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Foto di TF-Images / Getty Images
Bundesliga Charles Onwuakpa 13 maggio 2020 7'

Il Bayern Monaco dovrà riprendere da dove aveva lasciato

Col ritorno della Bundesliga gli occhi sono puntati sui miglioramenti del Bayern di Flick.

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La pandemia di COVID-19 in corso è destinata a lasciare segni profondi anche sullo sport. Mentre in Olanda e Francia si è deciso di sospendere definitivamente i vari campionati di calcio per questa stagione, la Germania sabato farà ripartire la Bundesliga nonostante le positività di alcuni giocatori del Colonia.

 

È quindi arrivato il momento di tornare, in qualche modo, a parlare di sport. La notizia più importante in questo senso è arrivata dal gigante Bayern Monaco, che ha annunciato il rinnovo di Hans-Dieter Flick fino al 2023.

 

Classe 1965 ed ex-centrocampista del club nella seconda metà degli anni ’80, Flick era tornato in Baviera la scorsa estate dopo una lunga parentesi come vice di Löw in nazionale: l’esonero di Kovač a inizio novembre gli ha spalancato la panchina della prima squadra, poi confermata grazie a ben 18 vittorie in 21 partite tra le varie competizioni.

 

Il controllo del gioco passa dal centro

Pur avendo vinto Bundesliga e DFB-Pokal al primo anno, la gestione di Kovač è stata caratterizzata dai malumori dei dirigenti (che non disdegnano mai di condividere le loro opinioni in pubblico). Un atteggiamento in parte dovuto alla mancanza di unanimità nella scelta del croato come successore di Ancelotti e Heynckes. Va detto che che il tecnico ci ha messo del suo.

 

L’ex allenatore dell’Eintracht si è dimostrato limitato per il contesto bavarese, con evidenti problemi tattici che alla lunga hanno generato insoddisfazioni anche nello spogliatoio: il suo Bayern faceva molta fatica a muovere il pallone in avanti per vie centrali e, di conseguenza, a gestire le transizioni difensive in queste zone (spesso svuotate dato che la rifinitura avveniva per vie esterne).

 

Inizialmente Flick ha cercato di risolvere la questione schierando Kimmich come vertice basso in un 4-1-4-1, mentre Alaba è stato spostato come centrale sinistro a causa degli infortuni di Lucas Hernández e Süle: i due si sono calati subito bene nelle nuove posizioni, ma l’isolamento di Kimmich quando il pressing delle mezzali andava a vuoto rendeva ancora problematica la gestione delle transizioni difensive.

Diaby recupera il pallone a metà campo e serve Amiri, il quale verticalizza su Volland: quest’ultimo conduce il pallone per un paio di metri e manda Bailey in porta per il gol dello 0-1. Nella prima foto si nota bene come il Bayern sia spezzato in due con Kimmich isolato al centro.

 

Per tornare a controllare il centro, quindi, ci è voluto il talento di Thiago Alcântara: un po’ a sorpresa, lo spagnolo è spesso partito dalla panchina nelle prime gare con Flick, ma le straordinarie qualità del giocatore, che forse non viene apprezzato quanto meriterebbe, hanno convinto il tecnico tedesco a puntare su di lui in maniera decisa: Thiago si è ripreso il posto a dicembre ed è stato autore di ottime prestazioni nei primi due mesi del 2020, soprattutto a Stamford Bridge contro il Chelsea.

 

Il ritorno di Thiago a centrocampo ha coinciso con il passaggio al 4-2-3-1: il quadrilatero formato dallo spagnolo, Kimmich, Alaba – oltre a un ritrovato Boateng – ha reso la fase di impostazione molto più fluida. I due mediani si dispongono sempre in maniera sfalsata per offrire con costanza supporto ai centrali: di solito Kimmich effettua la salida lavolpiana quando serve superiorità numerica contro la prima linea di pressione, mentre Thiago rimane più alto, dove sfrutta la sua eccellente resistenza al pressing e un delizioso primo controllo che gli permette di orientarsi subito per la giocata in avanti.

Thiago e Kimmich hanno costantemente manipolato la fase difensiva del Chelsea: qui i due si muovono verso Boateng attirando le pressioni di Jorginho e Giroud, che così aprono un buco centrale per la verticalizzazione su Müller tra le linee.

 

Nonostante siano entrambi sotto i 180 cm di altezza, Thiago e Kimmich gestiscono bene i duelli individuali in mezzo al campo: la loro mobilità gli permette di essere sempre attivi sulle palle contese e coordinano bene la difesa in avanti grazie a buone capacità di contrasto e intercetto.

 

Il miglioramento collettivo in quest’ultimo aspetto è evidente se analizziamo i dati relativi al pressing: confrontando gli ultimi tre mesi di Kovač ai primi quattro di Flick in questa stagione, l’indice PPDA (Passes allowed Per Defensive Actions) è sceso da 35.8 a 20.2, mentre i recuperi palla offensivi a partita sono aumentati di tre unità (da 18 a 21.7).

 

Un uso migliore delle fasce 

Il Bayern non ha rinunciato a passare dalle fasce, ma lo ha fatto in maniera diversa e senz’altro più efficace: la palla viene mossa velocemente e si cerca di occupare sempre il campo in ampiezza.

 

Tra i quattro esterni offensivi a disposizione, Gnabry e Coman sono i migliori per la loro capacità di giocare indifferentemente ai lati o in mezzo (spesso scambiandosi di posizione con Lewandowski e Müller), oltre a essere i più bravi nel ricevere in situazioni dinamiche e creare pericoli muovendosi senza palla: Gnabry parte spesso a sinistra e si accentra per favorire le sovrapposizioni di Davies, mentre Coman tende a rimanere più largo a destra.

 

È interessante notare che Pavard, il terzino destro, effettui spesso sovrapposizioni interne con lo scopo di aprire una linea di passaggio in diagonale verso il trequartista (di solito Müller).

Qui vediamo due sovrapposizioni di Pavard (rispettivamente contro Schalke e Colonia) che favoriscono il passaggio dell’esterno destro verso il trequartista.

 

Quando la palla viene mossa dalla fascia al centro, si cerca di attaccare la porta con combinazioni veloci tra i giocatori; alternativamente, il Bayern prova a rifinire con cross bassi e tesi dal fondo.

 

Un più ampio ventaglio di soluzioni offensive e le qualità individuali a disposizione rendono questo Bayern una squadra fenomenale contro difese schierate: dall’arrivo di Flick la squadra produce ben 3.07 xG a partita in situazioni di open play, spesso chiudendo le partite già nel primo tempo.

 

Il Bayern controlla meglio il campo, attacca in maniera intelligente e subisce poco (0.97 xG in open play), anche se non sono mancate sbavature, per esempio contro il Paderborn in casa e nel secondo tempo della trasferta a Colonia.

 

Gli uomini-chiave 

Oltre ai due mediani, Alaba, Gnabry e Lewandowski (che nonostante un leggero calo nella finalizzazione rimane in questo momento il miglior centravanti in Europa), i principali benefattori del cambio in panchina sono stati senza dubbio Davies e Müller.

 

Bit freaky – Alphonso Davies has made that exact goal for Lewandowski already this season in the @Bundesliga_ENpic.twitter.com/mPRJUR2eeB

— Rob Daly (@robtdaly) February 25, 2020

 

Canadese di origini liberiane, Davies è diventato titolare con Flick e si sta rivelando uno dei giovani più interessanti nel panorama europeo: ala di formazione, Davies nella nuova posizione offre un rendimento offensivo fuori scala; la sua corsa potente lo rende un ottimo riferimento per risalire il campo in progressione ed è bravissimo ad attaccare gli spazi in funzione dei movimenti dell’esterno davanti a sé (soprattutto quando quest’ultimo viene incontro per dettare una triangolazione). È un giocatore ambizioso col pallone, che fa valere la sua incredibile esplosività nei dribbling anche senza un controllo particolarmente pulito nello stretto.

 

Va però detto che deve migliorare ancora su diversi aspetti, per ora compensati dal suo debordante atletismo.

 

La grande fiducia nei suoi mezzi ha pro e contro.

 

Poi bisogna parlare di una delle chiavi di volta della gestione Flick, ovvero il ritorno di Thomas Müller ad altissimi livelli. Kovac lo aveva usato come semplice role player, ma col nuovo tecnico è tornato a essere determinante come non mai in carriera: in questa stagione il tedesco è nettamente primo per assist totali (16) ed Expected Assists p90 (0.54) in Bundesliga, oltre a essere secondo per passaggi chiave p90 (3.3), spesso effettuati dal suo amato mezzo spazio destro.

 

Quello di Müller è un talento enigmatico: spesso si parla di lui per gli ottimi inserimenti in area, ma si tende a sottovalutare troppo la sua qualità da rifinitore; sicuramente non è il numero 10 più elegante al mondo, ma stiamo parlando di un giocatore che vanta ben 111 assist in Bundesliga a soli 30 anni.

Müller è un giocatore estremamente associativo, capace di smarcarsi tra le linee e servire i compagni in profondità, come qui sopra contro il Colonia e il Chelsea.

 

Le ottime prestazioni di Davies e Müller sono state premiate da importanti rinnovi contrattuali (rispettivamente fino al 2025 ed al 2023). Rappresentano il futuro di un club storicamente attento a conciliare giovani talenti con giocatori d’esperienza.

 

Lottare su tre fronti 

Nessuno in Baviera si sarebbe immaginato un miglioramento così netto in pochi mesi: il più grande merito di Flick è quello di aver restituito entusiasmo a un gruppo che sembrava esaurito, che in poco tempo si è ripreso con forza la vetta della Bundesliga (al momento il Bayern è a +4 sul Dortmund secondo in classifica) – e che si giocherà anche la semifinale della Coppa di Germania contro l’Eintracht.

 

L’obiettivo più importante, però, è la Champions League: un rendimento fin qui perfetto (7 vittorie in 7 partite) e l’eliminazione del Liverpool hanno inserito i tedeschi a sorpresa (ma neanche troppo) tra i pretendenti alla vittoria finale. La squadra è stata fermata dalla pandemia proprio nel momento in cui stava esprimendo il suo miglior calcio da diversi anni a questa parte.

 

Sarà interessante capire come Flick avrà gestito questa pausa forzata, e se riuscirà a riprendere il filo della squadra più in forma in Europa due mesi fa. Chissà se i suoi avversari avranno studiato qualche contromisura.

 

Tags : bayern monacobundesligahans flickthomas muller

Charles Onwuakpa è nato a Lagos, Nigeria (1999) ma vive a Rovigo dal 2007. Ex-ala di rugby, scrive, gestisce e cura il blog "Il numero 8".

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