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Foto di Valer Hache / AFP via Getty Images
Ligue 1 Emanuele Atturo 13 maggio 2020 3'

Giovani difensori: Benoit Badiashile

Il 19enne del Monaco è tra i difensori più interessanti della ricca scuola francese.

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Questo articolo è uscito originariamente in inglese per il blog di Wyscout. Lo trovate a questo link.

 

Benoit Badiashile ha 19 anni ma già quasi 50 presenze con la maglia del Monaco. Quando ha esordito non era ancora maggiorenne: è stato Thierry Henry a portarlo in prima squadra, e non c’era niente di strano. Il corpo di Badiashile era già formato per primeggiare ai massimi livelli. Alto un metro e 94, gambe possenti, progressione notevole, solidissimo nei corpo a corpo.

 

Le sue doti fisiche erano il segno più evidente della sua predestinazione. Oltre alla classica trafila per tutte le nazionali giovanili. È naturale che si parli di Badiashile come di uno dei migliori giovani difensori del calcio mondiale, ma questo quanto meno stride con la quantità di problemi avuti finora in Ligue 1. Al suo esordio, a novembre del 2018, il Monaco ha perso 4-0 e Cavani, che transitava nella sua zona, ha realizzato una tripletta: non il più morbido dei battesimi ad alti livelli. Da quel giorno Badiashile ha cominciato ad accumulare errori con una buona regolarità. L’ultimo è arrivato contro il Lille, a febbraio, quando ha sbagliato un comodo retropassaggio mandando in porta Loic Remy. Nello stesso periodo, contro il Bordeaux, gli è capitato di eccedere nella ricerca dell’uscita pulita del pallone, sbagliando un passaggio e mandando in porta gli avversari. Entrambi il riflesso dei suoi problemi oggi.

 

Nonostante tutto, però, Jardim ha continuato a insistere su di lui. Non è sempre titolare, Marigal e Glik hanno entrambi giocato più di lui, ma ha già 16 presenze stagionali in Ligue 1. Quando non commette errori, a dire il vero, Badiashile trasmette la sicurezza dei grandi difensori. Gioca sempre a testa alta, è aggressivo negli anticipi ma mai troppo esuberante – meno di altri giovani difensori francesi come Konaté o Simakan. Ha una distribuzione del gioco lucida e di buona qualità col suo mancino. Sul suo profilo Instagram, finora, ha solo due foto; in una c’è una sua citazione che dice: «Sono molto sicuro dei miei mezzi». Poi, ogni tanto, perde la concentrazione. La sua rilassatezza, a tratti, sconfina nella disattenzione, che è proprio ciò che non dovrebbe mai succedere a un difensore centrale.

 

Oggi quello mentale sembra il limite maggiore di Badiashile: non un limite da poco, ma in prospettiva può essere compensato dalle sue doti complessive. Nel Monaco è abituato a giocare in una linea difensiva alta, con tanto campo alle spalle; cerca sempre l’anticipo, e le sue letture sono quasi sempre tempestive. La sua ricerca dell’anticipo forse è una necessità: quando l’attaccante riesce a girarsi può andare in difficoltà nell’uno contro uno. Quando riesce a prendere contatto con gli avversari si creano dei problemi se non riesce a vincere il duello. Contro il Lille, Ikoné riusciva a sfilarsi dalla sua marcatura e, ricevendo sul lato e con tanto campo davanti, lo ha spesso fatto impazzire (ma stiamo comunque parlando di uno dei migliori dribblatori in Europa). Anche in quella situazione sembra esserci un problema di concentrazione e di intensità mentale.

 

All’inizio della sua esperienza in prima squadra, questi problemi erano compensati dal fatto che giocasse in una difesa a 3, dove era più libero di esprimere le sue doti. Nell’anticipo e nel gioco aereo Badiashile ha già un livello molto alto (vince il 65% dei suoi duelli aerei), così come nel gioco con la palla.

 

È il giocatore della rosa del Monaco che tocca più palloni ogni 90 minuti, quando è in campo l’azione parte dal suo sinistro. Non ha la sensibilità di un centrocampista, come per esempio Kamara dell’Olympique Marsiglia, ma raramente sbaglia la scelta nella distribuzione, alternando bene gioco corto e lungo. È il quinto centrale della Ligue 1 per passaggi progressivi.

 
Distribuzione-Badiashile
 

In autunno si parlava dell’interesse per lui dei migliori club europei e forse per questo il Monaco a dicembre gli ha rinnovato il contratto fino al 2024. Di recente si è continuato a parlare dell’attenzione del Napoli, che lo avrebbe individuato come possibile sostituto di Koulibaly. Oggi Badiashile ancora paga un’inesperienza e dei cali di concentrazione difficilmente accettabili nel suo ruolo, ma al contempo ha tutte le qualità che si richiedono, in potenza, a un difensore contemporaneo. La sua discontinuità è il frutto di questa doppiezza: ci sono partite in cui sembra dominare la linea difensiva, con e senza palla; altre in cui sembra in balia degli attaccanti avversari. Il Monaco, però, gli ha già dimostrato grande fiducia, e oggi sembra il miglior contesto possibile per levigare pazientemente il suo gioco.

Tags : benoit badiashileMonaco

Emanuele Atturo è nato a Roma (1988). Laureato in Semiotica, è caporedattore de l'Ultimo Uomo. Ha scritto "Roger Federer è esistito davvero" (66thand2nd, 2021).

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