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I movimenti più assurdi di fine mercato
02 feb 2023
02 feb 2023
L'ultima infornata di acquisti da non credere.
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Dopo aver dormito per 29 giorni il calciomercato si è svegliato negli ultimi due giorni come un gigante dai piedi di argilla. Le squadre si sono accorte di avere buchi in rosa, limiti tecnici o tattici. La Premier League ovviamente ha fatto la voce grossa, finendo per chiudere il suo gennaio con il passaggio di Enzo Fernandez al Chelsea per 121 milioni di euro. Il club di Londra ha fatto il calciomercato più assurdo di sempre, ma non quel tipo di assurdo surreale che cerchiamo qui. Gli altri campionati si sono mossi in maniera più umile, con il caso al posto dei soldi. In Serie A si è ceduto più che comprato, un mercato veramente mesto. Juventus, Milan e Inter non hanno fatto nulla, le altre squadre - poche - hanno fatto colpi di mercato che non hanno scaldato molto gli animi, il passaggio di Ilic dal Verona al Torino è stata l’operazione più importante per distacco. Abbiamo ceduto però: il Sassuolo ha venduto Traore al Bournemouth, piena lotta per non retrocedere; l'Udinese Makengo al Lorient, Zaniolo non è partito ma è stato lì lì per farlo, sempre in Premier; ciao anche a Kiwior. Insomma, qui ci occupiamo di acquisti assurdi, ma forse, già dal prossimo mercato, ci toccherà trovare un altro lavoro.

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Mauro Zarate al CosenzaNelle ultime settimane Mauro Zarate si è offerto a diverse squadre italiane con poca fortuna. Prima l’Avellino ha detto no, poi è stato il turno della Triestina. L’insistenza però ha pagato: all’ultimo minuto dell’ultimo giorno utile Zarate è diventato un giocatore del Cosenza. Il club calabrese l’ha chiamato per sostituire un altro argentino in partenza, Larrivey, anche lui arrivato quasi come un viandante ma poi decisivo nella scorsa stagione, soprattutto grazie a due gol nei play-out di Serie B. Il Cosenza chiederà anche a Zarate di contribuire alla lotta salvezza, mettere un briciolo del suo talento, se ne è rimasto, a disposizione della causa. È difficile immaginare Zarate come un eroe del popolo, una figura che riscatta una squadra e una città. La sua carriera è stata quasi l’opposto: una rivelazione improvvisa, quasi epifanica, alla prima esperienza nel nostro paese e poi tante delusioni. Zarate aveva 21 anni e nelle prime 6 partite di Serie A aveva segnato 5 gol con la maglia della Lazio. In quel girone d’andata era sembrata la cosa più vicina a Messi che potevamo permetterci. Poi che è successo?

Il resto della sua carriera è un eterno peregrinare alla ricerca di contratti migliori, chiamato da squadra che speravano potesse riaccendere la scintilla: Inter, West Ham, QPR, Fiorentina, Watford. Qualche partita, pochi gol spesso spettacolari, perché certe cose non è che scompaiono proprio. Finita con l’Europa, era tornato al Velez, il club in cui è cresciuto e per cui tifa. Dopo sei mesi, però, era passato al Boca Juniors rimangiandosi la parola data al club. Un trasferimento che in pochi avevano preso bene: i tifosi avevano fatto un rogo bruciando le sue maglie e, si dice, anche i parenti l’avevano ripudiato. Al Boca è rimasto 3 anni, poi un passaggio rapido all’America in Brasile e oggi il Cosenza. Quello che forse non sapete è che Zarate ha origini calabresi: la madre è nata a Vena di Maida, in provincia di Catanzaro. Catanzaro e Cosenza, calcisticamente e non, si odiano: sarà Zarate a portare la pace?Keylor Navas al Nottingham ForestCon i capelli platino e la bacheca piena di trofei, Keylor Navas rimandava questa idea di nobiltà del calcio, portiere aristocratico per eccellenza. Come è finito al Nottingham Forest, un club neopromosso in Premier League, appene 5 punti sopra la zona retrocessione? La risposta la sapete, ma è comunque un po’ triste. Tra quest’estate e gennaio il Nottingham Forest ha comprato qualcosa come 30 calciatori, un mercato fuori di testa con una spesa di oltre 300 milioni, molto più alta dell’intera Serie A nello stesso periodo. Vista così, non è assurdo capire perché Navas, che al PSG era chiuso da Donnarumma, abbia deciso di andare in una squadra che - se non eravate nati negli anni ‘70 - probabilmente non avevate mai sentito nominare fino a pochi mesi fa. Davvero però è questo il destino dei calciatori? Che bastano sei mesi storti, un piccolo passaggio a vuoto, per finire in Premier League a lottare per la salvezza in squadre sparse chissà dove in Inghilterra? Probabilmente sì, abituiamoci. Joao Cancelo al Bayern MonacoQuanto in fretta è crollata la carriera di Joao Cancelo, da miglior terzino al mondo a giocatore da mandare in prestito nelle ultime ore del calciomercato di gennaio. Prima fa quell’assist d’esterno clamoroso per Haaland (ricordate?), poi si fa il Mondiale in panchina poi viene buttato via. Come se nel 2023 il suo tempo fosse finito. Certo, uno con La Tecnica Di Joao Cancelo™ crolla meglio degli altri, quindi è finito in prestito al Bayern Monaco. Sarà interessante guardare un giocatore della sua raffinatezza nelle mani di un tecnico pazzo e spregiudicato come Julian Nagelsmann, ma di converso viene da chiedersi cosa sia successo tra Cancelo e Guardiola, che nelle ultime settimane si è fissato con Rico Lewis, giovane decisamente più lineare del portoghese.Al debutto col Bayern Cancelo ha servito un assist per Choupo-Moting.

Sofiane Boufal al Al-Rayyan SC Soprannominato L'enfant du dribble, per il motivo che potete immaginare, Sofiane Boufal nel 2016 era stato l’acquisto più caro della storia del Southampton, ma non era andata bene. Nel 2020 è tornato all’Angers, il club in cui è cresciuto, la città in cui ha imparato il suo calcio fatto di trucchi da strada, dribbling in un fazzoletto.

Veder giocare Boufal è un'esperienza, un calciatore unico al mondo. Al Mondiale è stato uno dei protagonisti del grande torneo del Marocco, fermato solo dalla Francia in semifinale. Vedere la sua tecnica e i suoi dribbling funzionare anche nel livello più alto del calcio mondiale ci aveva ingolosito: che l’Angers fosse troppo poco per il suo talento? Abbiamo sognato di vederlo in Italia, o comunque in squadre che potessero metterlo in mostra più spesso, farne finalmente un giocatore decisivo, che a 29 anni fosse riuscito a trovare una sintesi migliore tra gli orpelli del suo gioco e le richieste tattiche del calcio moderno, come successo in Nazionale. Invece è stato esattamente l’opposto: Boufal ha lasciato l’Angers per trasferirsi in Qatar, classico trasferimento crepuscolare che stona perché arriva dopo il miglior mese della sua carriera. Forse Boufal si è trovato troppo bene in Qatar, ha amato il clima o la cultura mediorientale. Forse si è innamorato dell'architettura di Doha, della qualità dei suoi ristoranti. Fatto sta che la sua nuova squadra è l’Al-Rayyan SC, terzultimo nel campionato qatariota, neanche un club storico o particolarmente glorioso. Indossa la 10, non avrà mai più bisogno di un maglione, ma non ci sentiamo di essere contenti per lui. Florian Thauvin all’Udinese Thauvin viene accostato a squadre italiane da quando respiriamo. Ci sono passate tutte; la Roma sembrava potesse comprarlo per sostituire Salah in partenza per la Coppa d’Africa. Thauvin o Mbappé, diceva questo articolo della Gazzetta dello Sport. Infine Thauvin arriva in Italia nel punto più basso della sua carriera, a 30 anni. Due anni con la maglia col Tigres, in Messico, nemmeno così eccezionali. Thauvin era ancora al suo picco nel 2019, prima che si infortunasse al ginocchio. Il trasferimento in Messico era quello di chi pareva essersi rassegnato alla fine. Le sue stagioni sono state segnati da problemi fisici, eccovi un video se volete vedere dei giornalisti messicani lamentarsi che Thauvin “si è infortunato un’altra volta”. Il suo ultimo infortunio risale all’inizio di questa stagione, quando è rimasto fuori un mese e mezzo per un problema muscolare. Al massimo del suo splendore, Thauvin era un rifinitore che partiva dall’esterno destro. Convergeva sul sinistro, e poi poteva fare in sostanza ciò che voleva. Un giocatore creativo, estroso, e con un senso del gol notevole. Sapeva sdoppiarsi con disinvolture nei ruoli di rifinitore e finalizzatore. Si trovava a suo agio in sistemi che attaccava in modo diretto, con molto spazio. All’Udinese arriva per sostituire Deulofeu (e questo è il dettaglio triste, per noi, della vicenda), che svolgeva un lavoro titanico di costruzione e cucitura del gioco a tutto campo. È difficile che Thauvin riesca a raggiungere quel livello di intensità fisica col pallone. È difficile immaginare che sia ancora quel tipo di giocatore che riempie la sua partita di scatti. Eppure, come si dice, meglio di niente no? Almeno l’Udinese ci prova. Calcolando la bravura di Marino negli ultimi anni con gli acquisti magari ci ha visto più lungo di tutti e Thauvin in realtà arriverà in ottime condizioni fisiche.L’annuncio di mercato del Torino per Rolando Vieira

Ancora con la maglia della Sampdoria, per dire la fretta del mercato di gennaio.Mickael Cuisance alla SampdoriaMickael Cuisance è uno di quei giocatori che cade sempre in piedi, forse perché ha buona stampa. Dopo 12 mesi terrificanti al Venezia, dopo aver giocato male pure in Serie B, risale in Serie A. I dirigenti delle squadre continuano a credere in lui perché, semplicemente, è troppo bello credere in lui. Avete visto come calcia il pallone, Cuisance? È difficile non pensare che con quel piede, ancora a 23 anni, con quel curriculum, arriverà il suo momento. La Sampdoria è il contesto giusto per lui? Direi proprio di no. Quando è arrivato a Venezia, lo scorso anno, arrivava nel caos, e ora alla Sampdoria sembra pure peggio. Cuisance, quindi, come cavaliere dell’apocalisse, Arcangelo Gabriele negativo, il cui arrivo annuncia la sventura prossima.Isco all’Union Berlin (saltato)Come si sarebbe trovato, Isco, a Berlino, nella squadra che sembra la proiezione dei bar di Kreuzberg? Non lo sapremo mai perché alla fine il trasferimento è saltato per un’incomprensione. Un intoppo che potremmo avere anche noi partite iva quando discutiamo con i nostri clienti. Isco e l’Union Berlin si erano messi d’accordo su una cifra, che però corrispondeva al lordo, mentre Isco pensava si stesse parlando del netto. L’Union Berlin pensava di comprare Isco come altro sforzo per mirare a vincere la Bundesliga, visto che la squadra è miracolosamente seconda in classifica a un punto dal Bayern. Aveva però raggiunto il proprio limite salariale, quindi niente.Adolfo Gaich all’Hellas VeronaCi sforzeremo di non trovare collegamenti tra la tifoseria organizzata dell’Hellas e un attaccante soprannominato “El Genocida del gol”, perché Gaich ha già preso debitamente le distanze da questa wave infantile. La sua vita non deve essere semplice, e forse lo sarà ancora meno nei prossimi mesi. Un uomo non si sceglie il suo nome di battesimo. Gaich, come ricorderete, aveva già giocato in Italia, arrivato in una di quelle sessioni di mercato psichedeliche del Benevento. Non era andata granché. Era il 2021 e nei due anni successivi Gaich ha segnato solo altri due gol, tra CSKA Mosca e Huesca. Stiamo parlando di un centravanti che ha segnato 11 gol, in tutto, tra i professionisti. All’Hellas prende, in teoria, il posto di Piccoli, e non c’è nessuna ragione per immaginare che possa fare meglio, ma chissà.Kazu Miura all’Oliveirense

Quand’è che smetteremo di chiederci se Miura si è ritirato? A 56 anni è il calciatore più anziano del calcio professionistico, e ci mancherebbe. Dovremmo però accettare il fatto che non si ritirerà mai, continuerà a giocare finché sta non glielo dirà il medico. La carriera di Miura è in una temporalità distorta, illeggibile, tipo quella dei vampiri o degli elfi. Fino al 2022 giocava allo Yokohama in J League, la massima serie giapponese. Poi è stato prestato in quarta serie, lo scorso anno. Di testa ha segnato il gol più anziano della storia del calcio professionistico. In ogni caso per la prima volta la sua carriera sembrava essere scesa davvero in basso. Invece ora torna in Europa 24 anni dopo l’ultima volta, era il 1999 e Miura giocava nella Dinamo Zagabria. Delle sue partite si trovano video dalla grana screpolata, in cui i giocatori indossano maglie fuori moda. Su Instagram ha pubblicato una foto di lui su un campo da calcio giovane. La foto è in bianco e nero e sembrano i primi del novecento. In fondo è come se Paolo Maldini, o Giuseppe Signori, giocassero ancora.L’Oliveirense gioca nella seconda serie portoghese. Un livello quindi molto più che dignitoso. Il club portoghese ha detto di essere rimasto impressionato dai test fisici di Miura.L’aspettativa di vita in Giappone è di 85 anni e 3 mesi. È possibile che Miura se li faccia tutti giocando a calcio.Jerry Mbakogu alla TriestinaIn un antico articolo de l’Ultimo Uomo ormai del 2016 avevamo indicato Jerry Mbakogu come il giocatore retrocesso che ci sarebbe mancato di più. Scriveva Mattia Pianezzi: «Jerry Mbakogu ci mancherà come promessa non mantenuta, fisico assoluto ma che forse a causa della congrega condizione-momento-statomentale non ha potuto sfruttare il suo spot sotto i riflettori».Negli ultimi 6 anni e mezzo quanto abbiamo, quanto avete, pensato a Jerry Mbakogu? Io non poco. Seguendo la sua carriera da lontano ne ho potuto apprezzare la peculiarità. Dopo quella retrocessione è andato a giocare a Samara, nel campionato russo, alla confluenza tra il fiume Volga e il fiume Samara. Non è andata proprio alla grande, quindi è tornato al Carpi. Comunque ha continuato a farsi i suoi giri, tra la Calabria, la Croazia, la seconda divisione greca. Negli ultimi tempi ha giocato al Gubbio e in questo calciomercato se ne va nella mitteleuropa, a Trieste. Se ci pensate, ha solo 31 anni.

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