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Foto di Marco Rosi / Stringer
Calcio Febbre da calciomercato Marco De Santis 13 giugno 2018 3'

Il portafoglio della Lazio 2018

Una guida ai ragionamenti economici che influenzano le scelte della dirigenza biancoceleste.

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Grazie alle plusvalenze realizzate nella scorsa stagione e a quelle, probabili, di quest’estate e quindi all’ottimo lavoro di ricerca di nuovi talenti del Direttore Sportivo Tare, la Lazio si può permettere di muoversi sul mercato più agilmente rispetto al passato.

 

Il bilancio 2016/17 dei biancocelesti si è chiuso con un attivo di 11,4 milioni grazie alla plusvalenza di Candreva che ha sfiorato i 20, ma le stime sul bilancio in chiusura il prossimo 30 giugno sono ancora più ottimistiche. Oltre a poter contare su circa 15 milioni in più provenienti dalla partecipazione all’Europa League, infatti, le cessioni hanno prodotto plusvalenze per 63 milioni (contro i 29 del 2016/17) e la semestrale ha messo in evidenza la possibilità di ulteriori ricavi fra sponsor e altre voci di circa 18 milioni.

 

A fare da contraltare, gli aumenti del monte stipendi di circa 20 milioni, di altri costi per 6 milioni e infine di ulteriori 12 milioni di spese aggiuntive per bonus da riconoscere alle squadre dalle quali provengono giocatori attualmente in rosa. Numeri che lasciano pensare alla possibilità per la Lazio di chiudere questo bilancio in attivo di almeno 30 milioni e che sono un tassello importante per capire cosa potrà fare la Lazio sul mercato nel 2018/19.

 

La Lazio ha bisogno di vendere?

Il conteggio delle plusvalenze ripartirà ovviamente da zero, ma sono elevate le possibilità che Lotito riesca a realizzarne ancor di più rispetto alla scorsa stagione se si pensa che il “gioiello” del mercato Milinkovic-Savic pesa a bilancio con un ammortamento residuo di appena 3,3 milioni (quindi se dovesse essere venduto per 100 milioni la plusvalenza per la sua cessione risulterebbe di 96,7).

 

Pare inoltre ormai prossima la cessione di Felipe Anderson, probabilmente al West Ham, per almeno 30 milioni di euro. Se questa cifra fosse confermata garantirebbe un’ulteriore plusvalenza di 27,8 milioni.

 

Inoltre, per via del nuovo sistema di distribuzione dei ricavi da diritti televisivi, è possibile presumere per la prossima stagione un aumento di questi introiti di almeno 16 milioni, ai quali aggiungere i 7 milioni già risparmiati (anche dopo aver conteggiato i vari ritorni da prestiti) fra monte ingaggi e ammortamenti per gli addii di Nani, De Vrij, Marchetti e Djordjevic.

 

Ipotizzando fino a prova contraria una spesa inferiore per i bonus citati precedentemente, anche senza plusvalenze la Lazio potrebbe presumibilmente chiudere il bilancio 2018/19 con meno di 30 milioni di passivo, risultato assolutamente sostenibile sia per la proprietà che in ottica Fair Play Finanziario dati l’attivo del 2016/17 e quello atteso per il 2017/18.

 

Una diretta conseguenza di ciò è che i biancocelesti non hanno necessità di vendere e per questo possono permettersi di tenere molto alta l’asticella dei prezzi richiesti per i loro migliori giocatori.

 

Che mercato può fare?

Per quanto riguarda il mercato in entrata si potrebbe quindi concludere che tutto ciò che la Lazio incasserà dalle cessioni potrà essere immediatamente rispeso sul mercato, anche se le politiche utilizzate negli scorsi anni dal presidente lasciano pensare che non verrà tenuta in considerazione solo la disponibilità economica generata dalle plusvalenze di quest’anno ma anche l’unico dato che nel medio periodo potrebbe preoccupare (nel caso in cui un’annata storta non permettesse di arrivare a giugno con tanti giocatori “sacrificabili” per realizzare quel minimo di plusvalenze necessarie per portare il bilancio in pareggio), ovvero quello relativo al monte stipendi.

 

Attualmente la soglia massima degli ingaggi fissi in casa Lazio è di 2,5 milioni (garantiti a Lucas Leiva, al partente Nani e ad Immobile, che nel corso della stagione ha rinnovato aggiungendo nel contratto la possibilità di arrivare a quota 3 milioni con alcuni bonus). Questo tetto, se dovesse essere mantenuto, rappresenta il solo limite alla possibilità della Lazio di ingaggiare nomi di alto livello.

 

Più probabile che una volta definito il budget a seguito delle eventuali cessioni la Lazio, invece di inseguire il grande nome dal costoso cartellino e dall’elevato ingaggio, investa parte del ricavato puntando sul “fiuto” di Tare per giocatori da stipendi più abbordabili ma che potrebbero esplodere definitivamente nella Capitale, oppure su profili di medio costo ma solidi che possano essere garanzia di buon rendimento.

 

Fra i primi è noto l’interesse per i giocatori di fascia Laxalt e Lazzari, per il centrocampista Duncan, per l’attaccante Lapadula, per la punta iraniana Azmoun attualmente al Rubin Kazan, e rimane una flebile speranza di convincere il Barcellona a privarsi di André Gomes, molto deludente nella sua avventura catalana e voglioso di riscatto.

 

Del secondo gruppo fanno parte gli “usati sicuri” Glik, Badstuber (parametro zero), De Silvestri, Acerbi e Romulo. La Lazio è inoltre iscritta alla corsa per un altro parametro zero, Badelj della Fiorentina, ma su questo fronte la concorrenza è agguerrita. Inoltre la Lazio, come molte società, resterà alla finestra per valutare eventuali calciatori che si dovessero mettere in mostra nel corso dei Mondiali. Con questi presupposti, si annuncia un’estate serena e interessante per i tifosi biancocelesti.

 

 

Tags : claudio lotitolazio

Marco De Santis, laureato in Scienze Statistiche ed Economiche, proprietario del blog “Calcio e Altri Elementi”, dedicato ad approfondimenti statistici, economici e regolamentari relativi al calcio e ad altri sport.

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