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Fabio Barcellona
Chi è davvero Emre Can
12 gen 2018
12 gen 2018
Si associa spesso il nome del ventiquattrenne tedesco alla Juventus: che giocatore è? E come potrebbe inserirsi nella squadra di Allegri?
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Fabio Barcellona
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La pagina Wikipedia dedicata ad Emre Can riporta già, nella scheda coi dati di sintesi della carriera del giocatore, il suo tesseramento per la Juventus. Se è da almeno un paio d’anni che il nome del giovane centrocampista del Liverpool è associato a quello dei bianconeri, ormai, in prossimità della scadenza del contratto che lo lega ai "Reds" fino a giugno, il passaggio di Can alla Juventus sembra davvero vicino e pronto ad essere annunciato per la prossima stagione. Ma prima di analizzare le sue caratteristiche vale la pena ricostruire brevemente la carriera movimentata del ventiquatrenne tedesco.

 

Emre Can, di origini turche, ha iniziato a giocare a calcio nella sua città natale, cioè Francoforte sul Meno. A 12 anni entra nel settore giovanile dell’Eintracht Frankfurt, che lo nota e lo preleva dalla sua prima società, l’SV Blau-Gleb Frankfurt. All’Eintracht, Emre Can rimane solo tre anni: nel 2009 il Bayern Monaco decide di acquistarlo e inserirlo nel suo settore giovanile. Gioca nella squadra under 17, poi nell’under 19 e infine arriva alla seconda squadra. Contemporaneamente gioca per ogni nazionale tedesca giovanile. Esordisce in prima squadra a 18 anni, nella finale di Supercoppa di Germania dell’agosto 2012 giocata contro il Borussia Dortmund e vinta per 2-1. In quella partita, Can gioca viene impiegato da Heynckes da terzino sinistro, mettendo in evidenza la versatilità che ha, fino ad oggi, contraddistinto la sua carriera.

 

Nonostante il precoce esordio in prima squadra, Can deve aspettare la fine di quella stessa stagione per giocare la prima volta in Bundesliga. Nelle prime 4 partite, collezionate nella sua stagione d’esordio, riesce anche a segnare il gol della vittoria del Bayern contro il Friburgo. A quel punto i bavaresi decidono di cederlo al Bayer Leverkusen, riservandosi però un’opzione di riacquisto: a Leverkusen, Can gioca da titolare in campionato e in Champions League nel 4-3-2-1 disegnato dal tecnico finlandese Sami Hyppiä, prevalentemente a centrocampo, ma non sono rari i suoi impieghi da terzino e gioca persino una partita da difensore centrale. A fine stagione - Can ha compiuto da poco vent’anni - il Liverpool di Brendan Rodgers lo acquista per 15 milioni di euro e il Bayern Monaco decide quindi di abbandonare ogni controllo sul suo tesserino. Il Liverpool è reduce dalla grandiosa e sfortunata stagione conclusasi con lo scivolone di Gerrard ad Anfield contro il Chelsea e il pareggio esterno contro il Crystal Palace, che avevano negato il titolo alla migliore squadra di Premier League della stagione 2013-14.

 

Rodgers apprezza la versatilità del tedesco e, dopo le prime partite giocate da centrocampista, lo utilizza come centrale di destra nella difesa a 3 frequentemente schierata dai Reds. La stagione del Liverpool, che nel frattempo ha ceduto Luis Suarez al Barcellona, è molto diversa dalla precedente e si chiude con un deludente sesto posto. A giugno Can mostra le sue doti anche agli osservatori meno attenti, nelle finali del campionato europeo under 21 giocate in Repubblica Ceca, dove si rivela uno dei centrocampisti più interessanti dell’intera competizione.

 

La stagione successiva Rodgers viene esonerato già ad ottobre dopo un pareggio interno nel derby contro l’Everton. Sulla panchina dei Reds viene chiamato Jürgen Klopp che cambia il gioco della squadra e sposta definitivamente Can in mezzo al campo. Nel frattempo fa il suo esordio nella nazionale maggiore, dove Joachim Löw lo impiega inizialmente come terzino.

 


Emre Can compone la sua TOP XI. Lui ha giocato in almeno 8 delle posizioni dello scacchiere.


 



Oltre alla versatilità, a Emre Can viene comunemente attribuita la dote della completezza. A dire il vero le due qualità non sono due variabili indipendenti, ma sono legate tra loro: perché è in parte merito della sua presunta completezza se Can può essere impiegato in varie zone del campo; e in senso inverso è la sua versatilità tattica ad aver convinto molti che il tedesco sia un giocatore completo, capace di fare tutto in campo.

 

Steffen Freund, ex calciatore del Borussia Dortmund e suo allenatore nelle Nazionali giovanili ha affermato che Emre Can è il giocatore più completo che abbia

nella sua carriera.

 

Ha la struttura di un atleta possente - è alto 184 cm e pesante 82 Kg - che riesce ad utilizzare al meglio nei duelli fisici con gli avversari e nel gioco aereo. Il suo notevole controllo del pallone in conduzione, unito alla buona progressione, lo rendono un ottimo portatore di palla, anche perché il mix tra la velocità sul lungo e il peso gli permette di non risentire dell’opposizione fisica degli avversari. Il rovescio della medaglia della sua robusta corporatura è una carenza di agilità che, chiaramente, si evidenzia maggiormente in spazi stretti. Sul breve, mostra una reattività non eccelsa nei primi passi e un’esplosività ridotta. È un giocatore resistente, capace di coprire durante la partita l’intera estensione del campo da gioco.

 

Al suo terzo anno sotto la guida di Jürgen Klopp, Emre Can ha definitivamente abbandonato nella sua squadra di club il ruolo di difensore, venendo impiegato esclusivamente come centrocampista. Solamente in un’occasione, nel match esterno contro il Brighton & Hove Albion, Can è stato impiegato come terzo centrale di destra nel 3-4-2-1 schierato dal tecnico del Liverpool, con una avveniristica linea difensiva composta, oltre che dallo stesso tedesco, da Lovren e Georgino Wijnaldum.

 


Due mezzali come centrali di destra e sinistra della difesa a 3: uno schieramento davvero particolare per il Liverpool di Jürgen Klopp.


 

Il modulo di gioco più frequentemente utilizzato dal tecnico tedesco in questi anni è stato il 4-3-3, con qualche escursione nel 4-2-3-1. Nel 4-3-3 Can è stato schierato principalmente come mezzala, comunemente associato ad un'altra mezzala dalle caratteristiche più offensive: Wijnaldum o Coutinho. Se negli anni passati le assenze del mediano Jordan Henderson erano coperte dall’impiego di Lucas Leiva, quest’anno, con il brasiliano passato alla Lazio, è toccato ad Emre Can ricoprire il ruolo di vertice basso del centrocampo a 3 durante i periodi di infortunio del suo capitano. Nel 4-2-3-1, invece, ha occupato il ruolo di interno, accoppiato ad un altro centrocampista.

 

Va detto che in ognuna di queste opzioni, Emre Can dà il suo meglio nello svolgimento di compiti essenzialmente difensivi. I suoi numeri restituiscono un centrocampista più concentrato a svolgere il suo ruolo in mediana che nell’ultimo terzo di campo. In questa stagione, tra i centrocampisti della Premier League, è solo al 17° posto per tiri ogni 90’ (1.19) pur giocando in una squadra che è seconda solo al Manchester City come per numero di conclusioni a rete. Anche il numero di key pass non è troppo elevato, specie se parametrato a una squadra che giunge frequentemente alla conclusione (1.1 p90, 19° posto tra i centrocampisti della Premier League). Pur con un calo nei tiri, i numeri sono coerenti con quelli delle passate stagioni da centrocampista nel Liverpool.

 


Pur con pochi tiri in porta e un numero non elevato di gol, Emre Can occupa il 4° posto (minuto 01:45) e il 1° posto (minuto 02:30) nella classifica dei gol più belli del Liverpool della scorsa stagione. Il gol più bello della scorsa stagione è la sua rovesciata contro il Watford.


 

Emre Can è il miglior giocatore della sua squadra per tackle tentati (4.5 p90) e tackle riusciti (3.2 p90). I numeri lo portano a essere l’ottavo centrocampista delle Premier League per numero di tackle, dietro a giocatori di squadre che hanno una percentuale di possesso inferiore a quello dei "Reds" e quindi maggiori possibilità di utilizzare questo fondamentale difensivo. Emre Can è particolarmente abile nel rubare il pallone utilizzando la scivolata, e nel contrasto puro corpo a corpo ha frequentemente la meglio grazie al buon utilizzo della sua massa.

 

È meno buono invece il numero di palloni recuperati tramite intercetto, ma in questo Can è penalizzato anche da un sistema di

che favorisce i contrasti alla lettura delle traiettorie di passaggio avversarie. Nella combinazioni tra tackle e intercetti rimane comunque il miglior recuperatore di palloni della squadra e uno dei migliori centrocampisti in assoluto della Premier League.

 

È a suo agio sia in fase difensive dinamiche, caratterizzate dall’utilizzo del pressing per recuperare il pallone, che in quelle maggiormente statiche in cui la difesa è maggiormente posizionale. Negli anni ha migliorato i tempi, il posizionamento e la lettura delle intenzioni avversarie, aumentando quindi le sue capacità a difesa schierata, dove può fare valere la sua forza fisica, e nelle fasi di pressing e gegenpressing.

 

Viene comunemente descritto come un centrocampista box to box, e in fase di possesso palla è in grado effettivamente di correre con profitto per tutti i 110 metri di campo, ripiegando profondamente e inserendosi in corsa nel cuore delle difese avversarie. Il suo impiego tattico, come interno in un centrocampo a 2 come mediano, o mezzala in un reparto a 3 assieme a un compagno dalle caratteristiche offensive più sviluppate, ne limitano però la possibilità di accompagnare con continuità il gioco d’attacco negli ultimi 20 metri di campo.

 

La mappa dei tiri mostra indirettamente che Can che l’inserimento profondo in area è un’opzione, ma non la più ricercata; più del 70% delle sue conclusioni avvengono da fuori area e nel 30% rimanente sono comprese le conclusioni derivanti da calci piazzati.

 


La distribuzione dei tiri di Emre Can negli ultimi due anni. Dei 30 tiri effettuati da dentro l’area, ben 17 sono colpi di testa (fonte Wyscout).


 

In mezzo al campo è più un facilitatore di gioco che un costruttore o un giocatore creativo, come il numero di key pass conferma. Pur in un contesto parecchio verticale come il Liverpool di Klopp, Emre Can preferisce la giocata sicura e il mantenimento del possesso all’incertezza di un passaggio rischioso.

 

La sua tecnica di passaggio, specie sul corto, ma anche sul lungo, è buona con entrambi i piedi, pur essendo un destro naturale. Se ben pressato, la già citata non enorme agilità e destrezza negli spazi brevi, può portarlo all’errore e alla perdita del possesso. Cresciuto all’interno del nuovo corso tattico del calcio, che accoppia l’aggressività del gegenpressing a una gestione ragionata, se pur verticale, del pallone, Emre Can è comunque in grado di fare circolare in maniera efficiente il pallone, nonostante qualche limite negli spazi angusti e una visione di gioco nella media.

 

Una caratteristica in cui eccelle sono gli strappi palla al piede, dove il mix di forza fisica, progressione e controllo del pallone, restituisce un giocatore in grado di fare avanzare la sua squadra con le sue conduzioni. Più che verticalizzare con il pallone, la corsa palla al piede è la maniera preferita di Emre Can per risalire il campo velocemente. I suoi dribbling nascono prevalentemente in queste occasioni e sono effettuati in piena corsa, spostando il pallone senza l’utilizzo di particolari “trick”. Lo sviluppo del giocatore ha comunque reso più selettiva la scelta tra un passaggio e la conduzione del pallone. Oggi il centrocampista tedesco sceglie meglio le occasioni in cui effettuare i suoi break con la palla e di conseguenza il numero dei suoi dribbling è progressivamente sceso dai tempi di Leverkusen (più di 4 p90) ad oggi, in cui tenta mediamente 1.7 dribbling ogni 90’.

 

Le sue capacità di conduzione, unite alla pulizia del passaggio e, se necessario, alla possibilità di superare l’avversario in dribbling, erano proprio le qualità che avevano suggerito l’utilizzo da terzo centrale nel Liverpool di Brendan Rodgers, con il compito di pulire la costruzione bassa della squadra.

 



Oggi Emre Can è un centrocampista completo, ma maggiormente abile ed orientato alla fase difensiva. Rispetto alle promesse dei tempi di Leverkusen e della nazionali tedesche giovanili, Can non è diventato il centrocampista dominante che il suo mix di buona tecnica, disciplina tattica e atletismo sembrava presagire. Probabilmente il lungo periodo passato come difensore centrale non ha agevolato il percorso di crescita del giocatore. Sotto il mantello dell’etichetta di giocatore totale può talvolta nascondersi un calciatore che non eccelle in nessuna qualità.

 

Emre Can attualmente non è un organizzatore di gioco di alto livello e nemmeno un centrocampista che incide troppo in fase d’attacco. È una mezzala in grado di rendere fluida la manovra e di difendere efficacemente in ogni situazione di gioco, con il bonus di un’eccellente capacità di spezzare palla al piede la linea mediana avversaria.

 

In scadenza di contratto, dovrebbe arrivare alla Juventus solo a giugno, e proprio per questo è piuttosto complesso immaginare il suo impatto sui bianconeri e le modalità del suo impiego. Come più volte dichiarato da Marotta, il mercato della Juve tiene in grande considerazione le occasioni a disposizione e la filosofia della società è quella di accaparrarsi giocatori forti, lasciando al campo e all’allenatore il compito di ritagliare poi l’abito tattico giusto alla squadra sulla base delle caratteristiche della rosa a disposizione. In questo senso, Allegri è l’allenatore ideale per la modalità di conduzione del mercato della dirigenza della società e, proprio per questo, Emre Can, è da tempo uno degli obiettivi bianconeri.

 

È stato spesso accostato a Khedira, forse anche per un certa somiglianza somatica, ma in realtà il centrocampista bianconero è un giocatore più orientato e incisivo negli inserimenti profondi: la sua sensibilità tattica nel trovare, senza palla e a fari spenti, gli spazi nel cuore delle difesa avversaria è superiore a quella del compagno di nazionale. Da parte sua, Emre Can è un giocatore difensivamente più completo del connazionale.


 


La percentuale di tiri da dentro l’area di Khedira è il doppio di quella di Emre Can, a dimostrazione delle diverse qualità di inserimento dei due giocatori.



 

Con Sami Khedira, però, Emre Can condivide una rapidità non eccelsa e qualche difficoltà i spazi ridotti. Alla Juventus potrà essere impiegato, come la carriera dimostra, in ogni ruolo e in ogni configurazione del centrocampo. Formerebbe una coppia bene assortita con Pjanic e completerebbe un ottimo trio di centrocampo con il bosniaco e Matuidi. La solidità, i centimetri e la forza fisica, e la sua disciplina tattica sono, in ogni caso, ingredienti che la Juventus tradizionalmente apprezza e sa come sfruttare bene.

 

Ma sarebbe più interessante immaginare, anziché il contributo che Emre Can potrebbe garantire alla Juventus, il modo in cui un suo approdo in bianconero potrebbe favorire una sua ulteriore crescita, dopo gli anni passati al Liverpool. Gli auspicabili sviluppi del gioco del centrocampista tedesco sono molti e coinvolgono principalmente la partecipazione nell’ultimo terzo di campo e l’utilizzo della sua stazza atletica per movimenti più raffinati in fase offensiva, così da arrivare alla conclusione vicino alla porta avversaria.

 

Dopo gli anni passati nel peculiare habitat della Premier League, il passaggio al sofisticato, seppur cinico, ambiente tattico della Serie A, potrebbe far compiere a Emre Can il salto di qualità che sembra promettere da tanti anni. E a quel punto ci ritroveremmo a scrivere di un giocatore diverso e ancora più completo.

 

 

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