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Cosa serve al Napoli sul mercato
27 ago 2020
27 ago 2020
Consigli per gli acquisti a una squadra che vuole tornare a essere protagonista in campionato.
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Il Napoli arriva da una stagione di transizione. Per la prima volta da dieci anni, da quando De Laurentiis esonerò Donadoni, la squadra ha cambiato allenatore a stagione in corso. Ancelotti era tornato in Italia per far alzare al Napoli un trofeo, aiutandolo nell’ultimo passo che era mancato con Sarri. Il suo fallimento ha determinato un ridimensionamento delle ambizioni generali della squadra, che ha compensato l’amarezza del settimo posto solo con la Coppa Italia.


 

Negli ultimi anni il Napoli si era affermato come seconda forza del campionato ma è bastata una sola stagione storta per rimettere tutto in discussione. Oggi sembra una squadra a fine ciclo, logora nei suoi elementi migliori e che sta provando un faticoso ricambio generazionale. Può ripartire dall’ottimo girone di ritorno, che se fosse stato un campionato a sé stante sarebbe stato concluso dalla squadra partenopea al terzo posto. 


 

Oggi è difficile dire a quale dimensione appartiene il Napoli di Gattuso. Se è una squadra, cioè, ancora in grado di competere per le prime posizioni, e di qualificarsi in Champions League senza troppi sforzi; oppure se adesso è una squadra che ogni anno può ritrovarsi invischiata nelle posizioni che portano in Europa League. Il mercato estivo, in questo senso, ci dirà molto sul tipo di ambizioni della squadra di De Laurentiis: se accetterà un’altra stagione di passaggio, ragionando su un periodo di rinnovamento, oppure se investirà subito abbastanza da tornare competitivo per le prime posizioni. 


 

I giocatori che possono lasciare il Napoli


Cominciamo col dire che il mercato estivo il Napoli passerà da qualche faticosa cessione. Allan è ormai fuori dal progetto, con il brasiliano che ha giocato poco più di mille minuti quest’anno. Dalla sua vendita la società spera di ricavare una trentina di milioni. Lozano, pagato 40 milioni un anno fa, è sul mercato ma, visti i suoi costi, solo in prestito.


 

È soprattutto Koulibaly, però, il candidato alla cessione dolorosa che porterà soldi alle casse del club. La sua permanenza in questi anni è stata il simbolo più evidente della strategia del Napoli fondata sulla continuità, sulla permanenza dei giocatori migliori anche accettando un rischio di svalutazione. Un rischio che con Koulibaly ha pagato, viste le cifre di cui si parla per un suo possibile passaggio al Manchester City (intorno ai 70 milioni). Se il difensore senegalese dovesse essere ceduto, gli unici due grandi sopravvissuti al ciclo di Sarri a quel punto sarebbero Insigne e Mertens, che ha rinnovato da poco il suo contratto per due anni nonostante le diverse voci di addio.


 

La produttività offensiva del belga è però calata drasticamente nell’ultima stagione, insieme al suo minutaggio: 9 gol e 7 assist, non pochi ma non all’altezza di quello che serve al Napoli. L'attaccante belga, insomma non sembra avere più il livello d’eccellenza fisica che serve al Napoli e il suo posto sembrava finalmente essere stato preso da Arkadiusz Milik, che però dopo alcuni mesi molto positivi ha cominciato a perdere colpi. Dopo la ripresa ha giocato la metà delle partite da titolare, deludendo Gattuso, che lo ha criticato e che ha poi ammesso che vuole andar via. Milik quindi dovrebbe rappresentare un’altra cessione e sostituirlo non sarà semplice.


 

La questione del centravanti


Su Milik vale la pena fermarsi un momento. Perché se è vero che il centravanti polacco ha sempre dato scarse garanzie dal punto di vista fisico, visti i suoi gravi infortuni al ginocchio, è anche vero che la sua produttività offensiva è sempre stato di alto livello nelle ultime stagioni. Nella scorsa Serie A Milik ha segnato 0,6 gol ogni 90’ in campionato ed è quinto in Serie A per xG su azione ogni 90’.


 

Il Napoli però ha già acquistato Victor Osimhen, facendone il giocatore più costoso della sua storia. Un centravanti dominante a livello atletico e difficile da marcare in transizione, ma che non potrà offrire la stessa presenza in area di rigore di Milik. Allora dipenderà molto da che Napoli sarà: una squadra che attacca in spazi ampi con un baricentro basso, come abbiamo visto per esempio contro la Juventus in Coppa Italia, oppure una che proverà a controllare il pallone e molto aggressivo nelle fasi di riconquista, come visto in altre occasioni, compresa la partita contro il Barcellona.



A gennaio il Napoli aveva anche già acquistato Andrea Petagna, un profilo di centravanti diametralmente opposto a Osimhen: pesante e tecnico in spazi stretti, e con una buon istinto per la regia offensiva. La sua operazione sembra però semplice player-trading: acquistato a 16 milioni sembra già alla ricerca di una nuova squadra. Chissà che la peculiarità del suo profilo, e il contesto del mercato, non lo porti a restare. Di certo è interessante che si parli di un possibile scambio con Kevin Lasagna, un altro attaccante che ama correre in grandi spazi e in transizione.


 

Il terzino sinistro


L’esigenza di mercato più riconosciuta per il Napoli è quella di un esterno basso a sinistra. Mario Rui, come al solito, è stato ottimo con il pallone e mediocre senza. Il Napoli avrebbe bisogno di un profilo con più margini di crescita e più affidabile difensivamente. Fra i nomi che circolano quello dell’ucraino Mykolenko, della Dinamo Kiev, è fra i più peculiari. Ha 21 anni e un grande atletismo. Gli piace portare palla e accelerare sulla fascia; ha una corsa pesante e potente, da cingolato, ma non accompagnata da una grande tecnica. Un profilo davvero diverso da quello di Mario Rui, modesto sul piano atletico ma dalle grandi letture col pallone.


 

L'altro nome è quello di Reguilon, che però è cercato da mezza Europa ed è valutato tra i 20 e i 25 milioni di euro dal Real Madrid, secondo quanto riportato da Gianluca Di Marzio. Nella vergognosa abbondanza di terzini sinistri dei “merengues”, Reguilon sembrava il più “normale”: il più lineare e scolastico, quello con meno margini di miglioramento. Tuttora non sembra essere all’altezza del Real Madrid, che per quanto riguarda gli esterni in tempi recenti ha fatto a meno senza patemi di Theo Hernandez e Hakimi. Eppure al Siviglia Reguilon si è dimostrato un terzino più complesso di quanto sembrasse: brillante fisicamente, soprattutto sui primi passi, intelligente nelle scelte, affidabile difensivamente e abbastanza creativo. Un esterno basso magari non tra i migliori al mondo, e non in grado di rappresentare una minaccia indipendente con le sue doti atletiche e tecniche (come Theo o Hakimi, per esempio), ma affidabile e completo. Sarebbe un miglioramento significativo rispetto a Mario Rui.



Il mercato però ha dinamiche imprevedibili e nomi nuovi escono fuori da un momento all’altro. Negli ultimi giorni si parla per esempio di Junior Firpo del Barcellona, che non rientrerebbe nei piani di Koeman, e soprattutto di Nicolas Tagliafico. Un altro terzino non troppo prestante fisicamente ma dalla grande intensità e attenzione, e per questo un profilo interessate per Gattuso.


 

Come sostituire Koulibaly


È dai primi giorni di mercato che si parla dell’interesse del Napoli per Gabriel Magalhaes del Lille, che per certi versi è il tipico giocatore del Lille. Cioè molto atletico e molto costoso. Un profilo che, nella testa di Giuntoli, poteva colmare l’assenza di Koulibaly. Anche Magalhaes è un giocatore fortissimo nei recuperi e freddo palla al piede. Ora che sembra vicino all’Arsenal il Napoli sembra voler sfruttare il domino di mercato per provare a prendere Sokratis, più esperto ma piuttosto inaffidabile nelle ultime stagioni, oltre che in calo sul piano atletico.


 

Nel frattempo il Napoli ha già Rrahmani, una delle rivelazioni della scorsa stagione. Un difensore fortissimo in anticipo e molto intraprendente palla al piede, ma tutto da testare in una difesa a 4. Data la sua presenza è strano che il Napoli stia cercando anche Matvienko, un profilo molto simile e che, a un costo (forse) contenuto, risolverebbe sia il problema del centrale difensivo che del terzino sinistro. Ha 24 anni e dei fondamentali tecnici ordinati: è abituato a giocare in una squadra di possesso e a far partire l’azione da dietro col suo sinistro. Le sue doti difensive sono invece ancora tutte da verificare, venendo da un contesto poco affidabile come il campionato ucraino. Di certo stiamo parlando di un giocatore atletico: soprattutto nell’ultima parte di stagione è stato schierato anche terzino sinistro e lì ha mostrato una velocità modesta per un esterno ma significativa per un centrale.


 

In ogni caso non è detto che il Napoli abbia per forza bisogno di un difensore dall’esuberanza atletica di Koulibaly. Dovesse giocare con un baricentro più basso sarebbe meglio assicurarsi un difensore affidabile in marcatura e in area di rigore.


 

Cengiz Under o quale altro esterno offensivo?


La sessione di mercato di gennaio ha cambiato l’identità del Napoli attraverso giocatori molto diversi dal solito. Se con Ancelotti il club cercava calciatori a proprio agio col pallone e a giocare dietro le linee di pressione, Gattuso finora è sembrato amare i calciatori intensi e ordinati. E se Cengiz Under non è ordinato è di certo intenso; un esterno offensivo diametralmente opposto a Callejon ma dai margini di miglioramento ancora indefiniti. Nei suoi tre anni in Italia ha già mostrato il buio e la luce del suo repertorio: partite in cui è stato letteralmente immarcabile - per esempio nel derby di quest’anno contro la Lazio, 9 dribbling riusciti - alternate ad altre in cui non riusciva a essere utile in nessun modo alla squadra. Nel mezzo tanti problemi fisici.



A 1:52 la migliore giocata di una partita sontuosa, con un dribbling di tacco su Lulic e una palla perfetta in area su cui erano però tutti in ritardo.


 

Federico Bernardeschi invece, a differenza di Under, ha limiti già riconosciuti, ma anche nel bene. Un giocatore già del tutto formato, tatticamente disciplinato e che ha dimostrato di saper interpretare più ruoli. A 26 anni è nel teorico prime della carriera e sarebbe senz’altro più a suo agio negli spazi più ampi in cui vuole attaccare il Napoli di Gattuso.


 

Per l’esterno offensivo a destra il Napoli però deve affrontare il dilemma di sempre: come bilanciare il bisogno di toccare tanti palloni di Insigne sulla sinistra. Un equilibrio in questi anni garantito dalla furbizia di Callejon nei movimenti senza palla: una qualità rara nel calcio contemporaneo. Un profilo di sicuro più costoso di quelli menzionati, ma che potrebbe entrare bene nel 4-3-3 di Gattuso, sarebbe forse quello di Federico Chiesa: un calciatore ancora da disciplinare, facendogli per esempio toccare meno palloni, ma con un istinto non banale nella finalizzazione e che aggiungerebbe un’imprevedibilità all’attacco del Napoli che al momento sembra mancare.


 

Un acquisto che renderebbe il Napoli una squadra più di Gattuso, le cui idee stanno lentamente ma inesorabilmente modellando anche la rosa.


 

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