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Che Inter torna da Pescara?
12 set 2016
12 set 2016
Un'Inter migliore, anche se di poco.
(articolo)
6 min
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Un punto in due partite era il misero bottino che l’Inter aveva raccolto prima della pausa. Frank De Boer era stato ingenerosamente sommerso dalle critiche e qualcuno già metteva in dubbio la sua posizione: benché alla terza giornata, la partita di Pescara rappresentava un crocevia importante per la stagione dei nerazzuri.

Il tecnico olandese ha proposto un 4-2-3-1 dove ha subito inserito il nuovo arrivato Joao Mario, che si è posizionato accanto a Medel. Banega ha invece giocato alle spalle di Icardi, con Candreva largo a destra e Perisic a sinistra.

Il sistema di pressing di Oddo

In apertura, il Pescara ha avuto qualche difficoltà ad uscire dalla propria metà-campo, forse anche per studiare lo schieramento dell’Inter, ma ben presto gli abruzzesi hanno cominciato ad aggredire più alti. Il 4-3-2-1 non è un sistema difensivo così diffuso, ma è naturalmente predisposto per impedire l’accesso al centro del campo. Il pressing del Pescara sull’inizio azione dell’Inter cominciava fin dalla trequarti: Benali e Verre si mantenevano sugli interni, mentre Caprari - ieri schierato da centravanti atipico - si orientava su Medel. Quando la palla era posizionata centralmente, Miranda e Murillo erano lasciati relativamente liberi di agire. La compattezza del centrocampo a tre, la copertura degli interni dei due trequartisti e la superiorità numerica degli abruzzesi chiudeva le linee di passaggio in mezzo al campo, con Joao Mario e Banega che risultavano difficilmente raggiungibili.

Quando uno dei due centrali portava palla su uno dei due corridoi interni, Caprari scalava rapidamente verso di lui, adottando un orientamento parzialmente diagonale che gli permetteva di tenere Medel in zona d’ombra, mettendo fretta al difensore nerazzuro che, se tutto era stato eseguito correttamente, doveva necessariamente cercare di passare verso il terzino. Verre e Benali lasciavano a D’Ambrosio e Santon la possibilità di ricevere il passaggio, ma a quel punto tutta la squadra scivolava compatta verso la posizione della palla, intrappolando il terzino lungo la fascia. Il trequartista sul lato forte portava pressione al terzino, mentre l’interno si orientava sul centrocampista a supporto, (soprattutto Memushaj su Joao Mario, visto che la posizione più bassa di Medel indirizzava la costruzione dell’Inter sul centro-destra) e il terzino seguiva con decisione anche il movimento a venire incontro dell’esterno d’attacco.

Il Pescara non riusciva sempre a recuperare il pallone come nell’esempio sopra, ma spesso costringeva l’Inter a far circolare palla in orizzontale nella propria metà campo, o persino a ripartire da Handanovic.

Questo accadeva principalmente a destra, mentre a sinistra, senza la presenza di un centrocampista che collegasse la squadra, l’Inter aveva problemi ad avanzare tutte le volte che Banega rimaneva sulla trequarti.

Benali si abbassa seguendo il movimento di Santon, mentre Cristante occupa la sua posizione, rendendo Banega irraggiungibile. A quel punto Murillo prova un lancio in direzione di Santon, che sbaglia il controllo e regala il possesso.

Leggeri miglioramenti

Anche quando riusciva ad entrare nella metà-campo avversaria, l’Inter risultava poco fluida. Pur essendoci le condizioni per far avanzare il gioco centralmente, i giocatori nerazzurri tendevano a scegliere opzioni timide, spostando il pallone sulle corsie. Più di una volta, Banega ha cercato di suggerire l’opzione più giusta, oppure si è smarcato in prima persona, cercando di approfittare degli episodi di scarsa compattezza degli abruzzesi, ma non sempre i compagni hanno trovato il coraggio per prendere una scelta più complessa.

Miranda avrebbe l’opportunità di saltare la prima linea di pressione del Pescara servendo Joao Mario, come gli indica anche Banega, ma preferisce smistare la palla in fascia, facendo il gioco di Oddo.

La gran parte delle occasioni dell’Inter è quindi è stata prodotta dalle fasce, anche perché con un rapido lancio diagonale era possibile trovare il terzino sul lato debole alle spalle di Verre o Benali. A quel punto si creava una situazione di 2 vs 2 lungo la fascia, riuscendo finalmente a innescare Candreva e Perisic, oppure Banega centralmente, visto che la mezzala doveva necessariamente lasciare la propria posizione per uscire in pressione sul terzino.

Miranda pesca D’Ambrosio alle spalle di Verre e il terzino innesca una combinazione con Banega e Candreva, da cui nasce una delle più grandi occasioni della partita.

Il 4-3-2-1 del Pescara ha però causato problemi al centrocampo dell’Inter anche in fase difensiva. Senza palla l’Inter si raccoglieva in un 4-4-2/4-4-1-1 con Banega che avanzava in linea con Icardi, o comunque vicino al connazionale, per pressare i centrali, mentre i due esterni retrocedevano sulla linea di centrocampo, pronti a orientarsi sui terzini. Non di rado però c’era troppo spazio tra i due argentini e il centrocampo nerazzurro, per cui i due centrali del Pescara riuscivano a trovare Brugman fin troppo facilmente.

Campagnaro supera agilmente la prima linea di pressione dell’Inter, servendo Brugman nello spazio tra Banega e Icardi e il centrocampo di De Boer.

A quel punto Medel e Joao Mario si trovavano in netta inferiorità numerica e il movimento di mezzali e trequartisti creava i triangoli necessari a far progredire il gioco in verticale. Molto interessanti i passaggi diretti verso uno dei tre giocatori offensivi, che costringevano i difensori dell’Inter a uscire: a quel punto il ricevitore giocava palla nuovamente all’indietro e gli altri due si lanciavano in profondità aspettando la palla alle spalle della difesa dell’Inter.

Purtroppo per Oddo e il Pescara a volte è mancata la pulizia nell’esecuzione: molti i passaggi sbagliati a centrocampo (77,0% la percentuale di successo) e almeno un paio di grandi occasioni sprecate. Il gol è comunque arrivato nella ripresa, quando Benali è stato richiamato in panchina per Bahebeck, inserito per difendere palla e far salire la squadra visto il calo dell’intensità in fase difensiva. Nell’occasione Banega ha perso un pallone sanguinoso e sul cross di Zampano, D’Ambrosio ha guardato solo la palla facendosi scivolare il francese alla spalle.

La forza della disperazione e una mossa in stile Mourinho hanno però permesso a De Boer di rimontare la partita nel finale. A un quarto d’ora dal triplice fischio, l’olandese ha infatti tolto Medel, Candreva e Perisic inserendo Palacio, Éder e Jovetic e, in maniera un po’ rocambolesca, soprattutto in occasione del 2-1, è riuscita a ribaltare il risultato, conquistando i primi tre punti stagionali, che perlomeno gli garantiranno una tranquilla settimana di lavoro con tutta la rosa a disposizione.

Durante la pausa per le Nazionali, De Boer ha infatti dovuto fare a meno di 12 giocatori, 13 compreso Gabriel Barbosa, per cui non c’erano da aspettarsi grossi miglioramenti, seppur si siano viste alcune incoraggianti combinazioni offensive. La strada è ancora in salita, ma l’ex allenatore del’Ajax merita sicuramente un plauso per il coraggio, così come lo merita il Pescara di Oddo che ha giocato a viso aperto contro l’Inter, rischiando di portare a casa l’intera posta in gioco.

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