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→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
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Il bello dell'Europa League 2019 vol. 2
05 ott 2018
05 ott 2018
Le cose più interessanti successe nella nostra coppa preferita.
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La formula di questo torneo è semplice e vincente: fai giocare 48 squadre in contemporanea spargendole negli angoli più remoti del continente e avrai 4 ore consecutive di gol senza soluzione di continuità.

 

Ieri i gol sono stati 79 e anche con la trasmissione simultanea si faceva fatica a starci dietro, ma per un minuto il tempo si è letteralmente fermato e la convulsa alternanza tra i campi ha lasciato il posto a un momento di travolgente bellezza.

 

Lo Celso e Paredes sono due giocatori che ci hanno fatto

, due dei migliori eredi della tradizione degli

argentini. Nelle grandi squadre hanno incontrato più di una difficoltà e non si sono ritagliati spazio con continuità, adesso però sono sono i leader tecnici di Betis e Zenit (due nomi che a leggerli l’uno dopo l’altro troppe volte di seguito quasi si confondono: viene fuori una cosa come

) ed entrambi giocano la coppa più bella del mondo, facendo cose bellissime simultaneamente. Non può essere un caso.

 

La diagonale che collega Siviglia e San Pietroburgo è lunga 4500 chilometri e taglia di traverso tutta l’Europa. Intorno all’80’ di gioco la regia internazionale ha dovuto percorrerla da parte a parte nel giro di pochi secondi, mossa proprio da due manifestazioni della loro classe relegata alla periferia dell’impero.

 

https://twitter.com/MartinDaSanchez/status/1047937873234866177

 

È affascinante immaginare le due azioni svolgersi esattamente in contemporanea, con i due che ricevono il pallone quasi nello stesso punto poco dopo la linea di centrocampo e, dopo una rapida progressione, servono con un diagonale profondo un compagno. Le due azioni sembrano specchiarsi l’una nell’altra: Paredes gioca il suo filtrante da sinistra verso destra, Lo Celso da destra verso sinistra. Solo che poi Paredes non deve far altro che guardare Kokorin bucare la difesa dello Slavia e andare in gol per conto suo, segnando il gol vittoria; mentre la palla di Lo Celso è leggermente lunga e deve andare lui stesso in area di rigore a riprendersi il pallone per concludere, segnando il gol del 3-0 dopo un delizioso controllo orientato di tacco e un esterno delicatissimo.

 

¡Que viva l’Europa League!

 



Ricardo Rodriguez arriva da un’annata quanto meno altalenante. In questa stagione è chiamato a dare delle risposte a Gattuso, anche perché alle sue spalle scalpita Laxalt, preso negli ultimi giorni di mercato.

 

Ieri sera contro l’Olympiacos il terzino svizzero ha fornito una prestazione solida. In fase difensiva si è impegnato egregiamente contro un avversario, Fetfatzidis, magari un po’ in disgrazia ma che aveva tutte le carte in regola per metterlo in difficoltà con il suo fisico minuto e agile. Rodriguez invece si è dimostrato attento e concentrato in ogni occasione chiudendo la sua partita difensiva con 5 contrasti, un intercetto e una spazzata.

 

https://twitter.com/SkySport/status/1047974544424808448

 

In fase di impostazione ha dato spesso uno sbocco sicuro anche grazie alla sua pulizia tecnica (30 passaggi arrivati a destinazione su 36), contribuendo anche con 2 dribbling, 3 cross e 2 passaggi chiave. Uno di questi è stato l’assist per Cutrone, un piccolo gioiello balistico, che poi è il tipo di soluzioni che il Milan si aspetta da un giocatore con un piede sinistro così sensibile.

 

A Gattuso servono tutte le conferme possibili, in una stagione che si preannuncia lunga e logorante, sia mentalmente che fisicamente. Ricardo Rodriguez sembra pronto a rispondere sul campo.

 



 

https://twitter.com/guardian_sport/status/1048155164354510849

 

Va detto però che la foto è più bella dell’azione stessa. Bruma riceva sulla fascia destra, Mike Jensen arriva dal centro e gli si piazza davanti impedendogli il passaggio in orizzontale, ma lascia libero il corridoio lungolinea di cui Bruma, fermo anche lui col corpo parallelo alla riga laterale, sembra ignorare. C’è un breve istante in cui i due sono l’uno di fronte all’altro come due bambini che giocano a ruba bandiera - non la modalità di Fortnite, ma

in cui due squadre in fila l’una davanti all’altra aspettano che venga chiamato un numero, il numero corrisponde ai corridori che devono precipitarsi verso la persona che tiene il fazzoletto in mano, la bandiera appunto, che devono prendere e tornare al posto senza toccarla: se i corridori arrivano insieme si crea spesso uno stallo perché nessuno dei due vuole prenderla solo per farsi eliminare subito dopo, ma si cerca di sorprendere l’avversario.

 

Appunto Bruma sorprende Jensen, che è messo troppo male con il corpo per anche solo pensare di corrergli dietro. Ma, ecco, dalla foto sembra che Bruma gli abbia fatto passare la palla sotto le gambe o lo abbia pietrificato sul posto come Medusa con un numero d’alta scuola, invece si è solo allungato la palla con l’esterno lì dove Jensen non poteva correre. Quindi la faccia di Jensen è più quella di una persona che si rende conto improvvisamente di non aver pensato a qualcosa di ovvio che però avrà ripercussioni troppo grandi per essere ignorato. Una persona che ha messo la benzina super nella sua macchina che va a diesel. Una persona che ha dimenticato le chiavi di casa nella casa al mare e se ne rende conto dopo aver guidato otto ore e aver scaricato i bagagli davanti alla porta di casa.

 



Ieri sera l’atmosfera alla Commerzbank-Arena era incredibile. Simone Inzaghi e i giocatori hanno più volte rimarcato come fosse difficile giocare in uno stadio tanto caldo, ma tra coreografia e tifo quello che rimarrà davvero impresso ai giocatori della Lazio è questa musichetta suonata a tutto spiano dopo ogni gol dell’Eintracht.

 



 

Potete sentire la musica in questione nella sua interezza qui sotto, tenendo presente che viene sparata a tutto volume dopo ogni gol. E che la Lazio ieri ha subito 4 gol (4-1 è stato il punteggio finale dopo il momentaneo pareggio di Parolo).

 

Qui c’è la canzoncina intera, se volete usarla anche per i vostri gol quando giocate a calcetto.

 

https://www.youtube.com/watch?v=c3L5CGIOg9o

 

Non è questo il luogo dove dilungarsi sul tema “canzoni celebrative dopo i gol”, a quanto pare un’usanza tipica e variegata

(come nell’hockey su ghiaccio) ma per dovere di cronaca, dopo una faticosa ricerca (persino Shazam ci aveva portato fuori strada segnalandoci un musicista olandese che suona Strauss) siamo felici di potervi dire che si tratta di un pezzetto tratto dall’ouverture dell’operetta datata 1866 chiamata

, scritta del compositore Franz von Suppe (Francesco Ezechiele Ermenegildo Cavaliere di Suppé-Demelli, conosciuto fuori dalla Germania come Francesco Suppé-Demelli), nato a Spalato quando era parte dell’impero austriaco.

 

Come vedete, in una normale giornata di Europa League si può passare da una brutta partita giocata fuori casa con un gol preso su calcio d’angolo dopo due minuti a un interessante approfondimento della propria cultura di musica classica.

 

https://youtu.be/aF5nhMIyeqI?t=141

 



E lo ha fatto per sbaglio, con la pancia.

 



 

https://twitter.com/EiFuFaceto/status/1047895716411183104

 

“Europa League! Europa League! Questo è il bello dell’Europa League capito??!!”.

 

“Non credo tu possa spingere la sfera in porta quando parti oltre la linea tracciata dall’ultimo difensore avversario, capisci quello che intendo dirti Samuel!? Non fare caso al fatto che te lo stia urlando come un pazzo!”.

 

“Scaricami l’ultima di BoJack Horseman sbrigati! Devo rivedere una battuta sagace che mi piace tantissimo!”.

 

“Galileo! Galileo! Galileo! Figaro… e che cavolo!”.

 



Solo nella giornata di ieri sono stati segnati 79 gol, 78 in più di quelli segnati dal Frosinone quest’anno. Se questo numero può sembrarvi ridicolo dovreste sapere che 10 di questi sono stati segnati dopo il novantesimo. Ovvero che quasi il 13% dei gol segnato in questo turno è arrivato in un periodo di tempo dedicato di solito alla melina e ai giocatori che vanno verso la bandierina. Eccoli in ordine di pathos, come in un film di Villeneuve.

 



 

Paradossalmente un gol che uccide un pathos durato meno di 60 secondi.

 



 

Da Costa infierisce sul cadavere di una squadra già morta e ridotta in 9 uomini.

 



 

Una partita giocata alle quattro del pomeriggio, così oscura da non interessare neanche noi.

 



 

Gol utile solo per vedere un’altro poco Steven Gerrard esultare.

 



 

Gol utile solo a farmi quasi pentire di aver già scritto dell’Apollon Limassol come squadra Europa League.

 



 

Nessun tempo di recupero è troppo corto per vedere un sogno socialista vacillare.

 



 

Un gol bello e importante che affossa la campagna del Bordeaux a favore dei carnefici dell’Atalanta.

 



 

Nessun tempo di recupero è troppo corto per vedere un sogno socialista crollare.

 



 

Quando a Marsiglia pensavano che era tempo per aprire di nuovo un buon Pastis, l’Apollon si è ricordato che nessuno vince in terra di Cipro, almeno nei gironi di Europa League.

 



 

In un minuto che spesso non esiste, Santi Cazorla segna l’ultimo gol di una notte lunghissima.

 





Nel momento più crudele della serata, Loris Karius aveva di fronte a sé Rosenberg che gli si avvicinava per battere il rigore, e alle sue spalle i tifosi del Malmö che gli urlavano a ripetizione: «Champions league final! Champions league final!». La cosa peggiore di questo grande esercizio di sadismo è che non richiedesse alcuno sforzo creativo, non era neanche un coro, solo una password per risvegliargli i fantasmi di quella notte.

 

Anche Rosenberg ha calciato il rigore senza sforzo, centrale a mezza altezza, con quella sicurezza che ormai Karius trasmette sottopelle a calciatori e tifosi avversari, che è esattamente l’effetto contrario a quello che fanno i grandi portieri. Qualche minuto prima, Karius era stato beffato da un cross del terzino destro Vindheim, che dopo una deviazione aveva assunto una traiettoria difficile da pronosticare.

 

In una scala da uno a Goicoechea sul cross di Avelar, quello di Karius non è un errore gravissimo, perché la palla si infila proprio nello spazio tra la traversa e le sue mani, ma è molto goffo il tentativo di intervento, il salto verticale dall’incerta coordinazione per smanacciare il pallone, che si conclude con un liscio e uno sconsolato atterraggio mentre lo stadio esplode.

 

A questo punto è doveroso sottolineare come in Turchia fossero tutti entusiasti di Karius

, e come l’allenatore Gunes non abbia citato l’episodio in conferenza stampa, assumendosi tutte le responsabilità della sconfitta. Il sadismo degli svedesi non spezzerà il sogno di un’Europa unita, né quello di una carriera normale per il portiere tedesco.

 



Ieri, tra le altre cose, è stata la prima volta dello Stadio Vorskla, lo stadio - come avrete intuito - del Vorskla. Se per tutta la serata di ieri vi siete chiesti come sarebbe guardare una partita lì, vi veniamo incontro: ecco le migliori recensioni che si trovano su Google dello stadio (noi siamo sempre e comunque per l’andare, soprattutto se si tratta di Europa League).

 

https://youtu.be/WbPe1WYHhjw

 



 

Денис Перетяка - 5 stelle

 

Un ottimo posto per guardare eventi sportivi, concerti e altri eventi. Stalin può ospitare un gran numero di visitatori. Ci sono casinò dello stadio che vendono i biglietti per le partite di calcio. La bellissima infrastruttura è uno spogliatoio. Puoi portare birra e bevande non alcoliche in un contenitore aperto di plastica allo stadio. C'è un ristorante dove puoi fare uno spuntino e divertirti con un gruppo di amici e colleghi. Nelle vicinanze si trova il negozio di marca Vorskla e la scuola di sport e sala tridente.

 



 

Evgen Yatcenko - 5 stelle

 

Istituto eccellente, croissant deliziosi, buon caffè, frullati di latte in media. I prezzi sono adeguati.

 



 

Kasper Kiev - 1 stella

 

(Tradotto da Google) Grazie al nuovo sindaco per il disco rotto alle 3 del mattino in inverno sul fiume Vorskla lezione di 9 ore alla ricerca di argon per gli evacuatori sulla neve bagnata alla caviglia in cerca di argon, carro attrezzi, cambio gomme sulla neve bagnata sulle caviglie della strada il migliore del mondo!

 



 









 

Arrivato in prestito dal Lorient, Innocent Emeghara ha messo a ferro e fuoco la Serie A per 2 mesi con la maglia del Siena. 17 presenze e 7 reti, di cui dovreste ricordare almeno quella segnata contro l’Inter in una vittoria per 3 a 1 o i due alla Lazio.

 



 

In quei giorni Innocent sembrava un flagello di Dio, un numero 9 (pur indossando la 10) rapido e sgraziato pronto per palcoscenici importanti. I tifosi del Siena lo avevano ribattezzato

dato il suo passaporto rossocrociato.

 

In estate però non riesce a fare il salto: lo prende in prestito il Livorno desideroso di fare una buona stagione al ritorno nella massima serie. Cosa che non accade, dato che la squadra finisce ultima con appena 25 punti. La magia di Emeghara si spegne presto e a fine stagione i gol saranno solo 4 (pur con 7 assist).

 

Da quel momento inizia la strana parabola di Emeghara: torna a Siena, ma la squadra fallisce, e allora non trova di meglio che accasarsi una prima volta al Qarabag. In Azerbaigian rimane appena qualche mese: a gennaio Innocent si reca a Dubai cercando di strappare un contratto con l’Amburgo che si trova negli Emirati per il ritiro invernale. Purtroppo però i tedeschi non credono in lui e nella sua capacità di svoltare le seconde parti della stagione.

 

A Emeghara non resta che fare una cosa: andarsene negli USA a segnare caterve di gol con i San José Heartquake. In due stagioni segna un gol e allora riparte l’

: destinazione la città di Aradippou, Cipro. Qui passa un altro anno, sufficiente a ricordargli che è il momento di ripartire per chiudere il cerchio.

 

Emeghara è tornato al Qarabag giusto in tempo per allietare i nostri giovedì sera come una madeleine proustiana. In attesa del ri-ritorno al Siena, l’Europa League è anche il profilo imbolsito di uno che credevamo potesse regnare in Serie A.

 



La partita della Lazio non è andata bene, ma a margine c’è stata la possibilità di trovarsi in campo per due giocatori che hanno affrontato la stessa malattia. Acerbi e Russ hanno superato un tumore al testicolo riuscendo a tornare a giocare ad alti livelli.

 

A fine partita i due si sono scambiati la maglia.

 



 

Sempre ieri sera Santi Cazorla è tornato a segnare, dopo due anni e 11 operazioni che gli hanno fatto rischiare di perdere il piede. E Cazorla ha segnato in grande stile, siglando il definitivo 3-3 in una partita bellissima contro lo Spartak Mosca. L’Europa League è la coppa che restaura la nostra fiducia nel mondo.

 

https://twitter.com/EuropaLeague/status/1047960310412431361

 



 



 

Da usare d’inverno, come pigiama. 6 cose notevoli di questa maglia:

 



 



 

https://twitter.com/EuropaLeague/status/1047970383306088448

 



 

Michael Jackson

 

Quanto è seccante quando stai facendo le tue cose tutto tranquillo e improvvisamente il mondo intorno a te diventa un musical. È accaduto ieri a quattro giocatori del Qarabağ che si sono improvvisamente trovati in mezzo a una coreografia di Thriller. Il centrocampista nigeriano dell’Arsenal Alex Iwobi ha cominciato a piroettare e a dimenarsi dietro il pallone per poi concludere con un mini tip-tap + tacco-tunnel a liberarsi sul fondo. Resto convinto che gli attaccanti non sono andati a staccare di testa perché troppo impegnati a tenere il tempo schioccando le dita come fanno nei film.

 





 



 

Oggi le rovine del castello di Limassol sembrano quasi sparire tra i caffè e i ristoranti per turisti che riempiono la città, ma è qui - nella Cappella di San Giorgio - che il 12 maggio 1191 Riccardo Cuor di Leone sposò Berengaria di Navarra con una cerimonia che Jean Flori nel suo capolavoro

definì in “pompa magna”. Riccardo aveva appena conquistato l’isola a spese del malvagio Isacco Comneno. Isola che vendette ai templari per 100.000 besant saraceni.

 



 

Situata sulla costa meridionale dell’isola di Cipro, nella parte più interna della baia di Akrotíri, Limassol si srotola su 15 chilometri di costa, lungo la quale sorgono hotel e complessi residenziali che chiosano quelli di Miami e che si alternano a boschetti di eucalipti. Seconda città di Cipro per estensione, è considerata una città all’avanguardia per la vita notturna e il divertimento.

 

Quest’estate sono iniziati i lavori per il

che diventerà il resort-casinò più grande d’Europa ed è questo il tipo di divertimento che vi aspetta qui. Limassol è anche famosa per il suo carnevale, che dura dieci giorni e inizia con la parata del Re Carnevale, e per il festival del vino dove è possibile ammirare

.

 

L’Apollon Limassol è stato fondato nel febbraio del 1954 con la denominazione di Athlītikos Podosfairikos Omilos Apollōn Lemesou. Lo stemma presenta al centro una rappresentazione classica di Apollo che suona la lira (una scelta molto probabilmente dovuta alla presenza di un antico tempio dedicato al dio greco nell’antica e vicina città di Kourion), mentre il nome della squadra è scritto nell’unico carattere ellenico esistente, quello usato da tutti i ristoranti greci del mondo.

 

La società comprende anche una squadra di basket, una di pallavolo e una di calcio femminile, ma è con la squadra di calcio che è riuscita a far conoscere il suo nome fuori dall’isola. Nella Coppa delle Coppe del 1982-83 riuscì a bloccare sul pari in casa il ben più quotato Barcellona, perdendo però per 8 a 0 al ritorno.

 

Negli ultimi 5 anni la squadra è arrivata per quattro volte terza e una volta seconda nel massimo campionato cipriota cannibalizzato dall’APOEL di Nicosia, ma nello stesso periodo ha vinto 3 volte la coppa di Cipro e due volte la Supercoppa. Oltre che per le sue sgangherate partecipazioni in Europa League, l’Apollon si segnala per il possesso dei diritti economici di calciatori mai passati da lì e smistati in giro per l’Europa, un TPO in salsa zatziki ben documentato da Football Leaks e che ha visto coinvolto anche Maksimovic.

 

Sul loro sito è possibile comprare un set di matite colorate per soli 3 euro.

 



 

https://youtu.be/cXPw5YCbhJI

 

Dopo il gol del 2 a 1 del Copenhagen sul Bordeaux, arrivato grazie a una bella combinazione tra Falk e Skow, il capitano della squadra danese è stato espulso per aver esultato troppo. Nell’eccitazione del momento Zeca si è arrampicato sulle ringhiere che lo dividevano dallo sparuto gruppo di tifosi per ricevere i loro abbraccio.

 

In una competizione in cui ancora riverbera il calcio di Evra a un tifoso, ci sembra un errore punire l’estremo atto di amore verso una tifoseria che il giovedì sera si è accollata una trasferta in un posto chiamato come un vino.

 



Ha detto Theodor Adorno che “la libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta”. L’Europa League è proprio questo: sottrarsi alla scelta prescritta delle competizioni organizzate con senso logico per far espellere Cristiano Ronaldo. Proprio per non scegliere, il quiz di questa settimana vi costringerà a scegliere (che poi è un po’ il senso dei quiz). Di seguito trovate 5 squadre di questa edizione a cui è abbinato un nome. Sta a voi indovinare se si tratta di un giocatore di quella squadra o del sindaco della città.

 



 

P.s: Se controllate su Google, vi mandiamo a casa Aduriz a colpire di testa tutte le vostre lampadine.

 

 



 


 



 



 



 

Risposte:

 

1) a: Dan Biancalana è il sindaco della piccola Dudelange dal dicembre del 2014. Criminologo e membro del partito LSAP, Biancalana è di chiare origini italiane.

 

2) b: Vlastimil Hruby è il portiere del FK Jablonec dal 2014, con questa maglia ha giocato 125 partite, subendo 121 gol. Nel tempo libero è un simpatico roscio hipster.

 



 

3) b: Onur Ayik è un centrocampista offensivo in forza al Akhisar Belediyespor. Tedesco naturalizzato turco, Ayik ha al suo attivo 2 presenza in Bundesliga con la maglia del Werder Brema.

 

4) Domanda a trabocchetto: pur giocando a Baku le proprie partite di Europa League - di cui Eldar Azizov è sindaco - Qarabag ha sede nella città di Ağdam, che - mi si perdoni la ripetizione - è di fatto una città de facto. La città non esiste più e, dati i suoi precedenti abitanti ammontanti a 60.000, si può considerare la maggiore città fantasma del mondo.

 

5) a: Cser-Palkovics András è il sindaco di Székesfehérvár dal 2010. È del partito di Orban, Fidelitas, e in alcune foto potrebbe sembrare un Francesco Boccia che non ha mai preso il sole.

 



 

https://twitter.com/MatchTV/status/1047956471714131968

 









 

Qui siamo davanti a un frullato di proteine Europa League super concentrate. Un gol che contiene in sé almeno 100 storie diverse: la bomba su punizione di un ecuadoregno triste, la respinta goffa di pugni di un portiere ceco, la sponda di testa di uno svedese altero, la rovesciata sbilenca di un georgiano col numero 70 e, ultima ma non ultima, l’esultanza di un miliardario russo, Sergey Galitsky, padre e padrone del Krasnodar.

 

Fino a ieri Tornike Okriashvili aveva una carriera piuttosto misera, basti pensare che in Europa League aveva giocato appena 5 minuti con la maglia del Chernomorets Odessa (comunque un buon modo di spendere 5 minuti). Il suo gol è arrivato 4 minuti dopo il suo ingresso in campo. Come se non bastasse, la sua rovesciata è arrivata al minuto 88 ed è servita a battere il Siviglia, il nemico numero uno dell'Europa League degli altri.

 
 

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