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Che fine hanno fatto i nostri "Preferiti"
19 ott 2023
19 ott 2023
Un album di una delle nostre rubriche più longeve.
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Illustrazione di Emma Verdet
(foto) Illustrazione di Emma Verdet
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Preferiti, poi diventata Innamorati di, è una delle nostre rubriche più longeve. Il senso è semplice: scrivere di un giovane che ci ha rubato il cuore - del suo talento, delle sue prospettive - sperando che non ce lo spezzi (se volete una spiegazione più approfondita ed esaustiva c'è questo pezzo scritto da Emanuele Atturo). Se avete superato i 20 anni sapete bene che questo succede raramente e infatti nel tempo anche noi siamo diventati leggermente più cinici e abbiamo creato anche la rubrica Perdere l'amore, sui giovani che ci hanno deluso.

Il nostro primo Preferiti è su Sergi Samper e risale al 4 novembre del 2014, pochi mesi dopo la fondazione dell'Ultimo Uomo. Da quel momento a oggi noi abbiamo compiuto 10 anni e Sergi Samper è diventato un giocatore dell'FC Andorra. Proprio per festeggiare questo nostro compleanno ci sembrava interessante riaprire gli archivi di questa rubrica e vedere come stavano messi tutti gli altri, anche solo per dare un altro sguardo alle bellissime illustrazioni di Emma Verdet. Il tempo che passa è sempre commovente. Sergi Samper

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Il primo “Preferiti” di sempre, il primo mezzo buco nell’acqua. Sergi Samper non è diventato Xavi o Iniesta, ma neppure Gavi o Pedri. Oggi gioca nell’FC Andorra, la squadra di Piqué.

Kevin De Bruyne

Cinque Premier League, due FA Cup, una Champions League, una Supercoppa europea. Kevin De Bruyne, lo sappiamo, è diventato Kevin De Bruyne - uno dei giocatori più creativi e influenti del calcio europeo contemporaneo, e oggi può godersi anche il lusso del rimpianto per non aver mai vinto un Pallone d’Oro. “Con la sua capacità di giocare su entrambe le fasce, la sua grande mobilità e versatilità e il suo elevato QI calcistico, De Bruyne sembra un giocatore perfettamente ‘guardiolabile’”, aveva scritto profeticamente Cesare Alemanni, alla fine della sua stagione al Wolfsburg (14/15) in cui avrebbe segnato 16 gol e 28 assist in tutte le competizioni.Lautaro Martínez

Due cose non sono cambiate da questo articolo in cui Lautaro Martinez indossa ancora la “camiseta” del Racing Club: i suoi capelli, sparati in aria come a Dragon Ball, fatti della quintessenza del gel, e la sua attitudine ai gol pazzeschi, alle conclusioni volanti. Nel frattempo Lautaro Martinez ha messo su una consistenza incredibile. È come se a inizio carriera sapesse cucinare solo due piatti difficili buonissimo, mentre adesso ha imparato pastasciutte e minestre che magari non saranno una delizia ma gli svoltano tutti i pasti.Benjamin Sesko

Forse mentre abbiamo finito di scrivere Sesko ha segnato altri gol. È uno di quei centravanti freak di quasi due metri ma bravi tecnicamente. Dall’inizio della carriera è sembrato un giocatori da colpi estemporanei, che doveva cercare la continuità - il sacro graal dei centravanti - per salire davvero di livello. In queste prime settimane del nuovo anno, al RB Lipsia, sembra che ci stia riuscendo.Timothy Weah

Di quanti attaccanti in questa lista si può dire che si siano trasformati in terzini? Forse questo ci dà anche la misura di quanto Timothy Weah abbia fallito, come erede del padre George e come centravanti d’alto livello in generale. Ma la vicenda è più ambigua di così, visto che comunque Weah da terzino si è riciclato a livelli abbastanza alti da guadagnarsi un trasferimento da più di 10 milioni in una squadra come la Juventus.Federico Redondo

A 20 anni e con quel cognome, era impossibile non dedicargli un posto in questa rubrica. Federico Redondo, figlio di, si sta formando nell'Argentino Juniors e non c’è fretta. Gioca davanti alla difesa, da volante, e nelle movenze ricorda il padre. Qualcuno lo ha già designato come futuro Busquets del Barcellona, ma chissà. Pochi giorni fa si è fatto una foto con Messi, mentre si allenavano con l’Argentina. La foto con Messi è come un passaggio simbolico per la carriera di un giovane talento argentino. Tommaso Baldanzi

Baldanzi trasmette vibes da numero 10 di provincia degli anni ‘90; sembra appartenere alla stirpe dei Di Natale, dei Vannucchi, dei Di Michele. Giocatore a metà tra nove e 10 (un nove e mezzo lo si chiamava con poca fantasia), mezzo rifinitore e mezzo finalizzatore. In queste settimane sta risentendo del complicato inizio di campionato dell’Empoli, e si sta discutendo fin troppo di quale sia il miglior ruolo per lui. Baricentro basso, tecnica notevole in conduzione, Baldanzi spicca soprattutto per l’elettricità con cui si muove anche negli spazi più stretti. Non è ancora chiaro quale sia il tetto del suo potenziale, ma con l’aridità di talenti offensivi che c’è oggi nel calcio italiano Baldanzi offre una bella luce.Endrick

Uno di quei ragazzini di cui si sa più o meno tutto ancora prima che mettano piede sul campo per la loro prima partita da professionisti. Non è ancora maggiorenne, non ha ancora iniziato a segnare con continuità, ma i gol fatti continuano a rivelare un talento sbalorditivo. Tra un annetto si trasferirà al Real Madrid. Speriamo solamente rimanga al riparo dagli infortuni.Lorenzo Pellegrini

Lorenzo Pellegrini ha cominciato un’altra stagione in cui la sua principale preoccupazione sono gli infortuni. Mai nulla di veramente grave, per la verità, ma sembra non recuperare mai del tutto dagli affaticamenti muscolari, dai sovraccarichi, dalle infiammazioni ai tendini che periodicamente tornano a colpirlo. A Roma si è sviluppata una velenosa ironia sulla sua tendenza a stringere i denti, cioè a giocare sul dolore, che pare allontanarlo ogni volta da una guarigione completa. Tutto questo potrebbe farci perdere di vista ciò che Pellegrini è diventato: un giocatore tecnicamente unico - un trequartista iper-dinamico votato alla verticalità con una grande tecnica di calcio - il capitano che ha portato un trofeo europeo a Roma di fatto per la prima volta. Attualmente sembra lontano dalla sua versione migliore (la stagione 2021/22), ma ancora di più dal giocatore delizioso e vagamente inconsistente che sembrava a Sassuolo, quando abbiamo scritto questo Preferiti. Phil Foden

Magari non è diventato il più forte calciatore della storia, come Pep Guardiola è sembrato suggerire in certe circostanze, ma Foden è il più grande talento inglese oggi dopo Jude Bellingham. Oltre, ovviamente, che un giocatore fichissimo, con la faccia ghiacciata da Isole del Ferro in Game of Thrones, il taglio coatto sempre fresco, modello ideale di Fred Perry, però con una tecnica strepitosa, fulminante. Un tempo erano lui, Brahim Diaz e Sancho fra i grandi talenti dell’academy del City. Se Guardiola infine ha deciso di puntare su di lui c’era una ragione che il tempo ci ha svelato.Rodrigo Ely

Perché ci piaceva Rodrigo Ely? Veramente non abbiamo idea. C’è stato un momento in cui era giovane e giocava titolare nella difesa del Milan, e forse questo era bastato a Lorenzo De Alexandris per innamorarsene. Sta comunque avendo una buona carriera.Jamal Musiala

La domanda con Musiala è se è meglio lui o Bellingham e, insomma, poteva andare anche peggio di così. Samuele Ricci

Da quando Ricci è arrivato in Serie A non è praticamente mai uscito dai titolari. Il suo passaggio al Torino, nel mercato di gennaio del 2022, poteva rivelarsi più complicato di quanto oggi siamo portati a pensare. Giocare mediano nell’Empoli o nel Torino di Juric sono praticamente due sport diversi. Adattandosi Ricci è cambiato molto. Non è più il centrocampista dal sapore catalano che abbiamo imparato ad amare a inizio carriera, ma ha aggiunto un dinamismo e un’intensità che non sembravano nemmeno nelle sue corde. Oggi sembra meno speciale, ma anche più completo. Se non fosse per la concorrenza estrema nel ruolo, avrebbe già cominciato a giocare con regolarità in Nazionale.Jude Bellingham

In queste settimane Jude Bellingham sta entrando nei discorsi sul Pallone d’Oro, dobbiamo aggiungere altro?Pierre Kalulu

Quando ha iniziato a giocare titolare nel Milan, da difensore centrale, ci si chiedeva se non fosse in realtà un laterale difensivo. Oggi ha risolto brillantemente quest’ambiguità giocando bene in entrambe le posizioni, o comunque confermando la sua modernità di difensore a proprio agio sia nella dimensione senza palla che senza. È forte, veloce e ha carisma. Non ha chiuso nel modo più brillante la sua ultima stagione, risentendo del calo generale del Milan, ma nessuno ha più dubbi del suo talento e in estate è stato cercato dal Bayern Monaco, che di per sé vale come una certificato di solidità.Federico Dimarco

Forse una delle prese più improbabili di questa rubrica. Quando Francesco Lisanti ne scriveva, Dimarco non giocava nell’Empoli. Ci voleva fede allora e Francesco ne aveva: «Dimarco dovrà chiedere al suo corpo se tra vent’anni lo ricorderemo come un terzino dai piedi buoni, oppure come l’uomo che mostrò il futuro al calcio italiano». Oggi, si può dire, siamo a metà tra le due cose, che è già più di quello che credevamo tutti. Florian Wirtz

A marzo del 2022 Florian Wirtz ha riportato la rottura del legamento crociato: poteva essere una brutta sliding door per la sua carriera. Come sappiamo per i giovani gli infortuni lunghi non comportano solo il rischio di ridurre le possibilità atletiche, ma anche di perdere anni cruciali del proprio sviluppo calcistico. Wirtz in realtà, dopo qualche mese a marce basse, ha ricominciato a mostrare un repertorio sfavillante. Non esiste forse talento oggi, che si può ricondurre di più alla nostra idea platonica di un ‘10’: un centrocampista tecnico che si muove tra le linee, dribbla in spazi stretti e ha una visione di gioco paranormale. L’arrivo di Xabi Alonso al Bayer Leverkusen gli ha sistemato la squadra attorno, costruendogli il contesto ideale per esprimere il suo gioco in modo più facile.Dominik Szoboszlai

Quando quest’estate Szoboszlai si è trasferito al Liverpool c’era un certo scetticismo nell’aria. Nessuno poteva mettere in dubbio le sue qualità tecniche, ma Szoboszlai sembrava un giocatore francamente troppo particolare per riuscire nel calcio d’elite. Poco intenso, poco lucido nelle scelte col pallone. Al contempo, però, la sua tecnica è ciò che gli ha garantito che qualcuno ci provasse con lui. Jurgen Klopp ha fatto questo tentativo, per rianimare un centrocampo negli ultimi anni veramente troppo gregario. Forse è stato il miglior acquisto del calciomercato estivo. Forse grazie agli anni nella scuola Red Bull, Szoboszlai pare perfettamente a proprio agio nella vertigine verticale, tutta strappi, del Liverpool. La sua capacità balistica sta facendo la differenza con una facilità a tratti da videogioco.Mohammed Ihattaren

Quando abbiamo scritto questo tributo Ihattaren era un giocatore fenomenale per efficienza ma soprattutto per estetica. Un po’ mezzala, un po’ trequartista, un po’ esterno offensivo, mancino sensibile come un guanto di velluto, calzettone basso. La sua caduta è una delle più dolorose per questo: perché sembrava troppo fragile per il calcio di oggi, e in effetti si è rivelato così. A novembre del 2021 è uscita la notizia che Ihattaren stava pensando al ritiro per depressione dopo la morte del padre. Non è nemmeno il contesto giusto questo per ricostruire tutto il dolore che circonda la sua vicenda, ma Daniele Manusia ne ha scritto qui.Kai Havertz

Lo scorso primo luglio Kai Havertz è passato dal Chelsea all’Arsenal per 75 milioni di euro e per adesso è uno dei pochi acquisti estivi del club londinese a non aver rispettato le aspettative. Il giocatore tedesco sembra avulso dal gioco di Arteta e per adesso ha segnato un solo gol, su rigore, nonostante abbia accumulato già quasi un Expected Goal. Sulla sua mancanza di ispirazione sono usciti anche diversi meme piuttosto crudeli. È come se Havertz, a 24 anni, abbia già vissuto tutte le fasi di un calciatore di alto livello: dopo l’ascesa al Bayer Leverkusen e l’apice al Chelsea (con tanto di gol decisivo in finale di Champions), ora sono arrivate le difficoltà. Jadon Sancho

Cos’è successo a Jadon Sancho? Forse le ipotesi che possiamo fare supererebbero le misure consentite da questo articolo. In questo momento i suoi rapporti col Manchester United sono ai minimi storici. Ten Hag lo ha escluso dalle convocazioni per la partita contro l’Arsenal, lui ha pubblicato su Instagram un post - poi rimosso - in cui diceva di essere stufo di funzionare da capro espiatorio. Ten Hag lo ha escluso dalla rosa, dicendo che lo avrebbe riammesso solo in caso di scuse. Sancho è un tipo di giocatore che può non piacere, ma che avesse qualcosa di fenomenale non si può mettere troppo in discussione. 49 gol in tre stagioni di Bundesliga giocate da esterno offensivo. A questi si aggiungono 41 assist. 41. Sono numeri pazzeschi, fatti in 3 anni di continuità, non in 6 mesi. Cosa è successo nel frattempo non è chiaro. Sancho non sarebbe certo l’unico talento inglese a essersi perso in questi anni. Si dice non si impegni molto negli allenamenti, che non sia sufficientemente motivato, o che più semplicemente odi ten Hag. Il Manchester United però brucia di fatto ogni giocatore che sfiora, tranne poche eccezioni, e dunque è difficile accollare per intero le responsabilità a Sancho, che ha ancora 23 anni e ancora molto tempo per rifarsi.Musa Barrow

Musa Barrow era in quella carovana di mercenari finiti in Arabia Saudita quest'estate. Prima di allora non aveva vinto Scudetti, Champions League o Palloni d’Oro. In un mezzo anno col Bologna a inizio 2020, tra gennaio e giugno di una pandemia, ha segnato 9 gol uno più bello dell’altro e avevamo pensato: “hai visto che…” e invece no. Houssem Aouar

Se questo pezzo fosse uscito un anno fa forse avremmo dovuto inserire Aouar tra i giocatori caduti completamente in disgrazia. Si diceva addirittura si fosse radicalizzato con l’Islam, notizia falsa ma che ci parla di due cose: della nostra islamofobia, di quanto poco si credesse in Aouar. La Roma di Mourinho non sembrava esattamente il posto ideale per il suo calcio di piccoli ricami, ma pare stia più o meno funzionando - al netto di qualche problema fisico. Frenkie de Jong

Forse difficile trovare un giocatore dalla traiettoria più strana di quella di Frenkie de Jong. All’Ajax di ten Hag sembrava la versione suprema del centrocampista olandese. Onniscente, onnipresente. Un giocatore dalla tecnica essenziale, ma dalle letture iper-complesse, capace di cucire il gioco a tutto campo. Avrebbe dovuto diventare il perno attorno al quale far rinascere il Barcellona e, beh, non è andata proprio così. A un certo punto sembrava potesse andare al Manchester United per ritrovare ten Hag, ma alla fine è rimasto, abbracciando una specie di dorata mediocrità. In certi momenti di forma de Jong è ancora un centrocampista dominante, e delizioso nel suo dominio; in altri scompare dai radar e non è chiaro in cosa sarebbe speciale. Comunque, chi parla di bidone non capisce niente di calcio, mi dispiace.Jean-Kevin Augustin

Tutti i centravanti giovani che escono dal settore giovanile del PSG per un motivo o per l’altro sembrano molto forti. Perché Jean-Kevin Augustin avrebbe dovuto fare eccezione? Altro certificato di qualità: il RB Lipsia lo ha comprato dal PSG, e quello ha cominciato a segnare praticamente subito. Ha brutti rapporti con Rangnick. In un pre-partita di Europa League quello lo sgama mentre smanetta al telefono, da quel momento la sua carriera è finita. Vi sembrerà un’esagerazione ma insomma, prima di quel giorno Augustin aveva segnato 11 gol, da quel giorno 7. Sono passati 4 anni, siamo su un’inquietante media di mezzo gol a stagione. Oggi gioca in Svizzera, al Basilea, e segna pochissimo anche lì, in un campionato in cui persino Sebastiano Esposito - per citare un’altra nostra crush - qualche gol l’ha fatto. Al Leeds ha floppato così forte che quelli gli hanno rescisso il contratto irregolarmente e lui gli ha fatto causa - vincendola, il club gli deve quasi 25 milioni. Insomma, magari non forte in campo ma imbattibile in tribunale.Nicolò Barella

Giusto una piccola flessione nella stagione post-Europeo, per il resto: una macchina.Hachim Mastour

Sembra incredibile ma Mastour ha ancora 25 anni. Lo scorso primo luglio ha firmato per l'Union Touarga, club di Rabat della prima divisione marocchina, dopo una carriera allucinante: dopo gli inizi al Milan, è passato per Malaga, PEC Zwolle, Lamia, Reggina, Carpi e Renaissance Zemamra (Serie B marocchina). Nel suo nuovo club non ha ancora giocato una partita da titolare ma intorno a lui sembra esserci già un piccolo culto. L’account YouTube Jonathan Martinez sta pubblicando tutti gli highlights individuali dei suoi spezzoni di partita, da quando è l'Union Touarga.

Nell’aprile del 2015, quando Mastour non era stato ancora inserito tra i migliori talenti nati nel 1998 dal Guardian, Fabrizio Gabrielli si chiedeva se sarebbe diventato “un fenomeno (per quanto precoce) da idolatrare o uno dei tanti sopravvalutati enfant prodige dei quali perderemo memoria nel giro di dieci anni?”. È ironico che non sia diventato né l’una né l’altra cosa (sono passati più di otto anni e su YouTube è ancora facile trovare video che si chiedono che fine abbia fatto), un monito a ricordarci di quanto le cose siano sempre più complesse di come ce le immaginiamo.Malcom

A non essere innamorati di Malcom sono i tifosi della Roma: nell’estate del 2017 sembrava dovesse essere lui il grande colpo per rilanciare le ambizioni dei giallorossi, ma all’ultimo Malcom aveva preso un aereo per Barcellona. A rileggere quella storia oggi, quello è stato un proiettile schivato per la Roma: Malcom non ha funzionato in Spagna ed è stato spedito allo Zenit senza tanti rimpianti. In Russia si è costruito una carriera discreta, fino a esplodere nell’ultima stagione: 26 gol e la sensazione che avesse finalmente messo in ordine le sue cose. Poteva essere un biglietto di ritorno nel-calcio-che-conta e invece lo è stato per l’Arabia Saudita. L’Al-Hilal l’ha pagato 60 milioni, lui ne guadagna 18 a stagione. Tutti contenti. Maxime Lopez

Sembrerà giovane anche quando avrà 40 anni e giocherà le partite con SCH, Abedi Pelè e le vecchie glorie dell’Olympique Marsiglia. Alto poco più di un metro e 60, baffo incolto da dodicenne, frequenza di passo notevole ma scarsa velocità, Lopez non ha nulla che lo rende un calciatore d’alto livello, se non il modo in cui porta palla e dribbla in spazi stretti, a centrocampo. Un giocatore davvero peculiare, che forse starebbe bene in una serata di Champions, ma non in un lunedì sera in Pianura Padana nel campionato italiano. Fa ridere che sia stato chiamato alla Fiorentina per sostituire l’essere umano a lui più dissimile, Sofyan Amrabat, la cui coscia è grande quanto tutto Maxime Lopez. La coppia con Arthur sembra uno strano incubo, o uno strano sogno, a seconda della vostra visione del calcio.Marco Asensio

Per farsi notare nel Real Madrid bisogna uccidere i tori a mani nude, segnare più gol che partite, dribblare anche i fili d’erba. Asensio è stato forse il fenomeno meno visibile del Real Madrid degli ultimi anni, probabilmente la miglior squadra di sempre. Eppure la sua presenza era tangibile, il suo contributo, pur non sempre come titolare, era evidente e fondamentale. In estate, chissà perché, ha scelto di passare dal Real Madrid al PSG. È l’inizio della sua fine? Staremo a vedere. Christian Pulisic

Forse il problema erano quelli che lo definivano “Il LeBron James del calcio”, o quelli che comunque gli conferivano una missione biblica, quella di trascinare fuori dalla sua mediocrità storica il movimento calcistico statunitense. Pulisic ha già attraversato tutta la parabola classica di un talento bruciato: la rivelazione nella velocità del calcio tedesco, il flop in Premier League, il prestito in Italia, la rinascita. Una parabola classica che però promette una seconda parte della carriera migliore. L’impressione è che dobbiamo aspettarci altri grandi momenti dalla carriera di Pulisic.Julian Brandt

Capello lungo all’indietro, fascetta e gioco da numero 10 puro. L’aria da chitarrista di qualche band metal svedese. Brandt è un giocatore strano per il movimento tedesco, poco meccanico ma anche poco efficiente. Dopo un paio d’anni così così, da un altro paio di stagioni al Borussia Dortmund sembra aver trovato la strada per esprimersi. Non appartiene esattamente all’élite del ruolo, ma è comunque lì sulla soglia. Ha già comunque quasi 50 presenze con la Nazionale tedesca, mica male.Kasper Dolberg

Resto tuttora convinto che Kasper Dolberg rappresenti una delle poche soluzioni alla rarità di grandi numeri 9 nel calcio d’élite. Rappresentava un ideale davvero di nicchia: un centravanti non solo fisico, con un gran tiro e un istinto notevole in area di rigore, ma un centravanti tecnico, raffinato, fortissimo nel gioco spalle alla porta e nel raccordare la squadra sulla trequarti. Purtroppo sembra impossessato dalla miscela letale per i talenti: fragilità fisica e poca voglia di giocare a calcio. Magari gli torna. Ha segnato già 5 gol in Belgio quest’anno, chissà.Enes Ünal

Nel 2016Enes Unal era un calciatore del Manchester City e segnava 19 gol in una stagione con il Twente (in prestito). Nel 2023 Enes Unal è un calciatore del Getafe, gioca nel Getafe e l’anno scorso ha segnato 15 gol. A giugno si è rotto il crociato e dovrà stare fermo almeno 8 mesi. Ad attenderlo, si diceva, un’offerta del Benfi

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