1. Partiamo dalla domanda più importante: lo scudetto 2016/17 è già assegnato alla Juve?
Dario Saltari
A leggere la lista degli acquisti sembra non esserci scampo. Ma se si va un pochino più a fondo le cose diventano più complicate. In primo luogo, Pogba non è un giocatore sostituibile, né sul piano tecnico né su quello del timore che incute negli avversari. Pjanic (come Fabregas, o Witsel, nel caso in cui dovessero arrivare) è un grande giocatore, ma tra i due c’è la stessa differenza tecnica che c’è tra chi specula in borsa con i propri risparmi e un uomo d’affari di Wall Street (non voglio dare un giudizio di valore assoluto, quanto sottolineare la differente consapevolezza del proprio gioco e di carisma). Oltretutto, il centrocampo titolare della Juve per adesso è composto da Pjanic-Khedira-Marchisio che condividono una certa propensione agli infortuni.
In secondo luogo, la convivenza in un attacco a due punte di Higuain e Dybala è tutta da testare e non è detto che funzioni, perché i due argentini hanno molti movimenti in comune. E anche Dani Alves non è detto che percorra le stesse orme di Evra... Tutto questo per dire che ci sono tante cose che possono andare storte. Certo, per far sì che la Juventus perda questo Scudetto dovrebbero andare quasi tutte storte, e alle sue avversarie dovrebbe andare tutto nel verso giusto. È improbabile, ma una piccola possibilità c’è (poi, certo, se Allegri reagisce agli shock come l’anno scorso, allora davvero è già assegnato).
Fabrizio Gabrielli
Quando, praticamente in contemporanea con quello che a questo punto dovrebbe essere solo l’inizio della cavalcata inesorabile della Juventus, i Giochi Olimpici termineranno, penso che svanirà ogni residuo di decoubertinismo e a nessuno piacerà più partecipare per il solo gusto di partecipare. Detto ciò, fortunatamente gli Scudetti preassegnati non ne esistono, neppure in quelle Arcadia Oligarchiche tipo l’Olanda o il Portogallo, dove le corse sembrano essere, ma non sono mai, e vivaddio, in solitaria: finché esisterà un de Graafschap che ti toglie un titolo già mezzo vinto c’è speranza, e penso che il Crotone o il Pescara siano meglio del de Graafschap. Che poi tra la Juventus e il Resto Della A ci sia una discrepanza di valori tecnici spessa come la Faglia di San Andreas è un dato di fatto.
Marco D'Ottavi
Questa è una domanda capziosa e da tifoso (bianconero) mi trovo in difficoltà a rispondere. Il calcio prima, e il campionato italiano in particolare, ci hanno insegnato che lo scontato non esiste, che ogni cosa te la devi andare a prendere sul campo. Ovviamente le possibilità che non sia la Juventus a vincere passano notevolmente dalla risposta che daranno le altre squadre della Serie A a questa domanda. Come ha detto Dario, a vedere le rose, lo scarto oggi come oggi è significativo, ma paradossalmente la fortuna delle altre squadre è che si gioca in 11, e come ha scritto Dario un giocatore come Pogba - negli 11 - non lo sostituisci. Quello che ha fatto la Juventus è stato allungare i possibili titolari, una strategia che alla lunga paga in un campionato competitivo come la serie A.
Emiliano Battazzi
Nel calcio ci sono sempre moltitudini di variabili che possono andare storte, anche nelle squadre più forti. Un esempio viene dalla passata stagione del Barcellona, che tra marzo e aprile improvvisamente ha perso la testa rischiando di buttare tutto al vento. Però questo Scudetto sembra scontato come la vittoria di Bolt sui 100 metri: magari parte meglio qualcun altro, ma alla fine vince Bolt. In questo caso Bolt veste bianconero.
Daniele Manusia
Oddio, non sono molto d'accordo con le incognite segnalate da Dario. Pogba a parte (che però potrebbe essere sostituito da Dybala nelle gerarchie del carisma juventino, e anzi sembra già sia così dalle amichevoli estive, tipo quella con l'Espanyol che Dybala ha pareggiato con una prodezza allo scadere tanto per non lasciare scorie negative) credo che la Juventus abbia abbastanza possibilità per compensare eventuali piccoli problemi tattici o tecnici. In questo senso credo che la panchina avrà un ruolo importante in positivo (Mandzukic, Lemina, Pjaca).
Certo ci sono squadre che possono competere sul piano tattico (Napoli sicuramente, forse Roma, Fiorentina e, perché no, magari anche Inter) o su quello atletico (l’Inter secondo me parte davanti alle altre sul piano fisico), ma sarà soprattutto una questione psicologica: dipenderà molto anche dalle squadre della fascia media (Sassuolo, Genoa, Atalanta) migliorare il proprio livello, se ce ne sarà qualcuna in grado di togliere punti alla Juve e non scendere in campo già battuta assisteremo senza dubbio a un campionato migliore. A molti meriti della squadra di Allegri la stagione passata si sono sommati i demeriti delle inseguitrici, la crisi della Roma di Garcia, l’esaurimento di energie (fisiche e mentali) del Napoli, la seconda parte di stagione pessima di Fiorentina e Inter... Poi se la Juventus fa più di 100 punti e finisce imbattuta imbattuta o peggio tanto di cappello.
Alfredo Giacobbe
In effetti la Juventus della scorsa stagione ha preso solo 6 gol nella seconda parte, 6 gol in tutto il 2016, un percorso che mi sembra irripetibile e che magari ci è sembrato fin troppo normale. Credo che, in determinate circostanze, affrontare una squadra molto forte dia delle extra motivazioni e come dice Daniele questo può aiutare a colmare anche molti livelli di gioco. Non succede sempre, ma è possibile.
2. C’è una squadra che può insidiare il suo dominio?
Marco
Io sono convinto che Roma e Napoli possano farlo. L’anno scorso la Serie A è girata nello scontro diretto, per un gol abbastanza fortunoso, e chissà come avrebbe reagito il Napoli se fosse uscito con un pareggio dallo Stadium. Sono squadre che hanno dimostrato (la Roma dopo l’arrivo di Spalletti) di avere un’idea di gioco e degli ottimi giocatori che possono fare la differenza nel nostro campionato. Menzione speciale per l’Inter di cui credo dovremmo parlare dopo il 31 agosto perché non è chiaro quello che stiano facendo.
Daniele
Forse, più che di dominio, però, parlerei di controllo. Ci vorrà il coraggio delle altre squadre di andare a pressarla e costringerla a giocare spalle alla porta dal centrocampo in su (a cominciare da Pjanic, se sarà il play, che spalle alla porta perde moltissimo) e di attaccare la transizione negativa juventina, ma sarà difficile che la Juventus perda il controllo delle partite e, una partita dopo l'altra, del campionato. Ma è interessante perché secondo me è proprio questo controllo che nessuna avversaria è riuscita a imitare che ha fatto la differenza negli anni passati, e sono curioso di vedere se qualche contendente sarà cresciuta al punto da farci vedere qualcosa di simile.
Io credo molto nel Napoli. Paradossalmente, senza Higuain, Sarri potrà costruire una squadra più efficace e coordinata (e evitare magari eventuali cali di gruppo che dipendano cali individuali o da assenze prolungate). Certo se la proposta di gioco sarà esattamente la stessa, con Higuain in meno, la vedo dura, ma credo che il Napoli 2016/17 sarà una squadra diversa da quella della scorsa stagione. E immagino migliore, più calma, proprio perché parte da quella base solidissima che non è stata compromessa dall'addio del più grande finalizzatore del campionato (e non solo), con giocatori di alto livello consapevoli dei loro mezzi. La Roma è un'incognita per via di alcune scommesse (Dzeko, Strootman, Bruno Peres, Vermaelen) che non è detto Spalletti riuscirà a vincere; l'Inter anche, per ovvie ragioni.
Francesco Lisanti
Io credo di no, che non ci siano serie contendenti al dominio o controllo juventino. E mi sembra anche superfluo argomentare: c’era già stata una prima “rivoluzione” l’anno passato, e s’era detto che sarebbe servito del tempo per l’assestamento. Effettivamente ce n’è stato bisogno, poi le hanno vinte tutte. Il che non vuol dire che gli scontri diretti non ci regaleranno grandi partite, anzi, ho grande fiducia in tutte le potenziali contender, ma sulla lunga distanza tutto dice Juventus.
Fabrizio
Che intendiamo, precisamente, per dominio? Io credo si debba parlare di più di dominanza, nell’accezione biologica, come nella frase “l’allele Juventus influenzerà in maniera marcata il fenotipo Serie A”. Se poi la domanda è “dobbiamo aspettarci una carneficina settimanale stile PSG in Ligue1?” credo che la risposta sia un NO bello deciso, o almeno me lo auguro: a nessuno, neppure a chi li scrive, credo, piacciono i romanzi noir in cui chi sia l’assassino si capisce a pagina 50. C’è caso che un paio di altri potenziali colpevoli si trascinino, con tutte le loro incoerenze, almeno fino ai quattro quarti dell’hard boiled, e Napoli, Inter e Roma, ognuno con le sue sgangheratezze, sono potenziali assassini quantomeno credibili.
Dario
Roma e Napoli sono le uniche due squadre che possono sperare, con un campionato oltre la perfezione, di prendersi le poche chance che la Juve lascerà per strada. L’Inter non la vedo come una concorrente credibile, soprattutto se prenderà Joao Mario alle cifre che si leggono in questi giorni, perché tra la fine di questa sessione di mercato e la prossima sarà costretta a cedere una delle colonne portanti della sua rosa.
Emiliano
Certo, se l'Inter però continuasse ad ignorare il fair play finanziario e a rinforzarsi (al di là delle conseguenze che pagherebbe) si aggiungerebbe senz'altro a Napoli e Roma tra le possibili disturbatrici del dominio juventino, arrivando magari persino a scalfirlo, ma non credo a romperlo. Prima con Pjanic, poi con Higuaín, le due principali sfidanti si sono indebolite per rinforzare i campioni in carica. Il dominio si può rompere solo se a un certo punto, tra marzo e aprile, la Juve decide di puntare esclusivamente sulla Champions, schierando delle controfigure in campionato. Non credo succederà, perché competere aiuta a competere. Se ti rilassi sei finito e nessuna squadra recita questo mantra come la Juventus.
Alfredo
Credo che stiamo sottovalutando l’impatto che ha avuto Luciano Spalletti sulla Roma a campionato in corso. Dal 13 gennaio, giorno del suo secondo insediamento a Trigoria, Spalletti ha racimolato 46 punti, 6 meno dei bianconeri; 3 di questi sono venuti dallo scontro diretto del 24 gennaio. E quella è rimasta l’unica sconfitta in campionato della nuova Roma. Il mercato gli ha dato alternative valide anche per un cambio di sistema. Se solo il fato gli fornisse un nuovo Dzeko…
3. Chiariamo una cosa: la Juventus ha applicato una strategia di dominio interno (indebolendo Napoli e Roma) o piuttosto si è rafforzata per essere più competitiva in Europa?
Francesco
Logicamente quella del dominio interno, come insegna il Bayern Monaco, è una strategia di impatto più rapido per essere poi immediatamente competitivi in Europa. È chiaro che un’eventuale vittoria in Europa - o almeno un percorso molto positivo - sarebbe enormemente preferibile a una vittoria in campionato senza rivali, sia dal punto di vista del contabile che da quello del tifoso. Quindi non è una questione di bullismo, e la scelta di Higuaín e Pjanic si giustifica principalmente con due ragioni: semplicità di inserimento (perché entrambi conoscono già la lingua, i nuovi compagni, i prossimi avversari, il modo di vivere e raccontare il calcio) e pura opportunità (perché non c’erano molti altri giocatori di quel livello in squadre che valesse la pena lasciare per andare alla Juventus).
Fabrizio
Entrambe, e in maniera che potessero essere l’una funzionale all’altra, come ha spiegato bene Francesco. Ma il punto forse è un altro: che campionato è un campionato in cui la squadra campione in carica, togliendo dalle principali contenders della stagione precedente un uomo chiave rispettivamente, diventa così irrazionalmente e senza alcun rispetto delle proporzioni enormemente più forte? Cercare di darsi una risposta è un esercizio retorico, anche discretamente deprimente.
Marco
La Juventus si è rafforzata per essere competitiva in Europa. Se ha guardato all’Italia è perché è l’unico mercato in cui può fare la voce grossa. Non penso abbia comprato Pjanic e Higuain pensando principalmente ad indebolire le concorrenti, quella è una conseguenza, credo lo abbia fatto perché erano i due migliori giocatori a cui poteva arrivare senza che questi preferissero altre destinazioni (per dire anche un giocatore come Draxler può rifiutare la Juventus) o senza dover staccare uno stipendio superiore agli 8 milioni l’anno, che semplicemente non si può permettere nessuno in Italia.
Dario
Questa è una bella domanda e questa volta non sono molto d’accordo con voi. È vero che, visto dall’esterno, il mercato della Juve sembri più diretto ad indebolire gli avversari in campionato che ad arricchirsi tecnicamente, e questa è una differenza non da poco. In questi ultimi anni abbiamo sempre lodato il lavoro di Paratici e Marotta, per il loro occhio alla funzionalità tecnica dei giocatori più che ai nomi, ma quest’ultima sessione mi sembra vada leggermente controcorrente. Penso, per esempio, all’acquisto di Pjanic, che è stato preso non solo per sostituire numericamente Pogba ma anche per fare il regista in attesa del ritorno di Marchisio (almeno così sembra dalle ultime amichevoli). Questa mi sembra una valutazione tecnica sostanzialmente errata, perché il bosniaco ha più di un limite in quel ruolo, e la decisione di puntare subito su di lui e non su un giocatore che sapesse veramente fare sia il regista che la mezzala (come Witsel, per l’appunto) mi indica più una volontà di far male ad un’avversaria che una reale esigenza di mercato.
Emiliano
Dream bigger: la Juve al dominio italiano, per me, non ci ha proprio pensato, perché domina già da 5 anni e nella passata stagione ha calpestato i suoi avversari dopo aver buttato un terzo delle partite. La Juve sarebbe stata netta favorita anche senza questi acquisti, che servono a ottenere una credibilità internazionale, a raggiungere lo stesso standing di Bayern, Real, Barça, insomma per diventare la prossima squadra di Guardiola tra tre anni. Magari non è ancora all'altezza ma ci si è avvicinata tanto: è questo l'obiettivo del mercato juventino. Non credo a scelte funzionali a indebolire gli avversari, ma solo ad avere la certezza di giocatori già integrati in Italia.
Alfredo
I rinnovi biennali di Allegri, Buffon, Barzagli e Chiellini per me parlano chiaro, forse più del mercato: la Juventus punta alla Champions League subito, prima di un nuovo rimpasto che potrebbe cambiare il volto della Vecchia Signora in una maniera ad oggi totalmente imprevedibile.
Daniele M.
Ok, prima della vendita di Pogba ero sicuro che la Juventus volesse vincere subito la Champions e che l’acquisto di Higuain (sommato agli altri precedenti) servisse anche per convincere lo stesso Pogba di essere competitivi in Europa. Oggi penso che la Juventus ha colto due ottime opportunità tra quelle a cui poteva arrivare per sostituire Morata e Pogba e rafforzarsi (Benatia e Dani Alves da soli ti cambiano la squadra). Ha fatto un ottimo mercato, Dybala sarà importantissimo e Pjaca potrebbe prendersi molto spazio, ma non credo che l’Europa sia un obiettivo concreto (se poi si scoprono competitivi, meglio, ma questo valeva anche gli scorsi anni). Piuttosto credo che la logica sia quella di difendere quanto costruito, dentro e fuori l’Italia, e questo lo hanno fatto alla grande.
Flavio Fusi
I rinnovi biennali citati da Alfredo, sono un segnale notevole sulle intenzioni dei prossimi due anni di questo ciclo bianconero. Penso che la Juve si sia rivolta al mercato interno, sia per una questione di adattabilità, poiché sia Pjanić che Higuaín hanno ampiamente dimostrato di poter spostare gli equilibri in Serie A, sia per una questione di “facilità” di trattativa, visto che appena ricevuto l’assenso dei diretti interessati è bastato pagare la clausola per portare i due a Torino. Conquistare un torneo su cui influiscono tantissime variabili e in cui non sempre vince la squadra più forte, sarà una missione tutt’altro che facile, ma la Juventus ha voluto garantirsi almeno due seri tentativi, interrompendo per il momento il necessario ricambio generazionale.
4. Come giudicate finora la risposta delle altre squadre alla strategia della Juve? Vedete dei progetti di lungo periodo?
Francesco
Sinceramente, non sono neanche convinto che progetti di lungo periodo abbia senso farne (ovviamente sul piano sportivo, non sul piano contabile/amministrativo). Quella del “progetto” può essere una distrazione nociva, se non inutilmente costosa in termini di tempo e risorse, e penso ai contratti inutilmente lunghi offerti dall’Inter a Mazzarri e Mancini negli ultimi anni. Per questi motivi Napoli e Roma hanno fatto (bene) quello che potevano: prendere atto, incassare, usare quei soldi per tenere tutti gli altri. Compresi Sarri e Spalletti, che fanno la differenza tanto quanto i campioni in campo.
Fabrizio
Non sono granché sicuro neppure che quello della Juventus sia un progetto di lungo periodo, forse perché per cominciare a vincere - a meno che non sei il Barça ed hai una Masia - bisogna concentrarsi su un hic et nunc che non ti permette di perder tempo dietro ai progetti. Forse è anche per questo che le contro-strategie del Napoli, o della Roma, non hanno saputo scostarsi troppo da reazioni di pancia, più emotive che ponderate. Se poi per progetto intendiamo la metabolizzazione di un asset mentale (abituarsi a vincere), allora quella è l’attività cerebrale nella quale i bianconeri sono l’unica realtà in linea, in Italia, e il progetto fagocitante assume una coerenza adamantina. Per il resto, considerando che una delle rivali più accreditate era una squadra che ha cambiato allenatore meno di due settimane prima dell’inizio del campionato, mettersi a parlare di progetti di lungo periodo è delicato, come diceva Bassi Maestro, quanto un pugno in pancia ad una donna incinta.
Marco
Purtroppo finché dall’estero possono arrivare e offrire molti più soldi ai tuoi migliori giocatori è difficile fare dei progetti a lungo termine. Per farli servirebbe essere sicuri di avere una base solida su cui costruire e al momento ce l’ha solo la Juventus. Per esempio la Roma può contare su Nainggolan e Manolas per un progetto a lungo termine? Penso che da domande come queste passi il futuro di queste squadre. Ad oggi, paradossalmente, l’unica squadra con un progetto oltre alla Juventus mi sembra il Sassuolo ed è una cosa così triste che ora mi metto a tifare le proprietà cinesi di Inter e Milan.
Flavio
Io penso che le altre abbiano dovuto farsi prima di tutto i conti in tasca, visto che non c’è squadra in Italia in grado di competere con la Juventus dal punto di vista finanziario. Posto che il mercato è ancora aperto, penso che anche i movimenti del Napoli, abbiano delineato una volontà di proseguire quanto iniziato con Sarri la scorsa stagione: la partenza di Higuaín è stata voluta e determinata dal calciatore stesso e quei soldi hanno permesso e permetteranno di ampliare la rosa. Non posso dire lo stesso su altre squadre, come la Roma, che in pratica ha dovuto vendere Pjanić per finanziare il proprio mercato (in quest’ottica era necessario acquistare Gérson, che a quanto pare non convince Spalletti, e Alisson, quando si è fatto di tutto per riavere Szczesny?) o l’Inter che si è mossa pesantemente per cercare di accontentare un allenatore che non è nemmeno rimasto.
Emiliano
Probabilmente ha ragione Marco, di progetti alternativi ce ne sono pochi: quello del Sassuolo, o quello dell’Empoli che cambia ogni anno allenatore rimanendo sempre nello stesso solco tattico. Quello delle milanesi è appena iniziato, perché se prendi De Boer e Montella vuoi creare un ciclo e non puoi pretendere risultati immediati; quello di Spalletti non è sicuro (nella Roma vanno a scadenza di contratto sia l’allenatore che il DS Sabatini, come possiamo parlare di lungo termine?). Quello del Napoli è un progetto abbastanza solido e con una visione prospettica di qualità, con la ricerca di giovani per dare continuità di rendimento alla squadra nel corso degli anni, ma forse è troppo “razionale”, manca quel colpo che incute timore negli avversari.
Daniele
A me sembra che, con tutti i suoi limiti, quello di Sarri sia un progetto: lo scorso anno ha integrato Allan, quest’anno magari riuscirà a far giocare Milik in un modo più vicino alle sue idee (fermo restando che Higuain gli mancherà) in più con Zielinski e (eventualmente) qualche altro giovane talento su cui lavorare, potrebbe davvero gettare le basi per una squadra che tra due anni, magari, rafforzata ulteriormente ma anche maturata, sarà ancora più competitiva. Il Sassuolo ha due giocatori validi per ruolo, per quanto si possa fare ironia su Lotito anche la Lazio ha una rosa completa sulla carta (non è un caso che i problemi siano tutti extra-campo), la Roma è stata sfortunata perché con l’infortunio di Rudiger e il contemporaneo addio di Pjanic ha dovuto far fronte all’emergenza (a cui poi si è aggiunto l’infortunio di Mario Rui), ma insomma Spalletti sembra avere le idee chiare a modo suo.
I progetti tecnici e tattici ci sono. Purtroppo, però, se parliamo di sviluppo economico di medio-lungo periodo (come mi sembra che in molti abbiano inteso questa domanda) quasi nessuno sta facendo molto, e non si può andare avanti a fare utili vendendo e comprando giocatori, a un certo punto bisogna aumentare i ricavi e su questo punto di vista ho qualche dubbio che nei prossimi 2-3 anni qualcuno riuscirà ad ampliare i propri orizzonti di guadagno. Paradossalmente il Milan, se verrà acquistato e le condizioni sono quelle che sembrano, potrebbe trovarsi dal prossimo anno a far parte di un bel progetto, per il resto nessuno può mettere in discussione la potenza globale della Juve. O almeno così sembra a chi, come me, non ne sa molto...
5. Cosa possono fare ancora sul mercato con le risorse a disposizione?
Francesco
Il Napoli può fare molte cose, perché le risorse c’erano già prima della cessione di Higuaín e figurarsi dopo. In un certo senso potrebbe essere obbligata a farle, per lo stesso motivo per cui il player trading non ha senso a meno che il giocatore (o il suo procuratore) non richieda esplicitamente la cessione: l’impatto economico ricade su un solo bilancio. Quantomeno la UEFA tiene sempre conto del medio periodo, il che toglie pressione a Giuntoli e il suo staff. Potrebbero provare a prendere Icardi, l’unica punta accessibile su cui valga la pena investire cifre considerevoli, oppure far crescere Milik e Gabbiadini, che mi sembra l’opzione più ragionevole. Soprattutto, e mi ripeterò, deve tenere quelli che già ci sono: blindare Hamsik e convincere Koulibaly e Insigne che Napoli e il Napoli rappresentano l’ambiente ideale. La Roma deve solo andare all-in su Bruno Peres.
Alfredo
Francesco dice bene: se Spalletti crede nel 3-5-2 la Roma non deve dubitare di Bruno Peres che è, con Lichtsteiner, il miglior terzino destro della Serie A. Il Napoli invece sta dimostrando di essere rimasto sorpreso dal blitz juventino su Gonzalo Higuain: ha preso Milik, un potenziale crack che avrà però bisogno di tempo; per il resto ha portato un paio di elementi, di valore e graditi al tecnico, per allungare la profondità della rosa come da programma. In quest’ottica, però, mi sarei aspettato un profilo diverso per il ruolo di regista basso (Jorginho e Valdifiori sono troppo simili, piuttosto che alternativi l’uno all’altro), l’arrivo di un terzino destro che potesse dividere il minutaggio con Hysaj (invece ha rinnovato Maggio, che non è nelle grazie di Sarri). Inoltre manca un ricambio per José Callejon, la cui unica alternativa è El Kaddouri, ma mi rendo conto quanto sia difficile individuare un profilo del genere e andare a chiudere una trattativa nei 14 giorni che restano da qui alla chiusura del mercato.
Aggiungo che a me il gioco delle plusvalenze non piace: l’Inter, che stando alle ultime voci perderebbe Brozovic per portare in casa un buon giocatore come Joao Mario, ma un’incognita a livello di Serie A, fa un gioco potenzialmente a somma negativa. E mi ricollego alla domanda precedente: fino a quando le necessità di bilancio terranno in piedi questo gioco, non potrà esserci alcun progetto. I ricavi delle squadre di Serie A devono necessariamente crescere per altre vie.
Flavio
Non so l’Inter, le cui strategie di mercato rimangono piuttosto oscure e che sembra sempre pronta a sborsare fior di milioni nonostante la spada di Damocle del Fair Play Finanziario, ma il Napoli ha ancora le possibilità di spendere per rendere la rosa più competitiva senza sacrificare nessun altro pezzo pregiato. Mantenere (salvo El Pipita) tutti i titolari dello scorso anno con alla spalle una stagione dove hanno mostrato di aver assimilato i dogmi sarriani sembra essere la scelta giusta: secondo me non c’era bisogno di inserire necessariamente alcun nuovo elemento nell’immediato, ma piuttosto di dare profondità alla rosa, acquistando giocatori adatti al progetto tecnico e che possano consentire a Sarri di approntare un turnover adeguato e magari di contendere il posto a uno dei membri stabili della prima squadra. Non vedo quindi il motivo di spendere su Icardi le cifre di cui si è parlato nelle ultime settimane. La Roma probabilmente tornerà sul mercato dopo che sarà sciolto il nodo del proprio destino europeo, strategia sempre piuttosto rischiosa dal punto di vista sportivo. Le strategie al risparmio di Milan e Fiorentina rischiano invece di aver compromesso un mercato che poteva e doveva essere ben diverso.
Emiliano
La saggezza di Flavio è da buon padre di famiglia per il Codice Civile, ma al Napoli hanno levato il giocatore simbolo, uno dei più forti della sua storia, e oggettivamente per rimpiazzarlo c’è bisogno di qualcosa in più. Forse non necessariamente Icardi, ma magari una grande ala destra per far accomodare Callejòn in panchina. Nelle amichevoli il Napoli sta andando benissimo e probabilmente questa è solo una sopravvalutazione dell’aspetto emotivo, ma in certi momenti servono grandi leader e Sarri ne ha appena perso uno.
Per il resto, oggettivamente è difficile capire come rinforzare la Roma: Bruno Peres è un buon colpo, non sono così sicuro che Spalletti voglia usarlo per forza nel 3-5-2 ma ovviamente garantisce la possibilità di cambiare modulo. Il Milan avrebbe bisogno di tre giocatori ma non si capisce bene come vuole spendere il tesoretto, l’Inter si è mossa bene ma deve cedere, la Fiorentina ha preferito rimanere a guardare che di questi tempi in giro è pieno di sòle.
6. In Europa credete che faremo delle figure migliori o peggiori?
Fabrizio
È impossibile, secondo me, fare un discorso generale, di movimento: sarebbe forse anche ingiusto ridurre l’esperienza europea peculiare delle singole squadre italiane a un fantomatico ecumenico e spersonalizzante Team Italia. La bontà di un cammino è sempre profondamente legato a, e influenzato da, l’altezza alla quale fissi l’asta prima di iniziare un limbo in spiaggia, e nel caso particolare delle italiane non c’è neppure una sottotraccia che ne accompagni lo svolgimento. Se il Sassuolo andrà oltre ogni più rosea aspettativa, o la Juventus farà solo figure positive (con l’aspirazione della massima figura positiva, cioè il ritratto con una Coppa tra le mani, che è un po’ l’obiettivo neppure troppo velatamente dichiarato di stagione), potremo parlare di successo del movimento italiano? In media temo che faremo la stessa figura di sempre, vale a dire arroganti coi più deboli e zerbini coi potenti (sono in vena di citazioni hip hop anni ‘90, se non s’è capito).
Marco
Non sono un grande fan del giudicare le singole stagioni Europee. L’anno scorso siamo andati male? La Roma se l’è giocata con il Real, la Juventus è arrivata ad un minuto da eliminare il Bayern Monaco, mentre il Napoli ha semplicemente incontrato la peggior squadra possibile nel periodo più delicato della sua stagione. Credo sia una questione di fortuna. Se vogliamo fare un discorso di più ampio respiro è da un po’ che in Europa fanno tutti figure grame rispetto alla Spagna. Comunque dovendo rispondere dico migliori perché ritengo che anche l’Inter con i recenti innesti possa essere competitiva in Europa League e il Napoli in Champions ha dei crediti con la fortuna.
Dario
Continuo ad essere poco d’accordo. Secondo me, sì, si può parlare di salute di un movimento (non mi ricordo dove ho letto che anche togliendo i punti raccolti da Barcellona e Real, la Spagna sarebbe comunque prima nel ranking UEFA) e, no, non si può parlare di sfortuna nelle ultime prestazioni delle italiane in Europa (l’ha detto lo stesso Spalletti dopo l’eliminazione col Real Madrid, e allo stesso modo non mi arrendo al fatto che il Napoli sia uscito con una squadra nettamente inferiore tecnicamente, seppur ben organizzata, come il Villareal, per sfortuna e non per aver di fatto snobbato l’andata).
Secondo me quest’anno possiamo fare figure migliori in Europa League (meno in Champions dove il divario adesso è difficilmente colmabile), perché squadre come Inter, Fiorentina ma anche Sassuolo sono ampiamente in grado di affrontare una competizione simile. Certo, dovranno avere il coraggio di puntarci seriamente, lasciando magari qualche punto in campionato. Ma secondo me è una scelta che paga sotto tutti i punti di vista perché è meglio avere un trofeo e una qualificazione in Champions League in più che arrivare quarti anziché quinti.
Emiliano
Come al solito dipenderà dall'impegno delle nostre squadre in Europa League. Sarà considerata di nuovo come una coppa del condominio? Sarà snobbata per puntare magari a un terzo posto in Serie A? In Champions l'unica credibile è la Juve; il Napoli con un po’ di fortuna può arrivare ai quarti. Ma se proprio vogliamo parlare delle figure, beh saranno decisamente migliori perché abbiamo tutte squadre con una proposta di gioco, con allenatori sofisticati.
Francesco
A proposito di Europa League, sono molto deluso dalla campagna acquisti del Sassuolo, e parzialmente deluso da quella della Fiorentina (trattenere i più forti era la comprensibile priorità). Spero di essere smentito alla fine.
7. Rispetto alla cessione di Pogba, quanto pesano le cessioni di giocatori di fascia media formati in Serie A (tipo Franco Vázquez, Sansone, Soriano, De Roon)?
Fabrizio
Da una parte, per qualche motivo, dovremmo sentirci lusingati, forse: oltre ai Campioni siamo ancora capaci di formare giocatori appetibili e - ciò che più conta - adeguati a tornei qualitativamente migliori del nostro. Sui banchi della nostra Eataly calcistica riusciamo a mettere non solo i Barolo ma pure i meloni di Cantalupo, senza per questo doverci vergognare dei meloni di Cantalupo. Per illustrare il mio punto di vista su questa domanda però userò un’altra metafora: togliere Pogba alla Serie A è come togliere una torre a un castello medievale; resterà un castello medievale per certi versi affascinante, anche senza una torre. Togliere i giocatori di fascia media, invece, significa sottrarre i mattoni di tufo alle mura portanti: non è detto che il castello non imploda. Un’eventualità che può verificarsi anche, e semmai più velocemente, con l’innesto di mattoni esotici impastati con materiali di dubbia provenienza, peraltro.
Marco
Vorrei essere d’accordo con Fabrizio, ovvero che essere un mercato appetibile anche per quanto riguarda i meloni dovrebbe essere per qualche motivo gratificante, però nel mondo ultracapitalista del calcio non mi sembra una cosa così buona, anzi: dovremmo andare a prendere i meloni altrui e pagarli un sacco, aprirli con le mani sperando non siano marci dentro e se lo sono ripartire da capo. Entrando nel merito: Pogba è un giocatore che la serie A non poteva permettersi già da qualche anno quindi amen, mentre cessioni di giocatori di fascia media raccontano molto di più l’ulteriore passo indietro. Non riusciamo a tenerci neanche un giocatore da serie A come Sansone? Davvero? Basta fare una stagione positiva nell’Atalanta per andare a giocare sul fiume Tees? Questi sono segnali preoccupanti, stiamo diventando una gigante Udinese per i migliori campionati del mondo. E il sistema Udinese piace solo ai buonisti.
Flavio
Io credo che tutte quelle che hanno ceduto all’estero hanno incassato cifre che probabilmente pochissime squadre italiane si sarebbero potute permettere di spendere. Certo è un peccato vedere certi giocatori trasferirsi in altri campionati, ma alle spalle abbiamo anche un bel track record di sòle rifilate in giro per l’Europa, quindi, premesso che non sappiamo ancora come i giocatori presi ad esempio si ambienteranno, non possiamo lamentarci se magari questa volta abbiamo ceduto giocatori di seconda fascia, ma comunque forti, al giusto prezzo. Mal che vada gireranno più soldi nel mercato interno, che non fa mai male. La cosa che però mi lascia un velo di tristezza è che ogni volta ci rendiamo conto del valore di alcuni calciatori solo quando stanno per andarsene.
Daniele
Vorrei però tornare sul punto principale della questione: per il gioco, per l’immagine del campionato, mancherà di più Pogba o Franco Vazquez e Soriano? La risposta, secondo me, è che Franco Vazquez non era valorizzato abbastanza al Palermo. Certo, vederlo adesso al Siviglia dispiace a tutti, partito per una cifra non bassa ma neanche inaccessibile, ma non è che fosse così apprezzato un anno fa. Non era visto come un giocatori di alto livello che però giocava a Palermo, il pubblico italiano tende a invertire le cause e gli effetti e quindi Vazquez era un giocatore mediocre perché giocava a Palermo, quella era l’unica prova necessaria.
Forse dovremmo guardare di più al campo, con un po’ di ingenuità in più magari, non giudicare i calciatori in assoluto ma nei contesti di gioco. E Vazquez, in Serie A, sarebbe dovuto essere una delle stelle. Così come Sansone andava considerato un esterno di livello che giocava nel Sassuolo (lo stesso vale per Berardi ovviamente, ma anche Magnanelli è un giocatore di classe anche se ha avuto una carriera nelle categorie inferiori, eccetera eccetera) e non un esterno così limitato da giocare nel Sassuolo. Abbiamo criticato molto anche Digne, ma è finito in una delle squadre migliori del pianeta e non sfigura. Insomma, dovremmo smetterla di fissare i limiti di calciatori professionisti le cui possibilità sfuggono quasi totalmente alla nostra comprensione. Non per altro, ma per goderci quello che abbiamo, finché ce l'abbiamo.
8. Quali sono i giocatori che mettereste sui cartelloni pubblicitari sulla Serie A?
Fabrizio
Dipende dal target al quale vorremmo la campagna pubblicitaria fosse rivolto. Se dovessi sceglierne uno per far capire a un venusiano cosa è la Serie A (ma dovrebbe già masticare un po’ di calcio) ci metterei gif di Higuaín, De Rossi, Hamšik e Bonucci, cioè una clip che dovrebbe essere esplicativa di come ci muoviamo in un limbo fatto di classe, fame, esplosività atletica ed emozionalità.
Servisse una campagna antropologica ci metterei Insigne, Totti e Buffon: il sottotesto esplicito sarebbe il sentimento di appartenenza, quello implicito che siamo eminentemente vecchi, più che come concetti come dinamiche di fruizione dello spettacolo. Per una campagna alternativa e solo apparentemente provocatoria sceglierei Paloschi, Balotelli con la maglia del Chievo e Destro. Il claim: siamo quello che siamo.
Marco
Io me la giocherei tipo pugilato: credo che una delle cose più interessanti della serie A siano i duelli tra ottimi difensori e ottimi centravanti. Metti un paio di guantoni a Manolas e Higuain che si guardano in cagnesco. In un altro ci metto Bonucci contro Icardi, Koulibaly (se rimane) contro Higuain (lui starebbe in parecchi cartelloni). Una cosa così: ricordiamo al mondo che siamo un campionato interessante, che magari non avremo le schegge impazzite della Premier o la qualità della Liga, però dai non siamo male neanche noi.
Dario
A me basterebbero Bruno Peres e Perotti uno accanto all’altro. Ma vabbè, io sono di parte.
Alfredo
Io ho sbirciato su Whoscored.com, perché preparano un banner pubblicitario per ogni campionato e quest’anno per la Serie A hanno scelto: Higuain, Icardi, El Shaarawy, Bonaventura e Hamsik. Giusto per darvi un termine di paragone circa la loro lungimiranza, aggiungo che l’anno scorso scelsero: Felipe Anderson, Higuain, Totti e Dybala. Trova l’intruso.
Daniele
Hamšik con lo Speedo e il tridente di Poseidone davanti sul lungomare Caracciolo.
Emiliano
Io ci metterei Magnanelli che legge il Codex Seraphinianus.
9. La differenza di competitività tra la Juve e le altre squadre può essere colmata sul piano tattico?
Dario
Nella singola partita sì, ma in quella maratona estenuante che è il campionato secondo me no (anche perché non è che la Juve abbia proprio uno sprovveduto come allenatore). Nel lungo periodo il mix di maggiore tasso tecnico e, soprattutto, possibilità di poter schierare alternative all’altezza fa sempre la differenza.
Emiliano
Quoto Dario al 100%, ma occhio anche all'effetto timore di una Juve talmente forte da far scattare un meccanismo inconscio di rassegnazione degli avversari, qualcosa che è stato già sviscerato da Mihajlovic con la dichiarazione sullo scudetto della Juve vinto già a Natale.
Alfredo
Emiliano, questo è un pericoloso “click” che può scattare nella testa di alcuni giocatori, ma non può accadere di certo ad un allenatore italiano. Io non credo che un Gasperini o un Giampaolo rinuncino alle loro idee o arrivino a mettere in campo una formazione sprovveduta: per cultura, per preparazione o solo per orgoglio. Le battaglie tattiche sono il sale della Serie A: quindi toglietemi i Pogba e i Sansone, ma non toglietemi questo.
Emiliano
Non ti preoccupare, la grande complessità tattica non ce la leva nessuno, neppure una squadra che domina tutte le altre (cosa già successa nel 2013-14, con il famoso record dei 102 punti).
Flavio
Rischiamo forse di trascurare il fatto che Allegri sia sul podio dei migliori allenatori italiani e tra i migliori al mondo, per cui se è vero che spesso il tasso tecnico è determinante, essere superiori alla Juventus è difficilissimo anche dal punto di vista tattico. Già dall’anno scorso la Juventus aveva tantissime varianti (lo stesso 3-5-2 era raramente uguale a sé stesso) e penso che il mercato non abbia ampliato solo la rosa, ma anche la gamma di soluzioni tattiche e strategiche a disposizione di Allegri. Certo la Juventus potrebbe essere messa sotto dal punto di vista tattico in qualche occasione, ma difficilmente sarà un fatto ricorrente nel corso del campionato.
Daniele
E però... alla Roma di Garcia è bastata una partita (contro l'Empoli di Sarri) perché il resto del campionato capisse come andava affrontata... adesso, Allegri non è Garcia, ma una strategia si può trovare se il gioco juventino si basa sui soli punti forti (al di là della difesa a 3 o a 4), e cioè un controllo del pallone dalla difesa che può essere ostacolato da un atteggiamento più intraprendente delle sue avversarie. E poi magari stare attenti a non perdere palla che la Juventus è soprattutto una squadra cinica nello spazio.
10. L’aspetto tattico può aiutare a rendere la Serie A più appetibile e colmare il gap con campionati più ricchi e confezionati meglio?
Dario
Per noi nerd forse sì, ma obiettivamente, guardando alla totalità delle componenti che rendono un campionato sexy, quest’anno la differenza con Liga, Bundes e soprattutto Premier è diventata profonda come la Fossa delle Marianne. Per lo spettatore cinese neutro che si approccia al calcio europeo forse per la prima volta non c’è paragone. Meno male che noi siamo degli inguaribili romantici e questi discorsi da CEO del Manchester City ci fanno specie.
Emiliano
Il calcio italiano ha un problema di confezionamento estetico, non tattico. Ormai quella sorta di arretratezza nei confronti di un calcio di dominio o iper-aggressivo mi sembra assorbita: e questo dovrebbe portare anche a una migliore fruizione dello spettacolo per l'appassionato neutrale. Ma la grande abilità tattica può essere addirittura un problema da questo punto di vista: 90 minuti di scacchi calcistici sono duri da digerire, se non ti piace davvero il gioco del calcio.
Marco
Il problema è che l’aspetto tattico interessa una piccola parte di chi fruisce questo sport. Come dicono Dario ed Emiliano: vallo a spiegare che un Juventus-Napoli bloccato tipo partita di scacchi può essere interessante tanto quanto Arsenal-Liverpool 3 a 4 con giocate che arrivano dritte da un videogioco. Quindi anche se tatticamente siamo ancora un campionato interessante, per non arretrare ulteriormente serve anche un cambio di mentalità, soprattutto a livello di gestione del prodotto Serie A. Piccolo stupido esempio: quanto è bello il nuovo logo della Premier? Noi che logo abbiamo? Cos’è quella roba?
Alfredo
A proposito di confezionamento estetico, se le idee che promuoviamo in Italia sono in stile Udinese, coi sediolini camouflage del nuovo Friuli per dissimulare i posti vuoti, siamo molto lontani da una soluzione del problema.
Francesco
Non ne farei neanche una questione puramente tattica e tecnica, anche se è vero che l’anno scorso sul piano dello spettacolo ci hanno deluso TUTTI i big match. Mi concedo un momento Mi manda RaiTre: ho vissuto un anno all’estero e tutti i contenuti della Serie A erano bloccati al di fuori dell’Italia, sia sul canale ufficiale YouTube della Lega che sui canali delle testate autorizzate alla riproduzione di gol, azioni, persino conferenze stampa. Vi sembra di intravedere uno straccio di senso?
Dimenticate anche gif, Vine, Snapchat: al di fuori dell’Italia, per quanto assurdo suoni ormai parlare di confini geografici su internet, la nostra Lega letteralmente non esiste, non è rintracciabile, è gestita come un rave molto esclusivo. Però è un rave a cui si può accedere solamente attraverso video sgranati con il commento arabo che su YouTube resistono circa ventiquattr’ore, magari per documentare uno zero a zero finale. In compenso l’effetto è lo stesso, «giuro che questa è l’ultima volta che lo faccio».
Flavio
Credo che l’aspetto tattico sia stato sottovalutato per troppo tempo, ma penso che piano piano anche il tifoso medio, sempre più esposto a vari livelli di analisi, stia cominciando ad interessarsi ed apprezzare anche questo aspetto. Il calcio è di per sé uno sport particolarmente complicato e di anno in anno lo sta diventando sempre di più, per cui credo che tutti gli appassionati debbano sforzarsi di comprenderlo il più a fondo possibile, cercando di non fermarsi solo al numero dei gol segnati (per quello c’è il televideo).
Se così fosse sono certo che il nostro campionato, che nell’ultima stagione ha proposto squadre universalmente interessanti da questo punto vista, riguadagnerebbe subito qualche posizione nelle gerarchie europee. Prima di sbarcare all’estero però, credo sia necessario riconquistare il tifoso italiano, magari proponendo più approfondimento tattico e meno gossip, come fanno negli altri paesi, in cui ogni televisione di punta ha un proprio contenuto monotematico di tattica, come Monday Night Football, per fare un esempio su tutti. Forse il rilancio del nostro calcio passa dall’educazione dello spettatore: tentar non nuoce.
Daniele
Sono d’accordo con Flavio. Aggiungo che è difficile vendere un prodotto in cui non crediamo neanche noi. Io in vita mia ho venduto piatti cucinati e libri. Al momento credo che il messaggio che diamo all'estero (colpa anche di media non all'altezza di una situazione di crisi difficile da affrontare senza andare nel panico ed esagerare ogni prima pagina o ogni servizio) sia tipo: «No, la carbonara è pesante, anche la burrata è buona ma difficile da digerire... la cotoletta? Non lo so, il cuoco è del sud e non ha mai imparato a farla». L'anno scorso tifosi juventini ne hanno dette di tutti i colori a Higuain per una scenata in campo, e un mese dopo l'hanno accolto come un figlio appena nato (e i tifosi del Napoli, se è per questo, hanno preso il copione dei loro vecchi avversari, parlando della pancia di Higuain alla prima occasione...). Un po' di solidarietà laica (non nazionalista) ci farebbe bene, riconoscere gli aspetti positivi delle altre squadre, esaltare giocatori con maglie diverse da quella che tifiamo...