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Foto di Paola Garbuio / LaPresse
Calcio Cosimo Rubino 7 giugno 2019 6'

Il Calciatore di B di maggio: Gabriele Moncini

L’attaccante del Cittadella è il vincitore del premio “Calciatore del mese AIC” di maggio per la Serie B.

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Se la Champions League ha interrotto, con una finale deludente, quella che da molti è stata considerata l’edizione più bella della storia, la Serie B ha continuato a stupire anche al suo ultimo atto. A completare lo spettacolare climax di rimonte di questi playoff ci ha pensato il Verona di Aglietti, che battendo il Cittadella per 3-0 ha ribaltato il doppio svantaggio dell’andata e ha conquistato la promozione in Serie A.

 

La cocente delusione dell’unica partita di giugno ha vanificato un maggio entusiasmante per il Cittadella. Grazie a cinque punti nelle ultime tre giornate, con un 3-0 casalingo rifilato proprio al Verona, i granata avevano raggiunto lo Spezia a quota 51 punti e si erano garantiti un posto ai playoff, seppur da settima classificata per via della classifica avulsa negativa. Il primo turno ha dunque visto la sfida proprio contro lo Spezia, liquidato a domicilio per 2-1. È venuta poi la volta del Benevento, testa di serie numero uno dei playoff: dopo la sconfitta al Tombolato, il Cittadella con una miracolosa rimonta esterna si è qualificato alla finale.

 

Il 2-0 dell’andata ai danni del Verona aveva concluso nel migliore dei modi il mese, illudendo i tifosi su una promozione che sembrava ormai ampiamente alla portata. Un avvio troppo timido, poi, condito da alcune decisioni arbitrali discusse, che hanno lasciato in nove uomini i cittadellesi, hanno spento i sogni di gloria.

 

Smaltita la delusione arriverà però il momento per il Cittadella di fermarsi a celebrare questo exploit, il punto più alto di un percorso che ha visto i veneti giocare i playoff di Serie B per tre anni di fila dopo la promozione dalla Lega Pro del 2015/16. Per dare un’idea delle dimensioni dell’impresa sfiorata basti pensare che, considerando la demografia attuale, Cittadella, con i suoi circa 20mila abitanti, sarebbe stata la città meno popolosa in assoluto a portare una squadra nella massima in Serie A dal 1929 (anno di introduzione del campionato a girone unico, ndr) ad oggi.

 

L’importanza di Moncini nel Cittadella

I granata hanno vissuto una regular season ricca di alti e bassi, probabilmente non la migliore annata dell’era Venturato. Ma i playoff hanno certificato ancora una volta la bontà di un progetto che ha saputo costruire di anno in anno rose competitive ai massimi livelli di un campionato noto a tutti per la volatilità dei suoi risultati. Merito di una programmazione capillare da parte di una società solida che trova la sua punta di diamante in Stefano Marchetti, direttore generale del club, cittadellese di nascita e già premiato durante gli Oscar del calcio della scorsa stagione come miglior dirigente sportivo della Serie B. E proprio al direttore granata si deve l’ultima scoperta del Cittadella, Gabriele Moncini, attaccante classe 1996, nonché miglior calciatore di maggio AIC del campionato di maggio.

 

Nel ballottaggio che vi abbiamo proposto Moncini ha superato un altro attaccante che ha brillato in questo finale di stagione, Samuel Di Carmine, 30enne attaccante del Verona, peraltro autore di uno dei tre gol con cui gli scaligeri hanno conquistato la Serie A. Lo aspettiamo a braccia aperte nel massimo campionato.

 

Benevento vs Cittadella - Semifinale ritorno playoff Serie BKT 2018/2019

Foto Cafaro / LaPresse.

 

La prima metà di stagione era stata tutt’altro che soddisfacente per Moncini: acquistato a parametro zero dalla SPAL dopo il fallimento del Cesena, il giovane pistoiese si è ritrovato ad essere il quinto attaccante nelle gerarchie di Semplici e a collezionare la miseria di sette minuti in Serie A, raccolti nella partita casalinga contro l’Inter. Nonostante l’interesse di varie squadre di B durante la finestra di mercato invernale, Moncini ha spinto per sposare la causa del Cittadella. Una scelta azzeccata visto che nelle ventidue partite giocate tra girone di ritorno e playoff ha segnato quindici reti, una ogni 117 minuti, la migliore media del campionato dopo quella del super capocannoniere Alfredo Donnarumma.

 

L’adattamento di Moncini è stato immediato: gettato subito nella mischia da Venturato ha trovato la rete all’esordio contro il Carpi, una delle squadre che con più insistenza aveva provato a strapparlo alla concorrenza a gennaio. Dopo una serie di tre partite negative per lui e per la squadra, ha siglato la sua prima tripletta in carriera (tre gol di testa, non succedeva in B da cinque anni) nel match casalingo contro il Lecce e ha tirato fuori il Cittadella da una crisi che aveva messo a serio rischio la corsa al piazzamento playoff. Da allora in poi è diventato il trascinatore della squadra di cui è il riferimento avanzato ma anche il primo a portare pressing.

 

Nel consolidato 4-3-1-2 a rombo di Venturato, Moncini ha svolto con grande dedizione il compito di schermo di uno dei centrali avversari e si è spesso speso in generosissime rincorse durante la fase di consolidamento del possesso avversario sulla trequarti difensiva del Cittadella. Moncini nel corso della stagione è migliorato molto anche nel modo con cui riesce ad aiutare la squadra, assecondando la sua naturale propensione a venire incontro al pallone e sfruttare le sue abilità di protezione del pallone per giocare di sponda, spesso sul trequartista Siega, ma anche sulle due mezzali.

 

Il meglio di sé, però, Moncini lo offre nel suo habitat naturale, ovvero l’area di rigore. La punta del Cittadella ha costruito le fortune sue e della sua squadra sulla grande capacità di smarcarsi a pochi metri dalla porta avversaria. Il bellissimo e decisivo gol nella partita di ritorno contro il Benevento ne è un esempio: l’azione del Cittadella si sviluppa sulla destra, con un uno-due che manda sul fondo Ghiringhelli; Moncini in area piccola si libera della marcatura del difensore e si muove sul secondo palo, ma il cross è lungo e la palla raggiunge Panico alle sue spalle; nei successivi tre secondi in cui Panico appoggia indietro e Branca lascia partire un cross teso e basso, Moncini sembra morso da una tarantola: prima corre a riposizionarsi al limite dell’area piccola, poi finge di andare incontro, si stacca e infine attacca la porta per chiudere l’azione con un delizioso colpo di tacco che batte il portiere giallorosso.



Nonostante la statura non eccezionale (1 metro e 83 per 75 kg), il centravanti granata ha il colpo di testa fra le sue qualità migliori. Oltre all’eccezionale tripletta contro il Lecce, Moncini ha segnato di testa anche contro Pescara, Verona e Salernitana, dimostrando una tecnica raffinata nel gioco aereo, che il Cittadella ha saputo sfruttare anche per risalire in campo in fasi di difficoltà nella costruzione bassa.

 

Da dove arriva Moncini
Caratteristiche che lo hanno reso un elemento imprescindibile: Moncini è stato titolare in ventuno delle ventidue partite giocate dal Cittadella dal suo arrivo alla finale playoff, subentrando dalla panchina soltanto nella gara in casa del Venezia. Il tecnico italo-australiano ha più volte speso belle parole per il suo attaccante, arrivando addirittura a paragonarlo a Gonzalo Higuan per l’attitudine a dominare l’area. Dal canto suo Moncini, che non ha mai nascosto la sua fede bianconera, dichiara di ispirarsi al suo idolo d’infanzia David Trezeguet. E con la maglia della Juventus l’attaccante di Pistoia ha anche avuto la sua occasione, ai tempi degli Allievi, ma le cose non andarono bene e lui stesso ricorda il periodo in cui fu scartato dai bianconeri e passò al Cesena come il più difficile della sua carriera. Una carriera che, come quella di tutti i giovani calciatori ma anche di tanti giovani che non riescono a diventare calciatori, è passata da una serie di bivi in cui sarebbe stato facile perdersi.

 

Quando parla di quei momenti Moncini ringrazia i suoi genitori per l’aiuto e di certo risulta facilmente comprensibile l’importanza di una famiglia capace di consigliare bene un adolescente alle prese con scelte che saranno decisive per la sua vita; ma subito dopo torna a ritrarsi come artefice della sua consapevolezza, dice di aver capito “l’importanza di Cesena”, sottolinea quanto abbia contato la sua volontà di vestire la maglia del Cittadella a gennaio. In generale, in tutte le interviste, Moncini sembra tenerci a mostrare la sua maturità, a ribadire che preferisce lo studio ai social, ma lo fa con un’autenticità da libro Cuore, di cui è impossibile diffidare.

 

A 23 anni, con una seconda metà di stagione da protagonista in Serie B, si ritrova ora a far parte dei 27 pre-convocati del CT dell’Under 21 Di Biagio per gli Europei di categoria, senza però riuscire a superare il taglio finale. In ogni caso, il prossimo anno Moncini sembra destinato a tornare a Ferrara nella SPAL di Semplici. Se il sogno di portare il Cittadella in Serie A è svanito proprio sul più bello, il Moncini di questo girone di ritorno, e soprattutto quello di maggio, ha tutte le carte in regola per giocare al tavolo della massima serie.

 

 

Tags : cittadellagabriele moncinispal

Cosimo Rubino è nato nel 1997, vive a Roma, è laureato in Scienze politiche e Relazioni internazionali.

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