«Il problema nel calcio è che si impara a giocare nel modo sbagliato, al contrario: prima l’esecuzione, poi la scelta e solo per ultima la percezione».
I cinque sistemi ecologici di Bronfenbrenner (Fonte Wikipedia)
L’interazione tra organismo, ambiente e scopo, per avere come risultato una performance fisica, attraversa un processo di percezione e azione non lineare, non sequenziale. (immagine da Davies, K., Glazier, P., Araujo, D. & Bartlett, R. (2003). Movement systems as dynamical systems: the functional role of variability and its implications of sports medicine. Sports Medicine 33(4). Pp: 245-260.) .
Il primo a mettere in dubbio l’allenamento basato sulla ripetizione del gesto fu Nicolai Bernstein, più di 60 anni fa.
In questa intervista Tuchel racconta di come sia passato dall’utilizzare cicli di allenamento che prevedevano un alto numero di ripetizioni della stessa cosa “perché ci avevano insegnato così” ad allenare i giocatori in circostanze che contengono un numero ancora più alto di ripetizioni ma di cose differenti, in contesti complessi.
Da “The Nonlinear Nature of Learning - A Differential Learning Approach” (W. I. Schöllhorn, P. Hegen, K. Davids). Per ogni ripetizione vi è un grado di differenza. Mentre l’approccio classico punta a eliminarla, il DL punta a incrementarle.
Un esempio degli spazi di relazione dinamici teorizzati da Seirul-lo. In base alla distanza dal centro (la posizione del pallone) si formano le zone di intervento, di aiuto reciproco e infine di cooperazione. Il grado di relazione con il centro del gioco, e dunque di percezione e consapevolezza, è differente in base allo spazio di fase.