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Alec Cordolcini
Il campionato più piccolo del mondo
22 mar 2023
22 mar 2023
Si disputa alle Isole Scilly e vede impegnate solo due squadre.
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Alec Cordolcini
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Paul Charnok è stato il primo arbitro a dirigere una partita con il FAR. Nessun errore di battitura; solo un cambio di lettera rispetto all'acronimo che ha cambiato il calcio contemporaneo. FAR significa Fan Assisted Refereeing e prevede l'interazione dell'arbitro con un gruppo selezionato di tifosi che, da casa propria, assumono il ruolo di veri e propri ufficiali di gara, analizzando in tempo reale le situazioni di gioco e emettendo, a maggioranza, il proprio verdetto. Dotato di un auricolare, Charnok, 72 anni, due infarti e oltre duemila partite dirette nel calcio inglese semi-professionista, ha portato a termine a fatica una partita che non ha esitato a definire «un'odissea, perché è durata tre ore e sono pure stato costretto ad assegnare un rigore a mio parere inesistente». La conclusione: «Il FAR non è stato un esperimento riuscito». Sembra averla pensata allo stesso modo anche l'ufficio di pubbliche relazioni della Vodafone, ideatore dell'iniziativa, che l'ha messa nel cassetto ed è passato oltre. Più che il FAR in sé, all'azienda interessava testare le possibilità del 5G nella fruizione di un evento sportivo. Tuttavia Garrison Gunners-Woolpack Wanderers ha stabilito il suo piccolo primato. L'ennesimo, dal momento che tutto quanto riguarda il pallone nelle Isole Scilly sembra possa entrare in un libro di record. Garrison Gunners e Woolpack Wanderers sono le due squadre della città di St. Mary's, la più popolosa – 1.800 abitanti circa – dell'arcipelago delle Isole Scilly, 450 isole a sud-ovest della Cornovaglia, delle quali solo cinque sono abitate. In passato esistevano altre società calcistiche, progressivamente spazzate via dalle difficoltà nel trovare una dozzina di persone disposte a giocare. Luoghi che rinascono ogni estate per morire nuovamente in inverno, lasciando ai locali poche opzioni. Love it or leave it, dicono a St. Mary's. Perché quando arriva l'inverno e di turisti non c'è più nemmeno l'ombra, le Isole Scilly entrano in una sorta di limbo che termina a primavera. Tra novembre e marzo i traghetti smettono di navigare a causa delle condizioni del mare, e l'unico modo per raggiungere le isole rimangono gli elicotteri e gli aerei a elica che decollano da un piccolo aeroporto sito nel Land's End, il punto più a sud-ovest di tutta la Gran Bretagna. Un aeroporto che esiste fin dai tempi dei fratelli Wilbur e Orville Wright. Si parte se nebbia e vento lo permettono, e spesso in inverno non lo fanno. In inverno gli unici esseri viventi non autoctoni presenti sulle Isole Scilly possono essere uccelli migratori smarritisi – fece scalpore anni fa nella comunità ornitologica la comparsa di una parula di Blackburn, volatile che in quel periodo avrebbe dovuto trovarsi tra Panama e Venezuela – oppure hipster calcistici terminali. Quello delle Isole Scilly è infatti il campionato più piccolo del mondo, essendo composto da sole due squadre che si affrontano 18 volte nel corso della stagione calcistica, e lo fanno nuovamente anche per le due coppe nazionali, la Wholesalers Cup e la Foredeck Cup. Non manca nemmeno la supercoppa, ribattezzata Charity Shield come in Inghilterra, dove la vincente del campionato sfida quella che ha sollevato la Wholesalers Cup. Oppure, se i due vincitori coincidono, la finalista della coppa. Non manca nemmeno la sfida oltreconfine, disputata a cadenza annuale da una delle due squadre di St. Mary's contro i Dynamo Choughs di Penzance, cittadina della Cornovaglia. In palio c'è un trofeo chiamato Lyonesse Cup e, per tornare al discorso dei primati, si tratta della coppa più piccola del mondo, misurando in altezza appena 6 millimetri. L'originale non si trova né sulle Isole Scilly né a Penzance, ma a Zurigo nel museo della FIFA.

Se avete una buona vista, ecco la coppa più piccola del mondo.

Nei Gunners gioca il presidente della Isles of Scilly Football Association, Anthony Gibbons, sbarcato nell'arcipelago una quindicina di anni fa per un lavoro estivo in un pub e mai più tornato su quella che lui chiama la terraferma. «O scappi dopo pochi mesi», ha raccontato, «oppure resti per sempre. Mentirei se dicessi che non mi manca niente. Vorrei andare al cinema, vedermi un concerto, mangiare un kebab. Qui però c'è un senso di comunità fortissimo, quando c'è bisogno di aiuto le persone si attivano immediatamente. Altrove sono tutti troppo impegnati con se stessi». Gibbons è stato eletto per due volte miglior giocatore del campionato, ma non ricorda in quale squadra militava. Per mantenere un certo equilibrio, infatti, ogni anno le due squadre vengono allestite da zero durante una riunione allo Scillonian Club, seguendo lo stesso metodo che tutti da ragazzini hanno sperimentato almeno una volta nella vita: vengono scelti i due capitani, poi ciascuno, a turno, compone la propria squadra. I giocatori cambiano anno con anno per diverse ragioni, in primo luogo lavorative. Tempo fa c'è stato un poliziotto due spanne sopra tutti, uno stangone alla Harry Maguire, ma dopo tre anni di servizio ha dovuto lasciare l'isola per questioni di regolamento. Secondo la polizia inglese, restare troppo a lungo sull'isola avrebbe potuto portare a fenomeni di corruzione, visto il probabile instaurarsi di rapporti di amicizia e vicinanza con la popolazione. Per la cronaca, l'ultimo crimine commesso sull'isola è avvenuto quattro anni fa, quando una persona con qualche bicchiere di troppo in corpo aveva preso un'auto non sua per andare a farsi un giro. Viste le dimensioni ristrette dell'isola, gli agenti ci avevano messo poco a ritrovarla. Il capitano dei Wanderers è Will Lethbridge, responsabile delle pubbliche relazioni dell'arcipelago, giornalista e conduttore radiofonico. Nato e cresciuto a St. Mary's, aveva lasciato le Scilly per proseguire gli studi, perché sulle isole si può andare a scuola fino a 16 anni. A Londra ha completato la scuola per giornalisti e, quando gli è stata recapitata un'offerta di lavoro da Radio Scilly, ha deciso di tornare a casa. Per lui il calcio è il miglior rimedio possibile contro la noia: «Le persone a volte mi chiedono se non trovo noioso giocare sempre contro lo stesso avversario, settimana dopo settimana, anno dopo anno. Niente affatto. In inverno qui muore tutto, le giornate diventano buie, non c'è nulla da fare. Quasi tutti gli isolani hanno un lavoro nel settore dei servizi, ma quando smettono di arrivare i turisti si ferma tutto. Il calcio è quello di cui abbiamo bisogno per passare le giornate». Nel 2007 Lethbridge si è ritrovato in campo tra Beckham, Ballack, Gerrard e De Rossi. Fu un'iniziativa dell'Adidas, che attraverso una campagna dal titolo Dream Big aveva portato un po' di stelle nel campionato più piccolo del mondo. I calciatori arrivarono con elicotteri provati, auto di lusso e scorta privata, e fu un successo. Lethbridge ricorda la grande disponibilità mostrata da tutti: «Beckham fu un signore, trovò il tempo per una foto con tutti, si fermò con i bambini. In campo mi toccò De Rossi, una volta scivolò e mi misi a ridere. Più tardi cercai di rubargli la palla e lui mi superò con un pallonetto che passò dritto sopra la mia testa. Come se volesse dire: beccati questa, stronzo. E aveva ragione». Il soggiorno dei big si è concluso in anticipo a causa di una foto, che ritraeva Beckham sul campo da calcio di St. Mary's, fatta pervenire a un giornale inglese. In poco tempo, a detta di Lethbridge, il cielo si era riempito di elicotteri. Se qualcuno avesse suonato la Cavalcata delle Valchirie sarebbe sembrato di stare dentro Apocalypse Now. I calciatori non gradirono e lasciarono l'isola in fretta e furia.

Sulle Isole Scilly gli indirizzi non esistono. Le case hanno solo un nome, tipo Evergreen Cottage, Hippie House, Crows Nest. Basta scrivere il nome del destinatario su una lettera o un pacco e la consegna arriva a destinazione senza problemi. Qualche tempo fa al St. Mary's Football Club è arrivato un defibrillatore, che ha incrementato gli standard di primo soccorso sull'isola. Alle Scilly c'è solo un medico di base, i cui ambiti di intervento in campo sportivo non vanno oltre qualche punto di sutura per un sopracciglio lacerato. In tutti gli altri casi verificatisi nel corso degli anni, da una caviglia slogata per aver messo il piede in una tana di coniglio a un trauma cranico per un contrasto aereo finito male, è necessario prendere l'elicottero e volare in Cornovaglia. Sempre che il tempo atmosferico permetta il decollo. Il citato St. Mary's Football Club è il motivo per cui, nonostante gli svariati record detenuti dalle Isole Scilly, il loro campionato non compare nel libro del Guinness dei Primati quale torneo più piccolo al mondo. Tecnicamente, infatti, Garrison Gunners e Woolpack Wanderers sono squadre affiliate a un unico club, il St. Mary's F.C. appunto, e pertanto le partite da loro disputate sono considerate tutte amichevoli. Ufficialmente, nelle Isole Scilly non esiste nessun campionato e nessun torneo. Scendendo dal campo di St. Mary's verso il mare si incrociano delle mura che cingono tutta l'isola. Sono le Garrison Walls, lungo le quali si possono incrociare anche dei cannoni e, spostandosi in direzione ovest verso Hugh Town, giungere su una collina dove si trovano i ruderi di una fortezza. Si torna ancora una volta a parlare di record, ma questa volta il calcio non c'entra. Le Isole Scilly sono state in guerra 335 anni, nel corso dei quali non è stato sparato un solo proiettile. La Guerra fu dichiarata da Tromp. Anche in questo caso nessun refuso, trattandosi dell'ammiraglio olandese Maarten Tromp, che nel 1651 sbarcò nell'arcipelago mentre era impegnato nella guerra civile inglese a supporto dei Parlamentaristi di Oliver Cromwell contro i Realisti che sostenevano Carlo I d'Inghilterra. Scontento della scarsa collaborazione riscontrata tra la popolazione locale, l'ammiraglio dichiarò guerra alle Isole Scilly, quindi issò le vele e salpò verso altri luoghi. Le mura e la fortezza furono costruite dagli abitanti in previsione di un futuro attacco, che mai avvenne. Se ne dimenticarono tutti, con la dichiarazione di guerra che giaceva a Londra in qualche archivio polveroso. Ufficialmente, Olanda e Isole Scilly continuavano a essere in guerra. La vicenda è tornata a galla solo negli anni '80 del secolo scorso, e il 17 aprile 1986 l'ambasciatore olandese Rein Huydecuper si è recato nell'arcipelago per la firma del trattato di pace. «Deve essere stato terribile vivere in tutti questi anni sapendo che avremmo potuto attaccare in qualsiasi momento», ha dichiarato nel corso della cerimonia ufficiale. Per le Isole Scilly una minaccia ben più pericolosa di quella rappresentata dall'esercito olandese arriva dai cambiamenti climatici. Le Scilly stanno sprofondando, come accaduto alla Lyonesse, l'isola leggendaria inghiottita dai mari a sud-ovest della Cornovaglia e che, secondo la mitologia, è associata ad Avalon, la porta sull'Altro Mondo del ciclo letterario di Re Artù. Ecco spiegato il motivo per cui il trofeo più piccolo al mondo si chiama Lyonesse Cup. Ma l'attuale problema del costante innalzamento del livello del mare nell'arcipelago è tutt'altro che mitologico. Gli allagamenti di strade e case sono eventi sempre più frequenti, ci sono paesi come il già citato Hugh Town costruiti su banchi di sabbia. Secondo le previsioni degli esperti, tra cinquant'anni gli abitanti delle Scilly potrebbero essere i primi rifugiati climatici d'Europa. Quando Gunners e Wanderers non troveranno più giocatori sufficienti per allestire due squadre, afferma Lethbridge, allora quello sarà il segno della fine del proprio mondo.

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