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I movimenti di mercato più assurdi della settimana
08 ago 2025
Un'altra settimana è passata all'insegna dell'assurdo.
(articolo)
6 min
(copertina)
IMAGO / Fotoarena
(copertina) IMAGO / Fotoarena
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È passata un’altra settimana di calciomercato. Abbiamo ormai abbondantemente circumnavigato la boa di metà sessione e ci dirigiamo a vele spiegate verso settembre. Il comportamento dei DS diventa sempre più rapsodico, i soldi escono finalmente da sotto il materasso (vedi Jashari) oppure stanno per farlo (vedi Lookman?), i buchi nella rosa diventano dei drammi esistenziali. Per questa rubrica è stata una settimana un po’ così, mossa più dalle assurdità del calciomercato estero, che sempre sia ringraziato, che non da quello italiano. In ogni caso siamo ancora in un rigurgito di globalizzazione: i confini si chiudono, i popoli si ritirano, ma non potranno fermare la nostra sensazione di far parte di un’unica grande chiesa quando leggiamo cose tipo “David Luiz torna a giocare in Europa a 38 anni: ha firmato col Pafos, club di Cipro”.

DAVID LUIZ AL PAFOS
Domenica sera ci stavamo preparando per affrontare una nuova settimana e una notizia ha scombussolato il nostro sistema di valori: David Luiz è un nuovo giocatore del Pafos. “Un acquisto che non solo eleva il club, ma ridefinisce ciò che è possibile nel calcio cipriota”, ha scritto - giustamente - il club in una nota. Il ds che lo ha preso è l’italiano Cristiano Giaretta, che magari vi ricordate come calciatore, se avete bazzicato le serie minori del nord-Italia negli anni ‘90.

David Luiz aveva lasciato il calcio europeo nel 2021, e sembrava già nella fase rapidamente calante della sua carriera. Ora torna dopo 4 anni. Non che il calcio cipriota possa essere messo a paragone con i top 5 campionati, o anche con quello brasiliano probabilmente. Il Pafos non è neanche uno dei club storici di Cipro, anzi è arrivato nella massima serie appena una decina di anni fa e solo in questa stagione ha vinto il suo primo, storico titolo, mettendosi dietro i club di Nicosia. Pafos è famosa per la necropoli delle Tombe dei Re, uno straordinario complesso funebre. Speriamo per David Luiz sia più di una bellissima tomba di epoca ellenistica.

LUKA JOVIC ALL’AEK ATENE
Ai tifosi del Milan resterà sempre quel derby di ritorno di Coppa Italia, in cui Jovic è sembrato la versione più vicina possibile allo Jovic ideale: cioè un centravanti molto, molto forte. Nel finale della scorsa stagione era addirittura diventato il centravanti più o meno titolare del Milan, preferito a uno smarrito Gimenez. Negli Stati Uniti si parla di contract year: iniziare a giocare bene l’ultimo anno di contratto, per strusciarne uno nuovo bello ricco. Per Jovic a un certo punto era sembrato potesse andare così, ma nessuna squadra di alto livello ha deciso di scommetterci. Fino a qualche settimana fa era sembrato dovesse andare in Messico, una destinazione sicuramente più affascinante e invece è finito in Grecia, nel terzo club della capitale, quello con meno blasone ma anche con più street cred.

Negli ultimi anni il campionato greco sta sostituendo quello turco nello status di cimitero dei talenti sprecati, anche perché nel frattempo in Turchia stanno cercando di prendersi il nostro posto della catena alimentare. L’arrivo di Jovic potrebbe avere un messaggio geopolitico rivolto alla Serie A da parte della Grecia: attenta Italia, ti stiamo venendo a prendere (o forse no, non siamo esperti di economia).

L’ANGOLO RICORSIVO DEGLI ACQUISTI ASSURDI
Chi ascolta Pendolino, il podcast di Ultimo Uomo sul calciomercato, lo sa: è stata una grande stagione per i movimenti di mercato in cui il nome del calciatore è simile al nome della squadra. Ecco i migliori:

- MANTOVANI AL MANTOVA
Notizia quasi perfetta, anzi forse troppo perfetta per essere davvero assurda.

- PALAZZI AL PRO PALAZZOLO
La migliore: quel dico o non dico che rende davvero assurdo questo gioco di parole.

- WOLFE AI WOLVES
Mi hanno messo in mezzo ai lupi e sono uscito lupo: didascalico.

- BRAMBILLA AL BRA
Sottovalutato, ci sono parecchie sfumature dell’Italia del Nord in questo trasferimento.

Qui trovate l'ultima puntata di Pendolino, che da qualche settimana è anche in video.

SEMIH KILIÇSOY AL CAGLIARI
Non lo so, forse è un trasferimento normale, forse non c’è niente di davvero strano qui, ma una sensazione di straniamento mi rimane. Come è finito al Cagliari uno dei migliori prospetti del calcio turco? Se Yildiz e Arda Guler si sono presi le copertine, Semih Kılıçsoy fa parte della stessa nidiata di stelline che nel Paese attendono come salvatori. A 19 anni ha già quasi 50 presenze e 16 gol nel Besiktas, 4 nella Nazionale maggiore, dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili. Il suo soprannome è Baby Aguero, perché è quel tipo di attaccante lì: un numero 9 puro, senza un fisico da corazziere, dal baricentro basso, piedi veloci e tiro fulminante.

Il Cagliari per lui, alla fine della fiera, potrebbe pagare 10 milioni di euro, che sono tanti per una scommessa per un club il cui acquisto più costoso è stato Nahitan Nández, pagato 16 milioni di euro. Il trucco è che arriva in prestito con diritto di riscatto, quindi se non convince a fine stagione tornerà al Besiktas. Arriva al posto di Sebastiano Esposito, cercato nelle scorse settimane. Chissà se Pisacane gli darà abbastanza fiducia: con quel soprannome - Baby Aguero - c’è da sperarci.

SOFIANE FEGHOULI ALL’AMANAT BAGHDAD
Sofiane Feghouli nel 2025? Certo: il carisma, come il talento, non scompare mai davvero. Feghouli è stato un calciatore di culto e questo movimento di mercato non fa che conferirgli l’aura del mito. Dopo diversi anni al Galatasaray, la scorsa stagione al Fatih Karagümrük sembrava dovesse essere il canto del cigno. E invece no: se il campionato turco è un cimitero per gli elefanti, Feghouli è un fennec, l’animale simbolo dell’Algeria, di cui è stato capitano.

Obiettivamente è una decisione pazzesca: non solo era difficile immaginare una squadra a Baghdad, ma che potesse andarci a giocare un calciatore del calibro di Feghouli? Non sappiamo le ragioni economiche e politiche dietro questo trasferimento, ma in questo spazio vogliamo essere romantici e pensare a Feghouli come simbolo di rinascita dell’Iraq. Alla sua nascita nel 1957 l’Amanat Baghdad era l’appendice calcistica della municipalità di Baghdad. Dal 2011 ha il suo stadio, l’Amanat Baghdad Stadium in inglese da 5000 posti. Che dire? Il calcio è calcio a tutte le latitudini.

ED SHEERAN ALL'IPSWICH TOWN
Nell’elenco dei numeri di maglia ufficiali pubblicato nelle scorse ore dall'Ipswich Town, la maglia numero 17 è assegnata a Ed Sheeran. Ed Sheeran il cantante, non un omonimo. La storia è questa: Ed Sheeran non è solo un mega tifoso dell’Ipswich Town, ma è anche azionista del club: detiene infatti l’1,4% delle quote. Il suo inserimento nella rosa, quindi, vedete voi come valutarlo è un atto di estrema gratitudine o una specie di piccolo ricatto del denaro. Non è facile prendere posizione: da una parte tutti noi vorremmo, almeno simbolicamente, far parte della squadra per cui tifiamo, ed Ed Sheeran è un vero tifoso dell'Ipswich Town, su questo nessun dubbio. Dall'altra però sembra l'ennesima vittoria delle persone che hanno un potere, che nel suo caso è sia economico che di visibilità. Indubbiamente avere un tifoso come lui fa comodo, e tutte le società ormai provano a sfruttare la fama anche del più squallido influencer. Almeno, possiamo dire, anche se non vi piace la sua musica, Ed Sheeran il suo vasto pubblico se l'è conquistato sapendo fare una cosa.

Eppure in una realtà in cui a poche persone è permesso sempre di più, vedere una maglia assegnata a lui per meriti economici-algoritmici è un po' triste, soprattutto in un campionato che a parole fa finta di tenere ai tifosi più identitari. Potevano scegliere da inserire in rosa uno che paga l'abbonamento ogni anno, un tifoso per cui magari rinnovarlo vuol dire saltare le vacanze, o stringere la cinghia su qualcos'altro: sarebbe stato anche più retorico, ma almeno più vero.

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