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Il bilancio della Juventus non è più florido come un tempo
30 mar 2020
30 mar 2020
Per la prima volta la Juventus potrebbe finire sotto il controllo dell'UEFA.
(articolo)
5 min
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Le conseguenze del coronavirus avranno sicuramente un impatto sui conti economici delle società di Serie A, ma ancora non è possibile fare delle stime credibili della loro entità perché sono troppe le variabili incognite in gioco. La stagione verrà portata a termine? Se sì, giocando tutte le partite? A porte chiuse o aperte? L’Uefa ammorbidirà i vincoli del Fair Play Finanziario escludendo dai conteggi le perdite impreviste causate dalla malattia o addirittura li abolirà per l’intera prossima stagione?

È notizia di pochi giorni, intanto, la riduzione degli stipendi dei calciatori della Juventus. Una misura che alleggerirà le perdite, ma che si inserisce in una situazione complessiva da tenere d’occhio dopo la pubblicazione della semestrale di bilancio. Ovviamente in attesa di capire come cambieranno gli scenari tra qualche settimana, vale la pena fare qualche considerazione.

La Juventus può finire per la prima volta sotto il controllo dell’UEFA

La situazione economica della Juventus non è più florida come un tempo. Non dipende da questioni di campo (tipo, per fare un esempio, la mancata partecipazione alla Champions League della Roma la scorsa stagione) ma da una strategia molto aggressiva dal punto di vista economico-finanziario. Se questa non produrrà in breve tempo i risultati attesi rischia di far finire anche i bianconeri nel mirino dell’Uefa.

La semestrale 2019/20 si è chiusa con un passivo di 50,3 milioni, contro l’attivo di 7,5 di quella della scorsa stagione (poi chiusa comunque con un passivo in bilancio di 40 milioni). A pesare, in questo caso, oltre al nuovo sistema di redistribuzione dei diritti televisivi di Serie A che ha inciso negativamente per circa 6,5 milioni, sono soprattutto i costi relativi al personale tesserato: stipendi aumentati di 30 milioni in un solo semestre, un po’ per il peso dei nuovi acquisti e un po’ per i “generosi” rinnovi stipulati con qualche componente della rosa; e agli ammortamenti dei calciatori, dove c'è stato un peggioramento di 11 milioni.

Foto di Vincenzo Pinto / Getty Images.

Con i dati a nostra disposizione finora la Juventus rischierebbe, in caso di eliminazione dalla Champions League e senza realizzare plusvalenze entro il 30 giugno, di chiudere la stagione in corso con un deficit altissimo, stimabile fra i 160 e i 170 milioni. Nonostante questo la società non rischia la procedura d’infrazione Uefa già nella prossima stagione, perché il regolamento le permette di inserire nel calcolo del break-even triennale gli utili realizzati nelle due stagioni precedenti (2014/15 e 2015/16), procedura che al netto dei costi virtuosi porta i bianconeri già all’interno della perdita massima prevista di 30 milioni nell’arco del quinquennio.

Questo non vuol dire che non ci si debbano aspettare importanti movimenti in uscita sul mercato anche per i bianconeri entro il 30 giugno, anche perché la società farà di tutto per riportare il passivo a un livello accettabile non solo e non tanto per i regolamenti Uefa ma soprattutto per l’immagine della solidità del club verso gli investitori esterni e gli sponsor.

I veri problemi con il Fair Play Finanziario per la Juventus potrebbero arrivare però nella prossima stagione, il 2020/21, al termine della quale il possibile passivo triennale 2018/21, anche con gli aggiustamenti del biennio precedente, difficilmente potrà essere contenuto all’interno dei 30 milioni richiesti dall’Uefa senza importanti variazioni in positivo dal punto di vista dei ricavi, dei tagli dei costi o delle plusvalenze. Da qui al 30 giugno 2021, infatti, sono circa 250 i milioni che mancano al raggiungimento dell’obiettivo, dei quali al massimo 150 potrebbero arrivare dai risultati sul campo anche in caso di doppio “triplete” (un'ipotesi non impossibile ma poco probabile, verosimilmente quindi saranno di meno i soldi che entreranno nelle casse tramite i risultati sul campo).

Tutto il resto dovrà essere recuperato sul mercato nelle prossime due sessioni (estate 2020, inverno 2021) e nell’appendice di giugno 2021. A differenza delle precedenti stagioni mostra segnali di sofferenza anche il rapporto fra il costo del personale e i ricavi esclusi plusvalenze, che al momento è attorno all’80% e ben difficilmente scenderà sotto la soglia del 70% entro fine stagione. La situazione societaria è migliore rispetto all’Indebitamento Netto e al Patrimonio Netto grazie all’aumento di capitale che ha permesso di far calare il primo (attualmente pari a 327 milioni mentre i ricavi attesi escluse plusvalenze a fine stagione saranno attorno ai 500 milioni) e aumentare il secondo (ora in attivo di circa 275 milioni), indicatori che confermano la solidità societaria ma non basterebbero per evitare una procedura d’infrazione Uefa con ricorso al Settlement Agreement se nei prossimi 15 mesi il club non riuscisse a rientrare nel parametro del break-even.

Così, la Juventus ha davanti a sé due strade: la prima è fare di tutto per rimanere all’interno dei parametri, mai sforati dai bianconeri da quando il FPF è entrato in vigore, anche a costo di qualche sacrificio sul mercato che potrebbe tradursi nella cessione di almeno un giocatore dal costo elevato (e conseguente elevata plusvalenza da incassare) a stagione; la seconda è confermare tutti i propri giocatori più quotati con l’obiettivo di conquistare la Champions League nell’arco di tempo in cui Cristiano Ronaldo farà parte della rosa e accettare l’ipotesi di dover concordare un Settlement Agreement con l’Uefa nel corso della stagione 2021/22.

A complicare ancor di più qualsiasi previsione è ancora una volta la variabile impazzita del coronavirus, che rischia di incidere pesantemente sui conti societari proprio in un periodo in cui il focus principale del club era quello di ricercare ogni strada per aumentare i ricavi. Paradossalmente però il “lockdown” delle attività sportive potrebbe paradossalmente rappresentare invece un’ancora di salvezza se l’Uefa decidesse di accantonare temporaneamente il Financial Fair Play, proprio nell’arco temporale in cui il piano espansivo della dirigenza bianconera è chiamato ad affrontare le maggiori perdite di bilancio.

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