
Di Mohamed Kamara non si sa (quasi) nulla. In realtà basterebbe vedere il video in cui piange dopo che gli viene assegnato il premio come migliore in campo nella partita con l’Algeria, partita d’esordio della Sierra Leone di cui Kamara difende la porta, per conoscerlo. Se hai visto un uomo piangere di felicità hai visto tutto quello che c’era da vedere, dice un proverbio non troppo antico (anzi diciamo nuovo di zecca). Il giornalista sportivo Saddick Adams ha scritto che il soprannome di Kamara, “back home”, è Fabianski, portiere polacco eterno secondo all’Arsenal poi allo Swansea e al West Ham, ricordato anche per alcuni errori piuttosto evidenti. Mohamed Kamara gioca nell’Est End Lions di Freetown, ha ventidue anni, e questo è più o meno tutto quello che siamo riusciti a scoprire su di lui. Per celebrare la sua partita perfetta contro l’Algeria di Mahrez, Fegouli, Belaili, abbiamo selezionato per voi le sue migliori parate, messe in ordine dalla più convenzionale alla più strana e spettacolare.
Stuntman
Kamara è uno di quei portieri stressati con manie di protagonismo, che vogliono fare tutto loro. Il punto è che sembra davvero troppo stressato e così prende l’aria di un tizio che vuole spegnere un incendio in casa gettando nevroticamente bicchieri d’acqua per caso. In questo caso non c’era davvero bisogno di uscire, visto che il difensore era in anticipo, Kamara però nel dubbio esce, protegge palla, si butta a terra, prova dolore. Pure questa è risolta.
Sicuro
Anche la parata più convenzionale della sua partita sembra contenere qualcosa di drammatico: un balzo su un tiro centrale che lo fa rimbalzare a terra come se fosse atterrato su un tappeto elastico. Quando stacca gli occhi dal pallone, Kamara si guarda intorno con lo sguardo vagamente terrorizzato - manca più di mezzora alla fine della partita e già non sa più cosa aspettarsi dalla vita. Eppure, nonostante abbia solo 22 anni, Kamara è tutto fuorché un portiere improvvisato. È titolare della Sierra Leone dalla fine del 2019 e in patria gioca negli East End Lions, uno dei club storici della capitale Freetown (con uno stemma meraviglioso con un leone che ruggisce che vi invito caldamente a guardare), che almeno due volte l’anno si sfida con gli acerrimi rivali dei Mighty Blackpool in un derby accesissimo. Insomma, quella negli occhi di Kamara non è inesperienza, allora forse è solo teatro?
In due tempi
Nulla di particolare da vedere qui, se non la disperazione nello sguardo di Brahimi dopo l’ennesima parata di Kamara, una delle ultime - la presa di coscienza che non c’è e non c’è mai stato nulla da fare. A conferma dell’incantesimo che ha difeso la porta della Sierra Leone una serie di dettagli inequivocabili: il terzino destro sierraleonese, Osman Kakay, che nel tentativo di marcare Bensebaini si allaccia i piedi da solo e corre dalla parte sbagliata, lasciando il suo avversario ancora più libero di tirare; lo strano passo verso destra di Kamara poco prima del tiro, che lo costringe a una parata da calcio saponato. Alla fine della partita ormai è chiaro che in qualsiasi modo avesse tirato l’Algeria, Kamara avrebbe trovato il modo più improbabile per respingere.
In due tempi, ma più spettacolare
Una parata più complicata di quello che sembra. Certo magari Yacine Brahimi avrebbe potuto fare meglio da lì, ma davanti a Kamara sceglie la strada dell’attesa, un duello rusticano in cui ritardando la conclusione cerca di fregare l’avversario. Ma Kamara non si fa fregare - ieri nessuno poteva farlo - si piazza con le gambe larghissime, basso sulle ginocchia, le braccia aperte come consiglia qualcuno di fare con gli animali pericolosi, fingersi più grossi e spaventosi di quello che non si è. Non è una tecnica convenzionale, da lì ti insegnano a uscire rapido e basso sui piedi dell’attaccante per togliergli il tempo, ma è una tecnica che funziona: Brahimi finisce per incartarsi nell’attesa e calciare in maniera ciancicata. È come para, però, a renderlo un intervento strano, di quelli che potresti vedere fare a un tuo amico nel turno in porta a calciotto (o calcio a 7). Kamara all’ultimo e si muove impercettibilmente verso la sua destra, ma il tiro è alla sua sinistra. Ormai con le ginocchia a terra, sfrutta la scelta di tenere le braccia aperte e con un bel riflesso riesce a mettere la mano aperta sul pallone. Non a deviarlo: proprio a metterci la mano, come a dargli un “cinque”. Una parata in qualche modo simile a quella fatta da Ter Stegen qualche settimana fa, ma con stile rabberciato, da autodidatta (vi stupireste vi dicessero che Kamara è diventato portiere guardando dei video su Youtube?). Dopo l’impatto il pallone schizza in alto, ma non c’è niente che possa mettersi tra Kamara e la rete inviolata: in una frazione si rialza, si gira, e accoglie il pallone docile tra le sue braccia.
Uscita con i piedi
Il quotidiano francese L’Equipe dopo la partita di ieri ha definito Kamara “Il Neuer della Sierra Leone” ricordando quando, nel 2014, l’Algeria era già uscita dal campo “snervata dalla prestazione di un portiere-libero planante”, eliminata dalla Germania, appunto, agli ottavi di finale di quel Mondiale. Qualcun altro, su Twitter, sottolineava come Kamara avesse salvato 4 situazioni uscendo dalla propria porta fino - e oltre - il limite dell’area di rigore. E in effetti Kamara ha giocato una gara in costante tensione verticale, come una persona molto sotto stress che vuole risolvere ogni problema della sua squadra, anche sconfinando in territori sconosciuti e poco consigliabili per un portiere giovane e inesperto, uscendo di testa e di piede fin dai primi minuti per tamponare le ripartenze algerine.
Questa qua sopra non è neanche una vera e propria parata, né una semplice “uscita”. È il primo minuto di recupero del primo tempo, Mahrez pesca col sinistro Slimani alle spalle della difesa sierraleonese, Slimani che sbaglia il controllo (o forse lo fa apposta) con l’esterno del piede tornando leggermente indietro e cerca poi, in modo cervellotico e controintuitivo, di servire Atal sul lato destro dell’area di rigore, anziché provare a calciare o saltare il portiere. Kamara era uscito fino al limite e quando Slimani controlla in quel modo la palla ha un’intuizione geniale e anziché restare impalato come un portiere qualsiasi, sulla riga dell’area come fosse l’orlo di un burrone, si lancia in scivolata e intercetta il passaggio di Slimani. Più che Neuer, in questo caso, Cannavaro.
Francamente strano
Alla metà del secondo tempo l’Algeria prova a penetrare la difesa bassa avversaria anche con i lanci lunghi e Kamara si guadagna definitivamente il soprannome di “Neuer della Sierra Leone” che gli ha dato l’Equipe. Dal cielo piove un lancio lungo precisissimo per Bendebka che si incunea perfettamente tra centrale e terzino avversario, ma quasi letteralmente dal nulla spunta fuori Kamara che respinge con quello che negli sport di combattimento verrebbe definito Superman punch, ma di testa. Non è tra gli interventi più strani della partita del portiere sierraleonese (e questo dice molto della sua partita) ma il tempo si ferma per un istante, come in Quattro Ristoranti quando l’immagine si desatura e Alessandro Borghese sfonda la quarta parete parlando alla telecamera. Kamara si rotola a terra come se avesse subito fallo e anche Bendebka sembra denunciare una certa coda di paglia alzando le mani come se fosse stato rapinato. La palla arriva a Mandi (credo), che a sua volta ci mette più del dovuto a controllare il pallone e a girarsi verso la porta, come se anche lui stesse aspettando un intervento dell’arbitro. Kamara è andato talmente oltre i canoni classici di come si dovrebbe comportare un portiere che nessuno - nemmeno gli stessi difensori della Sierra Leone, che si fermano - pensa che sia legale quello che sta facendo. Ma il gioco non si ferma: Mandi allora può puntare l’area con la porta vuota e Kamara al limite dell’area ma nemmeno in queste condizioni ne approfitta. Il suo tiro esce debole ed esattamente sulle mani del portiere sierraleonese, come se avesse voluto vedere in che modo avrebbe respinto il tiro questa volta.
Smanaccia cross e poi cade morto
I portieri in trance agonistica li riconosci dallo stato di stress e ansia totale in cui vivono. Ieri nel secondo tempo la Sierra Leone è andata in tilt nel secondo tempo. Una di quelle frazioni di gioco in cui sembra esserci un magnetismo fra i giocatori dell’Algeria e la porta avversaria. Tirano praticamente ogni volta che superano la metà campo e Kamara è un uomo sotto pressione che fa ogni parata col sollievo di chi si sta traendo in salvo da un naufragio. Questa smanacciata su cross basso non è per niente banale. Poi Kamara si rimette in piedi per scampare anche il tiro successivo, che però va a lato. Il misto di sollievo e stress è tale che Kamara si getta a terra morto, respirando forte, guardando il cielo con gli occhi socchiusi.
Un miracolo vero
Nelle fasi iniziali della Coppa d’Africa i ritmi sono bassi e non è facilissimo vedere così tante occasioni da gol come quelle che ha avuto ieri l’Algeria (non per niente, finora, in tutte le partite sono finite 1-0 o 0-0, solo il Camerun ha fatto due gol ma entrambi su rigore). In alcuni casi sono i giocatori algerini a compiere scelte sbagliate, o ad eseguirlo in modo sciatto, come se il gol fosse stato già fatto, ma non in questo caso specifico. Questa è senza dubbio la parata più bella della magica notte di Kamara: Mahrez controlla e calcia alla velocità della luce, di destro ma con un precisione e una forza che sarebbero state sufficienti a battere qualsiasi altro portiere disponibile ieri sera, ma non Mohamed Kamara che era ormai in stato di grazia e avrebbe deviato in angolo anche un proiettile sparato da uno dei tanti agenti Smith (il cattivo di Matrix, per chi non lo sapesse).
Il tiro di Mahrez sarebbe finito vicino al palo più lontano, ma Kamara è sceso a terra con la leggerezza di un petalo che si stacca dal fiore e, con un leggero colpo di mano apprezzabile nel replay, uno schiaffetto con la punta delle dita, quasi una “swipata”, la sposta quanto basta per farla finire al lato. In Don’t Look Up il piano iniziale per salvare il pianeta da Terra da un asteroide di nove chilometri di diametro prevedeva un bombardamento nucleare per deviarne la traiettoria ed evitare l’impatto. Stranamente nessuno prende in considerazione l’idea di mandare Mohamed Kamara nello spazio per deviare in tuffo l’asteroide. L’avidità umana forse avrebbe impedito anche quel miracolo, ma almeno potevano pensarci.