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I movimenti di mercato più assurdi della settimana
15 ago 2025
Una settimana balenare.
(articolo)
7 min
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È ferragosto e forse pure i direttori sportivi italiani sono al mare. Sono giorni sonnacchiosi, fa caldo, si scende al mare o si cerca refrigerio nei pochi spazi verdi delle città, portare avanti le trattative diventa difficile se non ti trovi in qualche posto fresco, tipo Liverpool. Qualche settimana fa Chiellini aveva pronosticato che il calciomercato si sarebbe acceso dopo il 15 agosto: staremo a vedere. Per il momento dobbiamo accontentarci del calciomercato delle briciole di cui parliamo in questa rubrica, trasferimenti che non conquistano le prime pagine, di cui non si parla negli uffici, di cui nessuno farà un’analisi costi-benefici. Sono solo trasferimenti assurdi, che quando li leggi in un trafiletto ti fanno pensare solo: «che strano» oppure, ed è soprattutto vero per questa puntata: «ah: non pensavo fosse ancora vivo».

DAVIDE CALABRIA AL PANATHINAIKOS
Quando la vita si fa difficile, una delle soluzioni sognate è il chiringuito sulla spiaggia. Lasciarsi alle spalle i problemi, cercare se stessi nella calma apparente di un luogo ameno. Forse è quello che deve aver pensato Davide Calabria, anche se non ha fatto bene i suoi conti a livello geografico. Il Pana è una delle squadre di Atene, ma ha il suo cuore nel quartiere Ampelokipi, una zona centrale della città, distante almeno una mezz'ora dal mare, dal mare di Atene che non è certo quello dei sogni, delle palme, l'acqua cristallina e il sogno di lasciarsi tutto alle spalle. Forse Calabria stava pensando al film Mediterraneo, la straordinaria conclusione della trilogia della fuga di Salvatores.

Comunque per lui questa firma da svincolato con il Panathinaikos deve sapere di rinascita, di ripartire da zero dopo il triste finale della sua storia con il Milan, da capitano a reietto, da simbolo a spia. È un momento di crescita del campionato greco e lì magari può ritornare a essere solo un terzino destro, magari benvoluto da una tifoseria caldissima. Lo speriamo per lui.

ADEM LJAJIĆ ALL’FK SARAJEVO
Due anni fa, a 31 anni, Adem Ljajic ha firmato un contratto con il Novi Pazar, il club in cui è cresciuto. Il club era appena stato promosso nella Serie A serba e Ljajic aveva forse bisogno di un finale romantico a una carriera controversa. Due anni dopo ha deciso di lasciare la squadra in cui forse pensava di chiudere la carriera per andare a giocare nell’FK Sarajevo. Lo ha fatto dopo una stagione da 8 gol e 11 assist, coincisa con uno storico 3° posto in campionato e la prima partita europea nella storia del club, un preliminare di Conference contro lo Jagiellonia che si è giocato pochi giorni fa, e che è stato il suo ultimo atto da giocatore del Novi Pazar.

È un trasferimento importante per il calcio bosniaco: Ljajić è serbo, ma di etnia bosgnacca e di religione musulmana. Guadagnarà 600 mila euro più un bonus per gol e assist, la cifra più alta mai pagata nel campionato bosniaco. L’FK Sarajevo, club storico della capitale, vuole tornare a vincere dopo qualche stagione sotto tono, e ha scelto Ljajić per farlo. Lui si è già espresso come un leader: «Sono venuto qui non solo per giocare a calcio, ma per tornare a sentirlo davvero. Non prometto trofei: l’esperienza mi ha insegnato che non si annunciano, si conquistano. Prometto però che vedrete in me un calciatore pronto a dare tutto per questo stemma, per questi colori e per questa città». Se passate da quelle parti, vi consigliamo di fare un salto allo stadio.

STEVEN NZONZI ALLO STOKE
Nzonzi ha giocato allo Stoke dal 2012 al 2015, prima di essere ceduto al Siviglia con tutti gli onori. Dieci anni dopo torna allo Stoke con tutti gli onori, almeno a livello di grafiche social. In mezzo una carriera fatta di luci e ombre: le ottime stagioni in Spagna, la vittoria del Mondiale, seppur da comprimario, il disastro a Roma, un rapido declino che la scorsa stagione lo ha portato a giocare in Iran. È davvero strano questo passaggio: l’Iran a livello calcistico sembra veramente l’ultima spiaggia, come può essere seguito dall’Inghilterra?

Sì, lo Stoke è in Championship, ma a livello d’intensità parliamo di un campionato a livello dei migliori al mondo. Che idea è metterci dentro un calciatore che sembrava lento anche nei suoi momenti migliori? In ogni caso non siamo noi a dover giudicare la carriera del francese o le scelte di mercato dello Stoke. Un ritorno gradito è sempre un ritorno gradito.

MATHIEU VALBUENA ALL’OLYMPIAKOS B
Valbuena ha giocato la sua prima partita tra i professionisti nel 2002. Non c’era Facebook, non c’era Youtube, non c’erano gli smartphone moderni, i monopattini elettrici, le power bank, la paura per il futuro. 23 anni dopo Valbuena ha firmato il suo ultimo contratto. Una scelta di cuore, dice, ma strana: il francese torna all’Olympiakos, che non è il club della sua giovinezza, ma quello in cui ha giocato - e vinto - tra il 2019 e il 2023, quando era già ultratrentenne.

Torna, ma lo fa con la squadra B del club. Come tutte le squadre B del mondo, anche l’Olympiacos B serve come passaggio intermedio tra le giovanili e la prima squadra. Che ci fa allora un 41enne lì? Valbuena, sembra, si stia preparando alla seconda fase della sua carriera, e dopo questa stagione dovrebbe diventare un allenatore nelle giovanili dell’Olympiacos, la cui u21 è fresca vincitrice della Champions League giovanile. Vogliamo crederci? Valbuena sembra piuttosto uno di quei calciatori incastrati nel loro ruolo di calciatore, che non riesce a smettere anche se il suo tempo dovrebbe essere finito. L’idea è che magari lui si mette lì, e poi chissà: magari si libera un posticino in prima squadra, e allora perché non chiamare il vecchio e affidabile Valbuena?

AXEL WITSEL AL GIRONA
C’era una volta il centrocampo del Belgio Witsel-Fellaini. Nelle competizioni internazionali rispuntavano questi due cristoni con i capelli ricci che sembravano usciti da Starsky & Hutch: c’è una foto, rimasta nella storia, in cui Mascherano sembra scomparire davanti a loro, che probabilmente lo stanno minacciando. Se Fellaini incarnava però gli aspetti più intangibili e violenti del calcio, Witsel ha sempre avuto un’aura da giocatore per intenditori. Un centrocampista dalle raffinate letture difensive, molto tecnico, che molte squadre hanno sognato, forse addirittura idealizzato, senza riuscire a raggiungerlo mai.

Ora Witsel ha 36 anni e per lui è arrivato il momento del realismo. Nelle ultime tre stagioni è stato all’Atletico Madrid senza particolari acuti, o forse semplicemente è stata sempre questa la dimensione di Witsel e le competizioni internazionali hanno sempre creato una distorsione ottica. Prima che passasse il Girona ci aveva provato l’Udinese, l’ultima squadra in Serie A a credere a questo sogno, ma poi alla fine il centrocampista belga ha deciso di rimanere nel campionato spagnolo. La squadra catalana gestita dal fratello di Guardiola si sta costruendo una reputazione da ultimo porto per i giocatori di culto (ci sono già passati Blind, van de Beek, Bryan Gil, tra gli altri) e allora forse questo trasferimento è meno assurdo di quanto sembri di primo acchito. Witsel è esattamente dove dovrebbe essere, in questo momento.

TOFOL MONTIEL ALL'FC LAHTI
Cristóbal Montiel Rodríguez, meglio noto come Tòfol Montiel, è uno di quei casi di sovrapproduzione di una tendenza. Era il 2018 e sembrava non si potesse giocare a calcio senza questi trottolini spagnoli, centrocampisti offensivi dalla grande tecnica. Soprattutto la Fiorentina per anni ha cercato il suo David Silva senza trovarlo. Come potete immaginare, non era neanche Tòfol Montiel, che dopo un esordio precoce e speranzoso è sparito nel nulla come un posticcio trucco di magia.

Qui un’intervista quando era in prestito al Siena, da notare l’accento spagnolo/fiorentino.

Dopo qualche stagione in Serie C tra Italia e Spagna, Montiel deve aver pensato che tanto valeva sfruttare il suo talento per girare un po’ l’Europa: la scorsa stagione ha giocato per il Kecskeméti, in Ungheria, ora invece è un nuovo giocatore del Lahti FC, attualmente secondo nella Ykkösliiga, la serie B finlandese. Difficile fare considerazioni di carattere tecnico su questo trasferimento, vi basterà sapere che Lahti si trova nel sud della Finlandia, che nel 2021 ha ricevuto il premio Capitale verde europea e che qui è nato il gruppo folk metal dei Korpiklaani.

MARCELLO TROTTA AL SORA
Nel 2008 Marcello Trotta passava dalle giovanili del Napoli a quelle del Manchester City, nel 2013 segnava 13 gol col Brentford, tra il 2015 e il 2016 faceva le fiamme all’Avellino arrivando anche a giocare con l’U21 dell’Italia (9 presenze, 3 gol). Nel 2017/18 ha segnato 7 gol in A col Crotone, magari ve lo ricordate. In quel momento non dico che Trotta aveva possibilità di essere convocato in Nazionale, ma sembrava potesse essere un attaccante da Serie A, uno di quelli che nelle giornate buone sembrano comunque dei mezzi fenomeni.

Poi però è iniziato un rapido declino: niente a Sassuolo, poco a Frosinone, un passaggio al Famalicao in Portogallo, tanta serie C e oggi questo approdo al Sora, squadra di Serie D, quindi ai margini del professionismo. Sora non ha una grande storia calcistica, ma qui è esploso Pasquale Luiso nei primi anni ‘90, tanto da guadagnarsi il soprannome di Toro di Sora. Trotta ha solo 32 anni, un'età in cui un centravanti dovrebbe giocarsi le ultime cartucce nel prime, magari Sora sarà il posto dove farlo.

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