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Che fatica la vita da Tomovic
02 ott 2017
02 ott 2017
17 brutti errori che che mostrano il disagio difensivo di Nenad Tomovic.
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Il 31 agosto la Fiorentina ha deciso di cedere Nenad Tomovic al Chievo Verona, non prima però che il serbo riuscisse a contribuire a quasi tutti i gol subiti dalla squadra viola nelle prime 2 partite di questa Serie A.

 

Tomovic ha lasciato la Fiorentina dopo 126 presenze, 1 gol e un numero non ricostruibile di errori gravi, di quelli che ti fanno perdere le partite.

 

Arrivato alla “Viola” nel 2012 dal Genoa per circa 4 milioni di euro, il serbo ha visto passare quattro allenatori e tantissimi compagni di reparto, rimanendo sempre, per qualche ragione, un punto fermo della difesa della Fiorentina. La sua costante presenza da titolare rimane tra i misteri più impenetrabili del calcio italiano.

 

Ha giocato terzino destro o centrale destro di una difesa a 3, mantenendo invariata la sua innata capacità di incidere negativamente sui risultati della propria squadra. Tomovic gioca male da così tanto tempo che ci siamo dimenticati il motivo per cui a un certo punto una squadra di livello come la Fiorentina ha deciso di puntare su di lui.

 

Eppure, andando molto indietro nel tempo, è possibile ritrovare qualche testimonianza d’amore nei suoi confronti, che emerge dalla terra come resti di una civiltà perduta. Ad esempio

in cui Tomovic viene definito “l’Alberto Tomba dei tempi migliori”, o un

lo si vede divorato dall’amore della curva dopo un gol. 4 anni fa era ancora possibile trovare

dei tifosi viola a Nenad Tomovic, dove nei commenti veniva persino osannato come la rivelazione della stagione.

 

Oggi invece i suoi ex tifosi raccolgono le

al solo annuncio che gioca titolare, scrivono frasi come “Racconterò ai miei figli dov’ero quando abbiamo venduto Tomovic” o celebrano il momento con un video in cui Di Caprio, con la statuetta in mano, annuncia la sua cessione commosso.

 

Tomovic ha commentato questa situazione in un certo senso alimentando il dubbio: «Poi penso. Se dirigenti come Pradè o Corvino mi stimano e allenatori come Sousa o Montella o Mihajlovic mi fanno sempre giocare, ci sarà un motivo. O sono tutti matti?».

 

Provando a rispondere a queste domande ho cercato categorizzare gli errori di Tomovic negli ultimi anni, considerandoli come un’unica, enorme matassa di fallibilità. Non era una ricerca semplice, ma in realtà basta guardare i gol subiti dalla Fiorentina per notare una relazione tra questi e Nenad Tomovic. Alla fine ho trovato 17 modi di razionalizzare quello che ormai è diventato una specie di riflesso incondizionato nel prendersela con Tomovic. Mi sono fermato a 17 esempi per ragioni simboliche e perché tanto è impossibile essere esaustivi se si parla degli errori di Tomovic.

 



 

Alcuni errori di Tomovic non sono gravi, ma ti lasciano comunque il dubbio che sia almeno in parte colpa sua. Contro la Sampdoria, nella prima partita in casa di questa stagione, la seconda di campionato, Gaston Ramirez rientra sul sinistro e tira sul secondo palo. Tomovic dovrebbe marcare Caprari ma stringe vicino a Quagliarella, gli rimane troppo distante e quando la palla gli torna dopo la respinta del portiere è poco tempestivo e Caprari segna. È il gol dell’1 a 0, poco dopo arriverà il secondo gol, dove c’entrerà sempre Tomovic.

 



 

Quella della difesa è un’arte della perizia: un concetto praticamente sconosciuto per Tomovic. Sempre in casa contro la Samp, poche settimane fa, a un certo punto si trova a duellare con Quagliarella, che lo dribbla con un primo controllo ambizioso, come da sua tradizione, a quel punto a Tomovic va in cortocircuito il cervello e smanaccia la palla senza nessuna giustificazione. Sembra che il braccio di Tomovic abbia una volontà propria, e che non sia la volontà di rendere tutti felici e contenti.

 

Il rigore procurato da Tomovic ha portato Fiorentina a uno svantaggio di 2 gol, che non è riuscita a recuperare nonostante un’ottima prestazione.

 



 

Ma anche la prima giornata di campionato è stata l’occasione per Tomovic di mettere la propria firma sull’inizio di stagione viola.

 

Contro l’Inter la partita era ancora sullo zero a zero quando Perisic ha crossato in una zona dell'area di rigore ambigua, fra Tomovic e Vitor Hugo. Quest'ultimo salta a vuoto, con la palla che lo supera ma Tomovic, che era rimasto dietro l'attaccante interista, avrebbe potuto almeno provare - almeno provare! - a seguire Icardi, che invece stacca di testa e segna con la serenità di chi si sta lavando i denti.

 

Vitor Hugo non giocherà più dopo questa partita, mentre Tomovic verrà venduto.

 



 

Siamo alla fine della partita con l'Inter, che la Fiorentina ha perso in modo inequivocabile, e Tomovic ha probabilmente perso anche l’ultimo barlume di lucidità mentale. Joao Mario riceve sulla destra, rientra sul sinistro e crossa sul secondo palo, dove trova Perisic da solo che segna in tuffo di testa.

 

Neanche a dirlo, avrebbe dovuto marcarlo Tomovic, che però saltellava sul posto davanti a lui come un omino dei videogiochi in 2d, senza nessun avversario in zona, pur girandosi una, due, tre volte a guardare Perisic che si allontanava da lui, pronto a ricevere il pallone e a segnare.

 

In quest’errore di Tomovic è possibile rintracciare l’esperienza vertiginosa di un uomo che osserva la propria tragedia dall’esterno senza poter far niente, congelato come negli incubi, quando siamo noi ma non siamo noi.

 



 



 

Esempio dalla passata stagione: il Pescara è in transizione e Tomovic è nella sgradevole situazione di dover controllare due giocatori contemporaneamente, Bahebeck e Caprari. Per questo quando la palla arriva a Caprari è in ritardo e deve scattare con tutta la sua forza (non molta). Quando l’attaccante sterza sul destro, al centro dell'area di rigore, prende Tomovic in controtempo con una facilità imbarazzante. Tomovic si sbilancia e ci mette una vita a frenare e girarsi, così Caprari segna a giro sul secondo palo da pochi passi. Quanto possiamo considerare, questo, un errore di Tomovic e quanto un’inevitabile conseguenza della sua scarsa reattività muscolare? È colpa sua? Forse no.

 



 

Per un difensore è importante capire le cose velocemente, e Tomovic sembra sempre l’ultimo a capire le cose. È la penultima giornata di campionato, le posizioni di classifica sono definite ed è quel momento in cui conta solo l'arte e la voglia di Mertens di vincere la classifica marcatori.

 

Il Napoli riconquista palla sulla trequarti e Tomovic, che è preso in controtempo, si ricorda con grave ritardo che ci sono degli uomini da marcare che scappano verso la porta. Nel tempo che Tomovic ci mette ad accorgersi della cosa - e potete quasi sentire il rumore del suo cervello che gira a vuoto - e a provare a rincorrere Insigne, questi ha già segnato tirando dritto sul primo palo.

 

La carriera di Tomovic è anche una lunga sequenza di rincorse inutili, dietro a un avversario che sta per segnare.

 



 

È la stessa partita ed è una delle giornate di fuoco di Mertens, che comincia l'azione con un tunnel umiliante sulla trequarti centrale a Gonzalo Rodriguez - tra i pochi a entrare in un’azione con Tomovic e ad essere quello fa la figura peggiore.

 

Però Tomovic, comunque, mentre l’altro prendeva il tunnel, ha trovato il tempo per non marcare nessuno, per mettersi in quella zona grigia e inutile dell’area di rigore, che possiamo definire

, ad aspettare che le cose prendano una brutta piega - che stavolta consiste nel lasciare una linea di passaggio luminosa per Hamsik, che conclude verso la porta, Tatarusanu respinge e, mentre Tomovic è impassibile, Mertens realizza un facile tap-in.

 

L’allenatore del Tottenham, Mauricio Pochettino, ha detto che la qualità migliore per un difensore è la “mentalità”. In questo senso Tomovic è un difensore pessimista sulle proprie possibilità di fermare una situazione difficile. Tomovic è il

della difesa, sofferente per la natura stessa dell'esistenza del difensore.

 



 

A metà dello scorso anno, Tomovic aveva già accumulato un discreto numero di errori. Nella partita di andata contro il Pescara - che per l'occasione indossa una maglia a righe che lo fa sembrare il Vicenza - Tomovic dovrebbe fare il centrale di destra ma, mentre gli avversari verticalizzano lungolinea sulla sua fascia, lui si trova in una posizione indecifrabile, larghissimo, lontano dall’avversario, e come al solito con una passività che possiamo quasi definire il suo marchio d’autore.

 



 

Contro il Napoli, Tomovic ha giocato solo grandi partite. Per un certo periodo, nella testa di certi allenatori, è balenata l’ipotesi che Tomovic fosse un ottimo difensore in impostazione. Non sono ancora riuscito a ricostruire la storia di questa idea, ma in ogni caso Tomovic può vantare nel suo catalogo anche diversi errori, ovviamente fatali, in impostazione. In questa partita dello scorso anno riceve un passaggio un po’ precario mentre corre leggermente all’indietro. La lentezza con cui cerca di recuperare a uno stop che gli rimane troppo indietro è quasi mitologica.

 

Naturalmente Mertens raccatta la palla e va a segnare, perché nessun errore di Tomovic può essere ininfluente.

 



 

Qarabaq - Fiorentina di Europa League. Forse le 5 ore di volo per l’Azerbaijan hanno reso Tomovic più confuso di quanto non sia già normalmente. Quando lo vediamo spuntare nell’inquadratura dell’azione, durante una ripartenza del Qarabaq piuttosto difficile, sappiamo già come andrà a finire.

 

Tomovic è in una zona che più grigia non si può, corre verso il centro del centrocampo, provando forse a tagliare la linea di passaggio anticipando l’attaccante avversario, ma così facendo ha aperto un buco alle sue spalle su cui si puntualmente inserito il numero 8 azero, che poi va a concludere a rete.

 



 



 

Settima giornata di campionato, Torino - Fiorentina, 1 a 1, partita tesa, rimessa laterale Torino, palla scampanata in area della viola a caso. Tomovic sbaglia un fuorigioco, la palla arriva a Benassi, dall'altra parte dell'area rispetto al serbo, che a quel punto crea due momenti di fortissima compassione:

 

1. Quando chiama comunque il fuorigioco, non schiodandosi dalla sua posizione, non seguendo l’uomo, non provando a mettere una pezza al suo errore forse per una questione d’orgoglio.
2. Quando Benassi segna, un gol oggettivamente complicato, da un’angolo difficile, mettendo per terra una palla non semplice, e Tomovic continua ad allargare le braccia, a darsi gli schiaffi sui fianchi, a prendersela col guardalinee, a invocare pietà da questo mondo infame.

 



 

Sempre lo scorso anno, all'inizio di una stagione gonfia di promesse, contro l'Udinese, De Paul è sul centro-destra, leggermente al limite dell’area, e mette una bella palla dietro la difesa della Fiorentina. Sono tanti i giocatori bianconeri liberatisi dalle marcature, ma chi è che finisce per perdersi l’uomo che alla fina farà gol, di testa? Proprio lui.

 



 

Le prime di campionato sono sempre dei

privilegiati. A metà del secondo tempo un’ottima Fiorentina è ancora sull’uno a uno allo Juventus Stadium, poi la curva della realtà incrocia quella di Tomovic, che è uno di quei suoi classici momenti in cui una scimmia nel suo cervello suona i piatti. La palla, una palla innocua, è sui piedi di Alex Sandro a sinistra, Tomovic lo guarda e saltella, e nel frattempo si lascia scappare Asamoah nel mezzo spazio, alle sue spalle, che riceve e dà il via all’azione che porterà al primo gol di Higuain con la maglia della Juventus, che era entrato da pochi minuti.

 



 

Non possiamo però sottovalutare i pochi, ma apprezzabili, errori sotto porta di Tomovic, che nella carriera ha segnato appena 6 gol mica per caso. Tomovic è riuscito ad arricchire la sua wunderkammer di errori anche in fase offensiva. Contro il Pescara, tre stagioni fa, Toni va a colpire di testa un calcio di punizione di Pizarro (ve la ricordate quella Fiorentina?), Perin respinge troppo corto e Tomovic si ritrova la palla sui piedi, con tutta la porta aperta davanti a lui, ma se ne accorge troppo tardi e sbaglia come qualcuno che sta muovendo una protesi in ritardo, ciancicando il tiro a lato.

 



 



 

Nella stessa partita, Tomovic è riuscito a mettere la firma anche in difesa. Tra le sue caratteristiche, la capacità di far segnare centravanti scarsi che finiranno nell’oblio di lì a poco, e che legheranno a Tomovic i pochi momenti felici della loro carriera. Jonathas si è tolto poche soddisfazioni in Serie A, ma se c’è stato un momento in cui ha potuto coltivare le sue illusioni è stato questo, quando è riuscito ad anticipare Tomovic di testa, sfuggendo in area alla sua marcatura svagata, vivendo uno dei rarissimi momenti di felicità della stagione del Pescara.

 



 

La stagione dell'Europa League della Fiorentina lo scorso anno è stata tragicomica, e questa partita con il PAOK, finita 2 a 3, non è stata da meno. Quando Garry Rodrigues viene lanciato in campo aperto, a un minuto dalla fine, sul 2 a 2, e davanti ha Tomovic sa già che potrebbe essere il suo momento di gloria. È nettamente più veloce di Tomovic, lo punta verso l’interno e Tomovic perde subito il passo, appena in area arranca come una barchetta alla deriva, e a quel punto Rodrigues rientra e tira la proverbiale sassata sotto al sette, regalando la vittoria al Paok.

 



 

Uno dei punti di forza di forza dovrebbe essere, in linea puramente teorica, la sua forza fisica. Alla metà del primo tempo di questa partita contro l’Udinese, però, va in contrasto con Perica sulla linea laterale (dopo aver lasciato scorrere il rilancio del portiere sopra la propria testa come fosse cieco) e non riesce a spostare l’attaccante di un millimetro. Davvero Perica se l’è scrollato di torno come una mosca. Come da tradizione-Tomovic, questo mezzo errore sulla linea laterale fa presto a trasformarsi nel gol del vantaggio dei friulani. Perica rientra, serve un giocatore al limite che rifinisce per Zapata, che segna.

 

Tomovic ha giocato titolare nelle prime due partite della nuova stagione della Fiorentina, che hanno coinciso con due sconfitte. Dopodiché i viola hanno ripreso a farsi una vita senza Tomovic, e la squadra ha offerto prove convincenti, che lasciano immaginare un futuro un po’ meno oscuro. Venduto Tomovic è sembrata andar via una maledizione. Tomovic fa parte di una stirpe di difensori-sciagura che ciascuna squadra di Serie A, in un momento o nell’altro della propria storia, ha avuto: Mauricio alla Lazio, Ranocchia all’Inter, Zebina alla Roma, Bonera al Milan. Fra qualche anno verrà ricordato con meno odio e più simpatia. Nel frattempo anche Tomovic si è rifatto una vita, e al Chievo è già diventato titolare, al posto di un totem clivense come Gobbi (infortunato). Ieri, contro la Fiorentina, nella sfida al suo passato, è stato decisivo in negativo lasciando troppo spazio a Thereau per il cross che ha portato al vantaggio di Simeone. Per il resto ha però offerto prestazioni decenti e con lui in campo il Chievo non ha ancora perso: 2 vittorie e 2 pareggi.

 

A 30 anni compiuti, per Tomovic il peggio sembra essere passato.

 

 

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