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Lorenzo Tabarini
Il Napoli punta sulla rinascita di Ndombelé
24 ago 2022
24 ago 2022
Il nuovo centrocampista del Napoli viene da due anni difficili.
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Lorenzo Tabarini
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Foto di Giuseppe Maffia/NurPhoto via Getty Images
(foto) Foto di Giuseppe Maffia/NurPhoto via Getty Images
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Sono successe troppe cose a Tanguy Ndombelé negli ultimi tre anni per poter giudicare in maniera sicura il suo approdo al Napoli. In un periodo relativamente breve è passato dall’essere uno dei centrocampisti più promettenti d’Europa a essere messo fuori rosa da Antonio Conte al Tottenham, costretto a cercarsi una nuova sistemazione in questo mercato. Il francese cercherà di ritrovarsi nel Napoli di Spalletti, che lo ha preso in prestito oneroso a 500 mila euro più bonus, con un diritto di riscatto fissato a 32,5 milioni di euro. Gli inglesi lo avevano comprato nell’estate del 2019 dall’Olympique Lione per 72 milioni di euro, facendone l’acquisto più caro della loro storia. Quella era stata un’estate di grandi spese, l’ultima prima che il Covid arrivasse a scombussolare i bilanci delle squadre. L’Atletico Madrid aveva speso 127 milioni per Joao Felix, il Real Madrid 115 per Hazard, lo United 85 per Maguire, il Barcellona aveva preso De Jong dall’Ajax, oltre a spendere 120 milioni per Griezmann, la Juventus più di 80 per De Ligt. In questa sbornia di euro, Ndombelé era stato il decimo acquisto più costoso, il primo davvero grosso per una squadra che aveva appena perso la finale di Champions League con il Liverpool e sembrava lanciata nel pantheon dell’Europa calcistica. Un centrocampista offensivo Ndombelé veniva da due grandissime stagioni in Ligue 1. Nel 2017 si era conquistato la massima serie con l'Amiens e nell'ultimo giorno di mercato era passato in prestito al Lione. Con la squadra di Bruno Genesio aveva giocato praticamente ogni partita disponibile, facendo vedere da subito tutto il suo talento.Nel 2018 il Lione aveva speso più che volentieri gli 8 milioni di euro per il suo riscatto, facendone una colonna del suo centrocampo. In quella stagione a settembre esordisce in Champions League, a ottobre in nazionale. A solo 20 anni diventa uno dei calciatori più forti di Francia grazie all’unicità del suo gioco. Quel Lione è una grande squadra, nei gironi di Champions batte il Manchester City all'andata e ci pareggia al ritorno. Ndombelé gioca nei due in mezzo al campo del 3-4-3 di Genesio, accanto ad Aouar. A sinistra c’è Ferlan Mendy, davanti Fekir, Depay e Cornet.Ndombelé ruba l'occhio per la sua tecnica, si abbassa a impostare ed è il vero e proprio regista della squadra. Sa resistere al pressing in modo magnifico: è in grado di sentire benissimo la pressione degli avversari alle spalle e di conseguenza muove la palla esattamente un millesimo di secondo prima che possano togliergliela.

Ndombelé elude il pressing del Manchester City nei gironi di Champions League.

Il francese è un regista con ottimi tempi e con ottima visione, capace di 14 assist nelle due stagioni a Lione. In quella stagione è nel miglior 5% d'Europa per passaggi progressivi, precisione delle palle lunghe e passaggi filtranti, nel miglior 10% in praticamente ogni altra statistica dei passaggi. Non si muove molto dalla zona centrale del campo, lasciando al compagno di reparto Aouar il compito di spaziare e accompagnare l'azione, ma quando ha il pallone tra i piedi ha una visione di gioco che gli permette di fare più o meno tutto.

La visione di gioco di Ndombelé gli permette di trovare spesso il passaggio decisivo e servire sulla corsa i suoi compagni soprattutto con i filtranti.

In fase difensiva Ndombelé è a suo agio quando può giocare dei duelli individuali in mezzo al campo, meno quando deve difendere nello spazio. Spesso perde l'uomo alle proprie spalle e intercetta pochi palloni. Ha buone percentuali di riuscita nel pressing e nei dribbling contrastati, ma si possono notare tutti i suoi limiti quando il pallone non è dalle sue parti. 

Qui si perde Mahrez che arriva al tiro indisturbato.

Con la palla invece, è tra i miglior in Europa anche per quanto riguarda i dribbling, sia tentati che riusciti, che sono 2,6 per 90’ (nel 95esimo percentile tra i centrocampisti). É nel miglior 2% per la quantità di tunnel fatti, a dimostrazione di una passione anche un po’ barocca per il pallone. Oltre a passare il pallone, sa anche portarlo: Ndombelé ha un’anima verticale sia nelle conduzioni che nei passaggi che tornerà molto utile a questa versione del Napoli di Spalletti, meno riflessiva rispetto a quelle che l’hanno preceduta. Anche se non lo fa spesso, si inserisce in area di rigore e trova qualche gol.Cosa è andato storto al TottenhamIl Tottenham, insomma, decide di rompere il salvadanaio per lui, tra l’altro rendendolo il primo acquisto - e il più oneroso - dopo quasi due anni di mercato fermo per i costi sostenuti per il nuovo stadio. Questo per far capire quanto il francese fosse, nonostante la giovane età, già un calciatore di primissimo livello. Ndombelé esordisce in Premier League il 10 agosto 2019 e dopo 70 minuti trova il primo gol con la sua nuova maglia, con un fantastico tiro da fuori area. Il Tottenham vince 3-1 e sembra l'inizio di una bella storia d'amore. Le cose non vanno proprio così. La squadra di Pochettino ci mette poco a crollare (complice l'infortunio di Lloris e il dichiarato addio di Eriksen) e dopo soli tre mesi nella nuova stagione, l’allenatore argentino che aveva plasmato l'identità della squadra, e si può credere avesse fortemente voluto il francese, viene esonerato.Ndombelé qualche tempo dopo racconterà al Guardian che gli allenamenti del tecnico argentino erano «estremamente duri» e che «hanno indubbiamente giocato un ruolo fondamentale negli infortuni successivi». «Chiamavo i miei amici in Francia dicendo che volevo tornare a casa» continua Ndombelé raccontando il suo inizio complicato.Pochettino viene sostituito da José Mourinho. Nei primi mesi con il nuovo allenatore, tra esperimenti di formazioni diverse e infortuni vari, Ndombelé non riesce a prendersi un posto fisso in squadra. E con il covid i problemi aumentano. I campionati vengono sospesi e Mourinho si presenta a casa sua in piena pandemia, costringendolo a una sessione di allenamento in un parco di Londra, la notizia va su tutti i giornali. Mourinho però, alla ripresa dei campionati, lo accusa pubblicamente di essere fuori forma. Il francese gioca pochissimi minuti fino al termine della stagione e in una lite dice al tecnico portoghese che non giocherà mai più per lui. La sua parabola è raccontata anche in All or nothing: Tottenham, un documentario di Amazon che segue quella stagione della squadra inglese. Ndombelé viene chiamato per un colloquio con lo psicologo del club in cui è presente anche il presidente Levy. È l’acquisto più costoso della storia del club ma non sta giocando. Levy gli chiede cosa c’è che non va, gli parla delle difficoltà di un calciatore alla prima stagione in un nuovo club, cerca di stimolarne l’orgoglio, gli racconta di Dembélé, proprio il calciatore che Ndombelé è andato a sostituire al Tottenham. Anche lui aveva dei problemi all’inizio, ma li ha risolti perché «Moussa è un grande combattente». Ndombelé sembra stizzito. https://youtu.be/jqLZKeb5YVE Inizia la stagione 2020/21 e Ndombelé e Mourinho devono per forza di cose scendere a patti. Mourinho lo imposta come trequartista di un 4-2-3-1 che in fase difensiva diventa 4-4-2 con il francese e Kane davanti. Ndombelé è quindi alleggerito dai suoi compiti difensivi e in fase offensiva può fare da ponte tra il centrocampo e l'attacco del Tottenham. In alcune partite scende ai suoi vecchi compiti di regista andando a formare un centrocampo a tre, ma in fase difensiva rimane assolto dai compiti più duri. Il Tottenham così funziona e per una parte del girone d'andata si ritrova addirittura primo in classifica. Il girone di ritorno però si rivela drammatico. Gli Spurs vengono martoriati dagli infortuni e la squadra, Ndombelé compreso, scivola sempre più in basso. Mourinho prova vari esperimenti (come la difesa a tre) ma niente sembra funzionare: a un mese dalla fine della stagione, viene esonerato. La stagione viene conclusa con Mason come allenatore ad-interim. Ndombelé smette di giocare, senza troppe spiegazioni da parte del nuovo tecnico.La stagione successiva il Tottenham parte con tre vittorie su tre, subendo zero reti e battendo alla prima di campionato il Manchester City. La squadra però finisce qui e dopo appena due mesi Nuno Espirito Santo viene esonerato. A sostituirlo arriva Antonio Conte. Ndombelé si presenta 30 minuti in ritardo a uno dei primi allenamenti del nuovo allenatore senza alcuna giustificazione. Conte deve mostrare il pugno di ferro e lo mette fuori rosa. Probabilmente la poca intensità e il disinteresse verso la parte difensiva non aiutano Ndombelé a rientrare nei piani del tecnico italiano, che non si fa problemi a metterlo ai margini della squadra. Ndombelé viene così spedito in prestito al Lione, nella speranza che il vecchio ambiente gli faccia ritrovare sé stesso. Ma nel calcio raramente le cose sono così semplici: a Lione il francese gioca qualche buona partita, ma in generale non riesce a spiccare, non dimostra di essere al top nel suo ruolo, come sembrava scontato sarebbe successo quando aveva vent’anni. A fine stagione la sua ex squadra non prova neanche a trattare il riscatto, del resto fissato a 65 milioni di euro. Le speranze di rinascita al NapoliNdombelé quindi torna a Londra ma Conte non cambia idea. L’allenatore italiano è molto netto su chi fa parte del suo gruppo e chi no. Il francese si trova in una schiera eccellente di esautorati che pian piano sta trovando posto altrove. Al Napoli arriva probabilmente per sostituire il partente Fabian Ruiz. In una squadra che si sta rivoluzionando Spalletti gli chiederà di essere il centro del centrocampo. Sarà lui a dover cominciare l'azione del Napoli, ancora di più di quanto non faceva lo spagnolo.Il Napoli ha perso Koulibaly e Ospina, due registi arretrati incaricati di cominciare l'azione (anche se il portiere potrebbe essere sostituito da Keylor Navas, comunque a suo agio con i piedi). Koulibaly è stato sostituito da Kim, che in fase di impostazione non va nemmeno vicino al centrale senegalese per numero e qualità di palloni giocati. Serve quindi un centrocampista in grado di prendersi questo tipo di responsabilità, e Ndombelé può farlo. Il Napoli gioca spesso e volentieri a due tocchi, con continui movimenti negli spazi e con poche possibilità quindi per Ndombelé sfruttare le sue abilità di portatore di palla, in teoria. Spalletti oltre a molti titolari sta però cambiando anche il modo di giocare del Napoli. Anche il modulo visto in queste prime uscite è diverso, un 4-3-3 rispetto al 4-2-3-1 della scorsa stagione. Alla prima giornata al centro è stato impiegato Lobotka, titolare dal finale della scorsa stagione. Ha giocato molto bene, oltre al gol, tanto che Spalletti lo ha paragonato a Iniesta. Per Ndombelé, quindi, il posto in squadra non è scontato. Il francese potrebbe anche giocare come mezzala al posto di Zielinski (che fino a qualche giorno fa era dato in partenza) ma anche come trequartista alle spalle di Osimhen (anche se il Napoli ha preso anche Raspadori). In un centrocampo a due sarebbe una coppia ideale con Anguissa, un centrocampista di quantità in grado di compensare le sue lacune difensive. Il Napoli sta costruendo una rosa lunga, in quanto a talento e varietà, e l’arrivo di Ndombelé arricchisce le possibilità dell’allenatore. Con il francese in campo vedremo una manovra più verticale, dato che parliamo con un giocatore con uno spiccato senso per i passaggi filtranti, che potrebbero fare la fortuna degli scatti di Osimhen o dei tagli di Lozano, ma può anche associarsi con Raspadori e Kvaratskhelia, più adatti a ricevere tra le linee. Inoltre in un campionato come la Serie A le sue conduzioni palla al piede e i suoi dribbling potrebbero essere davvero uno strumento micidiale.Se il Napoli sta cercando di iniziare un nuovo ciclo sportivo, con un mercato rischioso ma anche ambizioso, Ndombelé deve quasi ricominciare da zero, ricercando prima di tutto le sensazioni che lo avevano portato a essere uno dei calciatori più ambiti al mondo. Da questo punto di vista il matrimonio tra lui e il Napoli potrebbe funzionare. Inoltre in Serie A il francese troverà un campionato più adatto alle sue caratteristiche e una squadra disposta a dargli subito fiducia. Fare bene per Ndombelé potrebbe voler dire anche ambire al mondiale invernale con la maglia della Francia, la squadra favorita alla vittoria finale. Uno stimolo da non sottovalutare, per un calciatore che fino a tre anni fa sembrava pronto a prendersi tutto.

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