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Foto LaPresse / Alessandro Tocco
Serie A Flavio Fusi 29 novembre 2019 6'

Quanto può durare il momento di forma del Cagliari

La squadra di Rolando Maran sta rendendo ben oltre le aspettative, anche secondo le statistiche.

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I dati e le grafiche di questa analisi sono stati gentilmente forniti da StatsBomb, dove è originariamente uscito questo articolo, in inglese.

 

Nell’ultimo decennio, il Cagliari ha abituato i suoi tifosi a lottare per la salvezza: i sardi non hanno mai raggiunto un piazzamento finale nella parte sinistra della classifica e in un’occasione sono addirittura retrocessi in Serie B. Quelli che seguono sono, in ordine cronologico, i piazzamenti finali del Cagliari negli ultimi dieci campionati.

 

16°, 14°, 15°, 15°, 15°, 18° (retrocessi), 1° (Serie B), 12°, 15°, 15°, 15°.

 

In questa stagione la squadra guidata da Rolando Maran sembra aver finalmente invertito la tendenza ed essersi guadagnata l’opportunità di competere per un obiettivo più prestigioso. Dopo 13 partite, i rossoblu hanno ottenuto 25 punti, più della metà di quelli conquistati in tutto il 2018-19 (41) e al momento sono quarti in classifica, ultimo posto valido per la qualificazione alla Champions League. Insomma, sembrano aver fatto un salto quantico in termini di competitività.

 

Il Cagliari ha avuto una brutta partenza, perdendo le prime due gare contro il Brescia e l’Inter, partita ormai tristemente nota per l’episodio di razzismo ai danni di Romelu Lukaku. Quella partita ha funzionato da trampolino di lancio, tanto che nelle successive uscite gli isolani non hanno più perso. Nella striscia che dura ormai da undici partite hanno sconfitto a domicilio persino il Napoli (1-0 allo stadio San Paolo) e l’Atalanta (2-0 al Gewiss Stadium), due squadre ora alle loro spalle in classifica. Nell’ultima partita prima della pausa internazionale, hanno distrutto la Fiorentina per 5-2, mentre si sono fatti sfuggire tre punti che sembravano già in tasca e la quarta vittoria di fila nel rocambolesco 2-2 di Lecce.

 

Insomma, questa non sembra una stagione come le altre. E in un certo senso, non può essere una stagione come le altre, perché quest’anno il Cagliari festeggia il centenario. Era il 1920 quando un chirurgo di nome Gaetano Fichera fondò il Cagliari Football Club, che giocò la sua prima partita con una divisa bianca che lo stesso Fichera aveva confezionato adattando camici ospedalieri.

 

Per celebrare al meglio l’anniversario e innalzare il livello medio di qualità della squadra, la campagna trasferimenti estiva del Cagliari è stata paradossalmente costruita sulla vendita all’Inter del suo miglior giocatore, Niccolò Barella, per una somma che, inclusi i bonus, può raggiungere i 49 milioni di euro, un importo enorme (anche se in gran parte non ancora incassato) per un club che nel 2018-19 ha generato un fatturato complessivo di 73 milioni di euro.

 

Il presidente Tommaso Giulini e la direzione del club hanno deciso di rinnovare il contratto di Maran fino al 2022, e di reinvestire i soldi della Barella su tre centrocampisti che sembravano irraggiungibili: Nahitan Nández (18 milioni di euro) dal Boca Juniors, la mezzala Marko Rog (in prestito dal Napoli) e Radja Nainggolan, che è tornato a Cagliari dopo cinque anni. I grandi colpi hanno portato entusiasmo e attirato altri giocatori come Luca Pellegrini (in prestito dalla Juventus) e soprattutto Giovanni “Cholito” Simeone, in prestito dalla Fiorentina per sostituire l’infortunato Leonardo Pavoletti.

 

Oltre al suo ariete, il Cagliari ha perso per infortunio anche Alessio Cragno, il portiere che nell’ultima edizione di Serie A ha salvato complessivamente il maggior numero di gol rispetto al portiere medio (9,93 gol salvati sopra la media). Al suo posto è arrivato Robin Olsen, bistrattato portiere della Roma, attualmente tra i principali protagonisti del successo della squadra di Maran.

 

Il Cagliari, infatti, ha fin qui subito solo 10 gol da 16,02 xG (rigori esclusi), un’impresa compiuta in gran parte grazie al portiere svedese. Olsen ha salvato un mostruoso 87% dei tiri che ha affrontato, il 16% di tiri in più rispetto al portiere medio (la percentuale di salvezza prevista è solo il 71%). Ha anche il più alto valore di GSAA della Serie A (goals saved against average, i gol salvati rispetto al portiere medio), 7,86. In altre parole, ogni partita che gioca previene 0,61 gol in più del portiere medio, anche se difficilmente manterrà questa forma per l’intera stagione.

 

1_

 

A contribuire alla solidità del Cagliari c’è anche il nuovo approccio tattico deciso da Maran per questa stagione. Come sottolineato da Dario Saltari nel suo approfondimento tattico, Maran ha abbandonato il sistema difensivo con pressione alta che ha cercato di implementare la scorsa stagione, quando il Cagliari ha registrato la distanza difensiva più lontana dalla propria porta di tutta la Serie A (47,90) senza però riuscire a impedire la penetrazione centrale, e ha iniziato a difendere molto più schiacciato nella propria campo, tanto che ora è la squadra che difende più vicina alla propria porta (42,86), se si escludono Lecce e Parma. In questa stagione lasciano agli avversari il 56% di possesso (+6%) e una percentuale di passaggi completati dell’82% (+3%), altri due indici del cambio di strategia difensiva.

 

2_

 

Come si può intuire dalla mappa delle due azioni difensive comparative, il PPDA del Cagliari per azione difensiva è aumentato drasticamente in questa stagione (dal 7° al 17° posto in campionato). Ma la squadra di Maran ha migliorato la propria capacità di difendere il centro del campo e ora concede il 24% in meno di gol e l’8,5% in meno di xG a partita (rigori esclusi) rispetto alla scorsa stagione, sia grazie a un centrocampo più abile a fare filtro e a mantenere il possesso sia grazie a un cambio tattico.

 

L’ex tecnico del Chievo è passato gradualmente da un 4-3-1-2 a un 4-3-2-1, un sistema che gli permette di avere cinque centrocampisti centrali per creare superiorità numerica al centro e costringere gli avversari a giocare sulle fasce, oltre a fornire alla sua squadra un chiaro vantaggio sui rimbalzi e le seconde palle nella zona del campo strategicamente più importante. Entrambi i centrocampisti offensivi stanno offrendo un grande contributo: Nainggolan è uno dei giocatori più creativi della Serie A in questa stagione (0.27 xG assistiti per 90), mentre João Pedro ha già eguagliato il suo record stagionale di gol (7).

 

Questo nuovo assetto si adatta bene al gioco offensivo del Cagliari, diretto e con transizioni rapide. La difesa bassa permette loro di avere più spazio per attaccare dietro la squadra avversaria, mentre la superiorità numerica a centrocampo permette loro di correre più rischi coi passaggi, poiché hanno praticamente sempre i numeri per provare a riconquistare immediatamente la palla.

 

La velocità media dei loro possessi è la quarta più veloce in campionato (2,78 m/s), e stanno completando solo il 78% dei loro passaggi (16° posto), entrambi dati che dimostrazione del loro approccio diretto. Hanno inoltre più che raddoppiato la loro media di tiri di contrattacco da 0,53 a 1,08 ma, a parte questo, non sono migliorati granché a livello offensivo.

 

Il Cagliari sta infatti ancora faticando molto a creare opportunità (anche se è passato da 0,94 a 1,06 xG a partita) e al momento sta speculando su un ritmo di finalizzazione insostenibile, dal momento che da inizio stagione ha segnato 23 gol senza rigori, ma generato appena 13,11 xG.

 

3-2

 

I rossoblu tirano solo 11,50 volte a partita, ma finora sono stati eccellenti nella conversione di calci piazzati e cross, mentre si affidano maggiormente ai passaggi filtranti (da cui la scorsa stagione hanno generato un misero totale di 1,54 xG). Di fatto, con quattro gol, Simeone è praticamente l’unico giocatore che non sta superando le aspettative poste dagli xG.

 

Se era praticamente impossibile chiedere a Simeone di riempire il vuoto lasciato da Pavoletti nell’undici di partenza con gli stessi mezzi, l’argentino ha portato un diverso tipo di set di abilità che è probabilmente più adatto al 4-3-2-1 di Maran. Pavoletti è un fulcro del gioco puro, mentre l’argentino ha qualità più complete che gli permettono di aprire spazi per i suoi compagni di squadra e di essere una minaccia più pericolosa quando aspetta pazientemente dietro la difesa. Soprattutto a causa dei tanti palloni persi (4,77 per 90, quinto peggior dato stagionale), le sue prestazioni rimangono ancora non del tutto convincenti, ma le sue corse in ogni fase del gioco sono sicuramente utili alla sua squadra.

 

4-2

 

Eppure, il Cagliari, che completa solo 1,31 passaggi all’interno dell’area di rigore (peggior dato del campionato, la media è 2,45), è ancora sostanzialmente dipendente dai cross (che rappresentano il 36% dei loro ingressi in area di rigore) e quindi beneficerebbe sicuramente del rientro del proprio attaccante principale. Maran avrà un disperato bisogno di ulteriori armi offensive e di metodi alternativi per creare opportunità quando, com’è molto probabile, la conversione delle occasioni smetterà di sostenere la sua squadra.

 

La fase difensiva rossoblù è nettamente più solida rispetto alla passata stagione, ma in base alla differenza tra gli xG il Cagliari non è nemmeno una squadra da metà classifica. Per ottenere la qualificazione europea e trasformare il 2020 in un anno da ricordare, la squadra di Maran ha bisogno di migliorare ulteriormente, soprattutto in attacco, altrimenti dovrà accontentarsi di puntare al suo primo piazzamento nella metà sinistra della classifica in dieci anni.

 

 

Tags : cagliarirolando maranserie a

Flavio Fusi è nato nel 1993 e vive ad Arezzo. Laureato in Management, lavora per una startup tech e collabora anche con il sito di analytics StatsBomb.

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