fine, e in cui il peso specifico dei singoli episodi è potenzialmente enorme. Abbiamo avuto modo di constatarlo anche in Serie A nel recente passato: nella stagione 2021/22, a metà campionato la maggior parte dei modelli previsionali indicavano l’Inter di Inzaghi come netta favorita alla vittoria finale, ma in un confronto così ravvicinato sono stati un numero limitato di eventi - inevitabilmente imprevedibili - a incidere sull’esito finale. L'utilizzo dei dati per cercare di prevedere il futuro va quindi preso sempre con le pinze, ma è vero che possono fornire chiavi di lettura utili a capire come potrebbe evolversi una situazione ingarbugliata come quella al vertice della Premier.Innanzitutto, attraverso le statistiche avanzate possiamo capire meglio lo stato di forma attuale di una squadra, al di là della classifica e da indicatori semplici come i gol fatti e subiti. Un buon punto di partenza sono i non-penalty expected goals creati e concessi, che restituiscono una realtà piuttosto simile a quella effettiva, almeno per quanto riguarda le squadre di vertice. C’è infatti una separazione netta tra le prime tre in classifica e le altre squadre: Arsenal, City e Liverpool creano più xG - rigori esclusi - di tutte le altre 17, e ne concedono meno. Ci sono però differenze sostanziali all’interno del gruppo di testa.

L’Arsenal nel corso della stagione è apparsa come la squadra difensivamente più solida, e ha effettivamente la migliore performance difensiva secondo il parametro dei non-penalty expected goals concessi, ma tra le tre è quella che crea meno. Da questo punto di vista ha un rendimento "opposto" a quello del Liverpool, che ha la maggiore produzione offensiva ma concede anche più xG, mentre il City si attesta esattamente a metà tra le due.

Da un punto di vista strettamente numerico, tra le tre è l’Arsenal ad avere il differenziale migliore tra npxG creati e concessi, ma si tratta di uno scarto troppo piccolo per dirci davvero qualcosa. L’informazione più importante che si può ricavare da questi dati è in realtà la distanza in termini di performance tra le squadre in lotta per il titolo e tutte le altre. Si possono raffinare ulteriormente questi dati prendendo in considerazione la rilevanza delle occasioni costruite in open-play rispetto a quelle da fermo.

Se si considerano nel computo degli xG solo le occasioni da gol costruite su azione manovrata, la posizione dell’Arsenal rispetto ad altre squadre del campionato cambia: i "Gunners" producono meno - oltre che di City e Liverpool - anche di Chelsea, Tottenham e Newcastle. Questo significa che la squadra di Arteta, che tra le tre è quella a creare il volume minore di occasioni, è anche quella che fa più affidamento sui calci da fermo come fonte di gioco. Questo non è necessariamente un aspetto negativo (i calci da fermo esistono!), quanto piuttosto una caratteristica dell’Arsenal in questa stagione. Una seconda chiave di lettura che gli expected goals possono aggiungere è quella relativa alle differenze tra gol attesi ed effettivamente realizzati, quindi le overperformance o underperformance rispetto alle stime del modello. Solo il Liverpool ha segnato più o meno quanto atteso (con un +2% di overperformance), mentre Arsenal e City hanno finora battuto in maniera consistente i propri npxG, con un +22% e un +24% di non-penalty gol segnati rispetto alle attese. Questi dati sono in parte equilibrati dai numeri difensivi, secondo cui solo il Liverpool è riuscito a concedere meno gol - circa 4 - rispetto ai npxG accumulati dagli avversari, a differenza di "Gunners" e "Citizens". In questi casi, è difficile risalire a un'unica causa, ma è interessante notare le differenze negli stati di forma dei portieri: Allison sta parando molto bene secondo le metriche avazate di shot-stopping, con oltre 5 gol subiti in meno rispetti ai post-shot xG, mentre le coppie Ederson-Ortega e Raya-Ramsdale hanno complessivamente pareggiato o fatto peggio rispetto alle attese statistiche. A livello macroscopico le statistiche avanzate di Arsenal, Liverpool e Manchester City restituiscono quindi un quadro generale di grande equilibrio, che si avvicina molto a quello delineato dalla classifica reale. Possiamo però andare ancora più a fondo, disaggregando i dati e osservandone lo sviluppo nel tempo lungo tutto il corso della stagione, con particolare attenzione ai trend dell’ultimo periodo.

In questo modo è possibile ad esempio apprezzare la crescita del Liverpool, che nella prima parte di stagione ha mostrato alcune fragilità, ed è stata la squadra con i picchi più netti, passando dalla vittoria contro il Newcastle - partita in cui ha quasi rotto gli xG - alla brutta sconfitta di febbraio nello scontro diretto con l’Arsenal. Nelle ultime settimane la squadra di Klopp è stata però quella dal rendimento migliore secondo le statistiche - se si esclude l’Europa League - evidenziando un trend complessivamente positivo in tutto il periodo successivo alla sconfitta di Londra.

Al contrario l’Arsenal, che ha avuto il rendimento statisticamente più solido e costante lungo tutto il corso della stagione, sembra avere l’inerzia peggiore in questo momento, nonostante sia riuscita a difendere la propria posizione, almeno fino all’ultima giornata.Proprio le due sconfitte inattese dell’ultimo turno sono state interpretate come un mezzo suicidio delle avversarie di Guardiola, una sorta di remake in chiave meno tragica della scivolata di Gerrard nel 2014. Più che segnali di un calo di forma, però, i due risultati sembrano essere più degli inciampi sfortunati. Sia Arsenal che Liverpool, infatti, non hanno giocato male, e nel caso dei "Reds" il match è stato in larga parte dominato sia dal punto di vista del possesso che da quello della creazione di occasioni da gol. Una partita quindi molto diversa rispetto alla brutta prestazione contro l’Atalanta.

Le statistiche avanzate suggeriscono quindi un’inerzia migliore per Liverpool e City rispetto all’Arsenal, seppure in una lotta dagli equilibri estremamente delicati, con tre squadre in pochissimi punti che possono cambiare posizione ogni weekend. Da questo punto di vista non va trascurato l’aspetto mentale, che probabilmente in questo momento favorisce il City, non solo per i 2 punti di vantaggio ma anche per essersi ritrovato un po’ a sorpresa in testa a 6 giornate dal termine, dopo essere riuscito ad uscire più o meno indenne da due scontri diretti piuttosto sofferti giocati a marzo. La squadra di Guardiola è anche quella più abituata a gestire questo tipo di situazioni, nonostante l’ultima finale di Champions League abbia messo in mostra qualche sbalzo di troppo nella gestione emotiva delle partite. E adesso bisognerà vedere come reagirà all'eliminazione da questa Champions per mano del Real Madrid.Lo scorso weekend ha mostrato come un solo turno possa cambiare radicalmente gli equilibri in questa corsa, e nelle prossime settimane di questi momenti ce ne saranno molti. Non è più troppo presto per dire che, in quanto a spettacolarità ed incertezza, sembra davvero l'anno giusto per un finale di stagione all’altezza dello sfarzo che ci si aspetta dalla Premier League.

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