Luciano Spalletti ha restituito all’Inter una solidità tattica e mentale che mancava almeno dal 2012. Da quel periodo sono cambiati cinque allenatori in sei anni, oltre a tre diverse proprietà e una serie infinita di giocatori. Per la prima volta dopo sette anni la squadra è riuscita a conquistarsi un posto in Champions League, con un sostanzioso aumento dei ricavi come conseguenza. La società ha avuto qualche libertà in più sul mercato, che ha già iniziato a sfruttare. Dopo gli arrivi a parametro zero di Asamoah e De Vrij, e l’acquisto di Lautaro Martinez, i nerazzurri sono riusciti ad ingaggiare anche Politano e (soprattutto) Nainggolan, un giocatore che fino a pochi mesi fa sembrava irraggiungibile.
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— Inter (@Inter) 26 giugno 2018
Vrsaljiko risolve i problemi?
Nonostante gli arrivi il mercato dell’Inter è ancora incompleto. Al momento la priorità è il terzino destro: le partenze di Nagatomo e Santon (unite al mancato riscatto di Cancelo) hanno lasciato scoperta la squadra, che al momento può contare sul solo D’Ambrosio. Una lacuna abbastanza grande, evidenziata nell’amichevole col Sion (dove si è dovuto adattare Dalbert).
Al momento Sime Vrsaljko sembra essere davvero a un passo dalla società nerazzurra, dopo che due anni fa aveva provato a strapparlo al Sassuolo senza successo, perdendo la concorrenza con l’Atletico di Simeone. L’esperienza di Vrsaljko in Spagna è stata in chiaroscuro. Il giocatore non ha mai convinto del tutto Simeone, ma ha comunque giocato 54 partite tra campionato e coppe, ha accumulato esperienza in Champions e si è guadagnato la maglia da titolare in Nazionale – disputando peraltro un eccellente Mondiale.
Considerando i trascorsi in Italia (arricchiti dalle ultime esperienze internazionali), Vrsaljko rappresenta una scommessa tutt’altro che azzardata, che potrebbe completare la difesa a livello tecnico, oltre che numerico. È un terzino lineare, attento in fase difensiva, dalle ottime capacità atletiche. Rispetto a D’Ambrosio, il croato garantisce una maggiore incisività in fase offensiva, specie negli ultimi 16 metri, dove ha più qualità nei cross e nelle scelte. Non è un esterno qualitativo, moderno, come poteva essere Cancelo, ma ha ottimi tempi di inserimento ed è sempre lucido col pallone tra i piedi. Bisognerà vedere come si legherà da quella parte con Candreva, un giocatore non troppo incline a premiare le sovrapposizioni dei terzini (e con cui quindi si legava bene la staticità di D’Ambrosio). Politano, che taglia molto di più verso il centro, è invece perfetto per aprire a Vrsaljiko i corridoi su cui ama inserirsi.
Sarà interessante vedere ricostruita l’intesa con Perisic. Dai cross di Vrsaljiko e dai tagli dell’esterno sono arrivati diversi gol della Croazia, tra Mondiali e qualificazioni.
Più complesso sarà l’adattamento alla fase di uscita del pallone: nella scorsa stagione (e nelle prime amichevoli di quest’anno) Spalletti ha chiesto ai suoi difensori di cercare sempre l’uscita bassa del pallone, anche a costo di rischiare qualcosa in più. Nell’ultima stagione Spalletti in questo senso si è appoggiato molto alla qualità di Cancelo, ma ad inizio stagione anche a D’Ambrosio. Il terzino italiano è cresciuto molto, e ha mantenuto una buona media (82.2% di passaggi riusciti); bisognerà vedere come risponderà Vrsaljko, che con l’Atletico era abituato a un calcio più diretto (sbagliando il 20% dei passaggi corti e il 69% dei lanci lunghi).
Nelle prime amichevoli della stagione Spalletti sta cercando di far assimilare l’impostazione tattica vista nel finale della scorsa stagione, un 4-2-3-1 fluido, con l’esterno destro che si stringeva sulla trequarti dando superiorità centrale e aprendo spazio in fascia per la discesa del terzino.
Non a caso sulla destra sono stati utilizzati Politano e Karamoh, due giocatori portati ad accentrarsi, mentre (in attesa di Perišić) Candreva è stato provato largo a sinistra. Gli arrivi di Lautaro e Nainggolan hanno dato all’Inter più soluzioni offensive, ma la rosa resta ancora un po’ corta.
Serve un centrocampista?
Gli infortuni muscolari delle ultime settimane (Nainggolan, Borja Valero, Politano e Karamoh), hanno evidenziato i possibili problemi di profondità della rosa interista, che quest’anno dovrà affrontare tre competizioni. Una rosa comunque già ampliata rispetto allo scorso anno. Ausilio sembra intenzionato a comprare un altro centrocampista, che permetta di fare un ulteriore salto di qualità alla mediana.
Negli ultimi giorni sono tornate a farsi più insistenti le voci sul possibile arrivo di Vidal, un profilo che rispetto a Rafinha (altro nome fatto negli ultimi giorni) sembra più in linea con l’impronta che ha caratterizzato il calciomercato dei nerazzurri. Quella di una squadra fisica, che ama attaccare in maniera diretta e verticale.
Dopo una seconda parte di stagione svoltata dalla qualità nel palleggio di Cancelo e Rafinha, Spalletti sembra intenzionato a costruire una squadra intensa e aggressiva, capace di difendere in avanti e – una volta recuperato il pallone – ripartire con qualità. Il giocatore del Bayern Monaco ha qualità, ritmo e forza fisica, e garantirebbe l’elasticità giusta per completare il centrocampo interista, davanti alla difesa o (eventualmente) mezzala. In questo senso va letto anche l’interessamento per Barella, il cui acquisto – al netto del buon rapporto col Cagliari – sembra ancora più difficile. Barella, da mezzala, garantirebbe sia intensità fisica che buona creatività, in una squadra che, orfana dei piedi di Cancelo e Rafinha – sembra difettare di qualità nell’ultimo terzo di campo. In quest’ottica non va però trascurata la presenza di Nainggolan, il cui apporto in termini di assist e key-pass negli ultimi anni è stata un po’ sottovalutata (nella scorsa stagione 9 assist e 2 key pass ogni 90’).
Ad ogni modo, ogni tipo di investimento a centrocampo resta subordinato alla cessione di Joao Mario, per cui la permanenza all’Inter – nonostante altri tre anni di contratto – sembra già finita. Il portoghese rappresenta a pieno il disagio della transizione interista, che nel giro di due anni è passata dal gioco di posizione de Boer al calcio intenso, aggressivo e “regimentato” di Spalletti.
La rivoluzione “trascinata” degli ultimi anni è costata molte difficoltà, delusioni e rinunce (a volte dolorose), ma i nerazzurri sembrano aver finalmente ritrovato la luce, o le stelle