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Marco D'Ottavi
Breve storia della BBC
19 lug 2023
19 lug 2023
Vita, morte e miracoli del trio difensivo per eccellenza.
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Marco D'Ottavi
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IMAGO / Insidefoto
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Con la rottamazione di Leonardo Bonucci da parte della Juventus si chiude un’era, l’era della BBC (Barzagli, Bonucci, Chiellini, of course). Un’era che va dal 2011 a oggi e che, ovviamente, ha riguardato principalmente i bianconeri e i suoi tifosi, ma la cui influenza si è allungata sull’azzurro della Nazionale e anche, in maniera più o meno diretta, sulla percezione del nostro calcio all’estero. Un’era che, per assurdo, nasce in maniera abbastanza casuale e controintuitiva in un freddo martedì di fine novembre, non la prima partita che i tre hanno giocato insieme, ma la prima in cui l’hanno fatto all’interno di una difesa a tre, nelle posizioni che verranno cristallizzate dal tempo e dall’acronimo BBC: Andrea Barzagli a destra, Leonardo Bonucci al centro e Giorgio Chiellini a sinistra. A schierarli così è Antonio Conte, avversario il Napoli. ___STEADY_PAYWALL___ Oggi ci sembra una scelta scontata, ma allora era esattamente il contrario. L’allenatore era arrivato alla Juventus come integralista del 4-2-4, per poi virare verso un interessante 4-3-3 su cui si pensava potesse costruire. Col Napoli però si trova a dover fronteggiare l’assenza di Marchisio e una squadra, quella di Mazzarri, che stava facendo benissimo con un 3-4-3 che vedeva in avanti Hamsik, Lavezzi e Cavani (anche se quel giorno l’uruguaiano manca, sostituito da Pandev). E allora, come scrive Fabio Barcellona nella sua Storia tattica della Juventus di Conte, «il primo esperimento di 3-5-2 nasce dalla volontà di adattamento del proprio schieramento alle caratteristiche dell’avversario». Il risultato è altalenante: la Juventus pareggia 3-3 recuperando due gol nel finale. Non un risultato da BBC, ma la storia, si sa, non è mai lineare. https://youtu.be/XxACblnPyMk Come si arriva alla BBCFacciamo un passo indietro, anzi due. Come si forma la BBC? All’equazione non aggiungo Buffon, con cui l’acronimo diventerebbe un crasso BBBC, perché mi sembra il portiere abbia una legacy più slegata dai tre compagni per cui invece, è il caso di dirlo, l’unione ha fatto la forza. Il primo ad arrivare nell’estate del 2005 (!!!) è Giorgio Chiellini, dopo una bella stagione alla Fiorentina. Oggi sembra quasi assurdo, ma Chiellini arriva come terzino sinistro, in un momento storico in cui ai terzini erano chieste funzioni molto diverse da quelle di oggi, soprattutto in Italia (due anni prima Milan e Juventus si erano affrontate in finale di Champions con quasi solo difensori centrali nella difesa a 4). Chiellini è una forza della natura, ma è grezzo e istintivo, interpreta il ruolo come se dovesse continuamente disinnescare una bomba. L’esordio in bianconero, addirittura, lo fa sostituendo Pavel Nedved come centrocampista di sinistra. Pur giovanissimo, nel 4-4-2 di Capello diventa più o meno il titolare come terzino sinistro, per poi virare verso il centro della difesa la stagione successiva, con la Juventus in B che perde praticamente tutto il suo pacchetto difensivo. L’intuizione a suo modo geniale è di Didier Deschamps (curiosamente, la prima volta succede proprio contro il Napoli), ma sembra più una necessità o una mini-bocciatura, per inserire a sinistra un terzino più di spinta come Balzaretti. Torna a sinistra l’anno successivo con Ranieri, ma dura appena qualche partita lì, tempo di vedere Andrade rompersi la rotula e Criscito finire nel dimenticatoio dopo una sciagurata partita da centrale difensivo contro Totti, tutto nella stessa partita. Da quel momento, in versioni più o meno fortunate della Juventus, Chiellini si afferma come difensore centrale in una difesa a 4 (giocherà anche un grande Europeo nel 2008). Gioca sempre sul centro-sinistra, cambiando i compagni alla sua destra: Legrottaglie, Zebina, Mellberg, Cannavaro, tutti piuttosto precari. Nell’estate del 2010 la Juventus, che intanto ha cambiato pelle con Andrea Agnelli alla presidenza e la coppia Marotta e Paratici come direttori sportivi, decide che è arrivato il momento di investire in difesa e spende oltre 15 milioni per Bonucci, che si era messo in luce a Bari in una difesa a 4 in coppia con Ranocchia (che andrà all’Inter) come difensore abilissimo nel gestire la prima fase di possesso. Con Delneri in panchina e il suo 4-4-2, Chiellini e Bonucci partono titolari in coppia al centro della difesa fin dalla prima partita, il preliminare di Europa League con lo Shamrock Rovers. In quella stagione le cose non vanno benissimo, per la Juventus in generale e per Bonucci in particolare. Escono fuori le “Bonucciate”, errori marchiani in fase difensiva che lo fanno sembrare inadatto a una grande squadra come la Juventus vorrebbe essere. Proprio per ovviare a ciò, nel mercato invernale Marotta prova a mettere una pezza al centro della difesa riportando in Italia dal Wolfsburg l’esiliato Barzagli, pagandolo appena 600mila euro. Ancora non lo sanno, ma per i tre la chiusura del cerchio sta arrivando.

Non è però immediata: Del Neri, sembra su imbeccata dello stesso Chiellini, inserisce Barzagli al centro e riporta Chiellini a sinistra. I tre giocano insieme la prima volta il 5 febbraio 2011 in una vittoria per 1 a 3 sul Cagliari, dove, per quanto strano, sia Chiellini che Barzagli metteranno a referto un assist. La stagione rimane disastrosa, quello che ne esce meglio è paradossalmente Barzagli, che pur essendo arrivato all’ultimo, per un prezzo irrisorio, sembra il più affidabile dei difensori della Juventus. Addirittura, in estate, appena arrivato Conte invita Bonucci a trovarsi un’altra sistemazione. Il difensore è a un passo dallo Zenit, ma alla fine l’affare salta e rimane in bianconero («Sono rimasto per orgoglio» dirà Bonucci anni dopo, mentre per Marotta l’offerta dei russi non era assolutamente congrua). L’inevitabilità di Barzagli, Bonucci, ChielliniCome detto nelle mani di Conte il trio si forma nel novembre del 2011, ma ci vuole ancora un po’ di tempo perché diventi una filastrocca inevitabile da leggere tutta d’un fiato in rigoroso ordine di posto e alfabetico: Barzagli-Bonucci-Chiellini. Qualche settimana dopo la partita col Napoli, in un’intervista, Bonucci aveva fatto più o meno capire che insieme agli altri due si trovava particolarmente bene: «Barzagli è stato un colpo di mercato, accanto a lui posso solo migliorare. Chiellini una sicurezza, con lui a sinistra la difesa è più coperta». Conte usa il 3-5-2 sporadicamente, a seconda dell’avversario, per poi farlo diventare il modulo principale dalla partita di ritorno col Napoli. Da quel momento arriveranno 7 vittorie e un pareggio su 8 partite, e soprattutto due soli gol subiti (di cui uno su errore di Buffon con il Lecce). Il 6 maggio, a Trieste contro il Cagliari, sarà scudetto. Dalla stagione successiva il 3-5-2 diventa il fulcro della Juventus di Conte. Se nella sua applicazione si trovano molte delle sue idee (le due punte vicine, gli esterni larghi, un possesso fatto per attirare la pressione e andare in verticale) sembra proprio che l’allenatore lo abbia disegnato intorno ai suoi tre difensori, esaltandone le caratteristiche e coprendone i difetti. Barzagli e Chiellini possono usare le loro qualità nell’anticipo forte o di marcatori asfissianti, inseguendo gli attaccanti per il campo, mentre alle loro spalle a Bonucci è chiesto più un lavoro tattico di letture difensive per coprire i movimenti degli altri due. Nelle 38 partite della stagione 2012/13 la Juventus subisce 24 gol, 12 in meno della seconda miglior difesa del campionato. In Italia la BBC diventa un rebus irrisolvibile: due difensori fortissimi nell’uno contro uno e ad aggredire gli avversari, alle loro spalle uno più cerebrale e di posizionamento a coprire il tutto (le qualità difensive di Bonucci in quegli anni verranno sempre sottostimate, forse perché messe in paragone coi due compagni di reparto, forse perché troppo forte coi piedi). Ma la loro presenza non è solo un muro a difesa della porta di Buffon. I tre, insieme a Pirlo, formano un rombo che serve a costruire e consolidare il possesso dal basso. Anche qui sta la forza di questo trio: dal centro Bonucci può far valere la capacità di pensare da centrocampista, usando la sensibilità del suo piede sia nel lancio lungo verso gli esterni o le punte, sia nei filtranti rasoterra taglialinee a saltare la prima pressione avversaria; mentre Barzagli e Chiellini, meno a loro agio col pallone, ricevendo sul piede forte possono con facilità allargare il possesso sull’esterno o, se non pressati, condurre il pallone in avanti e cercare il passaggio a una delle due punte. Insieme si completano e si migliorano a vicenda, e a cascata sul resto della squadra. Bonucci migliora come marcatore, Barzagli e Chiellini diventano più sicuri col pallone tra i piedi.

Se in Italia la BBC vola in Europa, contro squadre più a loro agio nel pressare a tutto campo e in grado di tenere ritmi più alti, si nota qualche limite. Se l’eliminazione con il Bayern Monaco è dovuta, prima di tutto, al maggior talento dei tedeschi, la stagione successiva mostra le prime crepe: la Juventus subisce appena 23 gol in 38 partite di campionato, ma ben 9 nelle sei dei gironi di Champions League mancando il passaggio agli ottavi dopo un’assurda sconfitta in una partita rimandata per neve contro il Galatasaray. È un eliminazione anche sfortunata nelle sue modalità, ma che lancia un campanello d’allarme sulle possibilità della difesa a 3 in Europa. In quella stagione Conte torna a usare il 4-3-3 nella doppia sfida con il Real Madrid, non a caso l’avversario più europeo possibile, una volta tenendo Bonucci in panchina e una volta con Chiellini squalificato. Tra le sue dichiarazioni, oltre a lasciar intendere che vuole più investimenti sul mercato, sembra suggerire che il futuro sia una rivoluzione che parta dalla difesa a 4, accantonando quindi la BBC, chissà per quale conformazione. Purtroppo, però, non lo sapremo mai con certezza: il mancato arrivo di Cuadrado (forse proprio l’uomo necessario a questo passaggio) spinge Conte alle dimissioni, lasciandoci col dubbio.La BBC con Massimiliano AllegriLa BBC è salva, almeno per poco. Quando arriva Allegri, tecnico da difesa a 4, lascia tutto così. Le certezze della Juventus sono troppo granitiche per frantumarle da subito. Ma se in campionato tutto fila liscio con il 3-5-2, in Europa la Juve stenta. Perde con Atletico Madrid e Olympiacos, e al ritorno coi greci deve vincere per non lasciare la Champions da subito. Manca però Barzagli, infortunato. Anche il primo cambio in difesa, Caceres, è assente. Secondo la Gazzetta come terzo di difesa dovrebbe giocare Lichtsteiner, ma alla lettura delle formazioni è 4-3-1-2, con Chiellini e Bonucci centrali, lo svizzero terzino sinistro e Asamoah a destra. È il momento in cui la BBC smette di esistere in quanto monade indivisibile per diventare l’unione di tre difensori molto forti. Per Allegri, infatti, «la squadra ha bisogno di cambiare» e cambiare vuol dire, tra le altre cose, mettere Barzagli in panchina, almeno nelle partite importanti. Il difensore diventa quasi un amuleto da fare entrare nel secondo tempo per ricomporre la BBC e cristallizzare il vantaggio ottenuto. Questo diventerà quasi un mantra della prima Juventus di Allegri, anche nei momenti in cui i bianconeri hanno più talento offensivo e potrebbero controllare le partite attraverso il gioco, la scelta sarà sempre conservativa. In ogni caso, in quella stagione una Juventus da difesa e ripartenze si esalterà nelle notti europee, eliminando Borussia Dortmund, Monaco e Real Madrid con prestazioni difensive gladiatorie, ben rappresentate da Chiellini col turbante in semifinale.

Purtroppo per Allegri, è una strategia che non può mettere in atto nella prima finale di Champions League della BBC. Dopo aver sfoderato prestazioni eccezionali lungo il percorso europeo, un problema al polpaccio costringe la C di Chiellini al forfait. In campo va allora Barzagli, che sarà autore di un’indecisione sul secondo gol del Barcellona, se di indecisione si può parlare quando vieni saltato in campo aperto da Lionel Messi. La stagione successiva dovrebbe essere quella del definitivo superamento della BBC e del 3-5-2, e invece diventa quella della sua rinascita. Allegri ci si affida nel momento di massima crisi, dopo una sconfitta col Sassuolo che lascia i bianconeri al 12° posto. I tre tornano insieme dal primo minuto in una difesa a tre nella partita di Champions League contro il Manchester City, ottenendo in cambio un 1-o decisivo fatto di difese estreme. Poi ricompare anche in campionato contro il Milan. Da quel momento la Juventus diventa uno schiacciasassi. Arrivano 24 vittorie in 25 partite di Serie A, una striscia quasi insensata a cui si aggiunge anche il record di imbattibilità, portato a 973 minuti senza subire gol. Un traguardo di Buffon, che però è inevitabilmente merito della capacità della BBC di annichilire gli attacchi avversari (anche se in quella striscia di partite Chiellini sarà spesso assente per infortunio).

Il salvataggio di Bonucci su Higuain nella partita del sorpasso sul Napoli sarà il simbolo di quella squadra e quella vittoria.

È in questo momento che Allegri estremizza ancora di più la sua idea di controllo del gioco senza palla. Se per vincere sono decisive le qualità in campo aperto di Pogba, Dybala e Morata, la presenza alle loro spalle della BBC è come una grande manta che avvolge e stritola ogni velleità avversaria e che, soprattutto, diventa l’identità di tutti. Sono gli anni in cui la Juventus diventa come una grande BBC, anche se magari i tre non sono tutti insieme in campo: chi scende in campo deve avere lo stesso spirito di sacrificio, lo stesso amore viscerale verso la difesa, deve essere come Barzagli, Bonucci e Chiellini.La BBC in Nazionale Negli stessi anni Barzagli, Bonucci e Chiellini colonizzano la Nazionale. All’Europeo del 2012, con Prandelli, è Chiellini a scivolare a sinistra nella difesa a quattro. I tre giocano bene, l’Italia è solida, ma le copertine sono tutte per Balotelli e Cassano, i cattivi ragazzi che ci portano in finale. Con la Spagna è una Caporetto, che Chiellini abbandona dopo 21 minuti per infortunio (il polpaccio che salta nei momenti peggiori sarà una costante per lui), non prima di essersi perso Fabregas alle spalle nel primo gol della Spagna, a dimostrare che quella di terzino non è più cosa sua.Nel 2014 sono tra i senatori in una spedizione drammatica in campo e fuori. Nella partita con l'Uruguay tornano insieme richiesti dal Paese (dopo che Prandelli aveva fatto fuori Barzagli per la difesa a 4), ma da quella partita l’unico a portarsi dietro un ricordo è Chiellini, che finisce, suo malgrado, sui giornali di tutto il mondo per essere stato morso da Suarez, l’unico che può dire che gusto ha la BBC.È nel 2016, con Conte in panchina, che Barzagli, Bonucci e Chiellini diventano davvero nazionalpopolari, smarcandosi almeno per un’estate dalla loro juventinità. Quell’Europeo per l’Italia rimarrà un’esperienza strana: un torneo finito ai quarti di finale che però è rimasto nel ricordo di tutti molto più di spedizioni anche più fortunate. Merito di una squadra coinvolgente nel suo essere povera di talento, ma ricca di spirito e dove la BBC è riuscita a far risaltare la sua anima difensiva. SoFoot in quei giorni li paragona a personaggi di Tarantino: «Sono duri, fanno falli e difendono meravigliosamente bene. Loro sono Andrea Barzagli, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini, i tre meravigliosi bastardi della Nazionale italiana». Duri, ma dal cuore tenero, come dimostrano le lacrime di Barzagli dopo l'eliminazione ai rigori contro la Germania. https://youtu.be/5YNVgwWBmgw È l'esperienza che umanizza e caratterizza i tre, accentuandone le differenze caratteriali e la vicinanza emotiva. Barzagli è quello dallo stile più classico, un marcatore che si è formato con la vecchia scuola, meno appariscente, più diretto; Chiellini è quello irruento, fisicamente insuperabile, il più forte dei tre quando si tratta di difendere contro tutto e tutti, con una durezza in campo che quasi stride con la tranquillità fuori; mentre Bonucci è quello più mentale, diciamo, che ha bisogno della sfida, di avere nemici, che esulta "sciacquandosi la bocca” e trova le motivazioni nel lavoro con un mental coach che, dice, gli ha cambiato la carriera. Lo sgabello, gli equilibri e il declinoLa stagione 2016/17 per la BBC è ancora trionfale in Italia e amara in Europa. Barzagli, Bonucci e Chiellini diventano campioni d’Italia per la sesta volta consecutiva, un record che poi ritoccheranno ancora, ma perdono un’altra finale di Champions League. Soprattutto, lungo la strada, arrivano le prime crepe. Durante una partita col Palermo Bonucci litiga con Allegri, che lo spedisce in tribuna nella partita successiva, gli ottavi di finale col Porto. È la famosa scena dello sgabello. «Già prima c'erano state altre situazioni, ma lo sgabello di Porto è stata l'ultima goccia» dirà poi Bonucci.

A questa, si dice, si aggiunge anche una lite avvenuta nell’intervallo della finale di Cardiff contro il Real Madrid, in cui pare che Bonucci abbia chiesto ad Allegri di sostituire Barzagli con Cuadrado. Per quanto poco credibile, è una storia che evidenzia un momento di frizione nella percezione della BBC sia dentro che fuori il mondo Juventus. In quella stagione, infatti, Allegri rivede in corsa la Juventus, togliendo il colombiano dal campo per alzare Dani Alves sulla trequarti campo e ritagliare per Barzagli un ruolo fluido da terzino/terzo centrale. Una mossa che non pagherà i suoi dividendi in finale e che rimarrà una grande macchia nella carriera dell’allenatore, ma anche sulla BBC che si scioglie davanti al mostro finale, il Real Madrid. 40 giorni dopo quella partita la BBC perde una B. Con una trattativa tanto rapida quanto inattesa, Bonucci passa al Milan. Il difensore sposa in pieno la nuova causa: parla di «equilibri da spostare», indossa la fascia da capitano, non manca frecciatine alla Juventus (esulta anche "sciacquandosi la bocca” dopo aver segnato proprio ai bianconeri).

La BC dura appena un anno, con il picco della vittoria a Londra contro il Tottenham, con Barzagli e Chiellini autori di alcuni salvataggio miracolosi. Nell’estate seguente infatti Bonucci torna alla Juventus, come se fosse poi impossibile dividerli. «In quel momento pensavo fosse giusto così e alla fine credo che anche quell’esperienza sia servita a far uscire il Bonucci che sono oggi» dirà del suo passaggio al Milan; per Chiellini quella di Bonucci è stata «una scelta certamente sbagliata perché fatta non in pace con se stesso, dunque non in modo lucido. [...] Avrei potuto comprendere se fosse andato al Real Madrid, ma in quel Milan? Per fortuna, il destino ha voluto che tutto tornasse in ordine». A quel punto, però, la BBC è già oltre sé stessa. Mourinho dopo una partita con lo United li incensa, ma in qualche modo evidenzia come siano già più accademia che la realtà del calcio moderno, che intanto è andato avanti. «Hanno Bonucci e Chiellini come base della squadra che dovrebbero tenere un corso universitario ad Harvard per come difendono. Sono fantastici, assolutamente fantastici». La stagione finisce per essere deludente, Barzagli passa tutto l'anno in infermeria e si ritira, Allegri viene gentilmente accompagnato alla porta. Se non è stato lui il creatore primario della BBC, è stato sicuramente fondamentale in questa storia. Con Sarri c’è un tentativo quasi disperato di mantenere intatto lo spirito inserendo Barzagli nello staff dell’allenatore, con il compito di occuparsi della difesa a cui si aggiunge De Ligt. Il difensore olandese dovrebbe rappresentare il superamento storico della BBC, poi è andata com'è andata ma non è questo il punto. L’eredità storica della BBCEppure la BBC resiste, anzi ha un ultimo scatto d'orgoglio nell’estate del 2021, nel momento forse più inatteso. Manca Barzagli, ma la vittoria degli Europei con Chiellini e Bonucci ormai vecchi ma protagonisti al centro della difesa dell’Italia di Mancini sembra in qualche modo comprenderlo, almeno in pectore. È il riscatto per le sconfitte europee, all'idea che andavano bene in Italia ma non in Europa, un trionfo culminato con una prestazione eccezionale a Wembley contro l'Inghilterra che serve a dare una dimensione europea alla loro “art of defending”, termine utilizzato per la prima volta sul Guardian da Blair Newman per parlare di Bonucci e che poi diventato un po’ un modo di raccontare il modo tutto italiano di difendere della BBC, a metà tra arte sacra dei migliori artisti del Rinascimento e la capacità tutta italiana di ingannare gli altri con l'astuzia.

Cosa resta alla fine della BBC è anche difficile da riportare su carta. Chiellini e Bonucci hanno giocato insieme 27.818 minuti, Chiellini e Barzagli 15.930, Bonucci e Barzagli 18.601. In questo tempo che sembra eterno sono arrivate molte vittorie, qualche sconfitta dolorosa, tantissime partite dominate nell'aspetto più difficile: la concentrazione, il duello, la fase difensiva. Parlare di eredità è difficile: chi potrebbe essere la BBC oggi? Il calcio è cambiato molto. Inevitabilmente loro tre hanno fatto parte di questo cambiamento (soprattutto Bonucci) e forse la qualità più sottovalutata dei tre è stata la capacità di non farsi sopraffare. Ma, forse, più di che cosa hanno lasciato, è importante quello che sono stati. Tre che sembravano stare bene insieme, a difendere e soffrire, che sono riusciti a rendere spettacolare una cosa anti-spettacolare per eccellenza. «Era come se fossimo nati per giocare insieme» ha detto Barzagli e, mi sembra, è la cosa più vera che si possa dire sulla BBC.

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