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La carriera di Karamoh è già a un bivio
29 ott 2019
29 ott 2019
L'accidentato percorso di un talento evidente.
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12 min
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La giovane carriera di Yann Karamoh è già a un bivio. È strano dirlo, considerato che stiamo parlando di un giocatore di appena 21 anni, ma dopo la sua prima - ottima - stagione da professionista con la maglia del Caen a 18 anni, chiusa con 5 gol e 4 assist in Ligue 1, il talento francese non ha fatto molti progressi nelle due successive, e l’esperienza appena iniziata a Parma potrebbe rivelarsi già decisiva per il suo futuro.

Nonostante le statistiche collezionate nell’ultima annata in prestito al Bordeaux non siano state particolarmente esaltanti (3 gol e 3 assist in 32 presenze ufficiali tra tutte le competizioni), Karamoh si è messo in luce grazie ad alcune partite di livello assoluto contro rivali di prestigio, come il Paris Saint Germain. Prestazioni del genere fanno pensare che il suo sia un talento destinato a crescere in maniera esponenziale, se guidato nella giusta direzione e accompagnato da un’attitudine positiva. Due condizioni finora non rispettate, soprattutto nei momenti in cui avrebbe potuto fare il passo successivo nella sua carriera.

Karamoh sembra far parte di quella categoria di talenti indolenti che faticano a conquistare la fiducia dei propri allenatori nonostante le loro evidenti doti tecniche, e nell’inizio di stagione a Parma ha confermato questa tendenza. Contro l’Inter per la prima volta ha avuto una maglia da titolare, si è presentato da ex a San Siro e si è rivelato decisivo per il 2-2 finale, con un assist e un gol segnato proprio nella stessa porta in cui aveva realizzato il suo primo e unico con la maglia nerazzurra.

La prima apparizione a Milano

Fino al 12 febbraio dello scorso anno Yann Karamoh era un oggetto misterioso per i tifosi dell’Inter. Arrivato a Milano nell’estate del 2017, in prestito biennale con obbligo di riscatto a 6 milioni dal Caen, dove a soli 18 anni aveva disputato tutta la stagione da titolare. Luciano Spalletti, che in carriera non ha mai mostrato una grande passione per i talenti in fase di formazione, gli aveva concesso appena 58 minuti totali nelle prime 23 giornate di Serie A.

Dopo una lunga striscia di 8 partite senza vittoria in cui l’Inter aveva mostrato grandi problemi offensivi (solamente 6 reti realizzate), il tecnico però aveva disperato bisogno di una vittoria nell’incontro casalingo contro il Bologna. Quella sera, complice anche l’assenza di Mauro Icardi, Spalletti è stato costretto a ricomporre gli elementi del suo attacco nel tentativo di avere più opzioni in zona gol; così per la prima volta in stagione ha scelto Karamoh come esterno destro del suo 4-2-3-1. Al posto di Candreva, per dare imprevedibilità al suo attacco.

Quando al 63’ il punteggio era sull’1-1 e l’Inter sembrava ancora bloccata, Karamoh ha ricevuto palla sulla destra ed evitato il terzino, poi ha usato Rafinha per costruire un triangolo e aggirare due centrocampisti avversari, si è liberato con un gioco di gambe dei due difensori che provavano ad affrontarlo e arrivato al limite ha concluso con un sinistro deciso che ha battuto il portiere, il tutto ad alta velocità. È sembrato un assaggio di un talento più grande, una promessa di qualcosa di bello che stava per accadere.

Eppure, nonostante quel gol da tre punti al Bologna, Karamoh non è mai riuscito a conquistarsi pienamente la fiducia di Spalletti. Dopo l’arrivo di Politano e Keita è stato addirittura spedito a svolgere un periodo di formazione lontano da Milano. Il 31 agosto 2018 si è trasferito al Bordeaux con la formula del prestito secco, sperando che in Francia, dove era esploso, arrivasse alla piena maturità.

Il primo lampo di Karamoh in Italia.

Il ritorno in Francia

Quindi, come è andata l’ultima annata di Yann Karamoh al Bordeaux? I primi due mesi non sono stati semplici: nelle 8 giornate inaugurali della Ligue 1 ha visto il campo solo per 38 minuti (spalmati in 3 partite); Éric Bedouet – in carica da fine agosto dopo l’addio polemico di Gus Poyet – ha preferito schierare come esterni offensivi del suo 4-3-3 Francois Kamano e il giovane Samuel Kalu.

Non è andata tanto meglio in Europa League, dove Karamoh ha giocato solamente due spezzoni nelle prime due partite del girone perse contro Slavia Praga e Copenaghen. La sua stagione è veramente cominciata alla nona giornata di Ligue 1, quando è riuscito a sfruttare la prima presenza da titolare per mettere in mostra alcune delle sue abilità (proprio come era avvenuto all’Inter).

Rimasto sulla sinistra dopo un calcio d’angolo, Karamoh riesce a ricevere palla in una posizione ideale per le sue doti da tiratore – evidenti ma ancora acerbe – e realizza con un bellissimo destro a giro uno dei suoi due gol stagionali.

Dopo qualche mese in Francia Karamoh ha ammesso che «l’adattamento ha richiesto un po’ di tempo perché mancava il ritmo della partita», poi ha detto di essersi sentito «più concentrato e libero mentalmente» dopo aver giocato novanta minuti per la prima volta, e ha chiuso rivendicando maggiore spazio: «Non sono venuto al Bordeaux per giocare a intermittenza».

Bedouet ha accolto il suo appello e ha iniziato ad affidarsi di più a lui, tanto da schierarlo al posto di Kalu (il quinto acquisto più caro della storia del club) nelle sfide più importanti del girone di andata. Karamoh è partito titolare contro Lione, Saint-Etienne e Paris Saint Germain, con il Bordeaux che è riuscito a conquistare 5 punti.

Karamoh ha fornito un contribuito importante anche in Europa League, in particolare nell’ultima giornata del girone, quando subentrando dalla panchina nella sfida decisiva per il passaggio del turno contro il Copenaghen ha realizzato l’assist per il gol della vittoria di Briand.

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Un post condiviso da Yann karamoh (@ykaramoh) in data: 17 Dic 2018 alle ore 9:19 PST

Nonostante i due difensori siano concentrati sulle sue gambe, Karamoh riesce a saltarli e mettere in mezzo un bel pallone che Briand trasforma di tacco.

In generale però la stagione del Bordeaux non è andata granché bene, tanto da richiedere un secondo cambio di allenatore a marzo, quando Paulo Sousa ha preso il posto di Bedouet firmando un contratto di tre anni e mezzo.

Il feeling tra l’ex tecnico della Fiorentina e Karamoh non è mai sbocciato, anche a causa di alcuni comportamenti non proprio professionali, che hanno messo il giovane francese in cattiva luce con la dirigenza ancora prima dell’arrivo del portoghese - uno su tutti lo shopping a Parigi immortalato su Instagram mentre i suoi compagni erano impegnati sul campo del Marsiglia. Nelle undici partite con Sousa in panchina Karamoh ha giocato appena 216 minuti.

Cosa manca a Karamoh?

Nei pochi mesi all’Inter ha messo in mostra la sua esplosività in campo aperto e la qualità del suo dribbling, aspetti molto istintivi del suo gioco. A Bordeaux ha affinato le sue doti tecniche, in particolare quella dell’uno contro uno e quella dell’ultimo passaggio, anche se non ha mai perso occasione per mettere in mostra il suo atletismo, che è poi la ragione più interessante vederlo giocare.

Karamoh è un calciatore divertente perché è prima di tutto un grande atleta. Possiede una velocità di punta impressionante nonostante non abbia delle gambe troppo potenti e per questo vederlo correre palla al piede è un piacere: quando accelera sembra di vedere un motoscafo che inizia a planare e rimane sospeso sul filo dell’acqua. Alla leggerezza, associa un ottimo controllo di palla in velocità che impedisce anche agli avversari più veloci – come ad esempio Marquinhos – di recuperarlo.

Grazie al suo atletismo può essere devastante quando entra dalla panchina, com’è successo sul campo dell’Angers: subentrato al 70’, Karamoh ha segnato il gol del 2-1 nei minuti di recupero dopo una conduzione palla al piede di 50 metri terminata con un tiro preciso all’angolo.

Questa volta Karamoh non ha nemmeno bisogno di accelerare, sfrutta la stanchezza degli avversari e dopo aver condotto il contropiede a una velocità (per lui) media si limita a una sola finta, che lo mette nella posizione ideale per segnare.

Karamoh è molto consapevole della propria velocità, grazie alla quale, oltre a correre il doppio dei suoi avversari, lascia indietro anche i compagni. Per questo ha imparato a rallentare, a mettere pausa, per far sviluppare meglio il gioco della propria squadra. Di conseguenza, ha dovuto sviluppare anche un aspetto nuovo del suo dribbling, aggiungendo al suo repertorio anche quello nello stretto. La sua creatività spesso straborda nel desiderio di umiliare i suoi avversari, ma la parte fondamentale del suo gioco sta nella capacità di sfruttare il campo aperto, con una sensibilità nel controllo orientato non indifferente, con cui si lancia in velocità. Nella scorsa Ligue 1 è stato tra i primi dieci per dribbling riusciti in media ogni 90 minuti (3.2), cioè poco più della metà di quanti ne tentasse (6).

L’efficienza del suo dribbling è cresciuta molto: al termine della stagione 2016/17 solamente Thauvin (82) aveva messo insieme più dribbling senza successo di lui (71), un dato cambiato sensibilmente nell’ultima stagione, in cui ben 23 giocatori hanno fatto peggio di lui.

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Café crème #bon #weekend 🤯☺️

Un post condiviso da Yann karamoh (@ykaramoh) in data: 7 Dic 2018 alle ore 5:00 PST

Dopo averti umiliato qualcuno con un tunnel, solitamente Karamoh pubblica il video della sua impresa per rincarare la dose.

Al Bordeaux ha anche messo in mostra una discreta capacità nel rifinire l’azione e nel creare occasioni per i compagni (attitudine che a Milano era rimasta abbastanza nascosta) partendo largo a destra è stato bravo a sfruttare la sua esplosività per arrivare sul fondo. Con il cross - 6.6 cross ogni 90 minuti - è riuscito a produrre una discreta quantità di passaggi chiave ogni 90 minuti, tra i migliori 30 della Ligue 1. I suoi numeri in rifinitura sono numeri simili a quelli di Politano, Suso, Papu Gomez, Luis Alberto e Douglas Costa, i migliori in Serie A in questa statistica lo scorso anno.

Cosa ci possiamo aspettare

Nonostante i movimenti con cui confonde i difensori, la facilità di corsa con cui se ne libera e la capacità nel servire assist ai compagni, è impossibile sottovalutare il lato acerbo del gioco di Karamoh. Il livello delle sue letture di gioco è ancora basso e limitato, spesso è poco lucido nelle scelte nell’ultimo terzo di campo e così vanifica gli sforzi nella costruzione delle occasioni.

Ne è un esempio perfetto questa azione contro il Paris Saint Germain: Karamoh supera con un sombrero Bernat, scherza in velocità Rabiot prima di dribblarlo con una finta a rientrare, ma arrivato sulla linea di fondo è poco lucido e serve un pallone impreciso ai due compagni di reparto in area.

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Merci @francois_kamano pour ma passe d que ta manger 😂😂

Un post condiviso da Yann karamoh (@ykaramoh) in data: 8 Dic 2018 alle ore 5:57 PST

Il meglio e il peggio di Karamoh in una sola azione: nemmeno Marquinhos riesce a recuperarlo in velocità, poi però non riesce a servire il passaggio decisivo.

Un ulteriore aspetto in cui potrebbe migliorare è quello realizzativo: nelle 32 partite disputate con il Bordeaux ha segnato soltanto 3 volte e appena il 32% dei suoi tiri ha centrato lo specchio della porta: è ancora troppo attratto dall’idea di concludere a tutti i costi in modo spettacolare.

A fronte di queste difficoltà – normali per un ragazzo di 21 anni – le risposte a livello caratteriale in campo nella prima metà della stagione sono state buone: a fronte dei molti errori, è sempre rimasto calmo e non ha mai avuto paura di sbagliare; un ambiente in cui gli è consentito farlo – sempre nei giusti modi e nei giusti limiti – gli ha consentito di preservare la sua intraprendenza e di non perdere la fiducia nei propri mezzi.

La situazione, come detto, è precipitata nella seconda metà, quando i suoi comportamenti fuori dal campo lo hanno fatto uscire dalle rotazioni della squadra, facendolo finire fuori rosa per diverse settimane. Una situazione che ne ha compromesso il rendimento fino a trasformare i suoi ultimi mesi a Bordeaux in una convivenza forzata e sgradita per entrambe le parti. Anche a Parma si è fatto notare in negativo per i ritardi (anche se pare che ci fossero dietro dei problemi personali, e Karamoh si è anche scusato) e sicuramente l’aspetto mentale e comportamentale è uno dei fattori di cui tenere conto.

Ma c’è un ultimo problema che rischia di minacciare seriamente il rientro di Karamoh in Italia, strettamente tattico. Il sistema del Bordeaux non lo ha infatti aiutato a lavorare sul suo contributo in fase di non possesso, ancora molto scarso. Fin dalle prime amichevoli è subito stato punzecchiato anche dal suo nuovo allenatore D’Aversa: dopo la sconfitta in amichevole con il Burnley ha detto che «ha un potenziale enorme e deve determinare di più per le qualità che ha», e qualche giorno dopo ha aggiunto che «Kulusevski è diverso rispetto a Karamoh, non ha difficoltà ad agire su tutta la fascia».

D’Aversa poi ha scelto lo svedese come titolare nel ruolo di ala destra nelle prime due giornate di campionato, anche per ragioni di equilibrio, considerando che anche Gervinho non collabora molto nella fase di non possesso. Per questo ormai Kulusevski è inamovibile, anche grazie a una serie di prestazioni di altissimo livello.

Così, nelle prime otto giornate, Karamoh è stato utilizzato solamente per 5 minuti contro la Juventus e per 15 contro la Lazio. Secondo la Gazzetta dello Sport, il Parma avrebbe addirittura provato a offrirlo all’Atalanta il 31 agosto, notizia poi smentita dal direttore sportivo Faggiano: «Dobbiamo mettere Karamoh nelle condizioni di lavorare, è giusto sia arrabbiato se non gioca ma noi non l'abbiamo mai offerto ad altre squadre».

Alla fine l’occasione è arrivata grazie agli infortuni di Inglese e Cornelius, che hanno costretto D’Aversa a scegliere un tridente leggero per la trasferta sul campo dell’Inter. Con Gervinho spostato al centro, e Kulusevski e Karamoh sulle fasce, il Parma è riuscito a mettere in difficoltà i nerazzurri togliendo punti di riferimento alla retroguardia di Conte.

Le qualità in fase di non possesso di Kulusevski – che ha chiuso con 9 palle recuperate – hanno permesso al Parma di schierare contemporaneamente i due ivoriani, la cui velocità è stata fondamentale per colpire l’Inter in campo aperto.

L’ottima prestazione di Karamoh nella partita da ex a San Siro (che ha rispettato in maniera ossequiosa non esultando dopo il gol) è un passo nella giusta direzione, ma nei prossimi mesi dovrà dimostrare di essere un talento funzionale al contesto in cui si trova, come ha sottolineato D’Aversa: «Un allenatore non regala e nega niente a nessuno, sono contento per lui, so che ci teneva fare bene qui, ora sta a lui cercare continuità, ha qualità».

D’Aversa ha lanciato un messaggio piuttosto chiaro a Karamoh, che dovrà fare un salto di qualità negli allenamenti e nell’atteggiamento se vorrà provare ad entrare nell'undici titolare del Parma. La speranza è che la squadra crociata e l'intera Serie A possa recuperare un talento che sembra avere ancora molto da dare, e che potrebbe avere una crescita imprevista dopo queste prime sfortunate stagioni.

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