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Bruno Bottaro
Come il calcio turco ha vissuto il terremoto
22 feb 2023
22 feb 2023
La tragedia di Atsu, ma anche storie di unione tra tifosi e cosa succederà adesso.
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Bruno Bottaro
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IMAGO / Action Plus
(foto) IMAGO / Action Plus
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Sulla stampa sportiva turca, la parola Deprem è da sempre usata con leggerezza. In un Paese che condivide con noi una certa cultura sportiva polemica è un termine che viene utile per indicare i grandi cambiamenti all’interno del club in difficoltà di turno. Fenerbahçe’de Deprem! , terremoto in casa Fenerbahçe, titolava ad esempio la versione online del giornale Vatan appena un mese fa, per indicare cinque giocatori che avrebbero lasciato il club nella sessione invernale di mercato. È passato un mese, eppure sembra passata una vita. Perché nel frattempo tutto è cambiato e la parola terremoto ha ripreso il suo significato agghiacciante. Il sisma che nella notte tra il 5 e il 6 febbraio ha colpito il sud-est della Turchia e il nord della Siria (in modo ugualmente devastante ma molto meno documentato) è una di quelle tragedie che segnano un’intera generazione, che oggi si trova a piangere oltre 47 mila morti (numeri che potrebbero ancora salire). Sono migliaia i palazzi crollati, le famiglie decimate, le vite distrutte in un paese che tra pochi mesi si troverà a votare per il Presidente della Repubblica, in un’elezione decisiva e tesa come non mai. Tra queste, ovviamente, ci sono anche storie di calcio e calciatori. La tragedia di Atsu Quella di cui si sta parlando di più, inevitabilmente, è quella legata alla morte di Christian Atsu ed è tanto triste quanto assurda nella sua dinamica. La sera prima che la terra tremasse l’ex Chelsea aveva segnato su punizione, ben oltre il 90’, il gol vittoria che trascinava fuori dalla zona retrocessione la sua squadra, l’Hatayspor, contro il Kasımpaşa.

Hatay non è una città, ma è il nome di una provincia che entrò a far parte della Turchia soltanto nel 1936. Prima era un protettorato della Siria, il Sangiaccato di Alessandretta, che forse ricorderete per essere il luogo da dove parte il lungo viaggio di Harrison Ford e Sean Connery verso Petra per trovare il Sacro Graal in Indiana Jones e l’Ultima Crociata. È difficile spiegare cosa fossero Antiochia e Hatay anche solo nel recente passato – oppure che proprio a Kahramanmaraş dove c'è stato l'epicentro, ha avuto origine il famosissimo gelato appiccicoso che vedete sui Reel o su TikTok, e che ci mettono un’ora a darvi nei chioschi a Istanbul. Ormai sui giornali e sui social media dominano soltanto le immagini, desolanti, del presente. Uno dei racconti più rappresentativi dell’intera tragedia riguarda il residence di lusso Rönesans, che doveva essere una struttura teoricamente antisismica e all’avanguardia, e che invece è stata totalmente rasa al suolo dalla prima scossa. È lì che abitava Atsu. Il calciatore viene subito dato tra i dispersi, ma le difficoltà logistiche e comunicative che hanno colpito la zona, totalmente in ginocchio dopo le scosse, rende impossibile avere notizie certe. In serata A Bola, un giornale portoghese, dà la notizia del ritrovamento di Atsu, che sarebbe stato ferito e portato in ospedale in condizioni critiche. La notizia viene ripresa anche dell’addetto stampa dell’Hatayspor che dirama una nota, diffusa ai media, in cui conferma il salvataggio di Atsu. È questo il momento in cui un lieto fine sembra possibile, ma la realtà è molto diversa. Il corpo di Atsu verrà ritrovato solo dodici giorni dopo - nella notte tra il 17 e il 18 febbraio – e tutto il mondo verrà informato della sua morte. Diversi calciatori, che avevano giocato con Atsu, nell'ultimo turno dei campionati gli hanno riservato il loro tributo. La storia di Atsu contiene anche un dettaglio macabro nella sua fatalità: il calciatore aveva un volo per la Francia programmato per quella stessa notte, ma all'ultimo aveva deciso di non prenderlo, per festeggiare con i compagni la vittoria grazie al suo gol. Avrebbe lasciato la casa del compagno Sam Adekugbe alle 3:30, con il terremoto che è arrivato alle 4:17. In tutto questo, qualche giorno prima, l’appaltatore del progetto Rönesans veniva fermato all’aeroporto di Istanbul, mentre cercava di scappare all’estero. Adekugbe, intanto, è stato girato in prestito al Galatasaray, visto che l'Hatayspor ha rinunciato a continuare la sua stagione. https://twitter.com/Galatasaray/status/1626498285174239233 La storia di Kerem e l'arrivo di Zaniolo Nell’ultimo grande disastro naturale del Paese, il terremoto del 1999 che devastò la zona nord-ovest della Turchia con epicentro vicino a Kocaeli/Izmit, un ragazzo di un anno di nome Kerem Aktürkoğlu fu estratto dalle macerie. Oggi, non ancora venticinquenne, lo stesso Kerem è Nazionale turco e capitano del Galatasaray, la squadra più importante del Paese. Viene chiamato “Harry Potter” dai suoi tifosi, per le magie che ha regalato nelle ultime stagioni, ed è da tempo nei radar dell’Atletico Madrid (ma si era parlato anche di Atalanta sulle sue tracce). Insomma, è uno dei ragazzi d’oro su cui la Turchia punta per il proprio futuro calcistico e che, alla ripresa del campionato, dovrebbe giocare sulla sinistra in una trequarti di assoluto lusso con Nicolò Zaniolo e Dries Mertens, con davanti a loro Mauro Icardi. Aktürkoğlu in questi giorni si è impegnato molto nel fornire supporto in attività in coordinamento con AFAD e Mezzaluna Rossa. https://twitter.com/_felippee_/status/1623806968405061632 È un momento di una portata storica così epocale, per la Turchia, che tutto si è fermato completamente. Anche l’arrivo dell’acquisto più costoso nella storia del calcio turco, Nicolò Zaniolo, è finito quasi in secondo piano, con il giocatore che ha scelto la maglia numero 17 dedicandola al giovane Muhammed Emin Özkan, tifoso 17enne che per giorni aveva riempito il suo profilo Twitter di video e fotografie dell’ex romanista, prima di essere una delle prime vittime certificate del sisma. https://twitter.com/Galatasaray/status/1623654396176244738?s=20 Zaniolo, Mertens e compagni sono rimasti al NEF Stadium (ex Türk Telekom Arena), trasformato in questi giorni in centro di smistamento per gli aiuti da Istanbul al sud-est. Non è l’unico stadio che ha vissuto trasformazioni evidenti: l’impianto del Kahramanmaraş, città-epicentro del terremoto, è di fatto diventato una tendopoli per soccorrere i feriti e ospitare parte degli sfollati. Il calcio, insomma, sta provando a fare la sua parte come può. Anche i più importanti calciatori turchi all'esterno hanno contribuito. Demiral ha raccolto maglie e gadget di suoi compagni e ex compagni (tra cui Cristiano Ronaldo e Buffon) per metterle all'asta. Il Galatasaray, che prima della pausa aveva vinto 15 partite di fila e messo a segno il colpo Zaniolo, è stato uno dei primi pensieri di Kadir, un ragazzo che ha passato 87 ore sotto le macerie per poi esserne estratto ed esultare, una volta fuori dall’incubo, con le mani alle orecchie, come il suo idolo Mauro Icardi. Sono bastati 9 gol, di cui 3 pesantissimi nei derby contro Beşiktaş e Fenerbahçe, a far passare l’argentino da nemico assoluto a possibile attaccante su cui costruire il Gala della prossima Champions League: «può fare quello che vuole nella sua vita, basta che due ore prima della partita si presenti, se le gioca tutte così», era stato il commento dell’ex calciatore Nihat Kahveci, oggi opinionista di punta di BeinSports, tv che detiene i diritti domestici del campionato. https://twitter.com/br1bottaro/status/1624497321533734912 Icardi potrebbe essere l'ultimo di una serie di giocatori che hanno ritrovato loro stessi a Istanbul. E della sua rinascita, forse, si sarebbe parlato in questi giorni se non fosse stato per il terremoto. Come si starebbe parlando di Zaniolo, di cosa vuol dire il suo arrivo per il calcio turco. Solo due settimane fa, per esempio, si ritirava quasi in silenzio Mesut Özil, che era arrivato nella sua Turchia dopo una carriera ricca e vincente, ma che aveva pesantemente deluso, sia con la maglia del Fenerbahçe che con quella del Başakşehir. Oltre il terremoto Il calcio turco proverà a ricominciare, a ritrovare una qualche forma di normalità. La sfida che attende Zaniolo è indicativa. Il calciatore italiano arriva in un Galatasaray rodatissimo, allenato da Okan Buruk, già campione di Turchia al timone del Başakşehir nell’estate del 2020. L'obiettivo è chiaro: vincere il titolo, qualificarsi alla Champions nel preliminare estivo e - per Zaniolo - ritrovare sé stesso. La clausola da 35 milioni di euro lo renderebbe ancora appetibile a molti mercati europei (e soprattutto rappresenterebbe un’eccezionale affare per il Gala che finora ne ha spesi 16). Al Galatasaray Zaniolo ritrova Sergio Oliveira, alla Roma la scorsa stagione, più diverse conoscenze della Serie A. Mertens e Icardi come abbiamo detto, ma anche Torreira. Tutti compagni che potranno aiutarlo a integrarsi anche a livello linguistico. L'italiano è un po' la seconda lingua in squadra, considerando che è parlata anche dall'allenatore Okan Buruk. Insomma, dal weekend del 3-4 marzo (alcuni recuperi saranno già il 25 e 26 febbraio) si tornerà a giocare a calcio anche in Turchia, in un campionato pesantemente rivisto. Le due squadre più colpite dal sisma, Gaziantep (10° in classifica al momento dello stop) e Hatayspor (14°), non scenderanno in campo nel resto della stagione e saranno direttamente ammesse alla prossima, sempre in massima divisione. Verrà concesso ai giocatori dei due club di andare in prestito altrove e già alcuni si sono mossi. Continuerà a giocare invece l’Adana Demirspor di Vincenzo Montella, che dovrebbe però trasferirsi provvisoriamente più a ovest (Antalya o Istanbul). In Europa il Trabzonspor è tornato in campo con una scenografia da brividi, con un tributo a tutte le nazioni che hanno mandato aiuti nel sud-est della Turchia, e una straordinaria pace momentanea tra tutti i gruppi ultras della nazione, con tifosi di tutte le squadre in tribuna a sostenere i bordomavi di Trebisonda, che hanno battuto 1-0 il Basilea con gol dell’ex-Udinese Jens Stryger Larsen.

Tutto ripartirà in Turchia, come tutto è sempre ripartito – è successo dopo Kocaeli nel 1999, dopo la “stagione degli attentati” tra il 2015 e 2017, dopo il tentato colpo di stato del 2016. Allo stesso tempo, si ha la strana sensazione che nulla sarà come prima. La popolarità di Recep Tayyip Erdogan, costruita soprattutto nell’Anatolia profonda nei primi anni Duemila con un forte boom edilizio, sta vivendo un momento critico proprio in quelle zone che lo hanno fortemente sostenuto. Non ci sono più certezze su nulla, ma forse una c’è: la parola deprem, sui giornali sportivi, non la leggeremo più per un bel po’.

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