
Roma-Napoli, sabato 15.00
Roma e Napoli sono distanti in classifica appena un punto, con i giallorossi davanti. Pur non essendo ancora neanche a 1/3 di campionato, era difficile pronosticare che la squadra di Ancelotti avrebbe avuto un inizio di stagione così complicato, venendo risucchiata nel gruppo che lotta per un posto in Champions League (e ormai viene esplicitamente considerata come una squadra in lotta per la Champions League più che per lo scudetto, come ha fatto Immobile).
Ma se è vero che il Napoli non è stato convincente, specie per una fluidità tattica che a tratti confina con la vera e propria confusione, è altrettanto vero che stiamo parlando di una squadra sfortunata. Quella che ha preso più legni (7, di cui 4 il solo Mertens), quella con la più bassa conversione dei propri xG. Le statistiche quindi lasciano immaginare che prima o poi i numeri si normalizzeranno e il Napoli comincerà a raccogliere quanto prodotto. Chissà se comincerà a farlo già da sabato pomeriggio, sul prato dell’Olimpico, dove ha accumulato precedenti incoraggianti negli ultimi anni. L’ultima volta, la scorsa primavera, il Napoli ha passeggiato sui resti di una Roma confusa, che aveva da poco cambiato panchina.
In gol addirittura Verdi e Younes. Per la Roma rete su un rigore guadagnato da Schick dopo un assist di Nzonzi. Times have changed.
La Roma però è nel miglior momento di forma della stagione. Un dato abbastanza paradossale se consideriamo l’assurdo numero di indisponibili e infortunati. Nelle difficoltà Fonseca però ha unito la squadra, trovando soluzioni tattiche impronosticabili. Senza ironia, l’inserimento di Gianluca Mancini davanti la difesa ha sistemato alcuni problemi tattici della Roma. Il problema, però, è che l’assenza di Fazio (squalificato) costringerà Fonseca a trovare un’altra soluzione. Potrebbe giocare il turco Mert Cetin (un centrale gigantesco proveniente dalla seconda categoria turca) o Juan Jesus, mantenendo così Mancini a centrocampo. Oppure potrebbe arretrare Mancini sulla linea difensiva con Pastore abbassato tra i mediani. Ma la prima soluzione sembra la più probabile per gli equilibri tattici della squadra.
Anche il Napoli dovrà scendere a patti con un’assenza importante, quella di Allan, che però non ha impedito alla squadra contro l’Atalanta di giocare una delle migliori prestazioni stagionali. È ancora presto ma la partita di sabato dirà molto soprattutto sulla squadra di Ancelotti, e sulla possibilità che possa tirarsi fuori da quel gruppo di squadre.
Arsenal-Wolverhampton, sabato 16.00
Intervistato prima della partita di Carabao Cup contro il Liverpool, Unai Emery ha dichiarato che preferisce perdere una partita 5-4 che 1-0. I suoi lo hanno preso piuttosto alla lettera, pareggiando poi 5-5 una partita assolutamente pazza, con tiri della domenica, mezze rovesciate, autogol ridicoli. Poi l’Arsenal ha perso ai rigori, per non farsi mancare niente alla classica “Arsenal experience”.
Le dichiarazioni di Emery non nascono dal nulla ma dal fatto che in campionato l’Arsenal ha minimizzato la propria presenza in campo in termini di gol, con 15 gol fatti e 14 subiti. Problemi di produzione offensiva che hanno fatto molto discutere anche sullo scarso utilizzo di Mesut Ozil - che rimane un rifinitore d’élite. Emery gli ha preferito persino i giovani Saka e Willock in questo inizio di campionato. In ogni caso, la gestione degli uomini a centrocampo è ormai indecifrabile, con continue rotazioni e cambi di modulo - e Torreira ormai in panchina per qualche ragione. Emery del resto è noto per fare esperimenti sull’undici titolare fino a marzo, quando poi le partite cominciano a pesare di più e l’Europa League entra nelle fasi finali.
Ma se in questo contesto un po’ grigio l’Arsenal è comunque quarto, il Wolverhampton di Nuno Espirito Santo sta giocando una stagione ben più deludente. Ad accomunarlo ai “Gunners” i pochi gol fatti e subiti (13 e 13).
Motivi allora per vedere questa partita? Adama Traoré che è semplicemente troppo grosso e veloce per essere contenuto sulla fascia; Ruben Neves in una stagione opaca ma pur sempre con un gran piede; Patrick Cutrone perché è Patrick Cutrone (ovvero la fame, la grinta etc). Lato Arsenal sarà interessante vedere con quale undici scenderà in campo Emery - chissà che non ci sorprenda un'altra volta. E se ci sarà Ceballos, beh, vale sempre la pena di veder giocare Ceballos.
Olympique Marsiglia-Lille, sabato 17.30
Siamo a inizio novembre ma l’OM è già in crisi: la squadra ha vinto una sola delle ultime 5 partite e viene da un terribile 0-4 subito nel classico contro il PSG. Dopo tutto l’hype iniziale, insomma, Villas Boas non sembra essere riuscito ancora a raddrizzare i destini di una squadra maledetta, che negli ultimi anni ha investito molto con scarsi risultati, e che ora versa anche in difficoltà economiche.
Davanti si troverà una squadra non in forma brillantissima, ma comunque terza in campionato. Galtier ha costruito un Lille giovane, verticale e micidiale nelle transizioni. Nell’ultima partita ha rifilato un convincente 3-0 al Bordeaux con Yusuf Yazici - se non lo conoscete innamoratevene - sugli scudi.
Siviglia-Atletico Madrid, sabato 18.30
La classifica della Liga è ancora cortissima: fra il sesto e il primo posto ci sono appena 3 punti, e troviamo squadre disabituate a quelle posizioni, come il Granada e la Real Sociedad. Il Siviglia di Julen Lopetegui ha cominciato bene la stagione ma ha dei problemi strutturali, soprattutto quando si tratta di finalizzare il lavoro prodotto da una squadra ricca di qualità a centrocampo e sugli esterni (Nolito, Ocampos, Oliver Torres, Banega, Munir). Luuk De Jong ha segnato finora 1 gol in più di 600 minuti, e per questo forse si vocifera che Monchi possa provare a prendere Zlatan Ibrahimovic per gennaio. Sarebbe assurdo.
Il Siviglia affronta un’altra squadra offensivamente stitica. Cambiano i giocatori, le rose vengono rivoltate, arrivano le rivoluzioni ma l’Atletico di Simeone rimane una squadra che cerca i propri successi attraverso la solidità difensiva. Ogni anno sembra quello buono per rifondare una squadra su principi più vicini al gioco di posizione, più padrone del pallone e del campo, ma ogni anno Simeone ritorna alla propria coperta di Linus. In 11 partite l’Atletico ha segnato 11 gol e ne ha subiti 6. Neanche a dirlo è la miglior difesa d’Europa. La squadra di Simeone, però, ha vinto appena una partita nelle ultime 5, e ha perso per infortunio la sua stella più luminosa, Joao Felix, che rientrerà forse dopo la sosta. Simeone sta puntando su Angelito Correa, ma con risultati altalenanti. Sarà una partita nervosissima, e quindi vale la pena sintonizzarsi in perfetto orario aperitivo.
Lecce-Sassuolo, domenica 15.00
Ci si può salvare in Serie A con la coppia centrale Rossettini-Lucioni? Si possono ottenere risultati senza nessuna strategia difensiva come il Sassuolo di De Zerbi? Boga segnerà altri 15 gol in campionato partendo da centrocampo, saltando tutti e tirando sul secondo palo? Chi è più forte tra Lapadula e Babacar? Quanti passaggi d’esterno proverà Petriccione in quanto cosplayer di provincia di Modric?
Queste e altre risposte ci verranno regalate in Sassuolo-Lecce, fra le meno importanti la più divertente partita del turno di Serie A, un campionato fondato sull’atletismo e l’ingegneria tattica e che ha in queste due squadre due esempi coraggiosi di tecnica e ambizione offensiva.
Seattle Sounders-Toronto, domenica 21.30
Negli Stati Uniti si parla ormai di un nuovo equilibrio in MLS, con quattro squadre dominanti sulle altre: Seattle Sounders, Toronto FC, Los Angeles FC e Atlanta United. Le prime due si affronteranno domenica sera nella finale del campionato, facendo rimanere quindi la coppa nelle mani di una delle squadre che l’hanno vinta negli ultimi tre anni. Il Los Angeles è la squadra più giovane ma è comunque riuscita a infilarsi ai piani alti con grande facilità, quella con più punti nella regular season e quella con Carlos Vela in squadra.
Brian Schmetzer ha portato Seattle in finale di MLS per la terza volta negli ultimi quattro anni e la partita è una riedizione delle finali 2016 e 2017, vinte una per parte.
La finale del 2016 vinta ai rigori da Seattle.
Le due squadre hanno navigato la post-season con solidità ed esperienza, e Toronto ne è venuta a capo anche senza il proprio centravanti, il solito Jozy Altidore, ma con un grande Alejandro Pozuelo, attaccante spagnolo ex Betis che si sta costruendo con pazienza il suo culto in MLS.
Non ci saranno Ibra, Martinez o Vela, ma ci saranno le due squadre più esperte e competitive della MLS, e sarà quindi una partita interessante per controllare a che punto è il campionato statunitense.