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I calciatori col migliore flow
03 mar 2020
03 mar 2020
Ci sono punti di contatto sempre più grandi tra calcio e rap.
(articolo)
12 min
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Il rapporto tra il rap e lo sport è un qualcosa che, specialmente in Italia, siamo abituati a semplificare in “rapporto tra rap e NBA”. Anche in Italia sono più le citazioni al mondo della palla a spicchi (anche i più brutali del tipo “la schiaccio come Lebron” o il bragging legato alle Jordan - o il poco rispetto per le Uptempo) piuttosto che a quello del calcio. Eppure, ultimamente, anche da noi il rap sta diventando nazional-popolare, quasi a livello del calcio. Così, capita sempre più spesso vedere calciatori immortalati insieme ai rapper. Alcuni stringono persino accordi professionali con loro, come Romelu Lukaku, che ha affidato la sua procura a Roc Nation Sports, gestita da Jay-Z.

La continuità culturale tra calcio e hip hop, insomma, è sempre più evidente. Su l'Ultimo Uomo abbiamo parlato dei tributi dei rapper italiani al calcio, e anche di come l'immaginario di uno dei migliori calciatori al mondo, Karim Benzema, sia alimentato dall'hip hop.

La storia d’amore tra calcio e rap in Italia ha raggiunto la sua apoteosi nelle ultime ore del calciomercato invernale, quando il Sassuolo si è assicurato le prestazioni di Dinor Rdt, al secolo Arabat Noor, 18enne marocchino che oltre ad avere un contratto coi neroverdi ne ha uno con Sony Francia. Il suo singolo più ascoltato che al momento su Spotify conta 10.674.453 ascolti, che in vendite “italiane” sarebbero circa 12k. Per intenderci: l’ultimo singolo di Ghali con Salmo, “Boogieman” ha collezionato - ovviamente in meno tempo - 10.710.679 ascolti, mentre uno street banger come “7 Miliardi” di Massimo Pericolo ha all’incirca 18 milioni di ascolti. Entrambi i singoli sono stati certificati disco d’oro.

I contatti tra rap e calcio, però, non sono fatti solo di giovani talentuosi hit maker, ma anche di dissing, collaborazioni improvvisate, interviste particolari e tentativi del passato quasi insabbiati. Ho provato a compilare una lista non esaustiva dei migliori incontri (che in alcuni casi sono scontri) tra il rap e il calcio mondiale.

Pierluigi Gollini

Nell’estate del 2018 Pierluigi Gollini era allo scadere del suo prestito all’Atalanta, dopo un’esperienza in premier all’Aston Villa. Il giorno dopo l’annuncio del suo riscatto per 4,5 milioni da parte dei bergamaschi, sul canale YouTube di Esse Magazine - uno dei principali raccoglitori di contenuti di rap italiano, all’epoca Sto Magazine, come il brand di Ghali - esce “Rapper coi Guanti”, un singolo di Gollorius. Il video si apre con un discorso motivazionale, che si esaurisce con l’inquadratura di un uomo che corre sugli scaloni di uno stadio sul quale campeggia il logo della Dea. Quell’uomo è proprio Pierluigi Gollini, in arte Golloriu$, un singolare omaggio a Notorius B.I.G., il suo rapper preferito.

All’epoca Gollini è ancora il vice di Berisha, tanto che uno dei commenti più quotati è “Più rime chiuse che minuti giocati”, viste le sole 7 presenze della stagione appena conclusa. In realtà ci sarebbe anche da sindacare sulle rime, più che Notorius il pezzo sembra uno scarto di un disco minore di Soulja Boy, in piena continuità con la scena musicale dell’epoca. Il pezzo mixa riferimenti al calcio (nella fase di playback più classica con il fumogeno c’è in prima fila un ragazzo con la maglia del Verona, la prima squadra da professionista del portiere) a quelli dell’hype (Gollini veste una camicia ispirata alle divise da baseball della collezione di LV x Supreme).

Ma soprattutto Gollini sembra aver assimilato al meglio lo starter kit del trapper odierno: tra gli “hater” che gli dicono di cambiare ai quali lui risponde “col cazzo”, si porta dietro anche il concetto di gang visto che: “Fedele con me stesso/Coi fratelli affianco/Insieme come un branco/Ballando sopra a un palco/Ah, gioco domenica sera/Esco con Bryan e Peta”, ovvero Cristante e Petagna.


Andrea Petagna

Di “Peta”, come lo chiama Gollini, non esiste un pezzo rap, ma di lui si sa che è forse il calciatore italiano più affine a quel mondo. Da un paio di mesi in Moscova è aperto il locale “Healty Color”, una pokeria che promuove il cibo sano in società con Sfera Ebbasta, attualmente il rapper italiano più famoso anche al di là dei nostri confini.

Per mesi lo abbiamo visto nelle stories della Dark Polo Gang, fino a che qualcuno (come Social Boom, l’Alfonso Signorini di YouTube Italia) non ha alluso a un “tradimento” dell’amicizia tra loro. Su questo è arrivata una conferma da Ercole Freestyle di Wayne, ⅓ della DPG.

«Infami strisciano sulla mia carta/Conosco un calciatore (ah-ah)/Voleva fare il rap (stupido)/Se fossi un calciatore (ahah)/Penserei a fare gol e stare lucido (gol)”, la vulgata vuole che queste barre siano proprio riferite a Andrea Petagna. Pomo della discordia? Chadia Rodriguez. Nessuno poi ha confermato o detto nulla, ma in ogni caso “Peta” sarebbe il primo calciatore a subire un dissing, cosa che gli farebbe acquistare diversi punti di street credibility, che al cambio sono 950 V-Bucks, l’equivalente di un pass battaglia di Fortnite.




Paolo Maldini

Nel libro “Rap-Una storia Italiana” edito Baldini & Castoldi, Paola Zukar racconta i primi anni del rap italiano. La prima volta che l’ho letto, l’ho fatto distrattamente, pensando di incontrare i soliti nomi, quando mi sono imbattuto nel paragrafo che riporto: «105 incluse la programmazione del rap nel proprio palinsesto grazie a Codice Rap, la trasmissione di Ringo che, assieme ad alcuni amici calciatori come Maldini, passavano e commentavano il rap, in gran parte internazionale».

Ora, non so a voi che vibe trasmetta il leggere il nome di Paolo Maldini associato al rap, be’, pensate che su Spotify (a questo link) esiste una compila di Codice Rap, con un bel logo di Def Jam in primo piano, contenente pezzi dei Public Enemy, Slick Rick e Warren G.

Nell’archivio storico della Gazzetta c’è anche un’intervista in cui tesse le lodi di Tupac, svela come Edgar Davids sia uno dei più appassionati di rap nello spogliatoio e di come avrebbe voluto avere Weah ospite nello show, per parlare di musica afro. Come ha scoperto il rap Paolo Maldini? All’Hollywood, grazie a Dj Ringo, il co-host di Codice Rap.


Dinor Rdt

Arabat Noor è un giovane 18enne marocchino, in arte Dinor Rdt. È un esponente della Generazione Z come ne esistono tanti in giro per il mondo: di seconda generazione, fortemente influenzato dall’estetica rap degli ultimi anni, con i capelli ossigenati e occhiali molto vistosi.

L’unica differenza tra lui e il ragazzino che al parchetto ascolta dalle sue JBL Capo Plaza a ripetizione è che Arabat ha un contratto con Sony Francia, una delle major più importanti della musica mondiale.

Il 12 luglio dello scorso anno ha rilasciato il suo primo disco ufficiale “Lunettes 2 ski”, che, parliamoci chiaro, già dalla copertina è una bomba. Il singolo più famoso è un feat. con Mister V, un altro di quei personaggi che racchiude al meglio il rap del nuovo millennio. Stiamo parlando di uno degli youtuber francesi più celebri, che a un certo punto ha deciso di intraprendere la carriera musicale attirando così tanto l’attenzione su di sé da spingere riviste di settore come Clique a “prenderlo sul serio”. Il video è un piccolo capolavoro, anche perché non so quante volte vi capiterà di vedere uno Youtuber e un calciatore professionista imbracciare dei fucili d’assalto mentre rappano benissimo. Nel pezzo si cita Paul Gascoigne, anche lui in questa lista.

Una manciata di giorni fa è uscito poi il suo ultimo singolo “En Bizarre”, che ci fa ben capire che Dinor potrebbe essere un nome di cui sentiremo parlare da qui a qualche anno.

Non ne conosciamo fino in fondo le doti tecniche ma possiamo dire quasi con certezza che Dinor è l’unico di questa lista che è prima un rapper e poi un calciatore.


Memphis Depay

Niente più contest, give away o semplici post di ringraziamento. La nuova frontiera per ringraziare i fan degli obiettivi raggiunti è uno: la musica. Il freestyle 5Mili di Memphis Depay per celebrare il raggiungimento dei sei zeri su Instagram, preceduti ovviamente da un cinque, è un freestyle che ha degli elementi che farebbero invidia al miglior Rick Ross e al miglior Gucci Mane.

Non è l’unico episodio rap di Memphis, che ha all’attivo anche delle release ufficiali e non dei semplici video caricati su Youtube o Instagram, come “Fall Back”, che nel video vede anche la partecipazione di Kluivert Jr. e nei commenti di YouTube ha fatto partire la challenge a chi spara il prossimo featuring di calciatori più improbabile.

Quello che più vorremmo vedere è “Marco Materazzi feat. Zidane - In my Head”.




Kevin Prince Boateng

Se il fratello Jerome è uno dei pochi calciatori con un contratto con Roc Nation, “Prince” non poteva essere da meno. Più volte immortalato con Gué Pequeno, Prin$$ (questo il suo nome d’arte) è probabilmente l’unico rapper ad avere un video caricato su WolrdstarHipHop, uno dei canali YouTube più attenti alle novità musicali principalmente americani (e non solo, basti pensare alle migliaia di video di risse che iniziano con l’urlo “Worldstar”, proprio con l’obiettivo di essere ricaricati sul canale da 22 milioni di iscritti).

Nel singolo il “Prince” diventa “King”, flexa Gucci, Rollie e un bellissimo tavolo da biliardo. A livello lirico e tecnico si potrebbe dire qualcosa ma, onestamente, non ne avrei il coraggio.


Karl Toko Ekambi

Per ragioni storiche, la Francia è la nazione europea più imbevuta di cultura rap. Non è quindi strano che i giocatori che più hanno avuto a che fare con quel mondo vengano o siano cresciuti calcisticamente lì. Karl Toko Ekambi è nato a Parigi, gioca per il Camerun, ha sempre giocato in Francia (anche nel Sochaux, la squadra che ha lanciato Dinor Rdt), esclusa una piccola parentesi al Villareal terminata questo gennaio con il passaggio al Lione.

Agli inizi della sua carriera calcistica, quando militava nelle giovanili del Paris FC, Karl Toko frequentava una crew attiva fino a qualche anno fa nel panorama francese, gli MZ. Non ci sono molte tracce di quel periodo, complice il fatto che il gruppo non pubblica praticamente nulla dal 2015, più o meno l’anno d’esordio tra i professionisti di Ekambi. Eppure su Dailymotion si trova un freestyle di MC Loka, aka Ekambi, proprio all’epoca. La grana assolutamente romantica e la location che potrebbe essere sia un campetto che un parcheggio rendono questo probabilmente il video più rap che vedrete qua in mezzo.




Asamoah Gyan

Secondo Tyler, The Creator, urban è un termine che non è più appropriato per definire un certo tipo di sonorità, perché sembrerebbe un modo edulcorato di chiamare il “pop realizzato da gente non bianca”.

In Italia, questo, è un modo molto facile per svincolarsi dalla diatriba: è rap o no? Tutto ciò che non rispecchia perfettamente i crismi della doppia acca viene catalogato sotto “urban”. Ora, non saprei come definire questo pezzo di Gyan aka Baby Jet, ex Modena e Udinese attualmente svincolato, ma sicuramente non è rap. Eppure c’è una parola che forse calza a pennello più di altre: HIT. Buon ascolto.




Didier Drogba

Questo video è probabilmente il mio preferito di tutta questa lista. Per il semplice fatto che qua il rap è situazionista al massimo. Probabilmente è stato difficile per questa intervista trovare una location originale, alla produzione dell’emittente si è improvvisamente liberato uno studio di registrazione e da qui è nata l’idea di far rappare Drogba. Non si capisce come rappi, per non mancare di rispetto a una delle punte più forti della storia del calcio (in realtà si capisce eccome: male), ma è molto interessante che qui il rap sia una cornice, una nota di colore anche un po’ casuale, con un vocal coach che sembra un direttore d’orchestra matto, un produttore, e altre figure completamente casuali.


Rio Ferdinand & Kano

Una delle poche cose buone che ha fatto Drake appassionandosi al Grime, è stata quella di produrre nuove stagioni di Top Boy - che nessuno si offenderà se definisco la The Wire inglese. Grazie a questa serie, che attualmente è recuperabile quasi interamente su Netflix, anche le generazioni più recenti hanno potuto andare oltre lo strato superficiale di Skepta e Stormzy e scoprire veri e propri mostri sacri del genere. Uno di questi è Kano, che oltre a essere un king, una sera si è ritrovato a una specie di Karaoke e ha rappato con Rio Ferdinand. Bravi tutti.


Paul Gascoigne

L’episodio di Rio Ferdinand al mic è l’apertura a questo trittico del mondo britannico che si affaccia al rap. Questo brano, come quello di Asamoah Gyan, è forse il più borderline di tutti. Eppure fa parte di un filone che è uno scontro in autostrada tra “Rhythm is a Dancer” degli Snap! e uno qualsiasi dei pezzi brutti di Vanilla Ice. Nonostante il nome sia un disperato tentativo di aggrapparsi a una reference dei Beastie Boys, il brano viene salvato solo dall’iconicità di Gazza e da un video francamente stupendo.




John Barnes

Italia ‘90 non è solo l’ultima competizione intercontinentale ospitata dal nostro paese, ma anche l’edizione della World Cup che ci ha regalato una canzone rap di John Barnes. Nel 1988 il Liverpool aveva pubblicato “Anfield Rap”, una canzone dal titolo molto didascalico dedicata a quella che probabilmente sarà la prossima squadra vincitrice della Premier. Così, il comico Keith Allen - che in realtà molti di voi conosceranno per essere Mr. Marlish in The Others o per essere apparso in Trainspotting - decise di scrivere una canzone di buon auspicio per l’Inghilterra al Mondiale. La canzone arrivò addirittura alla numero uno in UK, l’Inghilterra però arrivò solo quarta, perdendo la finalina proprio contro l’Italia. Non ho trovato video dell’epoca ma di recente un John Barnes non al suo massimo splendore ha performato il pezzo in un late show.




Youri Djorkaeff

Youri Djorkaeff + un video che sembra uno di quelli emo-pop di quelli che passavano il pomeriggio su MTV + il fatto che il video si trovi solo in quell’appendice del deep web che tutti conoscono come Daily Motion = culto.




Nani e Renato Sanches che fanno beatbox

E finalmente siamo alla quinta disciplina dell’Hip Hop: Il beatbox. Chiunque abbia un passato fatto di posse e contest di freestyle ha ben impresso nella mente quel momento - che con il senno di poi definirei “incubo” - del tipo un po’ strambo che a un certo punto saliva sul palco e iniziava a sputacchiare nel microfono simulando rullante e cassa, con la speranza che qualcuno rappasse su quella serie indefinita di rumori. Bene, anche qui è così, solo che in questo caso i due tipi strambi sono Nani e Renato Sanches dopo che il Portogallo ha vinto l’Europeo. Feels.


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