La coppa dell’amore
La formula di questo torneo è semplice e vincente: fai giocare 48 squadre in contemporanea spargendole negli angoli più remoti del continente e avrai 4 ore consecutive di gol senza soluzione di continuità.
Ieri i gol sono stati 79 e anche con la trasmissione simultanea si faceva fatica a starci dietro, ma per un minuto il tempo si è letteralmente fermato e la convulsa alternanza tra i campi ha lasciato il posto a un momento di travolgente bellezza.
Lo Celso e Paredes sono due giocatori che ci hanno fatto innamorare al primo sguardo, due dei migliori eredi della tradizione degli enganche argentini. Nelle grandi squadre hanno incontrato più di una difficoltà e non si sono ritagliati spazio con continuità, adesso però sono sono i leader tecnici di Betis e Zenit (due nomi che a leggerli l’uno dopo l’altro troppe volte di seguito quasi si confondono: viene fuori una cosa come Benit Zetis) ed entrambi giocano la coppa più bella del mondo, facendo cose bellissime simultaneamente. Non può essere un caso.
La diagonale che collega Siviglia e San Pietroburgo è lunga 4500 chilometri e taglia di traverso tutta l’Europa. Intorno all’80’ di gioco la regia internazionale ha dovuto percorrerla da parte a parte nel giro di pochi secondi, mossa proprio da due manifestazioni della loro classe relegata alla periferia dell’impero.
Goles argentinos en la #EuropaLeague. Doblete de Lucas #Alario en la victoria del #Bayer04 y golazo de Giovani #LoCelso en el 3-0 del #Betis. pic.twitter.com/sSUC7dqpFd
— Martin Daniel Sanchez (@MartinDaSanchez) October 4, 2018
È affascinante immaginare le due azioni svolgersi esattamente in contemporanea, con i due che ricevono il pallone quasi nello stesso punto poco dopo la linea di centrocampo e, dopo una rapida progressione, servono con un diagonale profondo un compagno. Le due azioni sembrano specchiarsi l’una nell’altra: Paredes gioca il suo filtrante da sinistra verso destra, Lo Celso da destra verso sinistra. Solo che poi Paredes non deve far altro che guardare Kokorin bucare la difesa dello Slavia e andare in gol per conto suo, segnando il gol vittoria; mentre la palla di Lo Celso è leggermente lunga e deve andare lui stesso in area di rigore a riprendersi il pallone per concludere, segnando il gol del 3-0 dopo un delizioso controllo orientato di tacco e un esterno delicatissimo.
¡Que viva l’Europa League!
L’ottima partita di Ricardo Rodriguez
Ricardo Rodriguez arriva da un’annata quanto meno altalenante. In questa stagione è chiamato a dare delle risposte a Gattuso, anche perché alle sue spalle scalpita Laxalt, preso negli ultimi giorni di mercato.
Ieri sera contro l’Olympiacos il terzino svizzero ha fornito una prestazione solida. In fase difensiva si è impegnato egregiamente contro un avversario, Fetfatzidis, magari un po’ in disgrazia ma che aveva tutte le carte in regola per metterlo in difficoltà con il suo fisico minuto e agile. Rodriguez invece si è dimostrato attento e concentrato in ogni occasione chiudendo la sua partita difensiva con 5 contrasti, un intercetto e una spazzata.
⚽⚽ #Cutrone
⚽ #Higuain
✅ I due attaccanti ribaltano l'#Olympiacos#SkyEL pic.twitter.com/b9NywWbtVo— Sky Sport (@SkySport) October 4, 2018
In fase di impostazione ha dato spesso uno sbocco sicuro anche grazie alla sua pulizia tecnica (30 passaggi arrivati a destinazione su 36), contribuendo anche con 2 dribbling, 3 cross e 2 passaggi chiave. Uno di questi è stato l’assist per Cutrone, un piccolo gioiello balistico, che poi è il tipo di soluzioni che il Milan si aspetta da un giocatore con un piede sinistro così sensibile.
A Gattuso servono tutte le conferme possibili, in una stagione che si preannuncia lunga e logorante, sia mentalmente che fisicamente. Ricardo Rodriguez sembra pronto a rispondere sul campo.
La foto della settimana (del Guardian ma siamo d’accordo anche noi)
Sport picture of the day: Bruma sweeps past Rosenborg for RB Leipzig https://t.co/AdGS3RyYoU (Photo: EPA) pic.twitter.com/HO0JXlgcPE
— Guardian sport (@guardian_sport) October 5, 2018
Va detto però che la foto è più bella dell’azione stessa. Bruma riceva sulla fascia destra, Mike Jensen arriva dal centro e gli si piazza davanti impedendogli il passaggio in orizzontale, ma lascia libero il corridoio lungolinea di cui Bruma, fermo anche lui col corpo parallelo alla riga laterale, sembra ignorare. C’è un breve istante in cui i due sono l’uno di fronte all’altro come due bambini che giocano a ruba bandiera – non la modalità di Fortnite, ma quel gioco ormai antico in cui due squadre in fila l’una davanti all’altra aspettano che venga chiamato un numero, il numero corrisponde ai corridori che devono precipitarsi verso la persona che tiene il fazzoletto in mano, la bandiera appunto, che devono prendere e tornare al posto senza toccarla: se i corridori arrivano insieme si crea spesso uno stallo perché nessuno dei due vuole prenderla solo per farsi eliminare subito dopo, ma si cerca di sorprendere l’avversario.
Appunto Bruma sorprende Jensen, che è messo troppo male con il corpo per anche solo pensare di corrergli dietro. Ma, ecco, dalla foto sembra che Bruma gli abbia fatto passare la palla sotto le gambe o lo abbia pietrificato sul posto come Medusa con un numero d’alta scuola, invece si è solo allungato la palla con l’esterno lì dove Jensen non poteva correre. Quindi la faccia di Jensen è più quella di una persona che si rende conto improvvisamente di non aver pensato a qualcosa di ovvio che però avrà ripercussioni troppo grandi per essere ignorato. Una persona che ha messo la benzina super nella sua macchina che va a diesel. Una persona che ha dimenticato le chiavi di casa nella casa al mare e se ne rende conto dopo aver guidato otto ore e aver scaricato i bagagli davanti alla porta di casa.
Ecco invece un suono che fa male ai giocatori della Lazio
Ieri sera l’atmosfera alla Commerzbank-Arena era incredibile. Simone Inzaghi e i giocatori hanno più volte rimarcato come fosse difficile giocare in uno stadio tanto caldo, ma tra coreografia e tifo quello che rimarrà davvero impresso ai giocatori della Lazio è questa musichetta suonata a tutto spiano dopo ogni gol dell’Eintracht.
Potete sentire la musica in questione nella sua interezza qui sotto, tenendo presente che viene sparata a tutto volume dopo ogni gol. E che la Lazio ieri ha subito 4 gol (4-1 è stato il punteggio finale dopo il momentaneo pareggio di Parolo).
Qui c’è la canzoncina intera, se volete usarla anche per i vostri gol quando giocate a calcetto.
Non è questo il luogo dove dilungarsi sul tema “canzoni celebrative dopo i gol”, a quanto pare un’usanza tipica e variegata in Germania (come nell’hockey su ghiaccio) ma per dovere di cronaca, dopo una faticosa ricerca (persino Shazam ci aveva portato fuori strada segnalandoci un musicista olandese che suona Strauss) siamo felici di potervi dire che si tratta di un pezzetto tratto dall’ouverture dell’operetta datata 1866 chiamata Light Cavalry, scritta del compositore Franz von Suppe (Francesco Ezechiele Ermenegildo Cavaliere di Suppé-Demelli, conosciuto fuori dalla Germania come Francesco Suppé-Demelli), nato a Spalato quando era parte dell’impero austriaco.
Come vedete, in una normale giornata di Europa League si può passare da una brutta partita giocata fuori casa con un gol preso su calcio d’angolo dopo due minuti a un interessante approfondimento della propria cultura di musica classica.
Sokratis è il primo giocatore a segnare un gol per l’Arsenal senza mai essere allenato da Wenger dal 1996
E lo ha fatto per sbaglio, con la pancia.
Cosa può aver urlato Bonaventura a Castillejo
Ahah pic.twitter.com/gFGGvrGg4C
— Paul Pastrelli (@EiFuFaceto) October 4, 2018
“Europa League! Europa League! Questo è il bello dell’Europa League capito??!!”.
“Non credo tu possa spingere la sfera in porta quando parti oltre la linea tracciata dall’ultimo difensore avversario, capisci quello che intendo dirti Samuel!? Non fare caso al fatto che te lo stia urlando come un pazzo!”.
“Scaricami l’ultima di BoJack Horseman sbrigati! Devo rivedere una battuta sagace che mi piace tantissimo!”.
“Galileo! Galileo! Galileo! Figaro… e che cavolo!”.
Tutti i gol segnati dopo il novantesimo
Solo nella giornata di ieri sono stati segnati 79 gol, 78 in più di quelli segnati dal Frosinone quest’anno. Se questo numero può sembrarvi ridicolo dovreste sapere che 10 di questi sono stati segnati dopo il novantesimo. Ovvero che quasi il 13% dei gol segnato in questo turno è arrivato in un periodo di tempo dedicato di solito alla melina e ai giocatori che vanno verso la bandierina. Eccoli in ordine di pathos, come in un film di Villeneuve.
4 a 2 Leverkusen – 92’ – livello pathos: zero
Paradossalmente un gol che uccide un pathos durato meno di 60 secondi.
Il 4 a 1 dell’Eintracht Francoforte – 94’ – livello pathos: talk show politico
Da Costa infierisce sul cadavere di una squadra già morta e ridotta in 9 uomini.
Il 2 a 0 dell’Astana – 91’ – livello pathos: talk show politico con Fusaro presente
Una partita giocata alle quattro del pomeriggio, così oscura da non interessare neanche noi.
Il 3 a 1 dei Rangers – 94’ – livello pathos: avrò chiuso la macchina?
Gol utile solo per vedere un’altro poco Steven Gerrard esultare.
3 a 2 Larnaca – 91’- livello pathos: Piccoli Brividi
Gol utile solo a farmi quasi pentire di aver già scritto dell’Apollon Limassol come squadra Europa League.
1 a 1 Sporting – 91’ – livello pathos: messaggio su WhatsApp dopo mezzanotte
Nessun tempo di recupero è troppo corto per vedere un sogno socialista vacillare.
2 a 1 Copenaghen – 92’ – livello pathos: aspettare l’autobus a Roma
Un gol bello e importante che affossa la campagna del Bordeaux a favore dei carnefici dell’Atalanta.
2 a 1 Sporting – 93’ – livello pathos: Dua Lipa che balla Rihanna
Nessun tempo di recupero è troppo corto per vedere un sogno socialista crollare.
2 a 2 Apollon – 91’- livello pathos: “… Cinque poveri negretti un giudizio han da sbrigar: un lo ferma il tribunale, quattro soli ne restar…”
Quando a Marsiglia pensavano che era tempo per aprire di nuovo un buon Pastis, l’Apollon si è ricordato che nessuno vince in terra di Cipro, almeno nei gironi di Europa League.
Il 3 a 3 del Villarreal – 96’ – livello pathos: chiamata dalla banca
In un minuto che spesso non esiste, Santi Cazorla segna l’ultimo gol di una notte lunghissima.