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Marco D'Ottavi
Che ci fa Allegri con Carlos Alcaraz
01 feb 2024
01 feb 2024
Come gioca il nuovo acquisto della Juventus.
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Marco D'Ottavi
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IMAGO / PA Images
(foto) IMAGO / PA Images
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Tra settembre e ottobre, col mercato già chiuso, la Juventus ha perso per squalifica Paul Pogba e Nicolò Fagioli, due dei sette centrocampisti presenti in rosa. L’assenza delle coppe ha mitigato l’emergenza e col passare delle settimane Allegri e i suoi giocatori sono riusciti a mascherare il problema con soluzioni più o meno creative. Weston McKennie si è scoperto uno dei giocatori più importanti della rosa per l’equilibrio del 3-5-2, Cambiaso ha fatto la mezzala al bisogno, Locatelli e Rabiot hanno fatto gli straordinari anche quando erano in condizioni precarie e, quando non c’erano, Miretti e Nicolussi-Caviglia hanno provato a dare il loro contributo. La Juventus sembrava girare così bene che solo qualche settimana fa Giuntoli aveva potuto dire serenamente che non avrebbe fatto mercato, che la rosa andava bene così, spegnendo anche le voci dell’interesse per due mediani di alto profilo come Pierre-Emile Hojbjerg e Kalvin Phillips. Poi, negli ultimi giorni, si è iniziato a parlare di nuovo della necessità di aggiungere un centrocampista. Forse è stato l’infortunio di Rabiot, forse, semplicemente, è stata una richiesta di Allegri. I nomi usciti erano principalmente due: Pereyra dell’Udinese e Bonaventura della Fiorentina. Due profili diversi, ma simili nell’essere un “usato sicuro” per la Serie A: tutti e due over 30, tutti e due con stagioni e stagioni alle spalle nel nostro campionato, e quindi potenzialmente pronti già da subito. Poi invece, con un colpo di coda repentino, la Juventus ha preso in prestito dal Southampton, con un diritto di riscatto fissato a 49 milioni di euro, Carlos Alcaraz. ___STEADY_PAYWALL___ Chi è e come gioca Carlos AlcarazLa prima cosa da dire su Alcaraz è che ha 21 anni ed è quindi molto lontano da quel “profilo esperto” che sembrava interessare alla Juventus, ma più vicino alle politiche attuali della società riguardo ai giovani. È nato in Argentina, a La Plata, e suo padre Ata era un calciatore dilettante. La madre, però, voleva fare di lui un chitarrista (piano non riuscito). A 15 anni è entrato nelle giovanili del Racing Club dopo un'amichevole in cui, si racconta, aveva dribblato più volte tutta la squadra avversaria. Col Racing ha esordito a 17 anni da mezzala, ma in due stagioni ha giocato in otto ruoli diversi, dal terzino al centravanti (era arrivato nelle giovanili come attaccante) guadagnandosi una fama di “jolly”. In 83 partite ha segnato 12 gol, tra cui quello decisivo per vincere la Supercoppa 2022, al 118esimo della finale col Boca Junior, andando poi a esultare sotto la curva avversaria e scatenando una rissa che ha portato a 10 espulsi.

A gennaio del 2022, dopo che per lui si era parlato di Juventus, Inter e Milan, ma anche di Arsenal, si è trasferito al Southampton per 13 milioni di sterline e spicci, diventando la seconda cessione più ricca del Racing dopo Lautaro Martinez. Arrivato in una squadra in difficoltà, che cambierà tre allenatori e che a fine stagione retrocederà in Championship, Alcaraz è riuscito a mettere insieme 18 presenze in 20 partite, mettendosi in luce per le sue giocate e mantenendo questa duttilità, venendo schierato sia da mediano, che da trequartista che da prima punta (e segnando anche all’Arsenal).Anche quest’anno, in Championship, Alcaraz ha girato per il campo, tornando a fare la prima punta in alcune occasioni, anche se è sembrata più una scelta dettata dalla necessità che non da una presunta volontà di farne un centravanti. Alcaraz infatti non ha molte delle caratteristiche richieste dal ruolo, né fisiche né tecniche, pur avendo certamente un buon tempismo quando si tratta di attaccare la porta. A vederlo giocare, indubbiamente, il ruolo che a oggi sembra calzargli meglio è quello della mezzala. Alcaraz lo interpreta con uno stile di gioco diretto e verticale: con o senza palla non è mai conservativo nelle scelte. Non è raro vederlo provare una giocata difficile o partire in progressione palla al piede quando ha campo da risalire. Alcaraz gioca con intensità e decisione: è uno di quegli atleti che quando li vedi muoversi pensi che scoppino di salute.

Tra i centrocampisti è oltre il 90esimo percentile per quanto riguarda gol, tiri totali, xG, passaggi progressivi fatti e ricevuti, passaggi in area di rigore e filtranti. Ovviamente sono statistiche gonfiate dall’aver giocato anche centravanti e vengono da un campionato “minore”, per quanto la Championship possa essere ormai definita un campionato minore, ma aiutano a capire la sua tendenza a occupare o comunque attaccare la trequarti avversaria in maniera dinamica e propositiva. Per quanto riguarda la fase di possesso non è sicuramente uno di quei centrocampisti di tocco, che portano ordine e organizzazione, ma la mobilità lo aiuta a essere associativo con i compagni, muovendosi in relazione a loro e offrendo sempre una linea di passaggio dopo lo scarico (era secondo in Championship per passaggi ricevuti). Da segnalare una certa propensione al passaggio filtrante, ogni tanto anche con intuizioni al limite del geniale come in questa giocata. Non è comunque un centrocampista particolarmente creativo (1.8 xA in 50 partite col Southampton).

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Nella fase difensiva è piuttosto istintivo e precipitoso. Questo lo porta a essere più a suo agio in sistemi in cui si difende in avanti o comunque dove può usare il pressing come arma. Quando deve difendere in maniera posizionale tende a distrarsi o comunque a non avere la stessa intensità. Non che non abbia le qualità fisiche per essere un centrocampista che eccelle nell'interdizione, ma da questo punto di vista deve ancora crescere e lavorare molto, e da questo punto di vista la Serie A potrebbe essere il campionato ideale per farlo. Alcaraz è comunque un centrocampista di 21 anni con buona tecnica e un eccellente dinamismo. Non è atleticamente devastante, ma in Serie A non dovrebbe andare in difficoltà. Ha un buon senso del gioco anche se sbaglia ancora molto. Sembra anche un ragazzo carismatico e deciso, caratteristiche mentali che non guastano quando devi inserirti, dall'oggi al domani, in una squadra come la Juventus, che tra l'altro è all'interno di un agguerrita sfida con la rivale storica per la vittoria del campionato. Come può tornare utile ad AllegriLa domanda però è: alla luce delle sue caratteristiche e della sua duttilità, come può inserirsi nel gioco di Allegri? Forse la posizione di campo “più scoperta” in rosa è quella di regista davanti alla difesa, dove il tecnico sembra fidarsi solo di Locatelli. Alcaraz ha giocato anche lì, ma non ha la pazienza e le letture difensive richieste da Allegri in quella posizione di campo ed è difficile immaginare un suo impiego da mediano anche solo per emergenza. Così come sugli esterni (in qualche rara occasione ha fatto il terzino o l’ala) dove Allegri preferisce un altro tipo di calciatore. Più naturale che l'allenatore della Juventus assecondi lo sviluppo da mezzala visto in Inghilterra. A oggi i due titolari indiscussi sono Rabiot, un suo pretoriano, a sinistra e McKennie, abbastanza inaspettatamente (in estate sembrava fuori dal progetto), a destra. Finora i due hanno giocato rispettivamente 1710 e 1782 minuti su un totale di 2070 disponibili; dopo di loro il più impiegato è stato Miretti (861 minuti, praticamente la metà, ma giocando anche da seconda punta) ma più per necessità che per reale fiducia di Allegri. Miretti è uno dei simboli del nuovo corso della Juventus, un centrocampista tecnico e moderno costruito in casa, ma è anche quello che ha dato meno garanzie fin qui. Per caratteristiche Alcaraz dovrebbe essere un suo miglioramento: anche lui è una mezzala offensiva, meno tecnica e abile nel gioco tra le linee, ma molto più dinamica e intraprendente, in grado di coprire più campo e con più intensità. Soprattutto Alcaraz porta tutta un’altra dimensione per quanto riguarda gli inserimenti in area di rigore, quello in cui veramente eccelle e grazie a cui ha segnato la maggior parte dei suoi gol in carriera tra Argentina e Inghilterra. Nonostante non sia altissimo è anche forte di testa e, considerando l'importanza dei calci da fermo per la Juventus, sarà comunque un'arma in più (calciava anche le punizioni, ma alla Juventus non dovrebbe farlo).

Diversi suoi gol sono arrivati su inserimenti da dietro.

Viene da chiedersi però se l’investimento, anche solo gli oltre 4 milioni per il prestito, valga la pena per avere una riserva più dinamica di Miretti. Possiamo aspettarci di vederlo prendere il posto di McKennie allora? Idealmente sarebbe lui l’anello debole della catena, ma il lavoro tattico che sta facendo il centrocampista statunitense è prezioso, e difficilmente assimilabile da Alcaraz in poco tempo. Una soluzione potrebbe essere quella di spostare McKennie come esterno destro (ruolo già coperto) per inserire l’argentino come mezzala destra e sperare che i due siano in grado di associarsi con naturalezza. Una soluzione del genere potrebbe portare indubbiamente dei vantaggi: i centrocampisti della Juventus calciano poco, segnano poco (anche per imprecisione: McKennie è a 0 gol da 2.8 xG) e in generale non hanno la stessa tendenza a giocare in verticale di Alcaraz, uno stile di gioco che potrebbe sposarsi particolarmente bene con Chiesa e Vlahovic. Allo stesso tempo, però, il suo inserimento da titolare andrebbe a scombinare un equilibrio di squadra granitico che si basa soprattutto sulla capacità di tutti di sapere cosa fare senza palla. È vero che Allegri è un maestro in questo e che la bontà di McKennie in questo sistema è più improbabile di quella possibile di Alcaraz, ma il tempo è poco e la pressione di tenere il passo dell’Inter molta. C’è anche la possibilità che Allegri veda in Alcaraz la seconda punta che non ha mai avuto. Quel posto accanto a Vlahovic è stato abbastanza maledetto negli ultimi due anni: Chiesa sembrava aver trovato una sua interpretazione, strappando quasi di forza la fascia sinistra a Kostic, ma non è comunque la sua posizione ideale e gli ultimi infortuni hanno lasciato qualche dubbio sulla sua integrità. Yildiz ha fatto bene, ma è già stato catechizzato da Allegri a non montarsi la testa e, se la leggerezza del suo gioco è un grande pregio, è anche un rischio per un calciatore con appena una manciata di minuti tra i professionisti. Schierato da seconda punta Alcaraz non avrebbe tutti quei compiti di copertura che Allegri chiede alle sue mezzali e potrebbe banchettare con le sue corse alle spalle di Vlahovic.

Questo tipo di corsa in verticale non la fa nessuno nella Juventus.

Certo, con Alcaraz seconda punta sarebbero accentuate le difficoltà della Juventus ad attaccare contro difese schierate e sarebbe quanto meno curioso rinunciare sia a Chiesa che Yildiz se non per infortuni. In ogni caso, già forse contro l'Inter domenica sera, se il visto lavorativo arriverà in tempo, capiremo come Allegri vede Carlos Alcaraz nel suo sistema.Il suo arrivo allunga un reparto che era corto per motivi difficili da prevedere e, anche solo per matematica, aiuta la Juventus, che giochi sempre o che diventi una risorsa da inserire a partita in corso, quando le squadre sono stanche. È un operazione più difficile da leggere invece sul lungo periodo: si dice che Giuntoli lo seguiva dai tempi del Napoli e per età si infila perfettamente nella volontà della società di svecchiare la rosa e soprattutto puntare su calciatori che non si svalutano rapidamente. In estate Rabiot andrà in scadenza e di rinnovo ancora non si parla, Pogba difficilmente scenderà mai più in campo con la Juventus: se c'è un reparto in cui bisogna investire è proprio il centrocampo. Dall'altra parte però i 49 milioni richiesti dal Southampton per il riscatto sono davvero tanti (al momento sembrano più del valore reale del calciatore) e soprattutto sembrano oltre le possibilità attuali della Juventus. A questo, però, ci si penserà quando sarà il momento: ora Allegri deve provare a vincere lo Scudetto e la nuova carta che gli hanno dato in mano è Carlos Alcaraz.

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